La tecnologia, nel mondo del calcio, sta ricoprendo un ruolo decisivo e, alla luce dei recenti avvenimenti, è tornata al centro di un acceso dibattito. Luis Enrique è un allenatore avveniristico, il commissario tecnico della Nazionale spagnola ha espresso il desiderio di tenere, durante il Mondiale, delle sedute di live streaming:
“Tutto è nato guardando mio figlio passare tante ore a seguire gli streamer. Così ci è venuto in mente di fare lo stesso. Però dal Qatar. È iniziato per scherzo, ma siamo entusiasti. Parleremo di qualsiasi cosa, ma senza l’intenzione di fare arrabbiare la stampa: non voglio prendere il loro posto”.
A questa notizia, i tifosi delle furie rosse hanno fatto una facile ironia. Tuttavia, in occasione della prima data ufficiale, l’ex mister del Barça ha registrato un numero di spect davvero sconvolgente, toccando il tetto di 150.000 utenti attivi. Proprio la Spagna, terra natia del catalano, ha promosso un’iniziativa interessante. Il derby dei paesi baschi tra Real Sociedad e Athletic Bilbao di aprile 2021 è stato trasmesso sul canale ufficiale Twitch de La Liga.
Gli articoli dei quotidiani sportivi o i titoli delle riviste rischiano di incrinare i rapporti tra club e giocatore o tra tifosi e allenatore. Abbandonare gli antiquati mezzi di stampa e creare un filo diretto con l’utenza, ossia un rapporto più intimo e trasparente con la tifoseria.
È questo lo scopo dell’approccio digital della casa madre, che promuove una soluzione stravagante per attirare il grande pubblico. Peccato che la Roja sia uscita subito di scena, impedendo al piano di prendere piede e conquistare tifosi di tutto il mondo.
Si pensi allo scandalo Ronaldo, che ha minato la permanenza del lusitano alla casata dei Red Devils. Il portoghese, a causa del pessimo rapporto con coach Ten Hag, ha rotto con il Manchester United. Il centravanti è stato accolto in Qatar da una timida pacca sulla spalla di Bruno Fernandes, compagno di Nazionale e club che, dal canto suo, ha rescisso il contratto del numero sette.
La generazione Z si è disaffezionata al calcio e gli preferiscono gli e-sports . Secondo uno studio americano, riportato da La Repubblica, i giovanissimi, a differenza dei millenials, sono meno appassionati di sport. Spaventati dal fantasma dello streaming UEFA e FIFA indicono nuove competizioni dal gusto rétro. Nations League e Conference League sono tornei fatti per proporre un contenuto più eterogeneo ai tifosi che, rapiti dalla nostalgia per la Mitropa Cup e la Coppa delle coppe, chiedono a gran voce nuove fonti di intrattenimento.
Quello che stupisce è che più di tre quarti degli intervistati preferisca vedere le highlights piuttosto che manifestazioni ovvero eventi in diretta, verso cui provano una strana repulsione. A sorprendere è la risposta di un ragazzo che, alla domanda dell’interlocutore, che gli aveva chiesto se avesse visto una partita di recente, lui ha detto di avere gustato la sintesi su Youtube. Con l’avvento di internet e delle piattaforme social, la soglia di attenzione si è abbassata notevolmente e si cerca maggiore interazione.
Gli adolescenti e i giovani adulti esigono una vasta gamma di alternative, dalla cui rosa scegliere cosa guardare e per quanto guardarla. Si assiste all’appiattimento del gusto e a alla scomparsa del tifo. L’affezione per i colori della propria squadra del cuore non è un sentimento che ritroviamo nei giovani d’oggi, i quali prediligono la spettacolarità dell’azione piuttosto che l’ansia della partita.
Il commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini ha lamentato che non si gioca più per strada e in oratorio, in quanto questi vengono soppiantati per costruire condomini o peggio centri commerciali.
È forse una fisiologica transizione verso altre fonti di intrattenimento? Dario Pergolizzi, articolista e tecnico de L’ultimo Uomo, nel corso di un’attenta disamina, che vi consiglio di recuperare, esprime il suo punto di vista senza mezzi termini: “L’Italia ha un problema strutturale con gli spazi sportivi pubblici e praticare uno sport è sempre più complesso e soprattutto costoso. […] Il ruolo e la presenza della Chiesa sta lentamente declinando gli spazi urbani aperti in maniera gratuita sono sempre più ridotti”.
La questione è di per sé allarmante, ma la cose cambiano per la generazione alpha. I nativi digitali, benché si approccino alle nuove piattaforme di chatting e streaming con grande spontaneità e discreta naturalezza, non sdegnano le attività all’aria aperta. Tendenza che, stando a agli analisti GWI, intervistati per l’Ansa, si accentua in età adolescenziale. Il 47% dei bambini dagli 8 agli 11 anni preferisce vedere gli amici, a fronte di un 27% che invece predilige parlarci online.
Luis Enrique potrebbe diventare un pioniere dello sport digitale. Il mister della Roja non lascia nulla al caso e chi si prende gioco di lui è ancorato a dei meccanismi tradizionalisti e oramai obsoleti.
Diverso ancora è la visione degli eventi promozionali di noti content creator dell’intrattenimento videoludico. La Kings League, competizione creata dall’ex centrale del Barcellona Gerard Piqué, è destinata a lasciare un segno nella storia del calcio. La finale del torneo – che si è disputata al Camp Nou – ha registrato numeri record: 92mila spettatori e oltre 2 milioni di utenti sulle principali piattaforme di streaming.
