Il tennis femminile italiano si trova ad un punto di svolta. Il ricambio generazionale tanto atteso deve avvenire in tempi brevi. Non si può più contare su veterane come Vinci o Schiavone prossime al ritiro e, nel frattempo, le giovani continuano a mancare. Negli ultimi mesi si è parlato molto di federazione e movimento per quanto riguarda il calcio, ma anche il tennis italiano, almeno a livello femminile, non può continuare a vivere sui fasti del passato. A livello di nazionale, l’Italia ha vinto 4 edizioni tra il 2006 e il 2013, senza poi dimenticare i successi individuali e in doppio negli Slam. Insomma, nel primo decennio degli anni 2000 l’Italia è stata una nazionale di tutto rispetto a livello femminile.
Qualcosa però si è inceppato, mancano le nuove leve che subentrino alle veterane. L’addio a sorpresa di Flavia Pennetta, la più giovane del gruppo, ha lasciato un vuoto che difficilmente verrà colmato nel prossimo futuro. Così come non si può pretendere che Francesca Schiavone o Roberta Vinci, al tramonto delle rispettive carriere, portino in alto i colori azzurri. Il capitano Tathiana Garbin ha avuto il suo bel da fare quest’anno, riuscendo a mantenere la posizione nel secondo Gruppo Mondiale, subito al di sotto di quello principale. Nuove convocazioni e nuovi volti sono serviti a poco con i risultati, se paragonati a quelli di qualche anno fa, che sono a dir poco scarsi.
VINCI ADDIO, SCHIAVONE RESISTE
È arrivato circa una settimana fa l’annuncio, non a sorpresa, di Roberta Vinci del suo addio al tennis giocato. Una decisione che era nell’aria già da mesi, soprattutto dopo alcune dichiarazioni nell’arco di tutto l’anno. Roberta continuerà a giocare fino a maggio quando disputerà il suo ultimo torneo in casa, agli Internazionali d’Italia a Roma.
Le prime avvisaglie erano arrivate con il cambio di allenatore, da Cinà, suo storico allenatore, a Di Giovanni che aveva già seguito la Schiavone e la conferma è arrivata tramite i suoi profili social e un’intervista alla carta stampata. Per ora Roberta si è detta determinata a chiudere nel migliore dei modi e migliorare il ranking che attualmente la vede al numero 117 del mondo. La Vinci si è detta ben disposta a rimanere nel mondo del tennis partecipando attivamente alla vita del campo, mettendo le sue conoscenze a disposizione delle più giovani verso le quali riserba qualche dubbio per l’immediato futuro.
Discorso totalmente diverso per Francesca Schiavone. La leonessa azzurra sembrava vicina al ritiro già all’inizio di questo 2017 e invece qualche buon risultato le ha fatto cambiare idea. Non solo, anche lei tramite i suoi profili social, ha lanciato una nuova sfida per il 2018, iscrivendosi agli Australian Open. La tennista milanese ha dichiarato di aver ritrovato nuovi stimoli anche grazie ad altri campioni longevi come Federer e le due sorelle Williams e chissà che in questo ultimo anno non si possa togliere qualche altra soddisfazione, vista anche la precaria situazione del tennis femminile in generale.
Senza poi dimenticarci di Sara Errani che è tornata da poco nel circuito dopo la discussa squalifica per doping. La tennista emiliana ha perso molte posizioni in classifica e sta giocando parecchi tornei minori per cercare di risalire la china. Squalifica o no, già da qualche anno Sarita sembra aver perso la brillantezza di un tempo e questo stop di quasi un anno non le ha fatto bene né al fisico né al morale.
LE GIOVANI SU CUI PUNTARE
Per farci un’idea della situazione in cui si trova il tennis femminile italiano basta guardare al possibile tabellone dei prossimi Australian Open. Oltre a Francesca Schiavone e Roberta Vinci, che passerà per le qualificazioni, l’unica altra sicura di un posto per via della classifica è Camila Giorgi. L’argentina naturalizzata è un’eterna promessa del tennis rosa ma che a quasi 26 non si è ancora rivelata azzeccata del tutto. Camila ha un ottimo tennis ma manca di continuità. Il suo è uno dei giochi più brillanti e spumeggianti del circuito ma i gratuiti e gli alti e bassi all’interno dei suoi match sono veramente troppi. La Giorgi sicuramente paga anche la sua dipendenza ossessiva dal padre-allenatore Sergio che le ha procurato in più una diatriba molto accesa con la federazione che per ora non la convoca in Fed Cup.
Attualmente rientrerebbero nel tabellone di qualificazione anche Jasmine Paolini e Deborah Chiesa rispettivamente numero 172 e 191 del mondo. Entrambe 21enni ma con pochissime esperienze nel circuito maggiore. Le uniche apparizioni degne di nota sono le wild card assegnate a entrambe agli Internazionali di Roma di quest’anno e la prima convocazione della Paolini in Fed Cup. Certo, negli anni sono migliorate molto e possono ancora farlo ma le 0, o quasi, presenze nel circuito che conta non fanno ben sperare.
Più grande di 3 anni è Martina Trevisan che si trova leggermente più attardata in classifica e difficilmente parteciperà agli Australian Open. Anche lei viene da un 2017 ottimo, la migliore stagione della sua carriera, ma sempre e solo a livello di tornei ITF. Insomma, anche lei, come le sue connazionali, ha bisogno di fare quel salto di qualità che permetterebbe a tutte di stare nel tennis che conta.