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Mi ritorni in mente

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Mi ritorni in mente

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“Mi ritorni in mente”, è probabilmente quello che hanno pensato Antonio Conte e José Mourinho in questi ultimi giorni di mercato. Le equivalenti esigenze di Chelsea e Manchester United, ovvero l’acquisto di un centravanti, porteranno molto probabilmente Alvaro Morata e Romelu Lukaku a vestire le maglie rispettivamente dei blues e dei red devils. E non è la prima volta che il tecnico pugliese e quello portoghese hanno a che fare con questi attaccanti.

TRE ANNI FA

Possiamo far risalire tutto all’estate di tre anni fa. Il 19 luglio a Torino, sponda bianconera, arriva a titolo definitivo Morata. Al Real vanno 20 milioni di euro e viene inclusa una clausola da 30 milioni di euro per far ritorno a Madrid. Conte, che aveva espressamente chiesto il giocatore, si era dimesso appena quattro giorni prima.

Una decina di giorni dopo, a Liverpool, viene ufficializzato il trasferimento a titolo definitivo di Lukaku all’Everton per 35 milioni di euro. Giocatore più oneroso della storia del club, si apparta presso i toffies dopo una stagione in prestito condita da 16 reti. Il belga viene letteralmente scartato da Mourinho, che lo cede dopo averlo visto all’opera dopo appena 3 presenze estive.

L’INCROCIO

Morata vive due stagioni in bianconero sotto la guida di Allegri, segnando 27 gol in 93 presenze. Il Real esercita la clausola per farlo tornare a Madrid, ma nonostante il ritorno in pompa magna il figliol prodigo, con Zidane, ha comunque uno spazio ridotto. Segna 20 gol in 43 presenze, ma accumula solamente poco più di 1900 minuti (quindi 20 partite “intere”) in totale. Un giocatore del suo talento ha bisogno di più spazio.

Le cose vanno meglio al colosso belga, che con l’Everton non ottiene nemmeno un trofeo ma ben più gioie personali. Segna 87 gol in 166 presenze e si consacra come uno dei migliori centravanti a livello europeo. Ormai la casacca dei toffies gli sta stretta. E avendo come agente Mino Raiola, la prospettiva di un trasferimento è facilmente concretizzabile.

Ecco che in estate il Chelsea di Conte e lo United di Mourinho si trovano in emergenza centravanti. Il tecnico dei blues decide di scaricare Diego Costa, con cui non c’è mai stato grande feeling. Lo Special One deve fare a meno di Ibrahimovic, a cui lo United decide di non rinnovare il contratto dopo la rottura del legamento crociato. Conte inizialmente punta subito sul suo pupillo Morata, ma ben presto sullo spagnolo irrompe prepotentemente lo United, pronto ad accontentare le importanti richieste delle merengues (60 milioni di euro). A questo punto per Lukaku sembra aprirsi la pista del grande ritorno al Chelsea.

Negli ultimi giorni, però, le aspettative si sono rovesciate. Attraverso un’operazione lampo, per la cifra di 85 milioni di euro, lo United si è accaparrato il centravanti belga. Attraverso il suo profilo Twitter i red devils hanno già annunciato il nuovo acquisto.

Ancora non ci sono annunci per quanto riguarda il nuovo attaccante del Chelsea. Anche se tutte le strade portano nuovamente a Morata. L’attaccante spagnolo sarebbe certamente meno oneroso rispetto alla controparte belga, senza contare che per Conte è sempre stata la prima scelta. Non escludiamo però del tutto le sorprese. Anche Belotti è sul taccuino del tecnico pugliese.

 FELICI E CONTENTI

Dopo circa un mese potremmo essere arrivati al lieto fine di quella che, più che una fiaba, pare più una sorta di soap opera. Lukaku, forgiato da quattro stagioni ad alto livello a Liverpool, potrà finalmente dimostrare a Mou di poter essere il suo grande centravanti. A Londra, se Morata sarà, Conte ritroverà un giocatore apprezzato già in passato ma che non si è potuto godere sul campo.

Chi ha fatto la scelta migliore? Il verdetto al campo. Ciò che è certo è che entrambi hanno dei numeri impressionanti e caratteristiche quasi uniche. Da una parte abbiamo un attaccante come Morata che unisce al meglio le doti fisiche alla classe. Senza mancare del fiuto del gol. I 16 gol segnati in 26 presenze in Liga ne hanno fatto il settimo giocatore del campionato per media-gol a partita. E se escludiamo Lucas Perez e Borja Viguera, che hanno segnato un gol in una partita, il talento di scuola madrilena salirebbe al quinto posto, dietro solo ad alieni come Messi, Suarez, CR7 e la sorpresa Iago Aspas. Dall’altra parte abbiamo Lukaku, il trionfo dell’esplosività fisica. Forza da colosso unita alla velocità. Ma non pensate che sia solo questo. Negli anni il belga si è affinato anche tecnicamente e ha completato il suo raggio d’azione. Anche per lui, parlano i numeri. Una media di 0,7 gol a partita, secondo (al pari di Gabriel Jesus) solo ad Harry Kane se escludiamo Harrop e Chambers che hanno giocato un solo match.

