Mai come quest’anno la lotta salvezza sarà da considerarsi aperta fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. A sette turni dalla fine infatti sono sette le squadre coinvolte nella bagarre per non retrocedere: dal Verona penultimo in classifica con 25 punti fino all’Udinese tredicesimo con 33 punti. La grande differenza rispetto all’anno scorso, quando Crotone ed Empoli si giocarono fino all’ultima giornata la possibilità di rimanere in Serie A, è di carattere prettamente numerico: non solo soltanto due squadre a giocarsi la permanenza, ma bensì sette. Le prime squadre che paradossalmente possono sentirsi abbastanza tranquille si trovano al dodicesimo e undicesimo posto e sono Bologna e Genoa, che grazie ai loro 35 punti possono sostanzialmente reputarsi tranquille nonostante la matematica non le possa considerare del tutto salve. Le sette partite che mancano da qui a fine campionato saranno come sette finali per tutte e sette le squadre. La giornata di domani, che vedrà impegnate Cagliari, Udinese, Chievo e Crotone sarà ancora una volta decisiva.
CAGLIARI-UDINESE
La 32esima giornata, che si aprirà domani alle ore 15 proprio con uno scontro diretto (Cagliari-Udinese), sarà decisiva per delineare la possibile classifica finale. Sia Cagliari che Udinese infatti stanno vivendo un momento di forma pessimo, non soltanto dal punto di vista dei risultati, ma anche sotto il profilo tecnico e dello sviluppo del gioco. La formazione di Oddo, che sembrava essere una macchina perfetta alimentata da corsa, contropiede ed organizzazione difensiva, si è fermata proprio sul più bello quando pareva a tutti che addirittura l’Udinese potesse lottare per un posto in Europa League. Da quel momento in poi i friulani hanno collezionato 8 pesantissimi stop che l’hanno relegata nelle acque torbide della bassa classifica. L’infortunio di Lasagna, grande interprete del gioco di Massimo Oddo incentrato sull’attacco degli spazi, ha pesato tantissimo in termini di pericolosità e gol segnati. Non per niente infatti il ritorno da titolare dell’attaccante ex Carpi contro la Lazio è coinciso con il ritorno al gol personale e con una prestazione di squadra tutto sommato migliore rispetto alle altre.
Lo stesso Cagliari arriva a questa partita dopo tre, cocenti, sconfitte consecutive, che hanno fatto emergere tutti i problemi qualitativi della squadra sarda. La squalifica di Joao Pedro, l’ormai lontana brillantezza fisica di Sau e l’indecifrabilità di Han e Ceter, hanno reso il reparto offensivo cagliaritano troppo spuntato. Il solo Pavoletti è troppo spesso lasciato in balia delle difese avversarie, senza la minima possibilità di poter dialogare con un compagno o di poter riposare successivamente alle tante partite giocate. L’altro elemento preoccupante è quello mentale: nelle ultime uscite la squadra di Lopez è sembrata una formazione poco cattiva e agonisticamente valida per questo tipo di classifica, spesso e volentieri anche fragile mentalmente. La partita di domani rappresenterà un crocevia fondamentale per il futuro di entrambe le squadre: una vittoria dei friulani sancirebbe la definitiva salvezza dell’Udinese, ma allo stesso tempo condannerebbe in maniera pesante il Cagliari, dato che i rossoblù nel loro prossimo futuro dovranno ancora affrontare Inter, Sampdoria, Roma, Fiorentina e Atalanta (tutte squadre con obiettivi precisi e ancora da raggiungere). Una vittoria casalinga dei rossoblù allontanerebbe in maniera importante il Crotone, mentre il pareggio potrebbe essere preferito maggiormente dagli ospiti visto che in tal caso interromperebbero una striscia negativa muovendo la classifica e avvicinandosi ai punti salvezza.
