Tecnica sopraffina e visione di gioco tutt’altro che comune, Lorenzo Pellegrini, appena ventiduenne, scuola Roma, due anni fa al Sassuolo aveva dimostrato di essere uno dei prospetti più interessanti del panorama italiano con 6 gol e 7 assist in 28 partite, più di 1900 minuti giocati. Lo scorso anno, con il ritorno alla Roma per 10mln di euro (questa la somma stabilita per il diritto di recompra con il passaggio a Reggio Emilia), il giocatore oltre che minuti, aveva perso estro e lucidità, ma ora con l’infortunio di Pastore e con il conseguente passaggio al ruolo di trequartista, sembra essere tornato quello dei tempi migliori.

LA NUOVA POSIZIONE ED IL RITORNO DA TITOLARISSIMO
Non è di certo una coincidenza il fatto che da quando Lorenzo Pellegrini sia rientrato nei piani tattici di Eusebio Di Francesco, la Roma abbia solo vinto; aveva già dimostrato la voglia di tornare in grande sul finire contro il Frosinone, in quel caso fu proprio lui a servire l’assist a Kolarov per il definitivo 4-0 dei giallorossi, poi la grande occasioni al 37′ contro la Lazio quando, entrato al posto dell’infortunato Pastore, si ritrova a giocare sulla trequarti, ruolo che aveva già più volte ricoperto al Sassuolo sotto la guida proprio dello stesso Di Francesco. Dal momento del suo ingresso in campo parte il valzer del centrocampista romano: segna subito di tacco, colpo che proprio il sostituito Pastore aveva dimostrato più volte di avere nelle corde, al 70′ conquista la punizione del vantaggio poi siglato ancora una volta da Aleksandar Kolarov e all’86’, per non farsi mancare niente, offre un cross al millimetro per Fazio che deve solo insaccare. Da quel momento tutto in discesa per Pellegrini, romano e romanista, lui che a Roma c’è nato e cresciuto, calcisticamente e non, prima all’Almas (società che milita in eccellenza nel Lazio), poi nelle giovanili della squadra in cui oggi è tornato per diventare finalmente grande.
MUSCOLI,CORSA E TESTA
Non sono di certo solo il gol ed i 3 assist messi a segno nelle ultime 3 di A ad aver cambiato la Roma, ma con l’ingresso di Pellegrini sembra essere cambiato l’atteggiamento della squadra della capitale, complice con ogni probabilità anche il passaggio da un confuso 4-3-3 ad un 4-2-3-1 che, oltre ad essere una soluzione piu’ adatta agli interpreti a disposizione, sembra pagare le aspettative. Sono 3 le vittorie consecutive in campionato, in più la manita messa in atto Martedì scorso a Plzen contro il Viktoria nella partita valida per il secondo turno della fase a gironi di Champions League ed al centro del gioco della Roma c’è sempre Lorenzo Pellegrini. Corre, corre tantissimo, ma fa correre anche il pallone, con lui in campo è più semplice far passare il pallone per Dzeko (4 gol nelle ultime due tra Champions e campionato) ed è sempre fondamentale nel pressing sul recupero palla avversario, in più sulla trequarti ha la possibilità di prendere più volte parte alle azioni offensive, arrivando in caso anche al tiro. Con le prestazioni sta ovviamente arrivando la fiducia del mister, quella dei tifosi, ma soprattutto quella in sé stesso ed ecco allora la prospettiva di miglioramento potenzialmente esponenziale, con la speranza di tutti i romanisti, ma anche di tutti gli amanti del bel calcio.

LA LENTA RISALITA ED IL GUSTO DI AMARO
Nonostante le vittorie, nonostante i risultati e nonostante un Pellegrini ritrovato, la Roma non sembra ancora essere quella che lo scorso anno aveva lasciato tutti a bocca aperta in Europa e che aveva invece fatto chiudere la bocca a chi, scettico, ad inizio anno non credeva che Di Francesco potesse essere l’uomo giusto a cui affidare la panchina di una squadra che, con Luciano Spalletti, aveva più volte dimostrato di poter lottare per le posizioni più alte della classifica. Tralasciando le prestazioni nettamente al di sotto delle aspettative con il 4-3-3, anche con il nuovo assetto la squadra giallorossa vince, ma fatica a convincere. La partita con l’Empoli ne è l’ennesima prova: 3 punti sì, ma prestazione ancora non al 100%. Pellegrini ha sicuramente offerto nuove opportunità ed alternative, soprattutto in mediana, con il passaggio di Cristante a ricoprire proprio quel ruolo di cui sicuramente non è il miglior interprete, ma che sta imparando ad occupare, nonostante questo però la Roma ancora non gira. Con il ritorno di Pastore toccherà poi a Di Francesco capire come sistemare la squadra, prestando sicuramente particolare attenzione proprio alla prestazione, nel frattempo però i risultati arrivano ed il tecnico si può godere la rinascita del suo talentino di classe romana.