In Inghilterra, il peso dell’ultimo campionato perso poteva aver condotto le due protagoniste a due reazioni psicologiche differenti. Da un lato il Liverpool, visti i nove punti recuperati dal Manchester City, quest’anno dovrebbe avanzare sempre col fiato sospeso; dall’altro i Citizens meriterebbero una fiducia superiore visto quanto di buono promesso dall’inseguimento dell’ultimo torneo. Peccato però che stavolta i punti di distacco siano già nove, e per di più, di mezzo ci siano costanti inaspettate, come il Chelsea di Frankie Lampard o lo scomodissimo Leicester di Rodgers, che per quanto limitato nella rosa, a fine novembre è ancora al secondo posto in classifica. Dunque scommettere sul City campione d’Inghilterra è fiducia consenziente o follia insensata ?
Premesso che Vardy e compagni sono al momento una delle squadre più toste da affrontare in Premier League, come anno scorso il vero problema degli Sky Blues sono i punti di distacco dal Liverpool, ma soprattutto, la storia. Infatti, a rendere problematica la rincorsa del City è il rapporto personale di Guardiola con questo inizio di campionato, il peggiore della sua carriera da allenatore (28 punti in 13 giornate, come nell’ultima stagione al Barcellona). Da aggiungere, poi, il fatto che lo stesso manager catalano, fin da quando ha messo piede in Inghilterra, ha sempre dovuto patire situazioni di difficoltà ben superiori alle attese – tranne l’annata del Treble inglese. Non il panorama migliore.
Il City però ha i mezzi per recuperare la testa della classifica e per farlo, deve sperare soprattutto in un remake della scorsa edizione. Nello scorso campionato il Liverpool aveva subito un’inflessione di risultati fra febbraio e marzo, ma va detto, il vantaggio dei Reds sui secondi era molto più esiguo di quello attuale. Dunque il precedente storico in favore dei Citizens esiste ma con variabili numeriche più comode, e la conclusione potrebbe essere la stessa dell’anno passato: anche stavolta, ma con più fermezza, bisogna avere fede nella leadership di Pep Guardiola. L’allenatore non è durato mai più di quattro anni sulla stessa panchina, e per quanto il professionista in questione sia uno di quelli ancorati a fenomeni di ciclizzazione e rigidi schemi mentali, si può scommettere che stavolta le cose cambino. E’ una sfida, una prova di forza contro quello che sembra il normale andare delle cose – soprattutto con questo handicap in classifica – ma a supporto della fede, ci sono anche dei fattori calcistici.
Fonte Immagine: profilo Instagram Manchester City
I MEZZI CI SONO
Il Manchester City non è più forte del Liverpool ma ha più qualità. Il peso tecnico dei Citizens è maggiore rispetto all’organizzazione e ai muscoli della squadra di Klopp. Il fatto che il Liverpool abbia guardato tutti dall’alto nella scorsa stagione è dovuto al fatto che il suo cervello muscolare ha retto bene per tutta la stagione, ma alla fine ha dovuto cedere alcuni punti per via di quei reiterati errori che la critica amputava da tempo alla squadra di Klopp – sbilanciamenti tattici, assenza di concentrazione, cali di ritmo, troppi errori evitabili sotto porta. Il City è riuscito ad avere la meglio grazie alla continuità nella seconda parte del torneo dopo che, come in questa stagione, nella prima parte erano stati persi punti importanti. Il Liverpool era stato in testa per tredici giornate consecutive, risultato che in Premier, nella maggior parte dei casi, significa vittoria certa – vedi le ultime vittorie di Conte e Guardiola: a dicembre aveva scavalcato il City vi sarebbe rimasto avanti fino a marzo. Guardiola, che aveva perso tre partite su quattro a dicembre, ha dovuto rincorrere e ce l’ha fatta: dal 1 gennaio in poi ha perso una sola partita (a Newcastle) fino a maggio.
