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Lucas Moura, ‘The right man in the right place at the right time’

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Lucas Moura, ‘The right man in the right place at the right time’

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L’uomo della provvidenza. ‘The right man in the right place at the right time’, direbbero gli inglesi. Chiamatelo come volete, nella lingua che preferite. Il risultato non cambia: Lucas Moura è l’uomo che ha cambiato il corso della storia del Tottenham.

Condottiero nell’irreale rimonta degli Spurs alla Johan Cruijff Arena, l’asso brasiliano è stato il vero eroe della stagione del club londinese. Sempre presente nei suoi momenti chiave, sempre a segno quando la posta in palio era ‘vincere o morire’. È riuscito addirittura a regalare un nuovo significato a quell’aggettivo ‘Spursy’ che i tifosi del Tottenham avevano coniato negli anni per indicare una squadra capace di buttare al vento nel momento propizio tutti gli sforzi fatti per arrivare al successo. Ora ‘Spursy’ significa anche “superare le aspettative, tenendo conto del contesto e delle circostanze”, come proposto dal National Football Museum di Manchester.

Tenacia, costanza, freddezza quando è vietato sbagliare. Se il Tottenham il prossimo 1 giugno potrà disputare la prima finale di Champions League della sua storia il merito è soprattutto di quel ragazzo di San Paolo che Londra ha imparato a conoscere bene solamente un anno e mezzo fa e che ora nessun tifoso degli Spurs vuole più lasciar andare.

Non mi riferisco solamente alla leggendaria tripletta con la quale in quaranta minuti ha spazzato via i sogni di gloria di un Ajax meraviglioso e indimenticabile. Lucas il cammino europeo del Tottenham lo aveva infatti già cambiato nel dicembre scorso, in Spagna, la stessa terra dove il brasiliano tra meno di un mese proverà a chiudere il cerchio. Era la notte di Barcellona-Tottenham, ultima giornata del Girone B di Champions League. Con i catalani già sicuri del passaggio del turno, gli Spurs erano chiamati a fare punti al Camp Nou, sperando nel contempo in un passo falso dell’Inter a San Siro contro il PSV Eindhoven per poter avanzare alla fase a eliminazione diretta. Una gara da dentro o fuori, pane per i denti di Lucas. A qualificare il club londinese alla fase successiva ci pensò infatti il brasiliano, a segno nell’1-1 del Camp Nou che, unito all’analogo risultato ottenuto dai nerazzurri a Milano, decretò il passaggio del turno del Tottenham.

“Il giorno prima della partita, nella nostra sessione di allenamento allo stadio, mi stavo guardando intorno e mi ripetevo che non avrei mai potuto segnare lì. Allora ho pregato Dio di aiutare la nostra squadra e di aiutare me. Poi ho avuto la sensazione che sarei stato decisivo e che avrei segnato un goal e così è stato. È difficile spiegare le sensazioni che ho provato segnando quel goal. L’adrenalina, è stato magico”.

Una rete dall’importanza capitale, segnata nella gara, fino a quel momento, più importante della stagione della squadra allenata da Mauricio Pochettino.

Il primo appuntamento tra Lucas e la storia, il cui secondo atto è andato invece in scena questo mercoledì ad Amsterdam, quando la parola ‘fine’ sembrava ormai scolpita sul cammino europeo degli Spurs. Questa volta però un solo goal non sarebbe bastato e allora Lucas ha deciso di abbondare, siglando la seconda tripletta della sua stagione (ne ha realizzata anche una in Premier League nel 4-0 sull’Huddersfield Town).

