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Lulic, cuore laziale

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Lulic, cuore laziale

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Il minuto 71 della finale di Coppa Italia tra Roma e Lazio ha aperto un momento fondamentale del percorso italiano di Senad Lulic. Con quel gol nel derbissimo l’esterno bosniaco ha trovato una consacrazione e un rispetto che durano tutt’ora, e soprattutto, che hanno reso un giocatore arrivato senza le ambizioni di diventare una bandiera l’attuale capitano della Lazio.

Senad Lulic attualmente ha trentadue anni ed è alla ottava stagione con la maglia della Lazio, di cui è capitano dalla scorsa stagione sostituendo nel ruolo Lucas Biglia. L’affetto e la professionalità con cui Lulic ha sposato negli anni il progetto di Lotito è stato lungamente riconosciuto dai suoi tifosi che oramai considerano il bosniaco come un totem, un elemento rappresentativo dei propri colori. Oltre a essere l’unico giocatore presente consecutivamente da otto stagioni – e dunque unico membro della rosa ad aver vinto un trofeo con i biancocelesti prima della gestione Inzaghi – Lulic è anche un valore aggiunto della rosa laziale. Immagine e  talento, sacrificio e fiducia: la Lazio e Lulic sono entrati in simbiosi fin da subito grazie a quel gol decisivo. Che se non fosse stato contro i cugini della Roma, forse non avrebbe avuto lo stesso senso.

 

IMPRESCINDIBILE

Titolare nella Lazio prima a tratti poi sempre di più, Lulic ha avuto un gran feeling con tutti gli allenatori avuti nella Capitale dal suo arrivo a oggi. Anzi, il connubio fra il bosniaco e i colori della Lazio è stato promosso anche da motivi tecnici non secondari, che lo hanno eletto a pedina fondamentale dei vari progetti tecnici in casa Lazio. Da Petkovic a Inzaghi passando per Stefano Pioli, senza dimenticare Edoardo Reja, primo allenatore alla Lazio. Il suo mancino è stato una garanzia per tutti, anche se tuttavia, volendo trovare una qualità precipua nel gioco di Lulic, la voce “corsa” sarebbe la prima. Inizialmente posizionato sull’out basso da Reja, Lulic ha poi tergiversato qualche metro più avanti come esterno sinistro di centrocampo; all’occasione, per necessità o spirito di curiosità, il bosniaco ha pure giocato come mezzala.

Nell’attuale 3-5-1-1 di Inzaghi, la dutilità di Lulic ha permesso l’aggiunta di un valore fisico-atletico sia nel gioco offensivo che nella fase di non possesso in difesa. Forte nei contrasti e abile nel trovare lo spazio per crossare, Lulic è stato apprezzato da tutti gli allenatori che facevano del ruolo dell’esterno un punto di forza. Dunque da un lato c’è stato l’incontro con dei moduli che hanno favorito le sue caratteristiche, dall’altra c’è il senso d’applicazione e le capacità del giocatore di essere utile agli scopi dei mister.

IDENTITA’

Lulic e la Lazio sono stati un sodalizio in cui il bosniaco è stato non solo un fattore determinante in campo ma pure una figura rappresentativa fuori. La Lazio in tempi recenti è migliorata sotto molti aspetti: dal gioco e la prolificità alla definitiva composizione di un roster di alto livello nel calcio italiano. Milinkovic-Savic, Immobile, Lucas Leiva, Luis Alberto e Lulic, tutti giocatori internazionali in cui in alcuni casi – come Luis Alberto e Milinkovic – c’è stato un significativo upgrade, mentre in altri – vedi Lucas Leiva e Immobile – il livello tecnico era già importante e hanno contribuito al miglioramento della squadra. In tutto ciò Lulic ha trovato sempre spazio, passando da membro singolo a senatore e vivendo da protagonista gli anni di storia recente della Lazio.

Lulic alla Lazio ha anche un altro valore. Con la nomina di Igli Tare a direttore sportivo dei biancocelesti il mercato in entrata dei capitolini si è aperto all’ingresso di molti giocatori dell’est Europa, sintomo di una modifica nei canoni di ricerca degli osservatori. Lulic è stato uno dei primi ad arrivare nella squadra della Lazio – giocava nello Young Boys in Svizzera – e ad inaugurare il filone di giocatori originari dell’Est Europa. Già in anni più lontani la Lazio aveva portato in Italia talenti di quel bacino calcistico, Pavel Nedved e Goran Pandev su tutti. Dopo Lulic, con Milinkovic-Savic, Berisha, Strakosha, Dusan Basta, Djordjevic, la Lazio ha iscritto ai suoi almanacchi giocatori di notevole importanza che hanno contribuito a rendere la formazione biancoceleste una .

 

Lulic è la punta della piramide di giocatori dell’est che negli anni hanno vestito o indossano ancora la casacca biancoceleste. Oltretutto, il bosniaco è un riferimento laziale anche nell’ottica del calcio internazionale. Sull’onda delle numerose apparizioni ottenute in otto stagioni consecutive con la Lazio (216) Lulic è sceso in campo in Europa ben 46 volte con la maglia biancoceleste, mettendosi in luce come un esempio di continuità laziale agli occhi delle formazioni straniere. Dopo l’addio alla Nazionale bosniaca nel 2017, Lulic è ricordato e riconosciuto in patria come uno degli emblemi calcistici locali. Uno di quelli che ha sfondato nel panorama internazionale e che, al pari dei compagni di Selezione Dzeko e Pjanic (tra l’altro tutti e tre passati per Roma), hanno rappresentato il calcio bosniaco in tutto il mondo.

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Calcio Internazionale

Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

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Italia Retegui

L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.

L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.

LE PAGELLE DELL’ITALIA

Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.

Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.

Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.

Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.

Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.

Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).

Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).

Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)

Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).

Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.

Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).

All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.

 

LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA

Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.

Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.

Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.

Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.

Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.

Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.

Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.

Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)

Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)

Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.

Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)

All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.

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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku

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Lecce

Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.

DIECI ASSENTI“Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.

 

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La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”

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Italia

In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.

FORMAZIONE “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.

L’INGHILTERRA“Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.

RETEGUI“Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.

IL NAPOLI E IL MARADONA“La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.

IL RICORDO DI VIALLI“È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”. 

PROBLEMI TRA I TIFOSI“Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“. 

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Flash News

Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

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Italia

Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.

Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.

LA LETTERA DELLA FAMIGLIA“Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.

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