Per la combinazione fisica e tattica, è unico nel nostro campionato.
Milinkovic-Savic non è molto dinamico, ma raffinato nella tecnica. Non è agile, ma allo stesso tempo forte fisicamente. È stato capace di ricercare il giusto equilibrio, mostrandoci chi è realmente. Tocchi di prima, sponde, passaggi filtranti, e il bisogno più forte, tra tutti, di riconquistare il pallone.
Milinkovic-Savic è più cose, insieme. Alcune si incontrano perfettamente, altre si scontrano tra loro.
È un giocatore difficile.
INAMOVIBILE

“Non vogliamo andare via da Roma. Sergej è felice e sta compiendo un percorso di crescita: il suo futuro è alla Lazio”
Così, in un giorno di luglio, attraverso le parole del suo agente, Milinkovic-Savic dichiarava amore alla Lazio. E lo ha fatto perché ha sentito su di sé tutto il peso della fiducia da parte della società. Carburante puro. Gli è servito tutto, per un continuo miglioramento. Ha cominciato la sua avventura come riserva di centrocampo, come quel dodicesimo uomo che a partita in corso poteva cambiare le cose. Oggi (ma in realtà gia da un po’ di tempo) si è preso il posto che merita, da titolare in mezzo al campo. Inamovibile. Ha saputo aspettare, ma senza stare fermo.
Ora, Milinkovic-Savic gode della piena fiducia dei suoi compagni.
FAR DI NECESSITÀ VIRTÙ
Grande elevazione, superiorità fisica, movimenti naturali senza la palla e precisione di passaggi con entrambi i piedi.
Milinkovic-Savic ha una serie di qualità che esaltano l’offensività della Lazio, rendendola una delle squadre al momento più complete e capaci di finalizzare nel nostro campionato.
In alcuni momenti la squadra sembra procedere solo grazie alle intuizioni e ai colpi dei suoi attaccanti, cercati in qualsiasi momento e zona del campo. Immobile su tutti. Momenti un po’ confusi in cui Milinkovic-Savic diventa fondamentale. Perché sa collegare perfettamente il reparto difensivo e quello offensivo. E lo fa prima di tutto con la rapidità di pensiero di chi sa anticipare ogni spostamento e azione avversaria. Non è molto dinamico ma sa arrivare anche dove le sue caratteristiche fisiche non lo permettono. O comunque, non al meglio. Perché effettivamente è un giocatore un po’ troppo lento nei movimenti, e questo si traduce in un elemento di inaffidabilità per la difesa. È uno attento ma la percezione è che a causa di quel limiti fisici, posso perdere l’equilibrio in ogni momento, ed essere “imbrogliato” dagli attaccanti avversari.
SAPER CONVIVERE
Ma Milinkovic-Savic è uno intelligente e Simone Inzaghi sa che può affidarsi ai suoi ragionamenti in campo. Deve essere sempre al posto giusto nel momento giusto. E lo sa fare. La squadra si fida di lui. Perché collega perfettamente i due reparti, perché per i suoi piedi passano tantissimi palloni sporchi, che lui rapidamente pulisce e ritorna.

Viene spontaneo chiederselo, ma quanto è migliorato Milinkovic-Savic?
Le statistiche possono aiutare, ma fino a un certo punto. Perché erano positive anche quelle delle passate stagioni. Il vero miglioramento allora è proprio questo, il fatto che sia riuscito a mantenere alti i suoi livelli e in alcuni casi fare ancora meglio. Ad esempio, i tentativi di passaggio o la percentuale di precisione non sono cambiati di molto. Al contrario, è molto più presente e coinvolto nel gioco di squadra, diminuendo anche il numero di palle perse.
Quindi, quanto è migliorato Milinkovic-Savic?
Non molto. Ma non per una sua mancanza. Anzi. L’impressione comunque è che per certi aspetti sia cresciuto molto. Ha imparato a convivere con se stesso, ha ricercato il giusto equilibrio tra fisico e tattica. Ha valorizzato i suoi pregi, e ha nascosto il più possibile quei limiti evidenti. È stata un’evoluzione morbida, ma allo stesso tempo sorprendente.
Per la combinazione fisica e tattica, Milinkovic-Savic è unico nel nostro campionato.