Quinto giocatore della storia a riuscire a segnare tre goal in una semifinale di Champions League (in passato lo avevano fatto solamente Alessandro Del Piero, Ivica Olic, Robert Lewandowski e Cristiano Ronaldo), Lucas ha trafitto Onana con tre conclusioni di mancino. Lui, da sempre destro naturale. Lo ha fatto tra il 55’ e il 96’ minuto, stabilendo anche un nuovo record: mai nessuno prima d’ora era infatti riuscito a siglare una rete così tardi in una gara a eliminazione diretta nella massima competizione europea (supplementari esclusi ovviamente). Lo ha fatto con una naturalezza disarmante, spinto da quella fame di successo che nel gennaio del 2018 lo aveva portato a lasciare il Paris Saint-Germain per rimettersi in gioco nel nord di Londra, confrontandosi con quel calcio inglese che, per caratteristiche, pare sposarsi a meraviglia con il suo modo di intendere la professione di calciatore. Rapido, sia con la palla tra i piedi che quando si tratta di analizzare il gioco, oltremanica Lucas è infatti riuscito a far ripartire una carriera che sembrava essersi incrinata, dimostrando fantasia ed estro oltre che tenacia e concretezza. Doti che lo hanno reso uno dei punti fermi della rosa di Pochettino.

PASSATO

Figlio di una ex atleta e di un membro del Servizio Civile brasiliano, Lucas è nato a San Paolo il 13 agosto 1992. Come per molti sudamericani, la sua infanzia non è stata delle più semplici, vista la povertà del quartiere nel quale ha trascorso i primi 13 anni della sua vita.

Pistole, droga, morte. Lucas ha conosciuto il lato peggiore degli esseri umani quando ancora non sapeva cosa fosse un pallone, ciò che si sarebbe poi rivelato essere la sua chiave per evadere da una prigione di delinquenza e disperazione. Ha perso molti amici, ha lottato per restare a galla e, grazie all’istruzione che i suoi genitori gli hanno permesso di avere, è riuscito a costruirsi la sua strada verso il successo. Ha mosso i primi passi da calciatore nell’Academy del Marcelinho Carioca, all’età di cinque anni, prima di sperimentare per qualche stagione il calcio indoor nel Clube Santa Maria in Sao Caerano de Sul, nell’area metropolitana di San Paolo. Qui iniziò anche a essere soprannominato ‘Marcelinho’, dal momento che il suo modo di giocare ricordava vagamente quello della stella del Corinthians a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila. Mosso da una naturale fame di calcio, il suo cammino è proseguito poi al Clube Atletico Juventus, dove è riuscito ad attirare su di sé l’attenzione di molti scouts brasiliani. Aveva 10 anni e il primo club a proporsi fu il Corinthians, società nella quale Lucas ha militato tra il 2002 e il 2005.

Poi il salto nelle giovanili del San Paolo, al cui centro sportivo Lucas si trasferì a vivere all’età di 13 anni, debuttando poi in prima squadra nel 2010, ormai maggiorenne. Primo grande passo sulla strada che nel 2012 lo ha portato a lasciare il Brasile per volare in Europa, per essere più precisi a Parigi.

Cercato da Inter e Manchester United, come ammesso dallo stesso giocatore in una recente intervista, la destinazione finale del viaggio di Lucas avrebbe dovuto essere proprio Old Trafford. I Red Devils stavano infatti per mettere tutto nero su bianco quando l’allora direttore sportivo del Paris Saint-Germain, Leonardo, lo chiamò e lo convinse a sposare il progetto dei parigini.

“Sono stato molto vicino allo United. Tutto era stato deciso ma all’ultimo minuto mi chiamò Leonardo che mi parlò del progetto del Paris Saint-Germain. Stavano comprando giocatori di classe mondiale e in squadra c’erano diversi brasiliani. Quindi ho scelto loro per l’ambizione e per il fatto che l’adattamento sarebbe stato più facile per me avendo altri connazionali in squadra”.

Manchester United che si è poi messo nuovamente sulle sue tracce nel gennaio 2018, quando il giocatore ha deciso di lasciare la Francia, chiuso dall’intoccabile trio formato da Neymar-Cavani-Mbappe. A volerlo era Jose Mourinho ma i Diavoli Rossi erano disposti solamente a prelevare Lucas in prestito fino al termine dell’anno. Una soluzione totalmente diversa dal contratto di cinque anni e mezzo offertogli dal Tottenham: la giusta proposta che il brasiliano stava aspettando. Assegno da 25 milioni di sterline (circa 30 milioni di euro) e addio a Parigi dopo più di sei anni. Una nuova avventura che Lucas ha affrontato con la voglia di chi sa di valere e di poterlo dimostrare, come fatto a più riprese in questa stagione.

