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Modena, il pagellone della stagione: il centrocampo

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Modena, il pagellone della stagione: il centrocampo

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Dopo aver analizzato la stagione del reparto difensivo del Modena, oggi prendiamo in considerazione il centrocampo, la zona del campo che ha forse regalato più sorprese alla squadra di Tesser. Dall’MVP Gerli alla sorpresa Duca, fino all’impalpabile Panada. Ecco il pagellone dei centrocampisti dei canarini.

IL PAGELLONE DEI CENTROCAMPISTI

Luca Magnino 7.5: uno degli uomini di fiducia di Tesser, in campo per 36 partite su 38. L’ex giocatore delle giovanili dell’Udinese è ormai un punto fermo per i gialloblù, come dimostra il suo bottino: 4 gol e 3 assist in campionato. Una roccia davanti alla difesa, che gestisce i tempi di gioco in fase di ripartenza e copre in maniera sempre attenta in fase difensiva. Una piacevole sorpresa per una squadra che ha raggiunto la salvezza prima di quanto ci si potesse aspettare.

Andrea Poli 6.5: l’esperienza portata dall’ex centrocampista dell’Inter si fa sentire una volta recuperato, dopo un inizio di stagione difficile. L’infortunio al crociato lo tiene fermo a partire da marzo e la sua assenza è una tegola di una certa importanza per il Modena, specie dopo le prestazioni di ottimo livello mostrate nei match prima dello stop. Il suo contratto è in scadenza a giugno e vedremo quale sarà la decisione della società nelle prossime settimane.

Fabio Gerli 8: uno degli uomini più sottovalutati delle ultime stagioni del Modena, il vero metronomo del centrocampo. Salta appena tre partite, e mette a referto 2 gol e un assist. Ai canarini dal 2020, è diventato col passare del tempo uno dei preferiti dai tifosi e ha ripagato la fiducia sul campo, con prestazioni degne di nota. Un profilo da cui ripartire nella prossima stagione, nonostante il cambio di allenatore.

Edoardo Duca 6.5: la seconda parte di stagione è straordinaria, nonostante una prima metà di campionato difficile, specie dal punto di vista dei minuti giocati. Elegante e difficile da fermare in contropiede, da mezzala trova maggiore fortuna e comincia a esprimersi con continuità. Suo il rigore conquistato contro il Bari a tre giornate dal termine, valso poi la salvezza matematica.

Artur Ionita 6: ci si aspettava qualcosina di più da un giocatore della sua esperienza, ma il suo arrivo nel mercato di gennaio ha comunque aumentato il livello della rosa modenese. Viene spesso schierato dietro alla punta, ma deve fare i conti con diversi problemi fisici. Tornerà al Pisa a giugno, alla fine del prestito.

Simone Panada 5: arrivato in prestito dall’Atalanta, non trova mai il ritmo partita e finisce per giocare pochissimo, appena 10 partite. Farà rientro alla base alla fine del prestito.

Marco Armellino 6.5: forma per la maggior parte delle partite il trio di centrocampo titolare con Gerli e Magnino. L’esperienza della categoria si fa sentire e gioca una stagione sufficiente nel complesso. 28 partite giocate, con 2 reti all’attivo. È anche lui tra gli artefici della salvezza ottenuta senza troppi patemi dai canarini.

Nicola Mosti 5.5: era tra gli osservati speciali dopo la doppietta a inizio stagione contro il Sassuolo in Coppa Italia, ma da quel momento fatica a trovare continuità. Il suo futuro è incerto, specie dopo un’annata partita con il botto e conclusa in calando.

Thomas Battistella sv: gioca appena 87 minuti in stagione a causa di un infortunio al legamento crociato.

Mario Gargiulo 5.5: viene fermato da tanti problemi fisici nella prima parte di stagione e lascia il Modena a gennaio per andare al Pisa. In estate tornerà dal prestito e la società si occuperà di gestire il suo futuro, anche se ci si aspettava molto di più.

