Dopo stagioni ricoperte da grandi delusioni ed una calda estate carica di soldi spesi, acquisti importanti, novità e soprattutto grosse aspettative per provare a convincere nell’immediato, l’ultima cosa che ci si può aspettare? È una pesante sconfitta, per 4-1, in casa della “stessa Lazio” dello scorso anno. Pura fantasia? Assolutamente no, perché il Milan ha perso la prima partita ufficiale della stagione in maniera a dir poco imbarazzante e priva di senso. Ma da dove nasce e come si sviluppa questo grande problema rossonero?
PRESTAGIONE E INIZIO AL TOP
Sei gol nelle prime due uscite, tre al malcapitato Crotone al debutto stagionale, altri due al Cagliari nella prima di fronte al proprio pubblico di San Siro. Entusiasmo alle stelle, conferma dell’ottima campagna acquisti estiva e soprattutto la risposta sul campo di un progetto che appariva già in ottima fase di avviamento. Per non dimenticare la cavalcata senza macchia anche in Europa League che ha riportato il Diavolo in Coppa. Poi, la pausa per le Nazionali. Un break doveroso per tutti, in vista di un campionato che sarà lunghissimo con la stagione che culminerà col colpo di coda, il mondiale in Russia. Molti giocatori impegnati con le rispettive selezioni, il ritorno agli allenamenti, la preparazione al ritorno del campionato con la sfida dell’Olimpico alla Lazio. Dove il Milan si è sciolto
TROPPI CAMBI IN MEDIANA
Vincenzo Montella non può non avere responsabilità precise sul disastro dell’Olimpico. Il tecnico ha varato dl primo minuto il solito 4-3-3 a cui si sta affidando in modo perpetuo, nella convinzione di poter dare un assetto al gruppo da imparare a memoria e metabolizzare il prima possibile. Ma per la terza volta in 3 gare di campionato, Il tecnico rossonero ha rimescolato la mediana. Se col Crotone c’erano Calhanoglu-Locatelli-Kessie, contro i Cagliari aveva optato per il trio Calhanoglu-Montolivo-Kessie. Questo pomeriggio, altro cambio: Montolivo-Biglia-Kessie.
L’unica certezza di Montella appare dunque essere l’ex atalantino, con tutti gli altri a giro. Ma ciò ha creato incertezze nella cerniera tra attacco e difesa: a Roma, il duo Montolivo-Biglia(al netto del gol del capitano rossonero) – che probabilmente doveva aumentare le geometrie della squadra dando maggior ordine – è apparso troppo lento e macchinoso rispetto alle manovre verticali laziali.
Il Milan, statistiche alla mano, ha gestito il match, in crescendo. Da un possesso del 35% è passato ad un 65% nella ripresa ma la gestione e la circolazione della palla sono state sterili. Segno che la Lazio ha saputo adattarsi alle caratteristiche rossonere e non viceversa: i padroni di casa hanno lasciato il pallino della manovra agli avversari, ma hanno saputo finalizzare meglio al momento giusto.
GLI ERRORI DEI SINGOLI
I due playmaker che avrebbero dovuto gestire la situazione hanno fallito. Più Biglia di Montolivo ma poco conta. L’ex laziale alla sua prima all’Olimpico da avversario ha subito il clima e l’ansia da prestazione ne ha tagliato idee e giocate. Un po’ meglio il compagno di reparto – che ha trovato anche il gol – anche se le geometrie sono sempre cozzate sul centrocampo laziale in costante superiorità numerica. Contro la Lazio si è capito che il Milan ha ottimi giovani su cui puntare ma che il processo di maturazione è ancora alla fase iniziale, in sostanza, in queste occasioni qui, serve più esperienza. Cutrone in avanti, Calabria in difesa non hanno brillato, anzi. Alle prime difficoltà non hanno saputo reagire e chi di esperienza e tacche sulle spalle ne aveva da vendere (da Bonucci a Montolivo) ha faticato a ricucire gli strappi dove la Lazio ha sempre fatto malissimo.
Ecco le dichiarazioni di Vincenzo Montella a fine gara:
“E’ stata na brutta sconfitta, abbiamo dormito poco e male. Veniamo da due mesi in cui abbiamo fatto tantissimi acquisti e abbiamo ricevuto tantissimi complimenti, di continuo: tutto ciò evidentemente un pò ci ha distratto, può essere fisiologico. Dopo questa brutta sconfitta abbiamo capito velocemente che il calcio italiano è così: bisogna imparare anche a soffrire, non sempre a provare a giocare meglio degli avversari. Conta anche la sostanza. Abbiamo perso meritatamente, ma abbiamo avuto soltanto – e dico soltanto, rispetto al risultato – 15 minuti in cui abbiamo staccato completamente la spina tra il primo e l’ultimo gol, tra il primo e il secondo tempo e questa è stata la nostra più grande mancanza.”
FUTURO
Probabilmente questo nuovo Milan doveva subire un ceffone di questo tipo per svegliarsi dalla sbornia estiva che ha alimentato un clima di euforia incontenibile (un mercato da quasi 240 milioni che però non ha portato un vero fuoriclasse di prima fascia da centrocampo in su). Montella ora deve ripartire, dopo aver messo in guardia a più riprese proprio sui rischi di questo entusiasmo. Dopo il crollo con la Lazio, potrebbe subire un’accelerazione il processo di avvicinamento alla difesa a tre: il 3-5-2 che permetterebbe di schierare Bonucci nella stessa situazione tattica della Juventus, utilizzare Conti e Ricardo Rodriguez nella loro posizione migliore (esterni di centrocampo) e mandare in campo due attaccanti. Ma servirà Romagnoli al meglio per cambiare definitivamente. In Austria il Milan è già chiamato a una riscossa. Dopo un’estate così, non può durare a lungo il bonus della necessità di inserimento di tanti nuovi acquisti. Il ritorno rossonero nella fase finale di una competizione europea dopo tre anni e mezzo assume caratteristiche meno piacevoli rispetto alle attese create dalla sei vittorie consecutive di luglio e agosto.
Ecco che dunque, con un’analisi lucida, questi 4 gol presi possono rivelarsi una lezione importante, capitando anche in un momento che tutto sommato non fa poi così male. La classifica lascia il tempo che trova, e vede il diavolo a 3 punti dalla vetta. Austria Vienna, Udinese e Spal saranno un enorme banco di prova per Montella e i ragazzi per dare una sterzata di carattere e grinta, nonché provare cose nuove. Le lezioni di Sarri a Napoli, Conte a Torino e anche Allegri l’anno scorso possono far sperare che qualcosa effettivamente possa cambiare, ma il tempo stringe. A Montella imparare da questo pomeriggio, ai ragazzi farsi un bagno di umiltà, tranquillità e isolamento dalle voci nemiche…servirà, servirà tanto.