Esattamente 24 anni fa nasceva a Biberach an der Riss, città del Bundesland Baden-Württemberg, sud-ovest della Germania, Loris Karius. Cresciuto nell’Ulma e nello Stoccarda, il portiere ha attirato l’interesse del Manchester City, che nel 2009 lo preleva per rinforzare il settore giovanile. Con il club inglese Karius non ha mai esordito, disputando soltanto 4 partite con la selezione Under-23. Viene poi girato in prestito al Mainz II, con cui disputa 27 partite, subendo 42 gol e concludendone 6 con la rete inviolata.
Nell’estate 2012 scade il contratto che lega l’estremo difensore tedesco al City. Svincolato, Karius viene ingaggiato proprio dal Mainz, rimasto impressionato dalle sue doti. Anche durante la stagione con la selezione giovanile, Loris aveva assaporato la prima squadra, venendo convocato per il match contro il Leverkusen nel gennaio 2012. Al momento del passaggio al Mainz inoltre Karius aveva già vestito la maglia della nazionale dalla U16 alla U19.
Loris Karius con la maglia del Mainz
SECONDA CASA
Con l’approdo al Mainz, Karius torna praticamente a casa, vista la poca distanza tra Magonza e Biberach. Nel Bundesland confinante al suo originario si può dire che Loris abbia trovato un secondo luogo d’appartenenza; in maglia biancorossa disputa 4 stagioni, affermandosi come uno dei portieri più promettenti. L’esordio arriva il 1 dicembre 2012, nel match vinto per 2-1 contro l’Hannover 96. È anche l’unica presenza stagionale per Karius, terzo portiere alle spalle di Wetklo e Muller. Tra l’altro chiude la sua prima partita con la rete inviolata, in quanto il gol subito dal Mainz era arrivato prima del suo ingresso in campo al minuto 38′.
L’anno seguente arriva la svolta, con Karius che da novembre conquista il posto da titolare, contribuendo all’ottimo settimo posto ottenuto dalla squadra. Tuchel continua a puntare sul portiere tedesco, che raggiunge nel novembre 2014 anche la nazionale U21. Le due stagioni seguenti Karius le gioca da titolare, esordendo anche in Europa League. L’addio di Tuchel e l’avvento prima di Hjulmand e poi di Schmidt non cambiano la sostanza: Karius continua la sua ascesa tra i pali del Mainz.
Nell’estate 2016 si conclude l’esperienza del porterino tedesco a Magonza. Il bilancio è molto positivo, con 96 presenze in 4 stagioni, 124 reti subite e 32 match terminati con la rete inviolata. Dal secondo anno in poi Karius è divenuto un punto fermo del Mainz, che con il tedesco fra i pali ha ottenuto due qualificazioni in Europa League. L’estremo difensore di Biberach si è affermato come uno dei prospetti più interessanti nel suo ruolo, oscurato forse dalla presenza di colleghi connazionali altrettanto, se non più, promettenti, ma con un valore ampiamente riconosciuto. Tra i vari estimatori c’è un signore tedesco che spicca. Jurgen Klopp viene stregato da Karius, tanto da richiederlo esplicitamente al Liverpool.
Mignolet, il rivale di Karius
TESTA A TESTA
Così, nell’estate 2006 fa Loris Karius approda in Premier League. Il portiere è il secondo acquisto dei Reds, dopo Joel Matip, e desta più di una perplessità. Innanzitutto il profilo non è di quelli importanti, con poca esperienza alle spalle e un misero hype giornalistico a supportarlo. Inoltre al Liverpool c’è già Mignolet, portiere di sicura affidabilità che ha dimostrato le proprie doti ad Anfield. Karius arriva dunque in Inghilterra in punta di piedi, tra la diffidenza generale, ma godendo dell’incondizionata fiducia di Klopp.