Insomma, due tra gli attaccanti migliori che il futuro (oltre che il presente) ha da offrire. Dopo essere stati i protagonisti del mercato, aspettiamo ansiosi di vederli protagonisti sul campo.

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Alla Ricerca del Diez

Chi è Jusef Erabi, l’attaccante classe 2003 seguito dal Genoa

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Chi è Jusef Erabi

CHI È JUSEF ERABI, IL RAGAZZO SEGUITO DAL GENOA – Il Genoa è pronta a continuare sulla via della linea verde. Proprio in quest’ottica va visto l’interessamento del Grifone per Jusef Erabi, giovane attaccante classe 2003.

CHI È JUSEF ERABI: CARRIERA

Nato a Stoccolma l’8 giugno 2003, Jusuf Erabi è un attaccante svedese classe 2003. Attualmente milita in Allsvenskan con la maglia dell’Hammarby. Questa è stata anche la squadra in cui è cresciuto sin dalle giovanili. Prima di arrivare in prima squadra infatti ha fatto tutta la trafila delle giovanili riuscendo a mostrare a tutti il suo talento.

L’esordio nella massima serie del calcio svedese è arrivato nel 2021, all’età di 18 anni, nel match contro l’Elfsborg. L’exploit, invece, c’è stato nella scorsa stagione, quando ha realizzato 11 reti e un assist tra campionato e coppa in 29 presenze. Al momento, invece, il campionato svedese ancora non è iniziato ma in questa stagione Erabi ha già segnato una rete nel secondo turno dei preliminari di Conference League contro il Twente.

CHI È JUSEF ERABI: NAZIONALE

In nazionale, invece, ha militato fino all’Under 21. L’esordio in questa categoria è arrivato lo scorso 19 giugno contro Gibilterra, match in cui ha realizzato anche la sua prima e unica rete finora. Ultimamente non è stato convocato dalla Svezia a causa di un infortunio al piede che lo terrà fuori fino a fine anno.

CHI È JUSEF ERABI: CARATTERISTICHE TECNICHE

Alto 183 cm, Erabi gode di buone doti tecniche, caratteristica essenziale per una prima punta come lui, che grazie a quanto fatto finora ha attirato su di sé i riflettori di vari club.

CHI È JUSEF ERABI: L’INTERESSAMENTO DEL GENOA

Secondo quanto riportato da Fabrizio Romano, il Genoa ha aperto i colloqui con l’Hammarby per Jusef Erabi. Al momento la sua valutazione si aggira intorno ai due milioni di euro e ciò lo rende un profilo molto appetibile. Infatti, è seguito anche da altri club come Reims, Nantes e Slavia Praga.

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Jusef Erabi

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[VIDEO] – Siparietto esilarante tra Thuram e Pavard dopo Inter-Udinese

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SIPARIETTO ESILARANTE TRA THURAM E PAVARD – L’Inter continua la sua marcia travolgente. I nerazzurri battono per 4-0 l’Udinese riconquistando la vetta della classifica. Tra gli autori delle reti della Beneamata c’è Marcus Thuram. Il centravanti francese è andato in rete per la seconda partita di fila in campionato dopo quella contro il Napoli.

SIPARIETTO ESILARANTE TRA THURAM E PAVARD

Il classe 1997 si è poi reso protagonista anche nel post partita in un siparietto con Benjamin Pavard. Come mostra un video pubblicato dal profilo ufficiale del club su X, mentre il difensore francese applaudiva i tifosi del club meneghino alle sue spalle è comparso il figlio d’arte che si è inginocchiato e ha fatto cadere a terra l’ex Bayern Monaco.

Una scena esilarante considerando anche che Benji indossasse un vestito bianco. Dopo l’accaduto, il difensore transalpino si è rialzato e ha rincorso Thuram mostrando anche dei progressi per quanto riguarda il percorso di guarigione.

