In questi giorni si parla tanto di Memphis Depay, attaccante del Barcellona che non trova spazio nella formazione blaugrana per via dei tanti talento e di uno dei numeri nove più forti al mondo come Robert Lewandowski. Per questo, si è parlato già di un possibile approdo nel nostro campionato o di altre big europee dove l’olandese potrebbe far comodo. Ma in realtà, il nome di Depay al campionato italiano è stato accostato durante il calciomercato estivo quando la Juventus era in cerca di un altro nome per completare il reparto offensivo. Sembrava in un certo senso fatta, fino a quando le richieste dell’attaccante del Barcellona non si sono fatte troppo alte. Per questo la dirigenza bianconera ha deciso di puntare su una vecchia conoscenza della Serie A, già con esperienza ma con ancora qualcosa da dimostrare in Italia: il suo nome ovviamente è quello di Arkadiusz Milik.
UN RITORNO SILENZIOSO
Milik arriva dunque alla Juventus senza troppo rumore, quasi passando per un acquisto di poco conto. Il polacco ha appena lasciato la Ligue 1 dove con il Marsiglia oltre ad un buon inizio dove colleziona 9 gol in 15 presenze nel campionato francese, non riesce a lasciare il segno e col passare del tempo il rapporto tra club e giocatore va a logorarsi. Così ecco che si presenta una grande occasione di rilancio.
La Juventus lo preleva a titolo temporaneo ma con l’opportunità di acquistarlo definitivamente versando oltre a circa un milione di prestito altri sette milioni più eventuali bonus legato alle prestazioni.
“Sono molto emozionato, è un bellissimo giorno per me. Ho firmato con un grande club, una grande squadra, uno dei club più grandi che esistano. Sono molto contento e molto felice anche di essere tornato in Italia.”
In tanti pensano che l’acquisto dell’attaccante numero 14 non sia rilevante per via del numero 9 della Juventus Dusan Vlahovic, posto come giocatore al centro del progetto bianconero dopo il mancato rinnovo di Dybala e nuova stella nascente del calcio europeo e mondiale. Ma per Milik le cose iniziano bene. Alla seconda presenza in campionato sigla la sua prima rete in bianconero contro lo Spezia, così come alla quarta giornata al Franchi di Firenze nel pareggio in trasferta contro la Fiorentina.
Inoltre Milik segna il gol poi annullato contro la Salernitana allo scadere del recupero che avrebbe garantito la vittoria ai bianconeri, ma il fuorigioco segnalato dal Var ferma l’esultanza del polacco, che viene anche espulso dal match per doppia ammonizione.
DECISIVO
E ancora il gol in Champions League nella seconda giornata contro il Benfica, il gran gol contro il Bologna. Poi il periodo no che lo vede poco utilizzato o poco sostenuto vista la emergenza per infortuni tra centrocampo e attacco. Spesso infatti diventa l’unica punta a disposizione di Allegri per via degli infortuni di Vlahovic (out per 2 mesi) e con un centrocampo poco producente per concludere a rete. Possiamo definire più Milik come un giocatore tecnico e non di sponda, che preferisce agire quindi vicino ad un altro attaccante più fisico come appunto Vlahovic o lo stesso Kean, che per caratteristiche preferisce agire dentro l’area nonostante le buoni doti in progressione.
“In quasi tutte le partite che ho giocato qui a Torino avevo un altro attaccante al mio fianco, penso che così sia più semplice perché hai più soluzioni”.
Poi ecco il ritorno al gol nella sfida contro la Lazio per il 3-0 e l’importantissima punizione segnata allo scadere contro la Cremonese per la ripresa della Serie A dopo la pausa mondiale. Di punizioni ne aveva segnate anche al Napoli, grazie al suo mancino potente e preciso. Con i partenopei ha realizzato proprio una punizione allo scadere contro il Cagliari durante la stagione 2018/2019.
Le sue prestazioni col tempo hanno convinto tifosi e probabilmente anche la dirigenza bianconera, che dovrà valutare il possibile riscatto nei confronti del Marsiglia per vederlo definitivamente in bianconero. Da possibile vice-Vlahovic il giocatore classe 1993 è passato in pochi mesi ad un elemento su cui puntare quando la partita conta. Questo Allegri lo sa bene ed il giocatore sente anche la fiducia dell’ambiente. Toccherà quindi ad Arkadiusz convincere in questi mesi i suoi dirigenti per un futuro a tinte bianco e nere.