PRESENTE

Collezionati 15 goal in 47 apparizioni, quest’anno si è dimostrato il vero asso nella manica di Pochettino. Duttile, in grado di svariare su tutto il fronte d’attacco. Il brasiliano è stato il jolly della stagione degli Spurs. Prima punta al posto di Kane quando l’inglese è stato costretto ai box a causa dei vari infortuni (come in queste ultime settimane); spalla d’attacco al posto di Son quando il sudcoreano non era disponibile. E ancora esterno d’attacco e all’occorrenza anche trequartista (vedasi la gara contro il Chelsea in Premier League). Il tutto riuscendo sempre a mantenere un rendimento altissimo, soprattutto in zona goal. Lo dimostra la doppietta realizzata alla terza giornata di campionato contro il Manchester United a Old Trafford, il primo vero ‘magic moment’ di Lucas in questa annata.

“È stata una gara speciale e avrà sempre un posto speciale anche nella mia memoria. Magico segnare due goal a un club così grande fuori casa. Mi ha dato maggiore confidenza nei miei mezzi. Essere decisivo a Old Trafford è stato qualcosa di favoloso”.

Quando il brasiliano ha segnato in questa stagione, il Tottenham non ha mai perso, a eccezione del 2-1 incassato ad Anfield contro il Liverpool in Premier League. Un risultato che fa si lega con quello subito nell’altra sfida disputata contro i Reds nel corso di questa stagione, con Lucas determinato a fare in modo che il copione non si debba ripetere per la terza volta. A Madrid, nella finale di Champions League al Wanda Metropolitano, il brasiliano vuole infatti battere la corazzata di Jurgen Klopp sul palcoscenico più importante, potendo così vivere la gioia più grande da calciatore. Quelle da uomo, fuori dal campo, le ha infatti già vissute quando era ancora in Francia. Prima il matrimonio nel 2016, poi la nascita del primo figlio l’anno successivo. Ed è proprio grazie al sostegno della famiglia che, quel ragazzino che da piccolo sognava di emulare le gesta dei vari Ronaldinho, Ronaldo e Rivaldo (idolo al cui fianco ha anche avuto la fortuna di giocare nella sua ultima stagione al San Paolo), ora si trova a un passo dal vivere quella che nel, bene o nel male, sarà la notte più indimenticabile della sua carriera da calciatore.

Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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Pioli in conferenza post Milan-BVB: “Non sono soddisfatto”

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Pioli

A margine della sconfitta rimediata contro il Borussia Dortmund, un evidentemente deluso Stefano Pioli ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole.

PARTITA ED EPSODI – “Non sono soddisfatto, per vincere queste partite ci vuole più qualità Abbiamo avuto le occasioni per andare in vantaggio, la qualità doveva essere superiore. Krunic lo abbiamo già provato in quella posizione, può farlo”.

STRASCICHI – “Siamo sempre stati molto bravi a reagire a queste delusioni, ora dobbiamo dare continuità alla vittoria con la Fiorentina in campionato”.

IL GIRONE DEI RIMPIANTI – “I rimpianti ci sono soprattutto per la prima partita con il Newcastle. Questa sera non siamo stati precisi e abbiamo consentito all’avversario di giocare la partita che volevano. Ora non dipende più da noi, ma proveremo a vincere contro il Newcastle”.

RAMMARICO – “C’è rammarico per l’infortunio di Thiaw. Mi spiace perdere un giocatore così forte per un po’ di partite”.

CONFRONTO CON LA SOCIETÀ – “C’è stato nel corridoio come alla fine di ogni partita”.

STADIO – “Fin quando la squadra ha dimostrato di poter essere in partita lo stadio è stato con noi. I tifosi hanno tutto il diritto di essere delusi”.