L’arrivo di Karius apre subito delle tensioni, soprattutto per il fatto che il tecnico tedesco voglia puntare sul connazionale invece che sul belga. Nelle prime giornate di campionato gioca comunque Mignolet, visto che Karius soffre di una frattura alla mano. Alla sesta giornata arriva finalmente l’esordio per il portiere tedesco, nel 5-1 rifilato all’Hull City. Karius si prende così la porta dei Reds, diventando il titolare e relegando in panchina Mignolet. La reazione del portiere belga non tarda ad arrivare, ma Klopp conferma che il tedesco è il numero 1. Almeno fino a dicembre.
Il 12 dicembre Karius finisce in panchina nel match contro il Middlesbrough, rimanendoci fino a fine stagione. Da qui in poi Mignolet torna titolare e il tedesco non vede più il campo. Può sembrare una bocciatura, ma Klopp continua ad assicurare la sua estrema fiducia nelle doti dell’ex Mainz. Dal canto suo Karius può vantare il bilancio di 16 presenze con la maglia dei Reds, con soli 16 gol subiti e 6 match terminati con la rete inviolata. In premier sono 10 le presenze del tedesco.
Loris Karius in azione contro il Derby County
FUTURO REDS
Arrivato per fare il titolare, Karius si è ritrovato ad essere una riserva, dopo però aver assaporato la presenza nell’11 iniziale. La stagione del tedesco è stata davvero strana, ma non per questo negativa. L’ex Mainz ha accumulato una buona base d’esperienza e ha dimostrato di poter crescere e diventare un punto fermo del Liverpool. In questi giorni si parla molto di un suo ritorno in patria, ma il suo procuratore Goll ha smentito categoricamente questa evenienza. Il portiere ha un lungo contratto con i Reds, fino al 2021, e gode della fiducia di tecnico e società.
Klopp ha spiegato che Karius è giovane e avrà tempo di imporsi. La scelta di Mignolet è stata dettata dal bisogno d’esperienza e affidabilità, ma il tedesco resta un punto fermo nel futuro della squadra. Il tecnico ha in mente un progetto a lungo termine e quindi ha intenzione di gestire alla perfezione Karius, che lui stesso considera uno dei portieri dal futuro più brillante in circolazione. La società ha dato garanzie al giocatore: sarà titolare ma a tempo debito. Per ora Karius dovrà guadagnarsi spalle allo spazio di Mignolet, portiere all’apice della sua carriera da cui il tedesco può rubare qualche segreto del mestiere. Il futuro sorride comunque a Loris, che gode della fiducia del tecnico e che ha tutte le carte in regola per affermarsi con la maglia del Liverpool.
Per alimentare la competizione tra i due portieri del Liverpool, scegliete il vostro preferito ammirando le loro gesta in questo video.
LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus:
LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS
DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.
OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.
INFORTUNI –“Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.
ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.
GALLIANI –“Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.
PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.
Alexis Sanchez è stato decisivo nel pareggio per 3-3 tra Benfica e Inter. I nerazzurri, dopo essere andati sotto per 3-0 nel primo tempo, sono stati in grado di recuperare nell’arco di 20 minuti la partita, non riuscendo però a vincerla. A tirare il rigore del definitivo 3-3 è stato proprio Sanchez. Dopo aver lasciato l’Inter nel 2022, aveva prima scelto di giocare con il Marsiglia, per poi ritornare a Milano. Il giocatore della nazionale cilena ha tanta voglia di mettersi in mostra e giocare, come ha saputo dimostrare ieri. Per il morale della squadra è stato molto importante recuperare uno svantaggio e una potenziale “umiliazione” in Europa, seppur la distanza in classifica tra le due squadre sia netta. A seguito del match di ieri sera, Sanchez è intervenuto ai microfoni di Sky Sport.
INTER, LE PAROLE DI SANCHEZ
RIMONTA CON IL BENFICA – “Credo che abbiamo fatto una bella rimonta e alla fine potevamo anche vincerla, questo lo fanno solo le squadre con la mentalità da campioni. La Champions è diversa, bisogna stare attenti a tutto, siamo contenti di essere stati svegli fino alla fine”.
