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La salvezza del Livorno 2004/2005: nel segno di bomber Lucarelli

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La salvezza del Livorno 2004/2005: nel segno di bomber Lucarelli

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Il calcio è costellato di stagioni magiche, irripetibili e uniche nel loro divenire. Un ventaglio di momenti indimenticabili che nel loro insieme costituiscono una storia appassionante che rende il gioco del pallone realmente tale.

Del resto il teatro delle emozioni sportive prende davvero forma solo nel momento in cui l’impensabile diventa plausibile. Quando ciò che a un primo pensiero appare impossibile diviene concreto e realizzabile. Ed è proprio in un contesto di passione e magia che si inserisce nell’immaginario collettivo l’annata 2004-2005 del Livorno. Una stagione che non soltanto ha raccontato un cammino sorprendente e convincente – con un nono posto in campionato conquistato – ma che ha regalato alla Serie A un capocannoniere “proletario” e popolare. Quel Cristiano Lucarelli che coi suoi 24 centri ha ispirato una squadra e un’intera città.

RIVOLUZIONE PROLETARIA

La magica annata degli amaranto ha fondato le proprie radici in due elementi di partenza. In primis su una promozione dal valore assoluto per questi colori, figlia di una categoria riconquistata dopo 55 anni. Nel segno, tra l’altro, di un tandem incredibile: Igor Protti e Cristiano Lucarelli, autori di 52 gol in coppia. Elementi che hanno portato a un terzo posto nel campionato cadetto e, dunque, alla tanto sospirata Serie A.

Il secondo fattore è rappresentato poi nel rinnovamento del campionato stesso. La riforma cui si assistette ha portato al ritorno delle Serie A a 20 squadre, passando quindi dall’introduzione dei turni infrasettimanali sino all’ammonizione per le esultanze correlate dello svestirsi della maglietta.

Fonte immagine: profilo Instagram @livornocalcio

Nella riforma a tutto tondo della Lega Calcio si è inserita quindi la rivoluzione proletaria dei toscani. Ma perchè definirla proletaria? In questo discorso il termine appare come un sinonimo di popolare. Questo poiché condotta da quelle persone che hanno portato i labronici dalla serie cadetta a un nono posto nel campionato italiano nel giro di due sole annate. Un’impresa condotta, appunto, da calciatori figli di una città che grazie a loro aveva imparato a sognare in grande. Un moto nato dalla voglia di “semplici” calciatori di provincia di sorprendere, scuotere gli animi e sconfiggere pronostici e conti, figli di un predeterminismo fine a se stesso.

Una rivoluzione, tra l’altro, partita certamente non nel modo migliore. Basti pensare che la prima vittoria degli amaranto arrivò soltanto a fine ottobre, occasione in cui al Picchi il Bologna cadde per 1-0 grazie alla rete di capitan Lucarelli. Il gioco di mister Colomba (subentrato a inizio stagione a Walter Mazzarri) non stava sortendo gli effetti sperati in termini di risultati. Nonostante i toscani avessero sempre mantenuto un relativo distacco dalla zona retrocessione, le sconfitte maturate in campionato rischiavano di diventare troppe per poter garantire un percorso tranquillo.

Il cambio di panchina che ha portato Roberto Donadoni sulla panchina degli amaranto ha giovato alla causa del Livorno, riportando vittorie importanti come quella ai danni del Milan (1-0) nel gennaio 2005 e concludendo al nono posto in classifica, garantendosi al prrimo anno una sicura salvezza che avebbe lanciato la squadra verso la sua prima partecipazione alla Coppa UEFA nel 2006.

La parola “esaltante” è entrata in gioco nella stagione degli amaranto a partire da gennaio. Il cambio di panchina da Colomba a Donadoni ha rappresentato la chiave di volta per il prosieguo del campionato. Il gioco cambiò radicalmente e con esso la mentalità della squadra. Ne conseguirono gli effetti proficui della “cura Donadoni”, evincibili dalla scalata netta e costante di posizioni in classifica. Tanto da raggiungere il nono posto finale – a quota 45 punti – alla pari con una Roma certamente più blasonata.

CAPITANO GOLEADOR

Un campionato esaltante figlio di elementi magici che hanno reso possibile un’impresa per una neopromossa. Il cuore e la determinazione dei suoi attori hanno dato forma a tutto questo. Un protagonista su tutti, poi, si è distinto nel palcoscenico dei sogni livornesi. Il capitano simbolo della promozione amaranto superò i propri limiti e spiccò il volo verso l’Olimpo dei migliori attaccanti del campionato. Difatti, riuscì nella conquista del prestigiosissimo titolo di capocannoniere della Serie A.

