“Benzema è il miglior attaccante francese della storia”
In settimana giornali e testate di tutto il mondo hanno riportato a caratteri cubitali questa dichiarazione. Parole forti, che sanno di sentenza, e si sa che nel calcio le sentenze suscitano sempre grandi polemiche. Al di là di delle opinioni diverse, sicuramente è una frase d’effetto, soprattutto se pronunciata da un francese e soprattutto se quel francese è Zinedine Zidane. Spodestare Titi Henry e Trezeguet, non esattamente giocatori qualunque, è una responsabilità non da poco e Karim Benzema deve esserne onorato.
Senza dubbio la dichiarazione del tecnico dei blancos perde le sue sfumature quasi assurde se si pensa che il francese è cardine del Real Madrid da più di dieci anni. Non solo, molte delle sue fortune Zidane le deve sicuramente al suo numero nove: senza di lui non sarebbe stato lo stesso. Diciamocelo, in realtà i blancos della decima e degli anni seguenti non sarebbero stati così stratosferici senza l’apporto di Benzema. Statistiche alla mano, con Zizou sulla panchina il francese ha realizzato la bellezza di 88 reti e quasi la metà degli assist (43): più di un goal ogni due partite. Anche la media totale con il Real Madrid non è da meno. Tra goal e assist ha partecipato attivamente a una rete ogni 94 minuti. Tradotto: con Benzema in campo, almeno un goal è garantito. Se sarà il numero nove a segnarlo o meno non ha importanza, che le prime pagine dei giornali vadano pure ad altri. La sua carriera del resto passa tutta da qui.
DA ALTER EGO…
Se c’è da scegliere tra aspettare un pallone in area di rigore o andarlo a prendere a centrocampo, Benzema non ha dubbi. Meglio giocare con e per i compagni che essere soltanto un mero finalizzatore. La gloria personale può e deve essere messa da parte se l’andamento del match lo richiede. Questa è la filosofia di Karim Benzema, e a testimoniarlo ci sono i numeri. Dovunque ha giocato, ha vinto. Quattro volte campione di Francia e d’Europa, tre campione di Spagna, e poi coppe nazionali, supercoppe e chi più ne ha più ne metta. Il palmerès parla chiaro, così come le statistiche: più di 250 reti in carriera. Una ogni due partite e un rendimento costante da più di 15 anni. Eppure quando si parla dei migliori attaccanti del palcoscenico europeo, raramente si annovera Benzema fra questi.
La spiegazione è semplice e risponde ad un nome preciso: Cristiano Ronaldo. L’esperienza del portoghese a Madrid inizia in contemporanea con quella dell’ormai ex Lione. Nel 2009 le 66 reti con l’OL hanno convinto Florentino Perez a sborsare 35 mln per strapparlo ai francesi. L’era dei Galacticos è ormai tramontata e gli storici rivali del Barcellona hanno un ragazzino fenomenale di nome Lionel Messi. C’è bisogno di una scossa. Così a Benzema e CR7 viene dato un compito delicatissimo: dare il via al nuovo progetto merengue.
Sarà uno dei più vincenti di sempre. La figura del francese però è indissolubilmente legata a quella del portoghese. C’è Ronaldo, e poi c’è Benzema. Probabilmente non è eccessivamente azzardato dire che forse l’avventura in Spagna di Cristiano Ronaldo, senza Benzema, sarebbe andata diversamente.

