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Baciato dal talento

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Baciato dal talento

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Ventun punti e primo posto dopo nove gare giocate in Bundesliga senza conoscere sconfitta, tre vittorie nelle prime tre gare di Champions League con l’invidiabile score di otto goal fatti e zero subiti nello stesso girone di Atletico Madrid e Monaco. Questo il Borussia Dortmund di Lucian Favre, tecnico francese classe ’57, che dopo aver portato il Nizza alle porte della Champions League ha preso in mano il Borussia per riportarlo ai fasti vissuti con Klopp diverse stagioni fa. C’è una differenza, fondamentale e incredibilmente incisiva, che caratterizza questa stagione dalle altre: il Borussia ha da sempre puntato su giovani talenti europei e Sancho, l’ala inglese classe 2000 non è da meno, ma ha sempre dovuto fare a meno dei propri migliori giocatori o per infortuni o a causa del mercato. Questa stagione pare essere quella della definitiva consacrazione a leader tecnico e morale del suo nuovo capitano, Marco Reus, che dopo tre stagioni complicate ha finalmente superato quegli infortuni che ne hanno frenato l’esplosione e la continuità nel corso degli anni.

UNO DOPO L’ALTRO

Dagli esordi col Mönchengladbach nel lontano 2009, fino all’ultimo infortunio muscolare di inizio ottobre, Reus ha saltato 104 gare totali per infortunio (dati Trasfermarkt) di cui 73 solo nelle ultime tre stagioni. Dal 2015 ad oggi il numero undici giallonero ha dovuto affrontare la rottura del crociato, la pubalgia e vari problemi alle fibre muscolari degli adduttori, infortuni che hanno praticamente dimezzato il suo utilizzo in quelli che dovevano essere gli anni più intensi della sua carriera. Nella scorsa stagione l’ala tedesca ha collezionato solamente 15 presenze per un totale di 1.163 minuti: quest’anno, dopo tre mesi di stagione, è già a quota 1.204 minuti suddivisi in 14 gare giocate tutte dell’inizio. Un cambiamento radicale, netto, che si verifica anche nei numeri, in realtà abbastanza costanti nel corso della sua carriera se messi in relazione alle presenze realmente effettuate: 8 goal e 7 assist in questa stagione, che rispondono ai 7 messi a segno in quella passata e ai 13 più 6 assist della stagione 2016-2017, dove 1.703 minuti si suddividevano nelle 24 presenze messe a referto. L’ultima stagione precedente alla sequela di infortuni degli ultimi due anni, è stata quella iniziata nell’agosto 2015, quando in 43 presenze (3.282 minuti) Reus mise a segno 23 goal iscrivendo a referto anche 8 assist.

IMPORTANZA TECNICA

Andando oltre i numeri, a Dortmund Marco Reus è una religione: fatto capitano da questa stagione, il numero undici giallo nero ha più volte dimostrato l’amore incondizionato che nutre verso la propria città e la propria tifoseria rinunciando a ingaggi multi milionari e a squadre sicuramente più attrezzate per vincere con continuità rispetto al Borussia. Quando il Barcellona mise gli occhi su di lui ci fu una vera e propria corsa all’oro alla quale sembrò iscriversi anche il Real Madrid e, per un momento, anche Bayern e Manchester United. Lui ha sempre però scelto Dortmund, la sua maglia numero undici e quella sensazione di calcio romantico che ci scalda il cuore quando lo ammiriamo tutte le domeniche. A livello tecnico c’è davvero poco che una partita intera di Reus non dica: carisma da leader morale lungo tutti i novanta minuti, giocate da leader tecnico sia in fase offensiva che in fase difensiva, visione di gioco sopra la media, capacità di disimpegnarsi in tutte le zone del campo, assist illuminanti e reti decisive che ne fanno un fattore determinante per questo Borussia. L’evoluzione tattica personale e del BVB lo hanno portato a giocare appena dietro la punta: trequartista moderno e dinamico a cui manca solo il numero dieci e con tanti goal nelle gambe da poter indirizzare un’intera stagione, Reus sta oggi vivendo uno degli apici della sua carriera tutta alti e bassi a causa di infortuni e sfortuna, come quando dovette saltare il mondiale per colpa della sua fragile caviglia.

