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Mbappé stellare, gli MVP di Europa e Conference League

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Mbappé stellare, gli MVP di Europa e Conference League

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Rassegna social

Punto d’informazione, di impressioni e passioni condivise, i social network oggi più che mai raccontano le emozioni dei tifosi. Numero Diez vi presenta la rassegna dedicata ai più importanti messaggi della giornata di ieri.

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Conference League

ESCLUSIVA – Braida: “Milan, non si vince con gli algoritmi. Pioli? Lo confermerei anch’io”

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Milan Braida, l'ex DS e DG dei rossoneri è stato intervistato in ESCLUSIVA da Numero Diez sulla situazione attuale del Diavolo e di Pioli: le sue parole

MILAN BRAIDA – Il Milan sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia recente. La vittoria contro la Fiorentina sembra raddrizzato la situazione, ma la sconfitta di martedì contro il Borussia Dortmund in Champions League ha rimesso tutto in discussione. La qualificazione agli ottavi della predetta competizione è fortemente a rischio. Un’eventuale eliminazione potrebbe avere delle ripercussioni anche in campionato. Tuttavia, il Diavolo si fida di sé stesso e del suo progetto tecnico, guidato da Stefano Pioli. L’allenatore emiliano è stato confermato alla guida dei rossoneri, i quali si affidano alla continuità e all’unità di intenti per uscire definitivamente da questo periodo di impasse (CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOTIZIA). La scelta risulta giusta o sbagliata? Per avere queste risposta, la redazione di Numero Diez si è affidata al giudizio sapiente di uno dei dirigenti più vincenti della storia del calcio e del Milan e che incarna alla perfezione il senso di “milanismo“: Ariedo Braida. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale dell’intervista ESCLUSIVA all’ex DS e DG dei rossoneri, il quale ha regalato anche altri spunti interessanti sulla situazione attuale del Diavolo.

Dopo una vittoria un po’ sofferta ottenuta contro la Fiorentina, martedì ha perso contro il Borussia Dortmund. Che partita ha visto? 

Partiamo dal fatto che le partite iniziano sul punteggio di 0-0 e non si sa come finiscono, come del resto anche la prossima (contro il Frosinone, ndr). La partita contro il Borussia Dortmund non è stata interpretata nel migliore dei modi, anche se prima del modo in cui è stata disputata questa gara, va considerato il punto chiave: le assenze. Per me, Leao è un giocatore fondamentale per il Milan. Fa la differenza sempre! Nell’uno contro uno ha sempre la meglio e spacca le partite con i suoi strappi. La sua mancanza accentua i problemi del Milan in tutti i reparti. Del resto, i giocatori importanti danno tanto quando ci sono e tolgono altrettanto quando non ci sono. Un esempio si può riscontrare nel Napoli: quando Osimhen e Kvaratskhelia sono assenti, gli azzurri fanno fatica…“.

La qualificazione agli ottavi di questa Champions League e alla prossima edizione della Champions League è ancora alla portata o è diventata difficilissima?

Adesso, certamente, le speranze sono diminuite di tanto: anche pareggiare sarebbe servito martedì. A volte, però, nel calcio esistono le sorprese e anche i miracoli. In ogni caso, ciò che mi preme dire è che il Milan si è complicato e, in generale, si sta complicando la vita di parecchio…“.

Cioè?

Bisogna cercare di fare un’analisi molto più profonda e serena. Molte volte si cerca di scaricare le responsabilità sull’allenatore. Ma bisogna valutare attentamente i singoli giocatori a disposizione di un allenatore, in questo caso Pioli. Per stare ad alto livello, si vogliono dei valori che sappiano sopportare il peso del ruolo che ricoprono e della maglia che portano“.

Lei ha parlato di giocatori che sappiano sopportare il peso della maglia che portano. Secondo Lei, il Milan ha dei giocatori che sanno incarnare l’essere milanisti? Quali sono, invece, i giocatori che fanno più fatica da questo punto di vista?