 

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Milan-Borussia Dortmund 1-3, le pagelle: incubo Giroud, Chukwueze l’unica luce rossonera

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Milan

Il Milan perde malamente in casa contro il Borussia Dortmund ma tiene in vita i discorsi qualificazione agli ottavi sfruttando il pareggio tra Newcastle e PSG. A San Siro finisce 1-3 per il BVB: decisiva la serataccia di Giroud che sbaglia un rigore in apertura di primo tempo. Chukwueze l’unica luce. Queste le nostre pagelle.

LE PAGELLE DEL MILAN

Maignan 5.5: responsabilità sul gol di Adeyemi, l’estremo del Milan prova battezzare con troppo ottimismo il secondo palo, l’esterno del Borussia lo fredda sul primo. Inutile il disperato tentativo di tenere il pallone oltre la linea

Calabria 5: praticamente sempre in difficoltà nei duelli con Bynoe-Gittens, l’ingenuo fallo da rigore ne è l’emblema. Sciupa di testa una clamorosa palla gol nel recupero del primo tempo.

Thiaw 6: attento, mette i piedoni su un paio di cross dalla sinistra e controlla Fullkrug. Sfortunato, si fa male dopo un’ottima chiusura. (Dal 52′ Krunic 5.5: in difficoltà adattato a centrale, il gol dell’1-2 nasce dal suo lato).

Tomori 5.5: rimedia un giallo ingenuo in mischia, il cartellino lo condiziona.

Theo Hernandez 5.5: più timido del solito in attacco, il Borussia, che tiene gli esterni molto alti, ha dei meriti, ma poteva fare meglio.

Adli 6: sprazzi di grande classe nel primo tempo quando è bravo anche in difesa. Cala alla distanza, meriterebbe ugualmente più chances dal primo minuto. (Dal 76′ Jovic 6: sfortunato, coglie un palo al 85′).

Reijnders 5.5: la sensazione è che a volte manchi il dialogo con i compagni di reparto: spesso il Milan lascia delle voragini a centrocampo, e il Borussia le sfrutta.

Loftus-Cheek 5.5: fatica a trovare la sua posizione in mezzo al campo, soffre il duello con Emre Can.

Chukwueze 7: conferma alla grande il trend positivo intravisto con la Fiorentina. Il migliore dei suoi, ma il gol è solo una parte della sua partita: oltre a quello sono i dribbling e le corse a mandare in tilt la fascia sinistra del BVB. Finalmente, ma non basta per la vittoria. (Dal 76′ Traore s.v.).

Giroud 4.5: sbaglia il rigore al decimo del primo tempo ed esce da quel momento dalla partita. Da uno con la sua esperienza sarebbe servito altro.

Pulisic 5.5: imbrigliato, pochi spunti e una gara rivedibile.

All. Pioli 5.5: il suo Milan approccia bene, ma il rigore di Giroud soffoca un primo tempo sin lì ottimo. Prova a sistemare le cose pescando dalla panchina, ma le risorse sono limitate.

LE PAGELLE DEL BORUSSIA DORTMUND

Kobel 6.5: intuisce e para il rigore di Giroud, forse poco reattivo sul gol di Chukwueze, ma non era facile.

Ryerson 6: un crossaccio direttamente sul fondo a inizio partita gli suggerisce che forse sarebbe meglio badare più alla difesa, lo fa bene.

Hummels 7: il peso dell’esperienza, annulla Giroud e non buca un intervento. Bravo.

Schlotterbeck 5: prima “para” illegalmente un tiro di Chukwueze e provoca il rigore, poi tiene in gioco tutti sull’azione del gol dello stesso nigeriano. Esce per infortunio. (Dal 55′ Ozcan 6: da geometrie al centrocampo del Dortmund).

Bensebaini 5.5: soffre Chukwueze che lo saluta e segna nell’azione del pareggio. Le sue costanti discese sul fondo si concludono spesso con un nulla di fatto.

Emre Can 6.5: la sua duttilità un’arma tattica. Utile sia da mediano che da difensore centrale.

Sabitzer 6.5: ci mette quantità, realizza l’assist per il gol di Bynoe-Gittens

Malen 5.5: poco incisivo sia a destra che a sinistra, il cambio è la matematica conseguenza. (Dal 55′ Adeyemi 7: entra e chiude la partita).