Il Goal segnato contro il Norimberga è la testimonianza dell’importanza tattica e tecnica del numero undici: passaggio per il compagno e riproposizione immediata che favorisce il piazzato.

LA GERMANIA CAMPIONE DEL MONDO

Menzione straordinaria per quelle 36 presenze con 10 reti messe a referto con la nazionale tedesca e per quel mondiale brasiliano sfiorato e poi perso a causa dell’ennesimo infortunio. Come il Borussia Dortumnd negli ultimi due anni, la Germania di Low sta oggi attraversando una crisi generazionale non dovuta alla mancanza di talento ma al fisiologico calo motivazionale e, forse, emotivo, di alcuni dei leader tecnici presenti nella selezione. Marco Reus, oggi stella affermata del Borussia e finalmente garanzia anche a livello fisico, potrebbe essere l’uomo da cui far ripartire un’intera nazione calcistica, soprattutto visto quanto fatto col Borussia e quanto la sfortuna gli abbia tolto in queste ultime stagioni.

CHAMPIONS LEAGUE E MEISTERSCHALE

Ritorniamo al punto di partenza però: 21 punti in nove gare di Bundesliga, 9 in tre gare di Champions con la parola sconfitta ancora lontana dal vocabolario a copertina giallonera. Il Borussia versione 2018-2019 sembra una macchina da guerra programmata per il bel calcio con il suo cavallo migliore a proprio agio e, finalmente, sano abbastanza da incidere con ognuno dei palloni giocati nel corso delle gare. Non bisogna cantare vittoria troppo presto, soprattutto se si scorre lo storico degli infortuni del capitano giallonero, ma le premesse per vedere un’altra stagione di altissimo livello per il classe ’89 ci sono tutte e tutto il mondo del calcio non aspetta altro che vedere questo ragazzo baciato dal talento correre senza preoccupazioni sul campo del Signal Iduna Park davanti ai suoi ottantamila tifosi.

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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Pioli in conferenza post Milan-BVB: “Non sono soddisfatto”

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Pioli

A margine della sconfitta rimediata contro il Borussia Dortmund, un evidentemente deluso Stefano Pioli ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole.

PARTITA ED EPSODI – “Non sono soddisfatto, per vincere queste partite ci vuole più qualità Abbiamo avuto le occasioni per andare in vantaggio, la qualità doveva essere superiore. Krunic lo abbiamo già provato in quella posizione, può farlo”.

STRASCICHI – “Siamo sempre stati molto bravi a reagire a queste delusioni, ora dobbiamo dare continuità alla vittoria con la Fiorentina in campionato”.

IL GIRONE DEI RIMPIANTI – “I rimpianti ci sono soprattutto per la prima partita con il Newcastle. Questa sera non siamo stati precisi e abbiamo consentito all’avversario di giocare la partita che volevano. Ora non dipende più da noi, ma proveremo a vincere contro il Newcastle”.

RAMMARICO – “C’è rammarico per l’infortunio di Thiaw. Mi spiace perdere un giocatore così forte per un po’ di partite”.

CONFRONTO CON LA SOCIETÀ – “C’è stato nel corridoio come alla fine di ogni partita”.

STADIO – “Fin quando la squadra ha dimostrato di poter essere in partita lo stadio è stato con noi. I tifosi hanno tutto il diritto di essere delusi”.

 

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Milan-Borussia Dortmund 1-3, le pagelle: incubo Giroud, Chukwueze l’unica luce rossonera

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Milan

Il Milan perde malamente in casa contro il Borussia Dortmund ma tiene in vita i discorsi qualificazione agli ottavi sfruttando il pareggio tra Newcastle e PSG. A San Siro finisce 1-3 per il BVB: decisiva la serataccia di Giroud che sbaglia un rigore in apertura di primo tempo. Chukwueze l’unica luce. Queste le nostre pagelle.

LE PAGELLE DEL MILAN

Maignan 5.5: responsabilità sul gol di Adeyemi, l’estremo del Milan prova battezzare con troppo ottimismo il secondo palo, l’esterno del Borussia lo fredda sul primo. Inutile il disperato tentativo di tenere il pallone oltre la linea

Calabria 5: praticamente sempre in difficoltà nei duelli con Bynoe-Gittens, l’ingenuo fallo da rigore ne è l’emblema. Sciupa di testa una clamorosa palla gol nel recupero del primo tempo.