A me piace il calcio e sono stato al Milan per tantissimi anni. Ritengo di avere la cultura da Milan. So cosa serve a una grande squadra. I giocatori non sono tutti uguali anche se, a volte, si parla di un giocatore fenomenale grazie a una prestazione positiva, salvo poi ritenerlo inadeguato quando fornisce una gara non positiva. Bisogna imparare a capire il valore dei calciatori, perchè a questi bisogna dare un valore. Se si fa un’analisi serena sui giocatori attraverso schede accurate, allora si può capire e dare delle giuste valutazioni“.

Cosa intende dire con ciò?

Ci vuole una certa competenza. Il calcio non lo conoscono tutti. Si parla sempre di algoritmi: gli algoritmi sono numeri, ma l’uomo non è un numero. Le partite non si vincono con gli algoritmi, a mio avviso. Si vincono con giocatori che vanno guardati e analizzati. Tutti possiamo sbagliare nel dare un giudizio su questo o quel giocatore, però, ci sono dirigenti sportivi e allenatori che fanno questo mestiere da tanti anni e che decidono. Altri, invece, ricoprono ruoli senza avere le competenze per farlo. Certe realtà funzionano perchè hanno guide forti e capaci. Poi, il calcio è un po’ ciclico. Società come il Milan, l’Inter o la Juve possono vincere per tanti anni, ma poi hanno degli anni un po’ altalenanti, perchè finisce il ciclo di alcuni giocatori iconici e carismatici di un gruppo, che bisogna ricostruire. E a volte si fatica sotto questi aspetti. All’interno di questo Milan ci sono giocatori che fanno fatica a giocare in grandi squadre, perchè non sono a livello per giocare in squadre di vertice, che lottano per vincere grandi obiettivi come la Champions League“.

All’indomani della sconfitta contro il Borussia Dortmund c’è stato un incontro tra Cardinale e Pioli, dal quale è scaturita la conferma dell’allenatore emiliano. Ricollegandoci un attimo al discorso delle competenze tecniche di cui ha parlato, si può dire che Pioli capeggia il progetto calcistico del Milan. Pertanto, Le chiedo: secondo Lei, è stato giusto dargli fiducia oppure avrebbe sfruttato il momento per rompere gli equilibri e ripartire da zero?

Per dare una risposta a questa domanda, bisogna conoscere le cose dall’interno. Ma basandomi sulla mia percezione e sulla mia esperienza, posso dire che il fatto che Pioli incontri i dirigenti è normale ed è giusto, anche perchè è importante che ci sia un dialogo costruttivo. I risultati sono certamente importanti, perchè un allenatore viene misurato su questo fattore. A volte, però, nel calcio si innescano delle empatie che (ri)creano delle magie tra giocatori e allenatore. Io sono dell’avviso che la continuità sia importante per ottenere risultati e quindi credo che sia stato giusto confermare Pioli, perchè cambiare sempre l’allenatore è negativo. Io posso portare la diretta esperienza avuta con Sacchi e Ancelotti. Il primo si è seduto sulla panchina del Milan per cinque anni, il secondo è stato l’allenatore del Milan per quasi otto anni. Entrambi hanno vinto tutto. In questa categoria posso far rientrare anche Ferguson. Ha ricoperto la carica di manager del Manchester United a grandissimi livelli per trent’anni. Da quando è andato via, il Manchester sta vivendo una situazione di incertezza tecnica e di risultati da sei-sette anni. Pertanto, dico che la continuità generalmente porta a buoni risultati. E per continuità non intendo solo quella legata al mandato dell’allenatore, ma anche quella dei dirigenti competenti…“.

 

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Conference League

Kayode: “Felice della qualificazione, ora testa al campionato”

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Kayode

È un Kayode felicissimo quello di ieri sera dopo la vittoria della Fiorentina per 2-1 contro il Genk. Grazie a questi tre punti, i viola si sono assicurati il passaggio del turno in Conference League e ora sognano di tornare in finale come lo scorso maggio. Il giovane terzino ha parlato così ai microfoni dei canali ufficiali della Fiorentina:

SULLA PRESTAZIONE – “Mi metto a disposizione dei compagni, siamo un grande gruppo. Se continuiamo così possiamo fare grandi cose.

