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Il futuro della Generazione Z - I 10 più forti nati dopo il 2000

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Il futuro della Generazione Z – I 10 più forti nati dopo il 2000

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Generazione Z, quella che cronologicamente segue la X e la Y, quella che identifica le persone nate dal 1995 al 2013, insomma tutti coloro i quali, impropriamente, vengono riconosciuti come Millennials, ma che in realtà dovrebbero rientrare nella categoria dei Centennials.

Questo almeno nel linguaggio che concerne lo studio sociologico delle generazioni, ma nel calcio è un altro paio di maniche. E’ dall’esordio di un giovanissimo Vincent Thill (ormai scomparso dai radar) in Germania, più precisamente a Metz, con il Metz, che il mondo del pallone sembra essere entrato in una nuova fase; fase in cui la corsa al giovane d’oro sembra essere più accanita che mai.

Ad essere al centro dell’attenzione non è di certo solo il 18enne juventino Moise Kean, ieri decisivo in Coppa Italia contro il Bologna, ma una sfilza infinita di giocatori nati dopo il 2000. Ecco allora una selezione dei 10 più interessanti al momento tra chi ha già esordito in prima squadra:

 

MOISE KEAN – 28 febbraio 2000

E allora come non partire proprio da Moise Kean? In prima squadra dalla stagione 2016/17 ed esordio nello stesso anno, contro il Pescara a 16 anni e 8 mesi.

In una Juventus come quella degli ultimi anni non è sicuramente facile farsi strada tra i titolari, ma la società tiene moltissimo alla crescita dei suoi talenti ed ecco spiegati il prestito all’Hellas, dove lo scorso anno ha collezionato 19 presenze e 4 gol, ed il costante ”no,grazie” alle tante richieste di cessione.

Con la Juventus in trampolino di lancio, pronta ad assaltare la Champions League, l’attaccante classe 2000 sembrava essere destinato ad un altro prestito, ma la notizia fresca di un Mandzukic ai box per un infortunio e la convincentissima prestazione contro il Bologna da titolare sembrano aver convinto Allegri, che parrebbe apprezzare la sua permanenza a Torino.

Moise è sicuramente uno dei 2000 più promettenti sulla piazza, ma a differenza di tanti altri, è un giocatore già pronto a farsi valere in Serie A e, chissà, magari anche a dare fastidio a qualche titolare della squadra di Max Allegri.

 

PIETRO PELLEGRI – 17 marzo 2001

E’ un pò scomparso dai radar, ma è un ragazzo del 2001 e già al suo esordio al Genoa (squadra in cui è calcisticamente cresciuto) nel 22 gennaio del 2016, contro il Torino, ha dimostrato di poter crescere tanto e bene.

Dopo i 3 gol realizzati in 9 presenze a Genova, tra cui il primo a 16 anni e 72 giorni che gli è valso il titolo di terzo marcatore più giovane della Serie A, tra l’altro nell’ultima storica partita di Totti alla Roma, il ragazzo ligure era stato adocchiato da diverse squadre, italiane e non.

Nel gennaio del 2018, un flipper tra Inter e Milan (nelle trattative era coinvolto anche l’altro gioiellino del Genoa, Eddie Salcedo)  lo porta a ritrovarsi al Monaco, che per averlo ha dovuto sborsare la bella cifra di 31 milioni di euro, bonus compresi.

A Monaco, Pellegri non ha avuto una gran fortuna: una forte pubalgia ed una conseguente operazione lo hanno costretto al riposo. Ad inizio stagione ritrova però il campo ed il primo gol in Ligue 1 dopo appena 4 minuti dal suo ingresso.

Pellegri è ora fuori dalla rosa del Monaco, trasferito in seconda squadra. I francesi non vorrebbero privarsene, data la somma investita, ma al ragazzo non farebbe male fare esperienza e forse, una squadra pronta a dargli fiducia, sarebbe la scelta migliore: il potenziale è alle stelle.

