Miloš Krasić il prossimo 1° novembre compirà 34 anni avviandosi verso il termine della propria carriera. In 17 anni ha solcato i campi di calcio un po’ in tutta Europa, quali Serbia, Russia, Italia, Turchia, Francia e Polonia. Da giovane ha creato diverse speranze negli occhi di chi ha deciso di puntare su di lui, perlopiù deludendo. Ripercorriamo la storia dell’esterno, dagli esordi in patria, al picco Juventus sino all’odierno Lechia Gdansk.
DAL VOJVODINA AL CSKA MOSCA

Terminata la militanza nelle giovanili del suo paese, Miloš Krasić raggiunge il livello professionistico approdando al Vojvodina. Nelle 5 stagioni al club serbo (solo 3 in prima squadra) colleziona 77 presenze condite da 7 gol e, sopratutto, la nomina di capitano.
All’età di 20 anni, il giovane ragazzo serbo è pronto al grande salto e per poco più di 2 milioni di euro firma per il club russo del CSKA Mosca. Dal gennaio 2004 sino alle successive 6 stagioni e mezzo solca il campo ben 211 volte con 30 presenze nel tabellino marcatori e 29 in quello degli assistman. Nella capitale ha portato in bacheca 8 trofei: 2 campionati, 2 coppe di Russia, 3 supercoppe ed il più prestigioso nella storia del club: la Coppa UEFA del 2005.
Termina la sua esperienza in Russia venendo, tra l’altro, eletto miglior giocatore serbo del 2009.
IL BIENNIO ALLA JUVENTUS

Per 15 milioni di euro, nell’agosto 2010, Krasic approda a Torino, sponda bianconera. La reputazione del serbo è definita come quella di un top player prossimo all’esplosione e, inizialmente, calza a pennello. Sin dalle prime battute di campionato, il neo-acquisto risplende di luce propria, illuminando la scena con prestazioni di altissimo livello, come la gara casalinga contro il Cagliari in cui segna una memorabile tripletta. Tutto va per il verso giusto e Krasić si dimostra uno dei trascinatori della Juventus di Delneri, trovando, tra l’altro, il primo gol in campo europeo.
La musica inizia a cambiare dopo la trasferta di Bologna: qui, Krasić guadagna un calcio di rigore che successivamente verrà decretato dal giudice sportivo come simulazione. Da questo casuale punto in avanti, complice anche uno stiramento procuratosi in Europa League, l’ex CSKA non riesce più a sbalordire come prima. Nonostante una sequenza di gare da oblio totale, il serbo si riprende, riuscendo, tra l’altro, a trovare il gol vittoria allo scadere contro la Lazio all’Olimpico.
Sembra un giocatore rinato ed invece la trasferta di Roma rimane un episodio isolato, in quanto il ragazzo ‘sparirà’, poi, completamente per tutta il resto della stagione. La prima annata termina, quindi, con 41 presenze e 9 gol.
Con l’arrivo di Antonio Conte ed il suo 4-2-4, la stagione 2011/2012 si prospetta come il rilancio per Krasić. Nelle prime uscite, però, non solo non convince, ma delude alquanto, costringendo il tecnico a preferirgli altri esterni e, soprattutto, ad adottare un cambio di modulo. Il nuovo 3-5-2 taglia completamente le gambe al serbo, il quale nel corso dell’annata verrà impiegato col contagocce. A fine stagione vincerà lo Scudetto, ma calcherà il campo solo 7 volte.
Il 6 agosto 2012 Krasić viene ceduto per 7 milioni di euro in Turchia, al Fenerbahce. Nei cuori dei tifosi bianconeri non lascia di certo il dispiacere di un campione partente, ma solo quello di una promessa non mantenuta…
DALLA TURCHIA ALLA POLONIA

Con la nuova maglia il serbo è pronto a rimettersi in gioco, ma anche qui non riesce a convincere per nulla. Nell’arco della stagione scende in campo solo 27 volte, di cui 14 da titolare, non incidendo praticamente mai.
Dopo la deludente annata, il club turco decide di prestarlo in Francia, al Bastia. Qui, prova nuovamente a ritornare alle prestazioni di un tempo, ma convince poco. Colleziona 21 presenze, 15 da titolare, e solo 2 gol. Dopo gli 800.000 euro di prestito spesi, il club francese non lo riscatta e Miloš ritorna al Fenerbache. La seconda vita in Turchia termina prima ancora di cominciare: il serbo viene messo fuori squadra e trascorre un anno senza mai toccare il campo.
Dopo un anno di inattività approda in Polonia al Lechia Gdansk a parametro zero. Qui – finalmente – l’ex-Juventus ritrova la dimensione più appropriata, tanto da essere impiegato ben 88 volte, concedendosi anche 7 gol e 15 assist.
Di quel gioiello che abbiamo ammirato nelle prime partite alla Juventus ne è rimasto solo il ricordo, ma Krasic rimarrà sempre nelle nostre memorie come il talento per eccellenza rimasto per sempre inesploso.