Numeri incredibili, che dovrebbero fare riflettere i funzionari di FIFA e UEFA. L’impatto mediatico di questa gara ha avuto una risonanza fuori dall’ordinario. Secondo i dati di Streams Chart, dal giorno del debutto su Twitch, la Kings League è diventato il terzo programma per maggior numero di ascolti al mondo.
Un’iniziativa che alimenta la passione di migliaia di ragazzi amanti di sport e videogiochi. La Kings League ha messo in chiaro come la visione cruda di un contenuto, ovvero la chat, non siano più sufficienti. Un fenomeno sportivo e videoludico su cui l’industria dell’intrattenimento è disposta a investire.
D’altra parte, Quentin Bordage – fondatore e amministratore delegato dell’impresa di marketing Kolsquare – ha dichiarato che non si tratta del primo evento al quale hanno preso parte noti influencer. Secondo lui le manifestazioni IRL – in real life o dal vivo – sono diventate un mezzo con cui condividere con i propri fan un’esperienza irripetibile.
Nel 2022, ad esempio, Ibai Llanos ha organizzato un match di pugilato: La Velada del año II. Un incontro con 12mila spettatori come pubblico dal vivo e 3.3 milioni di utenti online. Nello stesso anno i Sidemen, Youtubers di successo, hanno allestito una partita di beneficenza che ha registrato 27mila persone paganti e 2.6 milioni di video spettatori.
Durante il lockdown le persone si sono riavvicinate al mondo del gaming e hanno trovato nelle stream una valida fonte di intrattenimento. Su questo punto Bordage afferma: “Quando si è tornati alla normalità le persone erano eccitate dall’idea di potere condividere di nuovo le proprie passioni con altre persone”.
Sei elettrizzato dall’idea di andare a un concerto del tuo artista o band preferita, allo stesso modo puoi prendere parte a un evento organizzato dal tuo content creator favorito. Quello della Kings League non fa eccezione, specialmente se al torneo partecipano ex leggende del gioco del pallone.
Nonostante fosse un progetto indipendente, lo spirito d’iniziativa di Piqué ha reso possibile la realizzazione di una manifestazione stimolante e originale. Il format ha di recente lanciato il proprio merchandising ed è stato esportato in America latina.
Il Presidente de La Liga, Javier Tebas, è stato pizzicato dai giornalisti, i quali gli hanno chiesto come mai le partite in pay per view del campionato spagnolo siano meno viste dei match del torneo delle star. Questi ha risposto seccato con una provocazione neanche troppo velata: “Fatemi questa domanda tra sei mesi, vediamo se staremo ancora parlando di loro”.
Il guanto di sfida è stato lanciato e Piqué non se l’è lasciato sfuggire. Non è un caso che il torneo conti un maggiore numero di sponsor rispetto a quello della Coppa Davis. Del resto, stando a quanto sostiene il suo ideatore, in Spagna non si parla d’altro. Un progetto ambizioso, che non ha la pretesa di rinnovare il calcio, ma di renderlo una forma di entertainment.
Lo sport è un fenomeno sociale e, in quanto tale, è soggetto a cambiamenti. Sono lontani i tempi in cui Michel Platini ex presidente della UEFA, si scagliava contro l’impiego della tecnologia in campo:
“Il VAR non fa parte della nostra filosofia del gioco e dello sbaglio. Ha regolato qualche errore ma ne procura altri. Non risolve tutti i problemi. Se fai la sintesi di quello che è il VAR per le linee, gol e fuorigioco, va bene. Due cose complicatissime per gli arbitri da vedere. Per il resto, per i falli di mano, non ne ha bisogno. E’ il lavoro dell’arbitro vederli. Intanto però non si tornerà indietro”.
I tifosi vogliono che le scelte arbitrali siano chiare, tant’è che si è discusso di introdurre l’intervista postpartita ai direttori di gara. “L’unica risposta che si vorrebbe sentire è di avere torto. Ma avremo risolto poco, a noi non interessa se ha sbagliato o meno, quello ci si arriva subito”, ha dichiarato Massimiliano Irrati. Di recente, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha aggiunto:
“Il VAR è fondamentale. Proviamo a giocare una giornata di Serie A senza e vediamo cosa succede“.
In questo senso, rimane incomprensibile la scelta di non impiegare supporti digitali per aiutare i diretti di gara nel Campionato Europeo Under21. La competizione tenutasi tra Romania e Georgia è stato uno scempio e gli organi direttivi, per tamponare il problema, hanno reintrodotto la tecnologia a partire dai quarti di finale del torneo.
Un’altra novità è stata l’introduzione del fuorigioco semiautomatico. Uno strumento che, nella competizioni UEFA, ha consentito di ovviare eventuali errori dei guardalinee. Come rivelato da FIFA TV da parte del direttore dello sviluppo tecnologico della FIFA Johannes Holzmuller:
“Questa tecnologia prevede l’installazione dalle 10 alle 12 telecamere sotto il tetto di ogni stadio, che seguiranno la palla e anche tutti i calciatori, rilevando in essi 29 punti del corpo 50 volte al secondo. I dati del tracciamento verranno inviati prontamente alla sala VAR”.
Stando a quanto riportato da un comunicato pubblicato dalla FIFA il 1 luglio 2022, la Limb-tracking technology sarebbe stata utilizzata anche per la Coppa del Mondo di Qatar 2022:
“Al Rihla, il pallone ufficiale adidas per Qatar 2022, offrirà un ulteriore elemento vitale per il rilevamento del fuorigioco poiché un sensore di misura inerziale (IMU) sarà piazzato al centro della palla. Questo sensore manda dati del pallone alla stanza di operazione video 500 volte al secondo, permettendo un rilevamento molto preciso del punto in cui è stato calciato”.