I MEZZI CI SONO
Il City invece è un’automobile da un’andatura veloce e molto costante, che riesce a stare in scia del suo avversario pure guardando per quasi tutto il tempo la sua targa. E Guardiola, che ha mancato il titolo nazionale una sola volta in carriera, sa già come mettere la freccia e superare. La partita di sabato con il Chelsea è stata un esempio nell’esempio. City impreciso e a tratti lacunoso che subisce un audace Chelsea che, alla lunga, cede mentalmente e si fa recuperare in poco tempo perdendo con due reti di scarto. In questa stagione i blu di Manchester, nelle sfide con le big six, hanno perso con Liverpool e vinto con il Chelsea: nella scorsa stagione, le hanno vinte tutte, pareggiata una (con i Reds) e perso con il Chelsea a Londra. Il caso ha voluto che gli Sky Blues si ritrovino adesso a dover affrontare ancora United, Tottenham (con Mourinho), Arsenal e pure Leicester.
https://www.youtube.com/watch?v=KsKgN5kDiKU
Sicuramente il City ha dovuto fare i conti con un sistema di gioco sempre scintillante ma oramai prevedibile (illuminante questa analisi del Guardian) e soprattutto sta giocando da un mese con una difesa mitragliata da infortuni. Eppure la forza tecnica e le risorse del Manchester sono tali che sul lungo possano essere recuperati quei punti di svantaggio. Guardiola dalla sua parte ha il tempo (ancora 24 partite e lo scontro diretto col Liverpool in casa), la già citata superiorità tecnica, la paura del Liverpool di retrocedere in classifica come anno scorso, e l’impossibilità (visti i punti già persi) di commettere ulteriori passi falsi – in questo Guardiola è uno dei leader nell’esaltare lo spirito d’impresa. Ovviamente, non essendo padroni del proprio destino, Guardiola e i suoi sanno che tutto dipenderà anche da chi sta davanti a loro, cioè il Liverpool di Klopp, con cui si è creato una sorta di dualismo di dipendenza: una squadra non può stare sicura del proprio successo a causa della presenza dell’altro. Ragionamento scontato in situazioni del genere, ma in Inghilterra, in questo caso, c’è il precedente storico della passata stagione che influisce sulla psiche dei giocatori delle due squadre. E a chi guarda, non resta che goderne.
Fonte Immagine in evidenza: profilo Instagram Manchester City
Si è concluso il primo quarto di finale del Mondiale per club con i sauditi dell’Al Hilal che hanno sconfitto ai rigori i campioni d’Africa del Wydad Casablanca. L’ex squadra di Giovinco tra gli altri adesso affronterà in semifinale il Flamengo, vincitore dell’ultima Copa Libertadores.
Il Wydad è passato in vantaggio con il gol di El Amloud al 52′ salvo poi farsi raggiungere nel recupero dal rigore trasformato da Mohamed Kanno, grande protagonista anche con l’Arabia al Mondiale. Ai rigori, poi, vecchie conoscenze del calcio europeo come Marega e Vietto hanno contribuito alla vittoria dell’Al Hilal. Nell’altro match l’Al Ahly ha battuto i Seattle Sounders con il gol di Afsha e affronterà il Real Madrid nella seconda semifinale.
CHI È BUCHANAN – Tajon Buchanan è un giovane talento del calcio che sta facendo parlare di sé in tutto il mondo. Con la sua velocità, la sua tecnica e il suo fiuto per il gol, questo attaccante classe 1999 sta attirando l’attenzione di molte squadre importanti. In questo articolo esploreremo la carriera di Buchanan e analizzeremo il suo stile di gioco, nonché le sue prospettive future.
UN’ALA DUTTILE PER CLUB E NAZIONALE
Buchanan è un esterno d’attacco, in grado di giocare come ala sia a destra che a sinistra. Tuttavia, spesso è stato schierato anche in posizione più arretrata come esterno di centrocampo. È anche molto rapido palla al piede. Tra i suoi punti di forza c’è il dribbling.
I PRIMI ANNI IN CANADA E NEGLI USA
Tajon Buchanan nasce il l’8 febbraio 1999 a Brampton, in Ontario. Ben presto entra a fare parte del settore giovanile del Mississauga Falcons. Nella stagione 2014/15 si trasferisce negli Stati Uniti, dove veste la maglia del Real Colorado.
