Lo 0-0 casalingo di domenica contro il Zaragoza ha sancito la promozione matematica in Liga del Girona. La Catalogna, rappresentata da anni dallo spirito e dal modello Barcellona, ha aggiunto un nuovo e sorprendente itinerario nella cartina geografica del calcio spagnolo. La squadra catalana ha compiuto un vero e proprio miracolo, raggiungendo per la prima volta della sua storia la Liga.
PICCOLA REALTÀ
Girona è una città di neanche 100.000 abitanti situata nella parte nord-est della Spagna. La città ha sempre rappresentato uno zoccolo duro del sentimento catalano e le sue radici culturali si intrecciano tra le influenze francesi e quelle castigliane. Il Girona Futbol Club si aggiungerà al Barcellona e all’Espanyol diventando così la terza squadra catalana presente nel massimo campionato spagnolo.
Le tre realtà però, pur condividendo la stessa cultura e lo stesso spirito, vivono situazioni differenti. Da una parte il Camp Nou dei quasi 100.000 e l’Estadi Cornellà-El Prat dei 40.500, dall’altra il Municipal de Montilivi, che di persone ne tiene soltanto 9.000 e che si trova all’interno del campus universitario della città. Servirebbero soltanto questi numeri per rendere l’idea dell’enorme miracolo sportivo compiuto dalla squadra del tecnico Pablo Machín.
Il Girona è riuscito a conquistare la Liga con un budget assolutamente limitato, scommettendo su giocatori giovani. Il secondo posto, raggiunto alle spalle del Levante, certifica il grandissimo lavoro compiuto dalla società catalana. Il Girona è riuscito a mettersi alle spalle squadre come il Getafe, il Cadice, il Valladolid: realtà che hanno una ben altra storia e un ruolo differente all’interno del calcio spagnolo.
STORIA DI UN MIRACOLO
Il Girona ha raggiunto la Liga grazie un percorso lineare e di continua crescita. Il club spagnolo infatti, dopo le prime sei giornate di campionato aveva ottenuto tre pareggi, una sola vittoria (quella casalinga contro l’Elche) e due sconfitte. 6 punti in 6 partite: i presupposti non erano stati dei migliori quindi. La squadra di Machín però è riuscita a risalire la china strada facendo. Il primo grande passaggio per l’evoluzione e il miglioramento del Girona è avvenuto tra novembre e gennaio. In quel periodo, tra la 14esima e la 22esima giornata, il Girona ha ottenuto 24 punti in 9 partite vincendone otto. Un bottino determinante per la corsa verso i primi posti della classifica.
Il Girona si è dimostrata una squadra offensiva e votata all’attacco. Lo dicono anche i numeri. I catalani hanno infatti registrato il miglior attacco del campionato con 64 reti segnati in 41 partite, anche se la difesa è la peggiore tra le prime sei classificate (43 reti subite). La forza offensiva della squadra non si traduce soltanto in gol segnati, ma anche in numero di vittorie. Dopo il Levante, che ha vinto 25 partite, è il Girona la seconda squadra ad aver vinto di più: sono 20 i match vinti dalla squadra catalana.
Tante reti segnate, alcune subite, molte vittorie e qualche sconfitta. Questo è stato il cammino che ha portato il Girona allo storico raggiungimento del massimo campionato spagnolo.
I PROTAGONISTI
Come non citare per primo l’unico italiano presente nella rosa, ovvero Samuele Longo. L’attaccante classe 1992 scuola Inter in questi ultimi anni non era riuscito a confermarsi su buoni livelli. Soprattutto in Italia, in Serie A, le sue prestazioni non erano state del tutto convincenti. Dal 2012, primo anno in cui Longo fu ceduto in prestito dalla squadra nerazzurra, fino al 2016, l’attaccante trevigiano aveva messo a segno solamente tre reti. Tutte e tre con la maglia dell’Espanyol. Nelle successive stagioni, tra Verona, Rayo Vallecano, Cagliari e Frosinone, Longo non era riuscito a timbrare il cartellino dei marcatori. Al Girona il 25enne ha trovato l’ambiente perfetto per disputare una buona stagione. I suoi 14 gol segnati sono stati decisivi per il raggiungimento del secondo posto.
Un altro protagonista della cavalcata del Girona è stato sicuramente l’esperto Francisco Sandaza, attaccante spagnolo classe 1984. L’apporto di Sandaza non è stato importante solamente a livello realizzativo (9 gol), ma soprattutto dal punto di vista carismatico. L’esperienza dell’attaccante nativo di Toledo ha aiutato una squadra, che poteva contare su pochi giocatori esperti. Sandaza, oltre alle esperienze in Spagna con Valencia B, Lugo e Girona, ha passato tanti anni di carriera in Gran Bretagna dividendosi tra Inghilterra e Scozia. Dundee United, Brighton, St. Johnstone e Glasgow Rangers, le squadre nelle quali ha militato al di là dei confini spagnoli.
A centrocampo gli uomini chiave sono stati tre essenzialmente: Pere Pons, classe 1993 presente 39 volte in campo davanti alla difesa con anche due gol all’attivo. Ai suoi lati hanno spesso giocato Borja Garcia, che al netto delle stesse presenze di Pere Pons, ha segnato anche 5 gol in più, quindi 7 complessivi. Il terzo centrocampista più utilizzato da Machín è stato Portugues, 1992 proveniente dall’Albacete che con 8 reti totali è il miglior centrocampista a livello realizzativo.
In difesa i principali protagonisti sono stati: Pedro Alcalà, centrale di difesa classe 1989 con una buona esperienza alle spalle; Aday, terzino destro di 29 anni proveniente dal Tenerife; Juanpe, centrale difensivo 1991 acquistato dal Granada e Jonas Ramalho centrale 23enne scuola Athletic Bilbao.
Tra i pali si sono spesso alternati il più esperto René (20 presenze) e il più giovane Bono acquistato dall’Atletico Madrid (21 presenze).
Colui che è riuscito a plasmare questi giocatori e a portarli fino ad un sogno chiamato Liga, risponde al nome di Pablo Machín. Il 42enne si è ritirato giovanissimo dal calcio giocato (a soli 23 anni) a causa di un grave infortunio quando giocava in Segunda Division con la maglia del Numancia. È proprio dalla stessa squadra di Soria che Machín ha cominciato come allenatore. Inizialmente, dal 2007 al 2011 come vice, e poi dal 2011 al 2013 come primo allenatore. Machín si è poi trasferito a Girona nel 2013.
UN SECONDO MIRACOLO
Ora però arriva il momento più complicato, ovvero quello di cercare di imbastire una squadra competitiva in Liga. Il primo problema della dirigenza nel frattempo è quello di ampliare lo stadio, dato che dai 9.000 posti disponibili bisogna arrivare almeno a 15.000, limite minimo per poter ospitare le partite del massimo campionato. Inoltre la dirigenza catalana dovrà cercare, come ha fatto negli ultimi anni, di rispettare il budget messo a disposizione dalla società. Per questo motivo sarà importante muoversi sul mercato in anticipo ed in maniera oculata. Importante in questo senso la collaborazione con il Manchester City. I due club, da qualche anno a questa parte, stanno collaborando per la crescita dei giocatori provenienti dal vivaio inglese. Già quest’anno infatti erano due i giocatori in prestito dalla squadra di Manchester: Pablo Marí e Pablo Maffeo. Il direttore sportivo del City Begiristain, dopo essersi congratulato con il Girona per il raggiungimento della Liga, ha già annunciato che questo rapporto di collaborazione continuerà anche per la prossima stagione.
Ora il Girona è pronto a scrivere un’altra pagina di storia.