Ronaldo e Benzema, coppia Blancos. (Fonte: itasportpress)
…A LEADER
Ovviamente si tratta di considerazioni fatte con il senno di poi. Ciò che è certo è che il francese a Madrid ha vissuto sempre all’ombra del compagno. Così è stato fino a due stagioni fa. Nel 2018 l’addio di CR7 ( e quello momentaneo di Zidane) al Real lascia infatti un gap tecnico da colmare e soprattutto evidenzia la mancanza di un leader. Florentino guarda al mercato: arrivano Mariano Diaz, Hazard, Jovic, Vinicius. L’uomo che i blancos stanno cercando però lo hanno già in casa ed è Karim Benzema.
Uscito dall’ombra mastodontica di Ronaldo, il francese si ritaglia il suo spazio, diventando il giocatore decisivo della squadra. In appena due stagioni ha già segnato più di un terzo delle reti segnate fino al 2018 (con la maglia del Real Madrid) e il rapporto tra gol e assist è aumentato di un punto. In poche parole segna di più e serve meno i compagni. Per capire quanto la sua centralità nei blancos sia cambiata, basta analizzare il suo contributo alla causa. Nella prima avventura di Zidane sulla panchina dei madrileni, CR7 aveva messo a segno il 28% dei gol del Real. Oggi Benzema, nella seconda era del tecnico francese, ha contribuito con il 29% delle reti. Lui stesso del resto ha dichiarato di sentirsi “libero” dall’addio del figura opprimente del portoghese. Il Benzema “post Ronaldo” è un misto di tecnica, intelligenza tattica e vena realizzativa.
È il centravanti più completo del palcoscenico mondiale, o se non altro uno dei migliori. Ecco chi è veramente Karim Benzema, e il mondo lo sta scoprendo. Fisicità, ma anche velocità in progressione; potenza, ma anche tecnica sopraffina; freddezza, ma anche e soprattutto visione di gioco disarmante. Lentamente si rispolverano le perle rare del francese, gemme seminate qua e là nell’arco della carriera. Sono tre probabilmente le più significative, quelle che più hanno dato prova del talento mezzo francese e mezzo algerino.
BARCELLONA-REAL MADRID 14/15
Si dice che guardando si impara e Benzema lo deve aver tenuto bene a mente. Nella stagione 2014/15 il francese realizza un assist di quelli che “valgono il prezzo del biglietto”. Una colpo di tacco illuminante che ricorda tanto un passaggio di Guti contro il Deportivo la Coruna di 5 anni prima. A sfruttare il genio dello spagnolo era stato proprio Benzema. Nel clasico di quell’anno, terminato 2 a 1 per i i blaugrana, il francese veste i panni dell’assistman e con un tocco sopraffino realizza il passaggio decisivo per CR7. Il tacco è però soltanto la finalizzazione di una serie di intuizioni giuste del numero nove. Quando il pallone è a Modric, Benzema si allarga e viene a prendere palla al limite dell’area. Succede tutto in un attimo: viene servito dal croato, si accorge che il difensore lo segue e quindi percepisce lo spazio vuoto dietro di lui. Una voragine che può essere sfruttata soltanto con un passaggio di prima, altrimenti il centrale avrà modo di rientrare in posizione. A superare la soglia della realtà ci pensa il genio: colpo di tacco e Ronaldo si ritrova solo davanti al portiere.

ESPANYOL-REAL MADRID 19/20
Ancora Liga, ancora un assist. Tra le giocate migliori ci sarebbe anche un sombrero, sempre in un clasico, ai danni di Puyol, non di certo l’ultimo degli arrivati, ma la giocata realizzata la scorsa estate merita probabilmente di più. Il Real in corsa per il titolo vola in Catalogna per affrontare l’Espanyol. Partita chiusa, una di quelle dove il risultato rimane inchiodato sullo 0 a 0. In match come questi, solo i grandi giocatori possono sbloccare la gara. Passa tutto da qui: Benzema non segna, ma fa segnare, la squadra vince e questo è l’importante. Allo scadere del primo tempo addomestica in area un pallone rocambolesco. È chiuso, spalle alla porta e con il difensore alle costole. Un movimento della camiseta azzurra di Casemiro gli passa accanto: è il momento giusto. Tunnel di tacco a Espinosa e il compagno si ritrova davanti ad un incredulo Diego Lopez. Gol.
ATLETICO MADRID-REAL MADRID 16/17
Il derby di Madrid ha sempre un sapore speciale, soprattutto se in palio c’è la finale di Champions League. Nel 2017, l’anno della finale di Cardiff, in semifinale i colchoneros incontrano i blancos. Il risultato netto all’andata (3 a 0) a favore del Real sembra spalancare le porte al passaggio del turno, ma in realtà dopo 16 minuti i ragazzi del Cholo Simeone sono già avanti 2 a 0. La rimonta non è più impossibile e il Real rischia grosso. Poi però ci mette lo zampino il solito Benzema. Aggancia un pallone praticamente perso alla bandierina e usa il fisico per proteggere il pallone. È spalle alla porta, braccato da Godin, Savic e Gimenez. Sono tutti e tre su di lui. Il francese sa che vuol dire una sola cosa: l’area di rigore è sgombra. Riesce a girarsi, ma è praticamente sul fondo. Palla sul sinistro, poi sul destro e poi di nuovo sul sinistro, tutto in una frazione di secondo. Il pallone viaggia sulla linea di fondo campo e Benzema strappa in velocità lasciando sul posto i tre difensori. Meglio tirare, forse, o meglio servire Kroos che sta entrando in area. Palla al tedesco, tiro respinto e infine il tap-in di Isco. Finale salva, Champions salva, ma non si dica in giro che è merito di Benzema.

Oggi, in un Real in difficoltà, il francese continua ad essere una certezza. Eppure la carta d’identità parla chiaro: 19 Dicembre 1987, 33 anni. Non è ancora tempo di smettere però, deve ancora recuperare tutte le prime pagine dei giornali non riempite, occupare le colonne dei quotidiani e far vedere al mondo che finalmente è l’ora di Karim Benzema.
Fonte immagine in evidenza: The Times