Nelle Foxes resta fino alla stagione 2017/18, quando viene ingaggiato dal Syracuse, club dell’omonima università statunitense. Nel corso della stessa sessione di mercato, però, viene girato in prestito ai canadesi del Sigma. Dopo una stagione in prestito, fa ritorno al Syracuse, dove resta per un’altra stagione. L’anno successivo, nel 2018, attraverso il draft viene ingaggiato dalle giovanili del New England Revolution, club della Major League Soccer. Nel 2019, all’età di 20 anni, ha esordito in prima squadra e ha dimostrato subito di essere un giocatore di talento, segnando diversi gol e fornendo molti assist. Le sua prestazione gli sono valse il premio di “Rising Star” della MLS e ha attirato l’attenzione di molte squadre europee. Con la maglia degli statunitensi, con cui gioca fino a gennaio 2022, sigla 12 reti in 67 presenze complessive.
LO SBARCO IN EUROPA
A gennaio 2022, Buchanan ha firmato un contratto con il Club Brugge, uno dei club più importanti del Belgio, e ha continuato a giocare ad alto livello segnando reti e fornendo assist. La sua abilità nell’elaborare il gioco e la sua rapidità gli hanno permesso di diventare una delle stelle del club e di attirare ancora di più l’attenzione di squadre europee di alto livello. Fino ad ora, con la maglia dei belgi, Buchanan ha già messo a segno 2 reti in 34 presenze.
Inoltre, Buchanan è entrato stabilmente a fare parte della nazionale canadese, dove ha già segnato diversi gol. Inoltre, ha giocato un ruolo importante nella formazione anche ai Mondiali in Qatar. Con il suo talento e il suo potenziale, molti esperti di calcio ritengono che Buchanan abbia un futuro brillante davanti a sé e che possa diventare uno dei giocatori più importanti del calcio internazionale.
L’INTERESSE DELL’INTER
Nel corso dell’ultima sessione di mercato, Buchanan sembrava ad un passo dal trasferimento in Serie A dopo le ottime prestazioni ai Mondiali. Erano diverse le squadre interessate al suo cartellino, tra cui Juventus, Milan e Napoli. Il club più vicino a lui, però, era l’Inter. Secondo molti, in caso di cessione di Denzel Dumfries, la società nerazzurra avrebbe virato proprio su di lui per colmare il vuoto lasciato dall’esterno olandese. Con la permanenza dell’ex PSV, però, il trasferimento di Buchanan non si è concretizzato. Per vedere il canadese con un’altra maglia, dunque, dovremo attendere almeno fino alla prossima sessione di mercato.
Jurgen Klopp, nel post-partita del match giocato contro il Wolverhampton, ha analizzato la partita sorprendentemente negativa della sua squadra. La sconfitta è maturata dopo un 3-0 roboante e con due gol segnati nel primo quarto d’ora. Il Liverpool ora è decimo a 13 punti dal quarto posto e ha subito la terza sconfitta nelle ultime tre trasferte di Premier League. Queste le parole di Klopp:
“Chiedo scusa ai tifosi. Non riesco a spiegarmi come abbiamo fatto a giocare così male, soprattutto nei primi quindici minuti quando siamo stati orribili. Dobbiamo solo lavorare per cambiare questo trend e uscire da questo periodo negativo”.
Alem Nezirevic è un giovane terzino destro svedese che è stato acquistato dall’Inter in questa sessione di mercato per poter colmare il vuoto lasciato da Zanotti, ormai stabilmente in prima squadra. Arrivato da appena 3 settimane, il promettente difensore è stato subito messo alla prova da Chivu, allenatore della Primavera nerazzurra, che lo ha schierato titolare nel match perso contro la Sampdoria. Nezirevic è stato portato in Italia dalla Quan Sports Management: agenzia di cui Gerry Piccolillo è co-founder insieme a Daniele Piraino. Lo stesso avvocato ci ha svelato alcuni retroscena dietro il suo acquisto.
Il classe ’04 è stato prelevato a gennaio dal Motala, club di terza divisione svedese, con il quale aveva già raggiunto diverse presenze in prima squadra. A scoprirlo è stato un membro dell’agenzia di Piccolillo, Daniele Bozzo, che lo ha poi successivamente proposto allo scouting dell’Inter. Il terzino, dopo essere stato visionato tramite video e di persona, ha svolto una prova presso Interello che ha avuto esito positivo. Come riferitoci dallo stesso procuratore, oltre ai nerazzurri anche altri due club avevano messo gli occhi sul talento svedese: ovvero Milan e Sassuolo. Tuttavia, le due squadre non sono riuscite a battere la concorrenza dell’Inter, che ha fortemente voluto il giocatore.
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