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Inseguendola

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Inseguendola

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Dicembre 2013.

Mercì Zinedine…

Italy…

Italy in group D.

Il ringraziamento a Zidane che quella pallina pescò. L’estrazione.
Sceneggiatura vecchia di quattro anni quando la voce di Jerome Valcke, l’allora Segretario Generale della FIFA, spezzò l’ansia e la paura italiana e il contemporaneo ma opposto desiderio di conoscere il proprio destino al mondiale brasiliano. Perché a quel mondiale c’eravamo. Ricolmi, noi e chi in Brasile alla fine andò, di senso di rivalsa per la misera spedizione di altri quattro anni prima.

Scena vecchia di quattro lunghissimi anni fatti d’attesa per un’altra possibilità, la terza, perché anche la seconda ce la giocammo malissimo, per riscattare una volta per tutte il nome italiano ai Mondiali.
Quattro anni con la promessa silenziosa di non fallire miseramente anche in Russia.

Quattro anni di illusioni perché la sceneggiatura nella Sala Concerti del Palazzo di Stato del Cremlino a Mosca non prevedeva la presenza tricolore.
Quattro anni – o poco meno – dopo quel dicembre 2013 la scena non si è ripetuta. Non si è svolta, non prevista dal copione.
Forse l’Italia degli amanti del pallone non ha ancora maturato la consapevolezza dell’assenza ai Mondiali. Ce ne siamo scontrati ma il dolore delle ossa rotte, ancora, non si sente del tutto. A giugno il vero feedback si presenterà.

C’è dunque da limitarsi a raccontare quello a cui – meri spettatori – abbiamo semplicemente assistito, e non vissuto, oggi a Mosca.
C’è da raccontare e provare a immaginare quello che – spettatori – ci limiteremo a guardare dal 14 giugno. Tautologia.

PREMESSE

La Russia il teatro. 32 i protagonisti organizzati in quattro fasce ordinate per ranking.
Prime spiegazioni a iniziali dubbi su ispanica presenza in seconda fascia.

Le 32 nazionali organizzate nelle 4 fasce

 

A differenza della Champions League, ad esempio, il calendario di Russia 2018 già stabilito. Significato? Classiche estrazioni delle 4 di ogni girone. Prima casella di ogni girone assegnata a una delle 8 teste di serie in ordine per ranking dal girone A all’H. Successive tre caselle di partenza del girone da assegnare con le ormai estrazioni alle altre 24 distribuite nelle tre restanti fasce per determinarne il calendario.
Testa di serie, dunque, alla prima partita contro la sorteggiata “parcheggiata” nella seconda casella a seguire contro terza e quarta. Conseguente e logico l’adeguamento del resto del calendario.

Così, dunque, i gruppi.Per chiarire quanto in precedenza spiegato: la Russia affronterà all’esordio l’Arabia Saudita. Poi Egitto e infine Uruguay. Immediato e logico l’ordine delle altre partite del girone. Discorso da rifarsi per ogni girone.

Discorso simile per la programmazione degli ottavi. Alla fine delle tre giornate le due qualificate di ogni girone si incroceranno a incontrare le due qualificate (1ª-2ª e 2ª-1ª) del girone vicino.
Gli ottavi quindi secondo questa programmazione:

1ª gruppo A – 2ª gruppo B

2ª gruppo A – 1ª gruppo B

1C-2D

2C-1D

e così via.

RUSSIA WILL BE

Archiviate le premesse è tempo di snocciolare riflessioni su possibili scenari e futuri intrecci che i sorteggi hanno comportato.

Sorteggi che da sempre, tradizionalmente, decretano la propria difficoltà a seconda della vitale importanza rivestita dall’estrazione della squadra di terza fascia. La vera estrazione in grado – o meno – di ridefinire gli equilibri dopo le prime due assegnazioni. Sorprese, che nel 2018, si chiameranno Panama, Iran e Egitto.