24 gol nell’anno del ritorno nella massima categoria del calcio nostrano, 24 realizzazioni con una formazione neopromossa ed estremamente meno attrezzata delle altre compagini. Un autentico prodigio, figlio di una ferrea volontà di prodigarsi al servizio della squadra e del proprio destino: quello del gol.

Ieri calciatore, oggi allenatore, la vita di Cristiano Lucarelli è sempre stata indissolubilmente legata al mondo del calcio. Fonte immagine: profilo Instagram @cielle99

Sia chiaro, stiliticamente non era certamente più aggraziato sul terreno di gioco, né il più talentuoso o più pagato. Eppure il capitano, Cristiano Lucarelli, si lasciò alle spalle ogni discorso o pregiudizio sulla sua dimensione calcistica, superandola ed elevandola. Si potrebbe ricondurre un tale risultato, inoltre, al legame coi propri colori. I 5 anni trascorsi – in due battute – nel capoluogo toscano hanno generato un rapporto indissolubile con l’intera piazza.

Vincitore di una lotta fra cannonieri combattuta con leggende del calibro di Toni, Montella e Gilardino. Sì, quel Gilardino che, più di tutti, pareva aver imboccato la vittoria della sfida fra goleador. Un duello a distanza, quello fra i due, sfociato a inizio maggio, nel momento più decisivo della stagione.

FESTA DEL GOL

Di nome festa del lavoro, di fatto festa del gol. Una ricorrenza rispettata in toto dai due attaccanti, il cui destino e, appunto, lavoro era proprio quello di perseguire il gol per portare la squadra alla vittoria.

La sfida calcistica fra i due cannonieri portò a un primo maggio infuocato come non mai allo stadio Ennio Tardini. Un’autentico scontro fra gladiatori, decisi a fare dell’ennesimo gol la propria arma vincente. Con nessuno dei due timoroso dell’imminente scontro, anzi. L’incontro terminò per 6 reti a 4 in favore del Parma, con Lucarelli e Gilardino protagonisti di un poker a testa: un indimenticabile giornata in quel rettangolo di gioco.

Ma il cuore per la propria squadra ha fatto la differenza alla fine. I 23 gol del Campione del Mondo nel 2006 sfiorarono di un soffio i 24 di Cristiano. Non gli valsero la gloria personale ma contribuirono a un fine più importante: la salvezza dei crociati, passata soprattutto per le sue reti. Così come per il Livorno di Lucarelli, che seppe regalare emozioni davvero intense. A una sola distanza, quella decisiva che decide il destino nel calcio.

(Fonte immagine di copertina: profil instagram @livornocalcio)

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Flash News

Il report dell’allenamento del Lecce pre-Roma: Banda a parte, ma torna Venuti in gruppo

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Lameck Banda, giocatore del Lecce, Serie A, Coppa Italia

Il Lecce, in piena corsa salvezza, ospiterà al Via del Mare, lunedì sera, la Roma. Entrambe le formazioni si presentano a questa partita con la voglia, e la necessità, di fare punti; i padroni di casa per allontanarsi sempre di più dalla diciassettesima posizione, gli ospiti per cercare di avvicinarsi al quarto posto. Le formazioni di questa partita risentiranno dei molteplici infortuni che hanno colpito un po’ tutte le squadre del nostro campionato, Roma e Lecce comprese.

In particolare, il Lecce, dovrà fare ancora a meno di Lameck Banda. L’attaccante durante la partita contro il Torino, che ha visto i pugliesi perdere per 2 a 0, si è trovato costretto ad abbandonare il terreno di gioco prima dell’intervallo a causa di un infortunio che lo tiene ai box da più di un mese. Anche per il prossimo match, ovvero quello di lunedì, Banda molto probabilmente non sarà a disposizione del mister Gotti. Infatti, il club ha rilasciato una nota specificando che Banda ha continuato a seguire un programma di lavoro personalizzato”.

Sempre dalla stessa nota il Lecce annuncia il recupero di Venuti. Il terzino, come si legge dalla nota “è tornato ad allenarsi regolarmente con il gruppo” tornando, di conseguenza, a disposizione anche del mister Gotti.

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Bundesliga

ULTIM’ORA – Xabi Alonso ha confermato in conferenza che rimarrà al Bayer Leverkusen

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Xabi Alonso, allenatore del Bayer Leverkusen, Bundesliga, Europa League

Dopo le indiscrezioni sempre più insistenti delle ultime ore, ecco l’annuncio ufficiale del protagonista della telenovela: Xabi Alonso. Il tecnico spagnolo ha attirato l’interesse di tutti i top club europei, in particolare Bayern Monaco e Liverpool, per la prossima stagione, ma vista la scadenza del contratto a giugno 2026 e visto quanto di buono fatto in questa stagione, con una Champions League quasi certamente da disputare l’anno prossimo, l’ex centrocampista ha deciso di rimanere nella squadra che ora sta allenando.

