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L'ultima Italia U-21 campione d'Europa

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L’ultima Italia U-21 campione d’Europa

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Domenica inizierà la ventiduesima edizione dell’Europeo di calcio Under-21. Un’edizione che andrà in scena tra Italia e San Marino e che vede proprio nella nazionale azzurra una delle compagini più intriganti. Gli azzurrini si presentano alla competizione con una rosa di primissimo livello, con alcuni giocatori già affermati come Chiesa, Barella e Pellegrini e talenti pronti a esplodere come Zaniolo e Kean. L’Italia vanta inoltre una tradizione felicissima in questa competizione, essendo al primo posto nell’albo d’oro. 5 sono i trionfi azzurri, l’ultimo dei quali risale all’ormai lontano 2004. Con la speranza di ripercorrere i fasti di quella nazionale, vediamo da chi era composta quella squadra che ormai 15 anni fa alzò la coppa al cielo di Bochum.

Fonte: Profilo Facebook ufficiale Marco Amelia

PORTIERI

Il portiere titolare era Marco Amelia. Romano, classe ’82, si è laureato anche campione del mondo due anni dopo. All’epoca militava nel Lecce, una parentesi tra le 6 stagioni a Livorno. In Toscana i suoi anni d’oro, ma la soddisfazione più grande è arrivata da giovanissimo: lo scudetto con la sua Roma. Sebbene non abbia disputato nemmeno un minuto, quella stagione d’esordio resterà indimenticabile per il portiere azzurro. Per lui poi tanta Serie A, spicca l’esperienza al Milan, e una stagione da gregario al Chelsea. Nel 2017 si è ritirato e oggi è allenatore della Lupa Roma.

Gli altri due portieri erano Federico Agliardi e Carlo Zotti. Due giocatori che sicuramente non hanno avuto la carriera di Marco Amelia. Il primo militava nel Brescia nel 2004, ha avuto la sua avventura più prestigiosa al Palermo e gioca ancora nel Cesena. Il secondo, scuola Roma come il primo portiere, è stato a lungo di proprietà dei giallorossi, senza riuscire mai ad emergere nemmeno con i vari prestiti. Ha trovato la sua dimensione in Svizzera, con Bellinzona e Wil, prima di ritirarsi nel 2015.

Fonte: profilo Facebook ufficiale Andrea Barzagli

DIFENSORI

In difesa figurava principalmente Andrea Barzagli. La roccia si è ritirato proprio in questa stagione, dopo una carriera costellata di successi. Anche lui, come Amelia, campione del mondo due anni dopo. Nel 2004 aveva appena concluso la sua prima stagione in A col Chievo e in estate sarebbe passato al Palermo, trampolino di lancio per l’eccezionale carriera che ha vissuto. Accanto a lui Cesare Bovo, che infoltisce la compagine giallorossa in questa spedizione. Per lui una carriera a buoni livelli in Serie A, con i momenti migliori tra Palermo, Genoa e Torino. Bovo oggi gioca ancora, sempre in giallorosso, ma con la maglia del Lecce.

A destra agiva Daniele Bonera, di proprietà del Parma al tempo. Nel 2006 passa al Milan e veste la maglia rossonera per ben 9 anni, prima di accasarsi al Villarreal, sua attuale squadra. Sull’altra fascia invece c’era Emiliano Moretti, anche lui come Barzagli fresco ritirato. Una carriera di prestigio, in cui spicca la Supercoppa Europea vinta col Valencia. Le esperienze con Torino e Genoa lo hanno consacrato come uno dei difensori più solidi del nostro campionato.

A completare la retroguardia due nomi di prestigio, come Cristian Zaccardo e Alessandro Gamberini, e l’evanescente Alessandro Potenza. Il primo condivise lo stesso destino di Barzagli: acquistato in estate dal Palermo e campione del mondo due anni dopo. Oggi gioca ancora con i Tre Fiori, società di San Marino. Gamberini vestiva la maglia del Bologna durante la spedizione con l’Under-21 ed ha vissuto i suoi momenti migliori con la Fiorentina.  Alessandro Potenza infine, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, non riuscì mai a sfondare e assaporò la Serie A solo di rado. Oggi allena la Fidelis Andria.