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Cioffi dopo Inter-Udinese: “Nessun rammarico, il rigore ci ha spenti”

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Al termine di Inter-Udinese, match vinto 4-0 dai nerazzurri, Gabriele Cioffi ha commentato la prestazione della squadra. Il tecnico della squadra friulana ha commentato soprattutto l’atteggiamento difensivo dei bianconeri, letteralmente travolti dall’ondata interista di fine primo tempo. Queste le sue parole ai microfoni di DAZN:

RAMMARICO “Occasione iniziale sprecata? Non c’è rammarico, nel calcio si sbaglia. La speranza era di crearne altre, poche ma buone”.

LA PARTITA “La mia scelta è stata di aspettare l’Inter bassa, tappando le ali a Barella che per le nostre caratteristiche temevo molto. Sapevo che avremmo concesso metri, che i loro terzi avrebbero invaso il campo. Quindi mi aspettavo una partita di coraggio e resilienza difensiva, aspettando quel paio di occasioni in ripartenza che l’Inter ti lascia. Il rigore ci ha spento il cervello: è questo che non deve accadere. 1-0 a San Siro tutta questa vergogna non c’è e chissà mai che il dio del calcio ti porta a fare un pareggio immeritato o meritato per la resistenza che hai avuto. Il terzo gol è preso nel modo in cui non dovevamo andare a prendere l’Inter, il secondo è una via di mezzo. Purtroppo la qualità loro è questa, mentre interpreto la nostra mentalità come la voglia di essere in una posizione differente. Abbiamo preso gol su un rigore che per i nostri calciatori era dubbio dal campo e che io ovviamente non commento”.

INDIVIDUALITÀ “C’è da fare distinzione tra la zona d’aggressione, che io voglio, e la marcatura individuale dove in passato abbiamo fatto errori. Non abbiamo giocatori che possono prendere in mano la situazione. Noi siamo una squadra che deve leggere i momenti da squadra”.

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Inzaghi dice la sua sull’opzione Frattesi quinto: le parole

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L’Inter vince per 4-0 contro l’Udinese e torna in vetta alla classifica. A decidere il match sono state le reti di Calhanoglu su rigore, Dimarco, Thuram e Lautaro Martinez. Un successo importante per i nerazzurri anche in vista del prossimo impegno in Champions League contro la Real Sociedad. Anche di questo, ha parlato Simone Inzaghi nel post partita di San Siro ai microfoni di Sky Sport. Di seguito le parole del tecnico piacentino.

UDINESE –Chiaramente i gol di oggi sono stati molto belli, i ragazzi sono stati bravissimi. Temevo questa gara perché avevo visto l’Udinese vincere qua 20 giorni fa contro il Milan. Noi dovevamo tenere bene il campo e non concedere nulla nelle ripartenze. I ragazzi sono stati bravi“.

JUVENTUS –Oggi è stata una risposta da grande squadra, abbiamo fatto un’ottima gara. Ci deve interessare relativamente quello che accade sugli altri campi. Questi ragazzi stanno lavorando sodo dal 13 luglio, l’atmosfera ci aiuta“.

SOPRANNOME –Demone da Piacenza? Fa piacere, ma so e sappiamo che il calcio va veloce. Io credo sia giusto godersi quest’inizio di stagione e gli obiettivi raggiunti. Davanti un’atmosfera del genere dobbiamo continuare a fare bene. Questi tifosi non ci hanno mai abbandonato neanche nei momenti di difficoltà“.

SINGOLI –Stanno facendo benissimo da due anni e mezzo a questa parte. Fare dei nomi stasera mi sembrerebbe riduttivo. Il secondo gol da allenatore è bellissimo. Dobbiamo continuare a lavorare, ora martedì abbiamo una partita importantissima e dobbiamo essere bravi a recuperare le energie fisiche e mentali“.

STILE DI GIOCO –Giocare più alti può aiutare. Non sempre le partite vanno nella stessa maniera. Gli attaccanti ci devono aiutare e lo stanno facendo. Dobbiamo continuare a farlo, ma dobbiamo essere consci che le insidie sono dietro l’angolo. Nonostante vari indisponibili, oggi la partita l’abbiamo fatta“.

FRATTESI –Ero in dubbio se farlo partire dall’inizio. Per com’è andata la partita e per come ci servirà nella prossima gara, gli ho detto di star tranquillo. Davanti ha due giocatori come Barella e Mkhitaryan. Lui deve continuare a lavorare bene, come sta facendo considerando anche che abbia fatto gol importanti come nel derby. Da quinto? No, non è un’opzione. Le opzioni sono Dumfries e Cuadrado. Il primo ha subito un problemino a Napoli, il secondo sta lottando con fastidi al tendine. Io poi ho Matteo, giocatori che sono la fortuna degli allenatori“.

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