Circa novemila spettatori per il quarto Milan di Gennaro Gattuso, un numero tanto esiguo da evidenziare come l’affetto e la generosità degli iniziali 60’000 del Milan agostino si siano pian piano dissolte fra errori tecnici e presunzioni tattiche. Eppure Gattuso si è sgolato per regalare a se e ai sostenitori di uno dei club più importanti del mondo un festivo derby con l’Inter, in programma il 27 dicembre. Il Milan ha schiantato un Hellas Verona decisamente non pronto per questa partita e che ha dato l’idea di essere giunto a San Siro con la speranze di prenderne il meno possibile e semmai, di passare il turno con un po’ di fortuna: Pecchia ha fatto le sue valutazioni e ha deciso che era meglio far riposare qualcuno in vista del prossimo impegno di campionato, guarda caso proprio contro i rossoneri. Una formazioni di titolari e riserve contro una di soli titolari che obbiettivamente, abbassa i gradi di giudizio di quella che è stata un’ottima partita da parte del Milan. Gattuso ha dato spazio alle prime linee sia per concedere loro di trovare una miglior affinità con il modulo che per avere una certezza maggiore di poter raggiungere il miglior risultato. Il Milan di questo inizio dicembre non è affatto una squadra che può permettersi leziosità e gingilli tattici, soprattutto dopo il bimestre ottobre-novembre in cui il Milan ha perso tanti punti e ancor di più convinzioni in campo. Senz’altro la partita di ieri ha restituito un Diavolo confortante e sicuro di se e che soprattutto, ma è ancora da verificare, sembra aver trovato un modulo e uno spirito d’interpretazione per cui Gattuso possa essere soddisfatto.
Il 4-3-3 disegnato dall’ex allenatore del Pisa ha riportato a San Siro una difesa a quattro che non si vedeva da inizio campionato e delle nuove panoramiche spaziali di Suso e Bonaventura, finalmente tornati leader. Sia il marchigiano che lo spagnolo hanno assunto il ruolo di comete tecniche del Milan, che senza di loro aveva registrato notevoli difficoltà tanto nella gestione della palla che nel trovare soluzioni offensive. Di fatto, con Bonaventura mezzala e Suso esterno alto a destra il Milan ha trovato due epicentri validi in grado di offrirsi come vertice per sviluppare un concetto di possesso palla o, come spesso succede a entrambi, prendere iniziativa. La loro capacità di esaltarsi nel dribbling rende il Milan superiore su entrambe le fasce, cosa che con Montella, visti i ripetuti scambi con Kessiè o le varie mezzali, succedeva ma con meno qualità e anzi, maggiori complicazioni. Da un possesso palla poco finalistico e quasi barboso si è arrivati a un palleggio vivace e determinato, in cui l’obbiettivo è la verticalizzazione studiata e non un mieloso andirivieni fra centrocampo e difesa. Contro il Verona Gattuso ha rivitalizzato le doti di Patrick Cutrone facendolo giocare anche parecchio sulla trequarti, dove si è spesso esaltato nell’uno contro uno e ha anche trovato il gol: il centravanti di Como ha trovato il suo nono gol stagionale con un bel colpo di testa nel secondo tempo e più in generale, la sua prestazione è stata un inno alla generosità. Ma questo non si scopre certo oggi.
Al contrario, Andrè Silva è sembrato più in difficoltà degli altri dato che a un alto numero di dribbling tentati non sono corrisposte delle azioni decisive, e pure se i suoi movimenti sono quelli di uno che sa giocare a calcio veramente, al giovane portoghese manca sempre un nichelino per fare un soldo. L’ex Porto effettivamente si muove molto ma le prestazioni recitano tante botte e parecchia stanchezza, entrambi frutti, probabilmente, di un’affinità col campionato italiano che si sta completando molto lentamente.
Capitolo difesa: finalmente bene. Sia Bonucci che Romagnoli (in gol) hanno trovato una sicurezza e un’affinità che negli incontri precedenti si stava intravedendo ma che, alla fin fine, non si era poi palesata così tanto. Di fatto ieri sera la casella dei gol subiti recitava un soddisfacente zero, che seppur derivata dallo scontro con un avversario non così livellato (la coppia Kean-Lee) ha comunque regalato al Milan la prima partita senza reti subite della gestione Gattuso. All’ottimo Rodriguez è corrisposto un buon Calabria, che di fatto ha dimostrato al nuovo allenatore che può contare su una buona dose di qualità fisico-atletiche, anche se dal punto di vista della gestione del pallone in fase offensiva c’è ancora da lavorare.