Nel girone A prima casella di dovere alla Russia in quanto paese ospitante. Russa, ovviamente, anche l’esordio giovedì 14 giugno al Luzhniki Stadium di Mosca, lo stadio della finale. Non un vero e proprio girone della morte. Anzi. La leadership, sulla carta, facilmente pronosticatile di matrice sudamericana. L’Uruguay di Cavani e Suarez dovrebbe aver vita facile in termini di punti, in virtù anche della grande tornata di qualificazioni arresasi al solo Brasile – da tutti imprendibile – ma davanti a Argentina e Colombia. Più difficoltosa potrebbe essere l’approccio in termini di prestazioni e facilità di risultato. Inevitabile la spinta in più di casa propria che a pronostico potrebbe spingere la Russia “aiutata” anche dall’esordio soft contro l’Arabia Saudita. L’incognita è egiziana. Dopo il pass staccato all’ultimo minuto grazie al rigore di Salah, uomo chiave, l’onda dell’entusiasmo del ritorno mondiale 27 anni dopo l’ultima volta la possibile carta in più. Terza incomoda per provare ad infastidire le due, reali, favorite.

Il girone B il primo, vero, interessante scenario di Russia 2018. Derby iberico all’esordio. Sfizioso e bollente confronto, probabilmente e paradossalmente già decisivo per decretare la finale leadership interna. Leadership essenziale oggetto di discussione fra Portogallo e Spagna a meno di clamorosi tentativi suicida. La terza fascia, quella dello spostamento d’equilibrio, che sentenzia un crudele destino all’Iran. Per ordine di tempo la terza qualificata alla fase finale tra tutte le 32 partecipanti dopo Russia e Brasile. Destino ancora più crudo ma stimolante e romantico per Carlos Queiroz, l’allenatore, che dovrà scontrarsi con il suo Portogallo all’ultima giornata. Vero e probabile ago della bilancia sarà il Marocco di Benatia. Interessante l'”arma” a disposizione di Hervè Renard già leggendario in Africa per aver vinto la Coppa d’Africa con due nazionali diverse (Zambia nel 2012 e Costa d’Avorio nel 2015).
La difesa il reparto solido e punto di forza marocchino. 0 gol subiti dai marocchini nelle qualificazioni.

Cammino in discesa molto probabilmente quello francese. Talento e freschezza in mano a Deschamps. Qualche “deficienza” forse in termini di esperienza. Due dei tre acquisti più costosi dell’ultima estate raccolti in un probabile 11 titolare bleu. Mappe e Dembelè per liberare velocità e fantasia sugli esterni. Altri protagonisti francesi non hanno neanche bisogno di presentazione: Pogba, Umtiti, Griezmann e Martial tra gli altri. Una delle favorite sicuramente. Da valutare quanto potrà pesare l’evidente poca esperienza data dai molti giovani a disposizione di Deschamps. Leadership indiscutibile. Dietro tutti da giocarsi, o forse. La Danimarca e Eriksen a giocarsi il secondo posto su Perù, al Mondiale dopo 35 anni, e Australia qualificate dopo due combattutissimi play off contro rispettivamente Nuova Zelanda e Honduras. Discesa assoluta per i bleu.

Altro intricatissimo girone è quello di Messi e delle punte italiane. Quattro squadre totalmente diverse. La trazione offensivissima di Sampaoli e della celeste. Pericolo pubblico numero uno la Croazia di Modric e degli altri italiani con cui discutere di primo posto. Curioso il cambio di allenatore che ha portato sulla panchina Zlatko Dalic appena prima del palyoff. Islanda (destinata a essere la “seconda squadra” per eccellenza come successo agli ultimi europei) e Nigeria (Musa, Ihenacho e Moses gli uomini chiave) le voci fuori campo pronte a mietere vittime. Subito il confronto fra la celeste e la Geysersound islandese. Subito evidente la differenza di fisicità. Fisico o tecnica il responso. Tecnica argentina, talento croato, fisicità islandese o velocità nigeriana…
Attenzione poi a ogni possibile passo falso delle favorite Argentina e Croazia. Ogni scivolone potrebbe voler dire, per le logiche spiegate prima, ottavo di finale contro la Francia. Un ottavo di fuoco.