Fonte foto di copertina: profilo Instagram Modena FC

 

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Euro 2012, 11 anni fa l’inizio del torneo: il percorso degli Azzurri e non solo

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Balotelli

A un anno dall’inizio di Euro 2024 in Germania, dove l’Italia campione in carica cercherà di difendere il titolo e di ritrovare una vittoria ancora più sorprendente della prima vista la delusione Mondiale, facciamo un passo indietro nel tempo sempre per riscoprire la storia di questa competizione.

Esattamente 11 anni fa, nell’8 giugno del 2012, iniziava una delle manifestazioni in cui è stata un’ultima danza per alcune icone o leggende del calcio: Euro 2012. Gli europei del 2012, divisi fra Ucraina e Polonia come Paesi ospitanti, furono anche gli ultimi a 16 squadre e senza ottavi di finale, con una struttura del torneo quindi divisa in 4 gironi da 4 squadre con solamente le prime due qualificate a formare poi i quarti ad eliminazione diretta.

THE LAST DANCE

Ad apparire per l’ultima volta in un’edizione degli Europei furono alcune icone del calcio dell’epoca, partendo ad esempio dall’Olanda, squadra che fallirà clamorosamente l’accesso nell’edizione successiva. Per gli Orange Robben, Sneijder, Van Persie e Dirk Kuyt fu l’ultima presenza nel torneo del Vecchio Continente. Nella Germania Philip Lahm e Lukas Podolski. Nella Spagna, troviamo vari campioni del 2010 alla loro ultima apparizione: Xavi, Xabi Alonso, il Nino Torres ed il capitano Iker Casillas.

Nell’Ucraina si registra anche la presenza di Andrey Shevchenko che concluderà la sua carriera proprio ad Euro 2012 dopo gli ultimi anni alla Dinamo Kiev. Nell’Inghilterra invece troviamo per l’ultima volta Steven Gerrard ed il capitano del Chelsea John Terry. Mentre per la Francia Franck Ribery sarà alla sua ultima presenza in una grande manifestazione per Nazionali.

Per l’Italia, alcuni uomini importanti del torneo che vestirono la maglia azzurra per l’ultima in Europeo furono Andrea Pirlo, arrivato praticamente all’apice dopo la prima stagione alla Juventus, Antonio Di Natale, anche alla sua ultima presenza in generale con l’Italia in un grande torneo e Marchisio che disputerà il suo unico Europeo da protagonista per via dell’infortunio al ginocchio rimediato poco tempo prima di Euro 2016. Per la coppia fondamentale per Cesare Prandelli ad Euro 2012, Cassano-Balotelli, sarà l’ultima apparizione agli Europei (Balotelli a quasi 22 anni).

IL GIRONE AZZURRO

La Nazionale arriva a questo Europeo in una situazione quasi analoga a quella odierna: dopo un disastroso Mondiale, quello in Sud Africa del 2010 dove l’Italia da campione in carica verrà eliminata ai gironi con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia come ultima classificata, ha voglia di ripartire. La federazione decide quindi di farlo da un allenatore che negli anni precedenti aveva fatto benissimo con la panchina della Fiorentina: Cesare Prandelli. Il C.T. decide fin da subito di puntare e  valorizzare quello che era il talento più promettente del nostro calcio e non solo. Mario Balotelli era infatti il futuro dell’Italia. Ed in parte rispetterà quelle aspettative che del giocatore all’epoca dell’Inter ci si aspettava.

Il girone degli Azzurri non è quello dei più semplici. Nel girone C infatti le avversarie sono l’Irlanda, la temibile Croazia ed i campioni d’Europa e del Mondo della Spagna. Sarà infatti la sfida contro le Furie Rosse la partita d’esordio, con Prandelli che si presenta con quello che sarà da lì a pressappoco l’11 titolare per la manifestazione: Buffon in porta, Bonucci, De Rossi in un’improvvisata posizione da centrale di difesa e Chiellini a sinistra. Maggio, Marchisio, Pirlo, Thiago Motta e Giaccherini a centrocampo. Il duo Cassano Balotelli in attacco.