SU KAYEMBE – “È stato un grande avversario. Dalla panchina l’ho un po’ osservato e sono riuscito a fermarlo.”

SULLA SALERNITANTA – “Pensiamo subito a domenica e speriamo di fare una grande partita“.

Parole di un giovane terzino che però parla già da grande. Alla Fiorentina può davvero esplodere e dare soddisfazioni a tutti anche in Nazionale.

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Conference League

Italiano pensa al primo posto: “Andiamo in Ungheria”

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Italiano Fiorentina-Parma

La Fiorentina di Vincenzo Italiano ha vinto per 2-1 contro il Genk e ha archiviato la questione qualificazione. L’allenatore della viola ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo il match. Di seguito, le parole di Italiano.

UNA VITTORIA IMPORTANTE – “Grandissimo secondo tempo. All’intervallo abbiamo detto che stavamo lasciando qualche situazione di troppo a loro. Abbiamo concesso un gol, ma abbiamo reagito subito e poi nel secondo tempo abbiamo giocato bene. Il secondo gol è arrivato su una giocata corale. Dobbiamo ancora giocare l’ultima, per chiudere primi nel girone”.

PRESTAZIONE DI BELTRAN – “Ai ragazzi dico sempre: o si gioca o si subentra, nessuno è dimenticato e tutti devono dare il massimo. Oggi sono entrati tutti bene e sono contento, perché ho visto davvero un bel secondo tempo”.

PARISI FUORI RUOLO – “Oggi mettere insieme Mina e Kayode con pochi minuti nelle gambe non me la son sentita. Ho messo Yerri, per poi sfruttare Kayode a gara in corso. La strategia ci ha dato ragione, bravo Kayo nel farsi trovare pronto sulla palla di Beltran e va ringraziato Parisi perché si sta adattando da quella parte”.

IL GOAL SUBITO – “Parisi era in inferiorità e non doveva muoversi. Mina doveva avvicinarsi e, ogni volta che commettiamo un mezzo errore, subiamo sempre gol. C’è da lavorare su queste cose”.

COME MIGLIORARE LA SQUADRA – “Soprattutto su situazioni come sul gol preso e sbloccando i nostri attaccanti. Dobbiamo lavorare su questo, dopo essere andati in Ungheria perché è importante arrivare primi”.

 

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Conference League

Fiorentina-Genk 2-1, le pagelle: Nico Gonzalez decisivo, Viola qualificata

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Pronostico Fiorentina-Cagliari

PAGELLE FIORENTINA-GENK 2-1 – La Fiorentina batte 2-1 il Genk e conquista la qualificazione alla fase a eliminazione diretta di Conference League (dovrà giocarsi il primo posto del girone per approdare agli ottavi di finale in casa del Ferencvaros, basterà un pareggio). Il match, però, si era messo male perché al 45′ Kayembe aveva portato in vantaggio la squadra belga. La Viola, però, reagisce e trova il pari al 45+4′ con Martinez Quarta, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. All’82’, poi, Kayode conquista un rigore che Nico Gonzalez trasforma alla perfezione, regalando così la vittoria ai suoi.

LE PAGELLE DELLA FIORENTINA

Christensen 6: non può intervenire sulla rete di Kayembe, non gli arrivano altre conclusioni ma risponde presente su alcune uscite.

Parisi 5: in affanno su Fadera prima e, nel finale della prima frazione, su Bonsu Baah. Dalla sua fascia parte l’azione che porta allo 0-1 ospite (dal 46′ Kayode 6.5: conquista il penalty, poi trasformato da Nico Gonzalez).

Mina 6.5: mette lo zampino sulla rete del pareggio viola, dietro fatica nel contenere i velocisti ospiti ma riesce a cavarsela di mestiere.

Martinez Quarta 6.5: va a vuoto su Kayembe, che porta il Genk in vantaggio, ma rimedia all’ingenuità difensiva trovando l’immediato gol dell’1-1 sugli sviluppi di calcio d’angolo. (dal 46′ Milenkovic 6.5: guida la difesa con grande leadership e carattere, puntuale in anticipi e chiusure).

