Salti di gioia, grandi feste, entusiasmo, rabbia, sofferenze e delusioni. E’ stata una mattinata di tante e grande emozioni con i motori, le quattro e le due ruote a prendersi la scena per accompagnare il risveglio di molti appassionati.

La sveglia della Formula 1 è suonata alle 7:10, orario di partenza del GP di Giappone che tra sorpassi e contatti ha dato un esito sulla lotta Mondiale che aspetta solo la matematica certezza. Ancora prima, alle 6:00, è partito il motomondiale per la prima volta in Thailandia con le gare delle classi minori, che hanno dato risposte importanti in chiave titolo mondiale. Poi, finita la F1, ha preso la scena, alle 9:00, la MotoGP che ha regalato una gustossima colazione.
FORMULA 1
E’ successo di tutto a Suzuka, in Giappone, dove è andato in scena il quintultimo appuntamento del campionato mondiale di Formula 1. Protagonista iniziale un Sebastian Vettel incativito per l’ottava posizione maturata in qualifica al seguito della strategia sbagliata dal muretto. Il tedesco ha riversato tutta la sua rabbia in pista portandosi dopo poche tornate alle spalle di Max Verstappen. Quest’ultimo è stato penalizzato di 5 secondi per un contatto precedente con Kimi Raikkonen.
Dopo l’uscita della safety car, il 5 ferrarista si è trovato, tuttavia, davanti a un crocevia: superare l’olandese per non far scappare le Mercedes. Ha rischiato all’ottavo giro, provando un sorpasso quasi impossibile alla curva denominata Spoon. Il pilota della Red Bull non lo ha notato portando così al contatto tra i due che ha causato il testacoda di Vettel, finito così in fondo.
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E’ iniziata in questo modo una gara di rincorsa per la Ferrari, come il classico ritardario mattutino che fa tutto di fretta per non arrivare tardi al lavoro. Anche un Kimi Raikkonen non abbastanza performante si è dovuto mettere a caccia dopo il pit-stop. Con scarsi risultati, però. Perchè nel mentre uno strepitoso Ricciardo completava una straordinaria rimonta dalla 15esima alla quarta posizione. Il suo compagno, Verstappen, penalizzato e con una macchina un po’ danneggiata, insidiava nel finale Bottas senza esito.
Di tutto e di più, dunque, anche nella gara degli “altri“, tra sorpassi e contatti, tranne che per lui: Lewis Hamilton. Il britannico ha condotto una corsa tranquilla dall’inizio alla fine, fatta di giri veloci e gestione. Gran parte del merito è del mezzo che la Mercedes gli ha messo a disposizione da Monza in poi. Notevole è stato, infatti, il progresso compiuto dal team anglo-tedesco. Ha reso la macchina stabile, ben bilanciata e assai migliorata nella gestione dei pneumatici, come non mai quest’anno.

Il grandissimo passo avanti operato dalle Frecce d’Argento ha fatto pari con l’incredibile involuzione delle monoposto di Maranello. Queste, invece, hanno cominciato ad avere problemi di stabilità e di blistering sulle gomme, come non prima. Va poi aggiunta la mancanza di esperienza al muretto, che ha portato a strategie scadenti, come quella delle Q3 giapponesi.
Si conclude, di fatto, qui la lotta per il Mondiale, pur mancando ancora quattro gare. Hamilton ha portato a 67 punti il vantaggio sul rivale e ad Austin potrebbe già festeggiare. Per la quinta volta, superando a titoli proprio Vettel.
MOTOMONDIALE
Spettacolo, gioie e delusioni per la prima volta in Thailandia del motomondiale. Si parte dalla fine, dall’ultima gara, quella della MotoGP, il grande show. A darsi battaglia questa volta sono stati tutti e tre i top team con il ritorno della Yamaha a posizioni di alto rango dopo la debacle di Aragon.
Il trio Marquez-Rossi-Dovizioso partito a fionda nei primi due giri ha dovuto rallentare per la gestione delle gomme. Così il trio, diventato poi Rossi-Dovizioso-Marquez e successivamente ancora Dovizioso-Marquez-Rossi, si è trasformato in un trenino a coinvolgere fino all’ottavo in classifica. Una tensione ad alti livelli per il fatto di dover contenere tutta la propria velocità per poterla sfoderare solo negli ultimi giri.
Lucidi e tranquilli sono stati, tuttavia, Dovizioso e Marquez, ormai abituati a contesti di questo tipo. Si sono goduti l’aria fresca dell’iniziale passeggiata thailandese prima di, a pochi giri dalla fine, accendere il fuoco, riscaldare l’atmosfera e darsi battaglia. Il Dovi e il Cabroncito hanno, infatti, dato vita ad un’altra bagarre ricca di pathos fatta di sorpassi e controsorpassi. Quello decisivo porta la firma dello spagnolo prima che all’ultima curva il ducatista provasse a sopravanzare l’avversario, vedendosi fermato solo dal traguardo.

E’ stata, quindi, una corsa molto bella che avvicina ulteriormente il pilota della Honda al titolo, una formalità ormai già da tempo. Il GP della Thailandia ha anche sancito la riapparizione sul podio di un pilota Yamaha: questa volta Vinales terzo davanti a Rossi. I progressi vanno verificati alla prossima gara. Honda e Ducati oggi, però, sono di un altro pianeta. Caduto Pedrosa, stessa sorte toccata a Lorenzo nella seconda sessione di prove libere, che gli ha impedito di correre il Gran Premio.
Gioie italiane nelle categorie minori. In Moto2 doppietta del team Sky Racing VR46 con “Pecco” Bagnaia primo e il fratellino di Rossi Luca Marini secondo. Un risultato molto importante per il pilota torinese che allunga in classifica iridita a più 28 punti sul rivale Oliveira, giunto terzo.

Felicità mista a una grande delusione, invece, nella classe più piccola, la Moto3. E’, infatti, risuonato l’Inno di Mameli per tutti e tre i piloti a podio: Di Giannantonio (1°), Dalla Porta (2°) e Foggia (3°). Manca Bezzecchi, pilota in corsa per il titolo, che, partito dalla pole, doveva approfittare di un problema alla mano accusato dal rivale Martin. Il centauro italiano è, però, caduto all’ultimo giro perdendo tanti punti dallo spagnolo, arrivato quarto e ora a 26 punti di vantaggio.
Questo ci ha raccontato il primo weekend di ottobre dei motori. Ormai ci si avvia verso la fine della stagione. Prossimo appuntamento il 19 ottobre, quando ci sarà il GP degli USA della F1 e quello di Giappone per il motomondiale. E’ previsto un altro pieno di emozioni…