L’esordio promette subito bene aldilà del risultato che non sarà il massimo bottino: 1-1 con rete di Totó di Natale in apertura e contendenti alla vittoria avvisata. Alla seconda partita però le cose non si semplificano. La Croazia infatti agguanta il pareggio dopo la rete di Pirlo con Mandzukic. Si decide tutto dunque all’ultima giornata, con Spagna Italia e Croazia a giocarsi due posti. Nella delicata sfida tra croati e spagnoli gli iberici avranno la meglio con una vittoria di misura per l’1-0. L’Italia soffre sino al minuto 90 dopo il vantaggio di Cassano al minuto 35 del primo tempo. Sarà infatti Balotelli su un altro calcio d’angolo con una girata a chiudere i conti: quarti raggiunti.

FASE ELIMINATORIA

Nel primo turno ad eliminazione diretta ecco la seconda sfida di lusso nel percorso italiano. Come prima del girone D infatti l’Inghilterra è la squadra che negli incroci dovrà affrontare la squadra di Prandelli. Tra gli inglesi e l’Italia però la partita rimane bloccata anche dopo i tempi supplementari, arrivando dunque allo spettro dei calci di rigore. Il rigore di Montolivo sembra spezzare il sogno, ma è un altro calcio di rigore della Nazionale Italiana poi diventato iconico a svoltare quasi la serie.

“Voglio essere chiaro: non ho fatto come Totti nel 2000 contro l’Olanda. In quell’occasione Francesco disse prima a Maldini che avrebbe provato il cucchiaio. Io invece ho deciso all’ultimo secondo, Hart continuava a muoversi sulla linea della porta e quando ho visto che si buttava ho fatto la mia scelta. Non c’era nulla di premeditato, nessuna voglia di vendetta. Come si fa a programmare una cosa del genere? Se lo fai o sei Totti, o sei un veggente, o sei uno stupido”.

Andrea Pirlo sul rigore contro Joe Hart a “Il Sole 24 Ore

Il Maestro parte con tranquillità e umilia un movimentato Joe Hart con un cucchiaio a ricordare come riferito dal giocatore stesso il cucchiaio di Francesco Totti contro l’Olanda nel 2000.

Dopo il rigore del numero 21, Ashley Young e Ashley Cole sbagliando i successivi rigori, ribaltando il risultato. Alessandro Diamanti segna l’ultimo rigore decisivo che manda in semifinale l’Italia contro la Germania.

Con la Germania sarà una vera e propria prova di sofferenza, tipica del calcio italiano abituato a vincere grazie alla difesa. Nonostante la grande offensiva tedesca, basterà un uomo a regalare la via per la finale. Prima su una cross di Cassano, Balotelli incorna di testa portando in avanti la Nazionale. Ad un secondo tentativo, dopo un lancio di Montolivo, Super Mario fulmina Neuer che non può nulla sul tiro del numero 9, che esulta togliendosi la maglia.

“Guardate, sembra una statua. È 2-0!”

Telecronaca Rai di Italia-Germania

Solamente al minuto 92 con un calcio di rigore trasformato da Ozil la Germania riuscirà a superare il muro della difesa e di Buffon. Troppo tardi, con il risultato che si chiuderà dunque sul 2-1 in favore dell’Italia.

In finale, la vera Italia vista sino a quel momento non si vedrà mai. Ritrovata la Spagna del girone, le Furie Rosse sfodereranno una prova di forza incredibile, con il risultato di 4-0 finale dopo le reti di David Silva e Jordi Alba al primo tempo e quelle di Torres e Juan Mata al secondo (Italia in 10 dal minuto 60 per via dell’infortunio di Thiago Motta avvenuto dopo aver effettuato tutti i cambi disponibili).