DONNARUMMA
E’ stato uno dei casi più spinosi di questi giorni, una telenovela che sta scoperchiando di news in news ulteriori segreti e personaggi. Donnarumma è stato accolto al suo posizionamento sotto la curva sud da uno striscione “poco gentile” rivolto nei suoi confronti, e giustificatamente, il ragazzo è apparso poi in alcuni video piangente a fine partita negli spogliatoi. Donnarumma è stretto da una demoniaca forza contrattuale che lega necessariamente il suo nome a quello dei soldi, a quei sei milioni di euro l’anno che il portiere classe ’99 percepirà fino al 2021. Purtroppo il suo onere è questo e agli occhi dei tifosi del Milan il portiere è solo un ragazzo con la presunzione di “dover avere e poter dire”, perchè Donnarumma ha acquisito in due stagioni un prezioso rispetto di arbitri, giocatori e addetti ai lavori. Pertanto, la famiglia è entrata a far parte della polemica come parte colpevole della vicenda, dato che da umile famiglia meridionale, agli occhi dei tifosi (milanisti e non solo) si è trasformata in un gruppo di persone avide e presuntuose.
La figura di Mino Raiola, scaltro manager del portiere, è sicuramente il burattinaio che sta orchestrando il tutto portando a colpevolizzare, di conseguenza, il ragazzo e i suoi cari. Purtroppo è difficile poter distinguere chi ha ragione e chi ha torto, ma alla fine appare abbastanza chiaro che l’agente italo-olandese sia il vero responsabile di tutta la questione. Gigio Donanrumma ha pianto, si è sentito in crisi e anche in campo ha palesato commozione e un sensibile dispiacere per tutto quello che sta circondando il suo nome e la sua maglia: difficile che un ragazzo di diciotto anni sia capace di poter avanzare pretese di allontanarsi dal club che tifa e che ha cresciuto per meri motivi economici quando il suo stipendio, il suo primo contratto, lo ha reso uno dei teenagers più ricchi d’Italia.
Il burattinaio sta rendendo un serio professionista un Pinocchio per giunta capro espiatorio, e in tutto questo il Milan più che accusare il procuratore poco altro può fare. Problemi per Fassone e fasi delicate per Donnarumma. Mino Raiola è riuscito ancora una volta a creare dissensi e scompensi dove c’era già parecchia carne sul fuoco.
La rassegna stampa è senza alcun dubbio il miglior modo per iniziare la giornata. Ecco quindi le prime pagine dei principali quotidiani sportivi internazionali per la giornata di oggi.
Il calcio, si sa, non si ferma mai: ogni giorno, da ogni angolo del pianeta, giocatori di tutto il mondo sono pronti, con le proprie giocate sul rettangolo verde, a regalare emozioni ai tifosi. Numero Diez vi presenta quindi le principali gare che ci attendono nella giornata di oggi.
Punto d’informazione, di impressioni e passioni condivise, i social network oggi più che mai raccontano le emozioni dei tifosi. Numero Diez vi presenta la rassegna dedicata ai più importanti messaggi della giornata di ieri.
Dopo il gol salvezza del #Cosenza al 95', lancio di fumogeni in campo dei tifosi di casa. Un tentativo di invasione provoca pure il fuggi fuggi generale nel tunnel dei giocatori. Partita interrotta. ✋ https://t.co/KDEJV9Ez2D
Il futuro di Josè Mourinho è ancora da definire. Le dichiarazioni criptiche dello Special One rilasciate al termine della finale di Budapesthanno infuso nell’ambiente giallorosso forti preoccupazioni. Decisioni che si dice siano state giá comunicate al gruppo, ricostruzioni di discorsi più o meno attendibili e un gelo totale tra allenatore e proprietà: la permanenza dell’uomo di Setubal a Roma é una questione più che mai aperta. A scombinare le carte in tavola, secondo una ricostruzione fatta dal The Sun, potrebbe essere la squalifica che la UEFA infliggerá con ogni probabilità ai danni di Mourinho. Vediamo perché.
NIENTE PSG IN CASO DI MAXI SQUALIFICA
Sebbene il contatto tra le due parti sia stato smentito in diverse occasioni dall’attuale tecnico della Roma, la destinazione parigina è sicuramente tra i pensieri dell’ex Inter e United (tra le altre). Il PSG sembra voler rompere con Galtier e tra i nomi scelti per sostituirlo spicca quello di Mourinho, già cercato anche dalla Federazione Portoghese. I francesi tuttavia non sarebbero disposti a metterlo sotto contratto nel caso in cui questo riceva una maxi squalifica da parte della UEFA.
Le pesanti parole dello Special One nei confronti dell’arbitro Taylor avranno sicuramente ripercussioni e se il massimo organo calcistico europeo dovesse squalificare il mister per più di 5 partite il club di proprietà qatariota girerebbe altrove lo sguardo. Il PSG vuole la Champions e, anche se apparentemente “piccolo” come fattore, un’eventuale assenza del tecnico per tutta la fase a gironi peserebbe molto, forse troppo.
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