Queste le dichiarazioni di Xabi Alonso durante la conferenza stampa alla vigilia della sfida con l’Hoofenheim:

DECISIONE – “Arriviamo da una stagione ricca di impegni, durante la quale ci sono state anche moltissime speculazioni in merito al mio futuro. Per questo motivo ho utilizzato la sosta del campionato per gli impegni delle Nazionali per riflettere su cosa fare. La scorsa settimana ho avuto un incontro con la dirigenza del club per capire quale fosse la decisione da prendere. E la decisione è quella di continuare ad allenare il Bayer Leverkusen. Ho analizzato tutto e ho capito che questo è il luogo e il club giusto per continuare il mio percorso di crescita come tecnico. Ho sempre sentito grande supporto e c’è grande partecipazione nel lavoro da parte di tutti i reparti della società. I tifosi poi ci hanno dato un grande supporto, anche lo scorso anno quando abbiamo avuto momento di difficoltà. E oggi lo fanno supportandoci nel dare tutto quello che possiamo dare”.

SQUADRE INTERESSATEBayern e Liverpool? Credo che da parte mia non sarebbe corretto parlare di altre società. Di sicuro ci sono società con cui ho un forte legame, ma non è corretto parlarne adesso”.

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Coppa Italia

ULTIM’ORA – La decisione dell’assemblea di Lega per la Supercoppa Italiana 2024-2025: quali squadre in corsa?

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Trofeo della Supercoppa Italiana

L’assemblea di Lega Serie A tenutasi questa mattina ha stabilito che la Supercoppa Italiana della prossima stagione, la 2024-2025, si svolgerà nuovamente con una final four in Arabia Saudita nei primi giorni di gennaio. Questo è quanto si apprende da Calcio e Finanza, che sottolinea come, però, la decisione definitiva sulla questione verrà presa dal Consiglio di Lega.

Qualche squadra, in particolare l’Inter, aveva espresso delle perplessità su questo format, considerando il calendario della prossima stagione che, tra la nuova Champions League e il Mondiale per Club di fine anno, appare più intasato che mai.

Ancora non sicure le date in cui dovrebbe svolgersi la Supercoppa Italiana, ma i giorni più probabili dovrebbero essere il 3 e 4 gennaio per le semifinali e il 7 gennaio per la finalissima.

Ricordiamo che accedono alla final four le prime due classificate in Serie A e le due finaliste di Coppa Italia. Ad oggi, quindi, l’Inter sembra certa di un posto, con il Milan e la Juventus a giocarsi il secondo posto tramite il campionato. Per la Coppa Italia, invece, accederanno solo due squadre tra Lazio, Fiorentina, Atalanta e Juventus.

Lo scorso anno, in quel di Jeddah, l’Inter sollevò il trofeo dopo aver battuto in finale il Napoli. Le due squadre sconfissero in semifinale rispettivamente Lazio e Fiorentina.

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Arrivano le parole di Gravina su Acerbi: “La sentenza va rispettata”

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FIGC

Dopa la decisione del giudice sportivo di assolvere Acerbi sono arrivate le dichiarazioni del presidente della Figc Gabriele Gravina circa l’accaduto. Nelle ultime ore la sentenza aveva scatenato le reazioni più disparate, a partire dall’indignazione del Napoli resa nota tramite un suo comunicato ufficiale. A cercare di placare le acque ci ha provato proprio Gravina, a conclusione dell’Assemblea di Lega odierna. Gravina ha invocato il rispetto verso la sentenza del giudice sportivo. Inoltre si è pure detto disposto a credere alla difesa di Acerbi che aveva saltato per via del caso gli ultimi impegni con la Nazionale italiana. Di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni.

GRAVINA – “L’assoluzione di Acerbi? Si tratta di una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi non si sente soddisfatto. Esistono  principi che devono essere rispettati altrimenti corriamo il rischio di  far saltare tutto il sistema. Io accetto il verdetto e sul piano umano  abbraccerò il ragazzo quando lo incontrerò. Abbiamo saputo di una verifica da parte del giudice sportivo e allora, per evitare forme di distrazione, lo abbiamo lasciato a casa. È stata una decisione a scopo precauzionale, non perché già condannato. Acerbi ha fornito le proprie motivazioni e noi crediamo alle parole del ragazzo”.

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