 

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Pagelle Serie A – Udinese 6.5: partenza sprint, poi il calo

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Udinese

PAGELLE SERIE A – UDINESE – Giunti al capolinea di questa stagione di Serie A, è tempo di tirare le somme. Quello appena concluso è stato il campionato della riconquista dello scudetto da parte del Napoli dopo 33 anni, delle penalizzazioni della Juventus, ma anche delle dolorose retrocessioni di Sampdoria e Cremonese. Tra i numerosi spunti interessanti di questo campionato, però c’è stato spazio anche per delle sorprese: una su tutte, l’Udinese.

La formazione friulana si presentava alla vigilia del campionato 2022/23 come una possibile mina vagante. Tante, però, le incognite che ruotavano intorno alla compagine bianconera, a partire dal tecnico Andrea Sottil. L’allenatore nativo di Venaria, infatti, era alla prima esperienza in Serie A, dopo anni di militanza nel campionato cadetto. Diversi dubbi anche per quanto riguarda il mercato condotto dalla famiglia Pozzo: ai nuovi arrivati era stato affidato l’arduo compito di sostituire calciatori del calibro di Nahuel Molina, Jean-Victor Makengo e Brandon Soppy.

Già nel corso delle prime uscite stagionali nel ritiro austriaco, però, la nuova Udinese di Sottil aveva dato prova di grande solidità e propositività: i risultati positivi ottenuti contro Rapid Lienz, Union Berlino e Pafos  facevano ben sperare la tifoseria bianconera.

PAGELLE SERIE A – UDINESE: UN PRE-MONDIALE TRA LUCI E OMBRE

Difatti, come volevasi dimostrare, la stagione dell’Udinese parte come meglio non si poteva: passaggio del turno in Coppa Italia e 10 risultati utili nelle prime 11 giornate di A. Unica eccezione, il 4-2 a San Siro contro il Milan nel debutto in campionato. Le seguenti sfide, mostrano un volto totalmente nuovo dell’Udinese, con vittorie contro avversari di un certo spessore: 4-0 alla Roma, 3-1 all’Inter e 1-0 alla Fiorentina. Questa luce, però, improvvisamente si spegne, a partire dalla sconfitta per 3-2 contro il Monza in Coppa Italia.

L’eliminazione farà entrare i ragazzi di mister Sottil in periodo negativo sul piano dei risultati, con 2 sconfitte e 3 pareggi nelle sfide antecedenti al Mondiale qatariota. I friulani, però, chiudono la prima parte di stagione con un bottino totalmente insperato: 24 punti nelle prime 15 giornate e un settimo posto in classifica.

PAGELLE SERIE A – UDINESE: UN CAMPIONATO A DUE FACCE

Anche al rientro dopo i Mondiali, l’Udinese sembra non essere più in grado di vincere: pareggio 1-1 alla Dacia Arena contro l’Empoli malgrado la superiorità numerica, sconfitta 1-0 all’ultimo secondo contro la Juventus e sconfitta 2-1 contro il Bologna. A spezzare questa “maledizione” è la sfida di Marassi contro la Sampdoria: all’88’ Kingsley Ehizibue sigla la rete dell’1-0 che decide il match. L’esterno ex Colonia, dunque, riporta i bianconeri alla vittoria dopo quasi quattro mesi.

La vittoria contro la compagine blucerchiata ha portato grande entusiasmo in quel di Udine. Sensazioni positive, però, destinate a durare poco. Nelle successive 6 giornate di Serie A, infatti, i bianconeri totalizzano soltanto 4 punti, senza mai ottenere una vittoria.

La striscia negativa si interrompe il 18 Marzo quando un’altra big di Serie A, il Milan, cade sotto le botte dei ragazzi di Sottil. Pereyra, Beto e Ehizibue stendono 3-1 i rossoneri.

Le ultime 10 giornate di Serie A, rappresentano alla perfezione l’intero campionato condotto dall’Udinese. Molte, forse troppe sconfitte (7), due pareggi e una sola vittoria, per un totale di appena otto punti. Alla fine della fiera, i bianconeri chiudono la stagione esattamente come accaduto lo scorso anno: dodicesimo posto. Anche a livello di punti conquistati, Sottil si trova in linea rispetto a quanto fatto dal collega Cioffi un anno fa: 46 per l’attuale tecnico bianconero, 47 per l’ex allenatore dell’Hellas Verona.