 

NICOLAS RASKIN – 23 febbraio 2001

E’ uno dei talenti più promettenti del calcio belga: a 17 anni è capitano dell’Under dei Diavoli Rossi.

Dopo essere cresciuto tra Standard Liegi e Anderlecht, ora è al Gent, dove il 20 febbraio dello scorso anno ha collezionato la sua prima presenza in massima categoria.

In patria il paragone azzardato è quello con Kevin De Bruyne, ma Raskin preferisce giocare da regista in mediana, dando per lo più il via alle azioni offensive.

Il 17enne non è ancora entrato nel mirino delle grandi squadre europee, ma ha ancora moltissimo tempo per migliorarsi ed i margini sono veramente ampi.

PHIL FODEN – 28 maggio 2000

Chi con De Bruyne ci gioca è il diciottenne inglese Phil Foden, ormai in pianta stabile tra i subentranti preferiti di mister Guardiola.

Cresciuto calcisticamente al City ed aggregato in prima squadra nel 2017, Foden ha collezionato 13 presenze, tra cui 8 nell’attuale stagione in Premier. Nonostante il suo ruolo da centrocampista prettamente offensivo, gli è mancato ancora il gol, ma la sua grande tecnica gli è valsa il soprannome di ”piedi di zucchero”.

Al di là della sua giovane età, il britannico ha già una valutazione molto alta (20mln per TransferMarkt) ed è al centro dell’attenzione di molti club europei, ma il City è pronto a blindarlo, facendone il centrocampista del futuro.

 

JADON SANCHO – 25 marzo 2000

Con i suoi 18 anni, Jadon Sancho, scuola Watford, è sicuramente il classe 2000 più chiacchierato del momento.

Cresciuto calcisticamente al Watford e, trasferitosi poi al Manchester City, senza però mai passare in prima squadra, nel 2017 l’ala londinese è stata acquistata dal Borussia Dortmund.

A Dortmund, Sancho ha collezionato 3 presenze in seconda squadra per poi passare in Bundes, dove ha preso parte a 29 matches, di cui 17 in questa stagione, ha praticamente giocato sempre.

Soprannominato ”The Rocket” è già uno dei giocatori più importanti della squadra di Lucien Favre ed ha all’attivo 6 gol e 7 assist nel maggiore campionato tedesco. Inoltre, dopo il rinnovo firmato fino al 2022, lo scorso ottobre Jadon ha siglato il suo primo gol in Champions, contro l’Atletico Madrid ed è ormai a pieno regime nel giro della nazionale maggiore, in cui ha già portato a casa 3 presenze.

 

HAMED JUNIOR TRAORE – 16 febbraio 2000

Lo conosciamo un po’ tutti, il talentino dell’Empoli è uno dei nomi più ricercati per la prossima sessione di mercato estiva, a bloccarlo ci stanno provando con continuità Juventus, Inter e Napoli.

Con i suoi 19 anni da compiere a breve, Traore è stato uno dei migliori di questo girone d’andata, portando velocità e tecnica al centrocampo dell’Empoli, squadra che tra le altre l’ha scoperto e prelevato dalle giovanili del Boca Barco (squadra ivoriana, paese di nascita del ragazzo), per poi farlo crescere fino all’aggregazione in prima squadra nel 2017. Da allora Hamed ha collezionato 23 presenze, senza però mai trovare la rete.

 

RYAN SESSEGNON – 18 maggio 2000

Nonostante abbia solo 18 anni, l’ala inglese è da parecchio sulla bocca dei maggiori opinionisti inglese ed ha già in bacheca 90 presenze con il suo Fulham, squadra in cui è calcisticamente nato e cresciuto.

Lo scorso anno Sessegnon ha trascinato i Cottagers alla promozione in Premier, dove quest’anno non sta deludendo le aspettative. Al gol predilige l’assist, ma con la maglia bianconera ha siglato 22 marcature, tra cui una tripletta nella sua cinquantesima presenza ufficiale contro lo Sheffield United.