CONFRONTO ALL’INTERVALLO – “Che era colpa nostra, ci siamo detti di restare in partita e segnare per riaprirla”.
RIGORE PESANTE – “Sono abituato a giocare gare importanti, oggi si è visto sul rigore del 3-3”.
GIOCARE DI PIÙ – “Mi piace sempre giocare per dare una mano alla squadra, il mister lo sa”.
OBIETTIVI DELLA SQUADRA – “Vogliamo vincere tutto”.
Serviranno altri giorni per capire la situazione legata all’infortunio di Malick Thiaw. Il difensore rossonero, infortunatosi nel match di Champions League contro il Borussia Dortmund, potrebbe assentarsi per un lungo periodo. Al momento non c’è nulla di certo e verrà valutato tra 7-10 giorni, come ha spiegato il Milannel proprio comunicato ufficiale.
Secondo La Gazzetta dello Sport, non bisogna escludere l’ipotesi di un intervento chirurgico. Nella migliore delle ipotesi, il tedesco sarà fuori per due mesi e il ritorno in campo sarà a febbraio. Il Milan è in piena difficoltà e dovrà fare a meno di un pezzo molto importante dello scacchiere di Pioli.
Con gli esami che verranno fatti, il club rossonero saprà se per il giocatore converrebbe una terapia conservativa o un intervento chirurgico. Come già detto, la migliore delle ipotesi, dunque la terapia conservativa, richiederebbe due mesi.
Ai box c’è anche Kalulu, pertanto il mercato di gennaio sarà decisivo per cambiare la stagione. Verrà fatto sicuramente un colpo nella retroguardia per compensare gli infortuni, al momento non sono chiari né i possibili nomi né la portata dell’investimento.
La certezza è che il Milan è in crisi, come organico e come risultati. In dubbio, in questo momento, c’è anche lo stesso allenatore, Stefano Pioli.
Fabio Grosso ha preso, il 18 settembre 2023, l’incarico di nuovo allenatore del Lione. La squadra francese, tra le più forti a livello societario e di rosa della Ligue 1, è incredibilmente ultimo in classifica. L’avvento dell’ex allenatore del Frosinone è servito veramente a poco: per lui 1 vittoria, 2 pareggi e 4 sconfitte.
I 5 punti da lui fatti in campionato non hanno entusiasmato la società, convinta che si può fare di più. C’è ancora tempo per riprendersi e tentare la cavalcata alla parte sinistra della classifica. Ed ecco perché la scelta del club, che verrà ufficializzata a breve, è stata quella di esonerare Fabio Grosso.
GROSSO ESONERATO , I POSSIBILI SOSTITUTI
L’indiscrezione riportata dall’Equipe, vede tre allenatori come possibili successori dell’italiano: Bruno Genesio, Igor Tudor e Jorge Sampaoli.
Il primo, Genesio, è già stato allenatore del Lione, dal 2015 al 2019. Dopo aver lasciato il club francese, ha prima avuto una parentesi cinese, sponda Beijing Guoan. Un anno e mezzo, per poi tornare nella sua terra nativa, al Rennes, per due anni abbondanti, ed è stato esonerato il 12 novembre 2023.
Pertanto, per Genesio si potrebbe già presentare l’occasione di tornare ad allenare. Per ironia della sorte, il match che ha portato al suo esonero è stato proprio quello contro il Lione, in quella che è stata l’unica vittoria per Fabio Grosso in questa sua, ormai, breve parentesi francese.
Anche Tudor viene da una parentesi francese di un anno, terminata alla fine della scorsa stagione, quella con il Marsiglia. Per l’allenatore croato si è parlato tanto di Napoli, che alla fine ha scelto Mazzarri. Per lui sarebbe un’ulteriore dimostrazione che è in grado di allenare una big.
Sampaoli, invece, a settembre era stato esonerato dal Flamengo. Dopo il periodo passato come allenatore del Marsiglia tra marzo 2021 e luglio 2022, per lui può prospettarsi un ritorno in Francia.
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