Biraghi 6: è il primo a caricare i compagni di squadra, va anche vicino al gol su calcio di punizione.

Maxime Lopez 6: batte benissimo il calcio d’angolo da cui arriva il pareggio di Martinez Quarta, in regia subisce il pressing avversario e non si esalta.

Duncan 6: lotta a centrocampo, ma non spicca (dal 59′ Arthur 6.5: la sua grande qualità aiuta nella manovra viola. Prende parte all’azione del calcio di rigore, lanciando Kayode).

Ikoné 6: prova a inventare qualcosa grazie alla sua abilità nel dribbling, ma spesso è troppo fumoso e poco concreto. Il colpo di tacco nell’azione che porta al rigore è magia pura (dal 82′ Brekalo sv).

Barak 6: si rende più volte pericoloso, soprattutto di testa, ma trova un ottimo Van Crombrugge sulla sua strada (dal 59′ Beltran 6.5: sua la sponda da cui parte la bellissima azione del rigore, entra bene in partita).

Nico Gonzalez 7: sembra non essere la sua partita, non ha grandi occasioni fino all’82’ quando, dal dischetto, è freddissimo, spiazza Van Crombrugge e trova un gol pesantissimo, che regala la qualificazione alla Fiorentina.

Kouamé 6: prova a muoversi molto per creare spazi, ma risulta quasi evanescente. Si riprende nella ripresa.

All. Italiano 6.5: la sua Fiorentina conquista la qualificazione alla fase a eliminazione diretta con una prestazione non esaltante, soprattutto nel primo tempo, ma efficace.

LE PAGELLE DEL GENK

Van Crombrugge 6.5: Si deve arrendere al tap-in vincente di Martinez Quarta e allo specialista dei tiri dagli undici metri Nico Gonzalez. Si distingue, però, con alcuni ottimi interventi.

Munoz 6: si propone spesso in avanti mettendo dei cross interessanti, che vengono però neutralizzati. Dietro non commette sbavature.

Cuesta 5.5: si addormenta sul calcio d’angolo che porta al pareggio della Fiorentina, prima viene sovrastato da Mina poi si fa anticipare da Martinez Quarta.

Sadick 5: attento fino al 79′, quando frana su Kayode in area causando calcio di rigore. Ingenuità da matita rossa.

Kayembe 7: segna a fine primo tempo dopo una bella azione, scambiando con Bonsu Baah, saltando Martinez Quarta e superando Christensen con una conclusione alta. Attento difensivamente.

Galarza 5.5: alterna buone cose a qualche errore di troppo. Rivedibile.

Hrosovsky 6.5: mette intensità in mezzo al campo, risulta decisivo con un incredibile salvataggio sulla linea su Ikoné (dal 78′ El Khannous sv).

Paintsil 6: molto veloce, dà l’impressione di poter essere pericoloso da un momento all’altro anche se non crea reali pericoli.

Heynen 6: si porta spesso in avanti per pressare, prova sufficiente senza picchi positivi né negativi.

Fadera 5.5: colpisce un palo clamoroso in avvio di gara e mette più volte in difficoltà Parisi, poi commette svariati falli, rischia più volte di prendere il secondo giallo e viene sostituito addirittura nel primo tempo (dal 43′ Bonsu Baah 6.5: entra e, al primo pallone toccato, serve l’assist per Kayembe. Dà freschezza).

Tolu 6: fa a sportellate con i due centrali gigliati, non ha occasioni per segnare ma fa il suo (dal 58′ Zeqiri 5.5: non risalta in nulla, tranne che per le continue proteste e per i tentativi di scontro con i calciatori gigliati

All. Vrancken 6: il suo Genk lotta, non demerita soprattutto nel primo tempo, ma cade al Franchi contro la Fiorentina. Ora la squadra belga dovrà sperare in una vittoria della Viola per avere speranze di superare la fase a gironi di Conference League.

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