Thiaw 6: attento, mette i piedoni su un paio di cross dalla sinistra e controlla Fullkrug. Sfortunato, si fa male dopo un’ottima chiusura. (Dal 52′ Krunic 5.5: in difficoltà adattato a centrale, il gol dell’1-2 nasce dal suo lato).

Tomori 5.5: rimedia un giallo ingenuo in mischia, il cartellino lo condiziona.

Theo Hernandez 5.5: più timido del solito in attacco, il Borussia, che tiene gli esterni molto alti, ha dei meriti, ma poteva fare meglio.

Adli 6: sprazzi di grande classe nel primo tempo quando è bravo anche in difesa. Cala alla distanza, meriterebbe ugualmente più chances dal primo minuto. (Dal 76′ Jovic 6: sfortunato, coglie un palo al 85′).

Reijnders 5.5: la sensazione è che a volte manchi il dialogo con i compagni di reparto: spesso il Milan lascia delle voragini a centrocampo, e il Borussia le sfrutta.

Loftus-Cheek 5.5: fatica a trovare la sua posizione in mezzo al campo, soffre il duello con Emre Can.

Chukwueze 7: conferma alla grande il trend positivo intravisto con la Fiorentina. Il migliore dei suoi, ma il gol è solo una parte della sua partita: oltre a quello sono i dribbling e le corse a mandare in tilt la fascia sinistra del BVB. Finalmente, ma non basta per la vittoria. (Dal 76′ Traore s.v.).

Giroud 4.5: sbaglia il rigore al decimo del primo tempo ed esce da quel momento dalla partita. Da uno con la sua esperienza sarebbe servito altro.

Pulisic 5.5: imbrigliato, pochi spunti e una gara rivedibile.

All. Pioli 5.5: il suo Milan approccia bene, ma il rigore di Giroud soffoca un primo tempo sin lì ottimo. Prova a sistemare le cose pescando dalla panchina, ma le risorse sono limitate.

LE PAGELLE DEL BORUSSIA DORTMUND

Kobel 6.5: intuisce e para il rigore di Giroud, forse poco reattivo sul gol di Chukwueze, ma non era facile.

Ryerson 6: un crossaccio direttamente sul fondo a inizio partita gli suggerisce che forse sarebbe meglio badare più alla difesa, lo fa bene.

Hummels 7: il peso dell’esperienza, annulla Giroud e non buca un intervento. Bravo.

Schlotterbeck 5: prima “para” illegalmente un tiro di Chukwueze e provoca il rigore, poi tiene in gioco tutti sull’azione del gol dello stesso nigeriano. Esce per infortunio. (Dal 55′ Ozcan 6: da geometrie al centrocampo del Dortmund).

Bensebaini 5.5: soffre Chukwueze che lo saluta e segna nell’azione del pareggio. Le sue costanti discese sul fondo si concludono spesso con un nulla di fatto.

Emre Can 6.5: la sua duttilità un’arma tattica. Utile sia da mediano che da difensore centrale.

Sabitzer 6.5: ci mette quantità, realizza l’assist per il gol di Bynoe-Gittens

Malen 5.5: poco incisivo sia a destra che a sinistra, il cambio è la matematica conseguenza. (Dal 55′ Adeyemi 7: entra e chiude la partita).

Reus 6.5: una cosa ma fatta bene, il rigore che tira a Maignan è perfetto e vale il momentaneo 0-1. (Dal 79′ Brandt s.v.).

Bynoe-Gittens 7.5: si conquista il rigore e segna il gol dell’1-2 che, talaltro, si meritava per quanto fatto vedere fino a quel momento. Esser più decisivo di sarebbe stato difficile. (Dal 66′ Wolf 6: svaria sul fronte, ma è poco preciso).

Fullkrug 6.5: un colpo di testa pericoloso e una traversa, bravo anche nella gestione del pallone. Da una sua bella giocata nasce il gol del 1-2.

All. Terzic 7: imbriglia Theo e Pulisic, non soffre il dinamico centrocampo rossonero. Cambi tutti azzeccati, la qualificazione agli ottavi è un piccolo capolavoro.

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