PAGELLE SERIE A – UDINESE: VOTO 6.5

La sensazione è che, nonostante l’Udinese non abbia fatto un brutto campionato, la banda di Sottil avrebbe potuto fare molto di più. Lo testimoniano le importanti vittorie contro Roma, Inter e Milan. Lo conferma, inoltre, anche il rendimento in avvio di stagione.

Sulla base di quanto detto, il voto che assegniamo al campionato dell’Udinese è 6.5. La formazione bianconera ha tutte le carte in regola per puntare a qualcosa in più rispetto ad un piazzamento da metà classifica. La prossima stagione potrebbe essere quella decisiva per il definitivo salto di qualità dei friulani. I giovani presenti in rosa acquisiranno più esperienza, esattamente come il tecnico Andrea Sottil, che comincerà il secondo anno nel massimo campionato italiano.

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Calcio Internazionale

Tutte le finali di Champions League dell’Inter

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Tutte le finali di Champions dell'Inter

TUTTE LE FINALI DI CHAMPIONS DELL’INTER – L’Inter si avvicina sempre di più all’appuntamento con la storia: sabato 10 Giugno, allo Stadio Atatürk di Istanbul, la formazione di Simone Inzaghi affronterà il Manchester City nella finale di Champions League. Nerazzurri che, nella propria storia, hanno già vissuto delle finali nella più importante competizione europea: cinque, per la precisione, fino a questo momento. Il bilancio recita tre vittorie e due sconfitte. Riviviamo insieme tutte le finali di Champions dell’Inter.

COPPA DEI CAMPIONI 1963/64: INTER-REAL MADRID 3-1 

Il primo trionfo in Champions League (all’epoca chiamata Coppa dei Campioni) arrivò nella stagione 1963/64. La formazione allenata da Helenio Herrera raggiunse l’ultimo atto della competizione dopo aver eliminato Everton, Monaco, Partizan e Borussia Dortmund. Di fronte, l’iconico Real Madrid, vincitore delle prime 5 edizioni. Trascinati dalla doppietta di Sandro Mazzola e da Aurelio Milani, l’Inter portò a termine un autentico capolavoro tecnico-tattico e conquistò la prima Coppa dei Campioni della sua storia.

COPPA DEI CAMPIONI 1964/65: INTER-BENFICA 1-0

Dopo solo un anno, ecco il bis. La formazione nerazzurra, allenata sempre da Herrera, eliminò Dinamo Bucarest, Rangers e Liverpool. Nella finalissima, peraltro giocata a San Siro, gli avversari erano i portoghesi del Benfica, che erano giunti all’atto finale della competizione per la quarta volta in cinque anni. In quel di Milano, fu il brasiliano Jair da Costa a regalare la vittoria ai nerazzurri, con un gol al 42′. La vittoria europea fu la ciliegina sulla torta in quella stagione, in cui l’Inter aveva anche conquistato lo scudetto.

COPPA DEI CAMPIONI 1966/67: CELTIC-INTER 2-1 

Due anni più tardi, il Mago Herrera fallì l’occasione del tris in Coppa dei Campioni. Dopo un percorso netto, in cui avevano battuto Torpedo Mosca, Vasas, Real Madrid e Cska Sofia, i nerazzurri si trovano di fronte gli scozzesi del Celtic. L’Inter, dopo le precedenti due vittorie, partì con i favori del pronostico. Le qualità nerazzurre non si fecero attendere: vantaggio su rigore al 7′ con Sandro Mazzola e primo tempo chiuso sul punteggio di 0-1. Nella seconda frazione di gioco, però, spazio alla rimonta degli scozzesi: al 63′ Tommy Gemmell ristabilisce la parità; nel finale, all’84’, per i nerazzurri arriva la beffa. Steve Chalmers sigla il gol del 2-1 e consegna la coppa dalle grandi orecchie al Celtic. Con questa sconfitta, si chiude il ciclo vincente dell’Inter, che in quella stagione perse anche scudetto e Coppa Italia.