Reus 6.5: una cosa ma fatta bene, il rigore che tira a Maignan è perfetto e vale il momentaneo 0-1. (Dal 79′ Brandt s.v.).

Bynoe-Gittens 7.5: si conquista il rigore e segna il gol dell’1-2 che, talaltro, si meritava per quanto fatto vedere fino a quel momento. Esser più decisivo di sarebbe stato difficile. (Dal 66′ Wolf 6: svaria sul fronte, ma è poco preciso).

Fullkrug 6.5: un colpo di testa pericoloso e una traversa, bravo anche nella gestione del pallone. Da una sua bella giocata nasce il gol del 1-2.

All. Terzic 7: imbriglia Theo e Pulisic, non soffre il dinamico centrocampo rossonero. Cambi tutti azzeccati, la qualificazione agli ottavi è un piccolo capolavoro.

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Dove vedere Real Madrid-Napoli di Youth League

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Dove vedere Real Madrid-Napoli di Youth League

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – Non solo la prima squadra, a Madrid arriverà anche il Napoli Primavera, pronto ad affrontare il Real nel match di Youth League. Per gli azzurrini l’imperativo è quello di vincere per tenere in vita le residue chances di approdo al turno successivo. Le merengues, però, sembrano un ostacolo insormontabile. I giovani del Real Madrid, infatti, sono primi nel girone e hanno vinto il match d’andata a Napoli con un roboante 0-4.

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Per i partenopei di mister Tedesco, dicevamo, la trasferta del campo intitolato ad Alfredo Di Stefano sembrerebbe proibitiva. Il Napoli infatti è ultimo nel suo girone di Youth League insieme all’Union Berlino a quota tre punti. Il Real, dall’altra parte, è primo con il Braga a quota otto. Questo vuol dire, dunque, che agli azzurrini serviranno due vittorie nelle ultime due gare del girone e dovranno sperare che i Blancos o il Braga non vincano la partita contro l’Union Berlino.

Una missione insomma quasi impossibile, soprattutto considerando che il Napoli dovrebbe infilare il doppio delle vittorie che ha messo a referto sin qui nella competizione (solo una, arrivata per 1-0 nell’ultimo match contro l’Union Berlino). Come se non bastasse, i ragazzi di Tedesco hanno deluso anche in Primavera 2, dove attualmente occupano la sesta posizione in classifica.

Tutt’altro discorso per il Real Madrid, che in Europa si sente a casa anche con le giovanili. Agli spagnoli potrebbe bastare un punto per la qualificazione al turno successivo, ma andranno sicuramente a caccia del bottino pieno. In tal caso, infatti, otterrebbero la certezza matematica di figurare tra le 32 squadre che rimarranno nella competizione anche a febbraio.

Guardando al calendario, inoltre, il Real non vince in Youth League da due partite: nella doppia sfida con il Braga sono infatti arrivati altrettanti pareggi per 0-0. Un motivo in più per trovare la vittoria dopo essere partiti con 6 punti ottenuti contro Union Berlino e Napoli.

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE

La partita tra Real Madrid e Napoli andrà in scena mercoledì 29 alle ore 16.00 e non ci sarà modo di seguire il match in diretta video. Il canale streaming ufficiale della UEFA, UEFA.TV, infatti, trasmette solo quattro partite a settimana sul suo sito e per questa non è previsto il match delle due squadre. Sarà comunque possibile seguire la diretta testuale sul sito della UEFA nella sezione dedicata alla Youth League, e guardare nella stessa area gli highlights del match a fine partita.

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – LE PROBABILI FORMAZIONI

REAL MADRID (4-3-3): Gonzalez, Sanchez, Serrano, Ramon, Yusi; Manuel Angel, De Llanos, Palacios; Paulo Iago, Bravo, Yanez.

NAPOLI (4-3-3): Turi; Mazzone, Gambardella, De Luca, Di Lauro; Gioielli, De Chiara, Russo; D’Angelo, Vigliotti, Vilardi.

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