CENTROCAMPISTI

Un nome spiccava su tutti a centrocampo: Daniele De Rossi. Un altro che si sarebbe laureato campione del mondo due anni dopo, un altro che ha vissuto una carriera strepitosa. 18 anni in maglia giallorossa e un futuro tutto da decidere ora, con l’America che sembra la destinazione più plausibile. Accanto a lui un’altra bandiera, Angelo Palombo. Per lui 15 anni con la maglia della Sampdoria, interrotti solo da 6 mesi, alquanto negativi, con l’Inter. Concludeva il centrocampo a 3 Marco Donadel, che probabilmente poteva avere una carriera superiore a quella che ha avuto. Al tempo dell’Europeo militava nel Parma, poi esperienze in giro per l’Italia, tra cui spicca quella alla Fiorentina.

Come vice-De Rossi c’era Gaetano D’Agostino, una vera e propria meteora che nel 2009 arrivò addirittura ad essere vicinissimo al Real Madrid dopo una stagione stupenda con l’Udinese. Come il 16 giallorosso anche lui è romano e scuola Roma, ma con i capitolini non riuscì mai ad affermarsi. Altre due importanti alternative a centrocampo erano Giampiero Pinzi e Alessandro Rosina. Il primo, scuola Lazio, visse i suoi anni migliori con la maglia dell’Udinese e si è ritirato nel gennaio di quest’anno, rescindendo il suo contratto col Padova. Il secondo invece è ancora in attività, con la maglia della Salernitana. Trequartista di grandissima classe, ha vissuto anche un’esperienza fuori dall’Italia, allo Zenit. A chiudere la rassegna dei centrocampisti centrali Matteo Brighi. Ha legato il suo nome alla Roma, con cui ha vissuto i suoi anni migliori, ritrovandosi ad un certo punto persino capocannoniere in Champions League, al fianco di uno come Leo Messi. Ovviamente superato presto dalla Pulce, Brighi è stato comunque un grande esempio di professionalità e abnegazione.

Sugli esterni la scelta non era così ampia come al centro. A destra agiva Giandomenico Mesto, scuola Reggina e addirittura cittadino onorario di Reggio Calabria. La sua esperienza migliore fu col Genoa, che gli valse anche la chiamata del Napoli. Attualmente è svincolato. A sinistra c’era invece Giuseppe Sculli, cresciuto nella Juventus e sbocciato, anche lui, col Genoa. Oggi gioca con l’Accademia Pavese. L’alternativa sull’esterno era Simone Del Nero, un’altra vera e propria meteora che, dopo essere esploso a Brescia, non si è nemmeno lontanamente confermato con la Lazio. Ora milita nel Rivasamba, squadra di Sestri Levante, Genova.

ATTACCANTI

La punta di quell’Italia era un altro campione del mondo: Alberto Gilardino. Al tempo giocava col Parma, l’anno successivo sarebbe stato acquistato dal Milan, spiccando il volo verso una carriera soddisfacente, ma forse meno di quello che avrebbe potuto essere. Gila è stato una delle punte italiane più interessanti del XXI secolo, ma ha sempre dato l’impressione di essere a un passo dalla compiutezza. L’anno scorso è arrivato il ritiro e ora ha intrapreso la carriera da allenatore.

Il suo vice era l’airone, Andrea Caracciolo. Il suo nome è legato sicuramente al Brescia, squadra di cui ha difeso i colori a più riprese. Un’altra esperienza importante per lui è stata sicuramente quella al Palermo, dove ha ritrovato, a un anno di distanza, i compagni campioni d’Europa Barzagli e Zaccardo. Attualmente veste la maglia della Feralpisalò.

CT

Il CT di quella spedizione era Claudio Gentile. Campione del mondo nel 1982, nel 1998 ha iniziato la carriera da allenatore con l’Italia U-20. Due anni dopo è arrivata la panchina dell’U-21 e nel 2004 il suo primo e unico trionfo. Ha lasciato gli azzurrini nel 2006 e dopo anni di lontananza dalla panchina, nel 2014 ha firmato col Sion, ma la sua stagione con gli svizzeri non inizia mai visto che non si è presentato nemmeno al raduno ed ha rescisso subito il contratto.

 

Fonte foto di copertina: Sito ufficiale FIGC

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Flash News

Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Flash News

Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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