COPPA DEI CAMPIONI 1971/72: AJAX-INTER 2-0 

Un’altra finale da dimenticare per l’Inter, è certamente quella del 31 maggio 1972 a Rotterdam. Dopo aver battuto Aek, ‘Gladbach, Standard Liegi e Celtic, i nerazzurri allenati da Giovanni Invernizzi raggiunse la finale contro l’Ajax del calcio totale. Gli olandesi, trascinati dalla splendida doppietta del Profeta Johan Cruijff, conquistarono la terza Coppa dei Campioni consecutiva: un vero e proprio dominio dei Lancieri!

CHAMPIONS LEAGUE 2009/10: INTER-BAYERN MONACO 2-0 

A distanza di ben 45 anni dalla vittoria contro il Benfica, l’Inter torna sul tetto d’Europa al termine di una stagione incredibile, culminata con la conquista del Triplete. I nerazzurri raggiungono la finale dopo aver chiuso il girone alle spalle del Barcellona e aver eliminato Chelsea, Cska Mosca e Barça. In finale, ecco il Bayern Monaco. Il 22 maggio 2010, al Bernabeu, l’eroe nerazzurro è Diego Milito. Un gol per tempo e bavaresi ko: la coppa viene consegnata nelle mani di capitan Zanetti, che la alza sul cielo di Madrid.

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Calcio Internazionale

Quanto guadagna chi vince la Champions League?

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quanto guadagna chi vince la Champions League

QUANTO GUADAGNA CHI VINCE LA CHAMPIONS LEAGUE – Sabato 10 la finalissima di Champions League all’ Atatürk Olympic Stadium tra Inter e Manchester City. I neroazzurri vanno a caccia di quella che sarebbe la quarta vittoria in questa competizione ma che manca dall’anno 2009/2010, quello del triplete in cui la banda di José Mourinho battè il Bayern Monaco a Madrid grazie alla doppietta di Diego Milito. I Citizens, che sono alla loro seconda finale in questa competizione dopo quella del 2021 rimediata con la sconfitta contro il Chelsea, sperano in un esito diverso per aggiungere il  secondo trofeo internazionale nel palmarès oltre alla Coppa delle Coppe del 1970.

Oltre al prestigio, e l’accesso alla Supercoppa Europea contro il Siviglia e al Mondiale per Club, la vittoria genererebbe anche un importante impatto economico nelle casse di entrambi i club, soprattutto per l’Inter le cui casse potrebbero respirare dopo anni di bilanci in rosso.

QUANTO GUADAGNA CHI VINCE LA CHAMPIONS LEAGUE

Innanzitutto il primo guadagno corrisponde al trofeo, di cui quello originale sarà alzato dal capitano della squadra vincitrice, ma al club sarà consegnato una replica. Sul piano economico, quest’anno la UEFA ha stanziato un montepremi totale da 2,02 miliardi per tutta la competizione, in aumento rispetto agli 1,95 miliardi di due anni fa. Attualmente, solo per la qualificazione in finale, sia Inter che Manchester City hanno ricevuto un assegno da 15,5 milioni di euro.

Una cifra che si somma ai guadagni ricevuti dal cammino durante la competizione. Nel caso dell’Inter, partendo dalla fase a gironi in cui si ricevono 2,8 milioni di euro per vittoria e 930mila euro per il pareggio, ha ricevuto dalla UEFA ben 73 milioni di euro. Una cifra che lievita a 98 milioni considerando il ranking storico negli ultimi dieci anni e il market pool. Numeri molto simili per il Manchester City che, senza considerare il market pool e il ranking storico, ha già ricevuto 76 milioni di euro.

Tanto denaro fresco nelle casse dei due club a cui si aggiunge un bonus di 4,5 milioni di euro, in aumento rispetto allo scorso anno, in caso di vittoria della partita di sabato. La Champions League si dimostra il trofeo più prestigioso – tra i più ricchi – al mondo.

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