L’ETERNA SALVA
Nelle ultime stagioni di Serie A siamo stati abituati a non vedere soffrire eccessivamente il Chievo, anzi nelle ultime tre annate (2016-2017, 2015-2016 e 2014-2015) la squadra di Verona ha collezionato 136 punti, viaggiando quindi con una media di 45 punti a stagione circa: numeri da squadra ampiamente salva ogni anno. La mentalità, lo spirito di sacrificio e l’applicazione clivense avevano portato a salvezze molto tranquille, quest’anno invece il “giocattolo” di Maran ha smesso di funzionare nonostante la qualità della squadra fosse rimasta tale, anzi migliorata con l’arrivo a gennaio di Giaccherini. I motivi della flessione del Chievo riguardano soprattutto una non perfetta invulnerabilità difensiva (elemento che da sempre contraddistingue i gialloblù). La retroguardia del Chievo non è mai stata ritoccata, si è sempre deciso di fare affidabilità sui senatori di questa formazione come Danielli, Gamberini, Gobbi e Cacciatore, il solo Bani nelle ultime partite è riuscito a guadagnarsi il posto da titolare ringiovanendo l’età media della difesa di Maran. Allo stesso tempo è mancato anche l’importante apporto offensivo che l’anno scorso è stato in parte certificato dalle prestazioni di Valter Birsa, che è passato dai 7 gol della passata stagione, alle sole 2 reti di quest’anno.
Domani alle 18 il Chievo si giocherà un altro grande pezzo di salvezza in casa contro il Torino. La formazione di Mazzarri, insieme alla Fiorentina di Pioli, è una delle squadre più in forma del campionato, soprattutto dopo la ritrovata condizione di giocatori fondamentali come Ljajic e Belotti. Il Chievo, a differenza del Cagliari, può ancora contare su un calendario tutto sommato abbordabile visto che deve ancora affrontare svariate squadre che si trovano nella stessa situazione di classifica come SPAL, Crotone, Bologna e Benevento. Sia per un motivo prettamente legato al calendario, che per una questione di rosa e qualità, il Chievo non dovrebbe aver problemi nel salvarsi. Anche le prestazioni contro Milan e Napoli, perse a pochi minuti dalla fine, certificano l’indubbia superiorità della formazione di Maran rispetto alle dirette concorrenti.
LA FAVOLA NON DEVE FINIRE
Il 28 maggio 2017 è una data che difficilmente si potrà dimenticare in Calabria. In quella notte contro la Lazio il Crotone ha portato a termine una rimonta che ad un certo punto sembrava insperata, ma che alla fine si è concretizzata. La grande favola del Crotone è diventata realtà grazie alla spinta del proprio pubblico, tant’è che dei 34 punti totali dello scorso anno, ben 22 sono arrivati tra le mura amiche (il 65%). Anche quest’anno la calabrese ha collezionato 19 dei 27 punti allo Scida, aumentando addirittura la propria percentuale (70%). Analizzando il calendario però il Crotone dovrà cercare di raccogliere più punti possibili anche in trasferta visto che su 7 partite mancanti, le tre casalinghe verranno giocate contro Juventus, Sassuolo e Lazio, mentre quelle fuori casa contro Genoa, Udinese, Chievo e Napoli. Il calendario casalingo prevede due partite, contro Juventus e Lazio, alquanto proibitive quantomeno in termini di classifica, mentre quelle in trasferta con Genoa, Udinese e Chievo sembrano essere maggiormente alla portata della formazione di Zenga.
Già da domani sera, nella sfida del Ferraris contro il Genoa, la squadra calabrese dovrà cercare di dare continuità all’ottimo risultato raggiunto domenica contro il Bologna. Zenga, a differenza di Nicola, ha cercato di consegnare maggior qualità offensiva al Crotone impostando la formazione con un 4-3-3 offensivo nei suoi interpreti. I gravi infortuni di Budimir e Benali, giocatori fondamentali per i rossoblù, hanno pesato notevolmente sulle prestazioni del Crotone, che però ha trovato in Trotta, Ricci, Mandragora e Barberis delle giovani pedine in grado di saper gestire anche mentalmente una lotta per non retrocedere.
Sette finali da qui alla fine. 21 punti da conquistare per avere la meglio sulle dirette concorrenti, in una lotta salvezza mai così emozionante come quest’anno. Calendario, mentalità e condizione fisica faranno la differenza.