Il Fulham non se la sta cavando benissimo, ma con l’arrivo di Claudio Ranieri le loro quotazioni sono in rialzo e Ryan è un pezzo pregiato dell’11 titolare. È al centro dei riflettori già dalle ultime sessioni di mercato, ma per ora il ragazzo preferisce rimanere a Londra, anche se l’offerta bomba non è ancora arrivata.

 

TIMOTHY WEAH – 22 febbraio 2000

Un nome una garanzia, Timothy Weah non ha mai disprezzato il paragone con il padre, leggenda del Milan e del calcio più in generale.

Il paragone con George è ovviamente azzardato e risiede nel semplice fatto che Timothy ne sia il figlio, ma i numeri per diventare un gran bel giocatore li ha tutti e ne ha mostrati alcuni già con il Psg, squadra alla quale ha ripagato la fiducia con una rete nelle 5 presenze in campo.

Tra le caratteristiche distintive sicuramente la velocità e l’esplosività (che per altro appartenevano proprio al padre), è notizia fresca il suo passaggio in prestito al Celtic, club che il ragazzo stesso ha ammesso di considerare prestigioso e che con ogni probabilità gli darà il tempo, ma soprattutto i minuti in campo, necessari per la sua crescita.

 

VINICIUS JUNIOR – 12 luglio 2000

Di Vinicius non c’è molto da dire, il grande passo l’ha già fatto, trasferendosi in estate dal ”suo” Flamengo al Real Madrid per la cifra monstre di 45 milioni di euro, a cui vanno aggiunte le commissioni.

Dopo un inizio nell squadra ”B”, il Castilla, ora Vinicius è a pieno merito in prima squadra e sembra far impazzire il tecnico dei Blancos Solari, sotto la guida del quale ha segnato il suo primo gol europeo, contro il Real Valladolid. Da quando gli è stato dato più spazio, il brasiliano è in costante miglioramento e, nonostante il momento buio per il Real, le quotazioni di Vinicius sono ancora in salita.

 

ALESSANDRO PLIZZARI – 12 marzo 2000

Nato e cresciuto nelle giovanili del Milan, il giovane originario di Crema ha avuto di contro solo il ritrovarsi dinanzi un altro giovane talento come Gianluigi Donnarumma. Risulta infatti molto difficile ritagliarsi un posto tra i grandi se la tua squadra in porta ha uno dei portieri più quotati in Europa, ma il ragazzo resta uno dei 2000 più promettenti nel panorama italiano.

Plizzari ha infatti dimostrato a più riprese di poter essere un giocatore inportante, dopo i 2 rigori parati nell’unica presenza messa a segno con la Nazionale italiana Under-20, ma soprattutto nel magistrale Europeo con la Nazionale Under-19, terminato con una medaglia d’argento.

Dato il poco impiego a Milano, il 18enne ha passato lo scorso campionato in prestito alla Ternana, dove ha preso parte a 19 partite, nonostante le tre settimane di stop dovute ad una frattura del piede sinistro. A causa forse di una squadra non all’altezza della categoria, che infatti concluderà la stagione con una retrocessione diretta, Alessandro ha però subito 39 gol nelle 19 presenze a tabellino, mostrando nonostante tutto grande solidità e personalità non indifferente.

Attualmente Plizzari è il 3° portiere del Milan, dietro Donnarumma e Reina, senza ancora aver preso parte ad uscite ufficiali ed avendo esordito in maglia rossonera solo in amichevole il 3 settembre del 2016 contro il Bournemounth, portando a casa, tra l’altro, una grandissima prestazione. C’è di certo che qualunque squadra avrà intenzione di far esordire Alessandro Plizzari, potrebbe ritrovarsi con uno dei talenti più veraci tra i pali.

 

 

 

 

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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