Grandissimi favoriti anche i verdeoro che hanno dominato il girone di qualificazione sudamericano. Nessuna difficoltà prevista per passaggio e leadership. L’urna è stata clemente. Possibili sorprese per il secondo posto è lecito aspettarsele. Un passo avanti forse la Svizzera di Petkovic essenzialmente per ragionamenti di rosa e ranking. Svizzera che detiene uno score particolare: essere stata eliminata nel mondiale 2006 dopo la fase a gironi senza subire alcun gol. Pronti a essere stupiti poi dalla Costa Rica, che cara costò a noi nel mondiale brasiliano, e la Serbia di Milinkovic-Savic. Fondamentale la rilevanza del girone i concomitanza con la qualificazione dell’Argentina. L’eterno scontro tra la verdeoro e la celeste si potrebbe ripresentare in finale grazie alle posizioni del tabellone. In caso di passaggio come prime per entrambe il tabellone le posizionerebbe nelle due parti opposte. Alimentando la fame di un romantico scontro nella finale di Mosca tra quelle che sono due delle grandi favorite.

Gruppo F il dolore italiano con la Svezia sorteggiata a ricordare l’amaro play off. Qui sembra solo cosa tedesca che dal 2002 si è sempre piazzata sul podio a sottolineare la grande forza ma soprattutto la continuità del progetto calcistico della Germania. Un’epoca che è finita ma rigenerata senza mai perdere di qualità. I campioni del mondo in carica dovrebbero avere sicuramente vita facile contro la già citata Svezia, il Messico – la nazionale più presente senza aver mai alzato la coppa –  e la Corea del Sud del'”inglese” Heung-Min Son. Tradizionalmente una la principale arma a disposizione dei coreani. La condizione fisica. La corsa. “Vuoi vincere? Devi correre più di me”.

Difficile pensare a passi falsi tedeschi o brasiliani che possano offrire un ottavo di finale dal sapore di finale…

Vita “facile” anche per Belgio e Inghilterra la storica qualificazione di Panama e la Tunisia, la più umile forse tra le africane, non danno preoccupazioni a due formazioni che di talento e qualità ne hanno parecchia. Da misurare l’approccio inglese, molto soft al mondiale 2014, con una particolare attenzione alla condizione fisica che il serratissimo programma calcistico inglese mette a dura prova e potrebbe esaurire fondamentali forze nello sprint mondiale. Allo stesso tempo occhio al Belgio. Talento, qualità, fisicità, esperienza e giovani leve. Forse una delle più complete formazioni ma mai in grado di imporsi definitivamente. Un salto, ora, davvero atteso.

Incertezza che domina per la Polonia. Non un sorteggio dolce. Colombia la prima insidia con la leva calcistica dell’86 come scheletro della squadra, soprattutto là davanti con Falcao e Bacca che al villareal sembra stia trovando fiducia e continuità ,quello che negli anni di Milano era mancato. Il Giappone di Honda e Nagatomo a insidiare. Il Senegal per creare ulteriori difficoltà, alimentato dal talento di chi la nazionale è sicuro di possederla come Koulibaly e Keita, e invece chi ci spera, come il granata Niang. Lewandoski chiamato alla prova di forza. Scavalcare l’ostacolo gironi non è cosa facile per lui che rappresenta il 57% della produzione offensiva polacca fra assist e gol.
I numeri della Polonia comunque dal 2013 sono impressionanti. su 43 partite da ottobre solo 6 le sconfitte. La prima fascia del ranking più che meritata.

RICAPITOLANDO

Le favorite non si nascondono, i pronostici possono già essere messi in campo. Una sola grande favorita non c’è. Soliti i giochi di favore verso i detentori più per retorica che altro.

I campioni in carica a dare ulteriore continuità al miglio movimento calcistico europeo. La scaramanzia contro la tradizione che, nelle ultime due edizioni, ha visto i campioni in carica uscire ai gironi. Nel 2010 l’Italia campione del mondo si arrese a Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda. Nel 2014 è toccato alla Spagna finita dietro Olanda e Cile.

La quadratura, forse trovata, brasiliana e la innegabile forza offensiva della celeste – con la “giustizia” morale dalla sua per assegnare a Messi un trofeo che coronerebbe la carriera di un alieno con ancora qualche tratto umano – a spingere la coppa verso il Sudamerica. E il favore di un dato. Nessuna nazione nelle ultime due edizioni ha vinto il titolo nello scenario del proprio continente di appartenenza.
In Sudafrica fu la Spagna. In Brasile alzò la Coppa la Germania.

Il talento e l'”inesperienza” francese, poi, a giocarsela e la rivoluzionata ma sempre uguale roja ritrovata per tornare in alto e risollevare il ranking dopo l’assurda parentesi del mondiale brasiliano.

Croazia e Belgio per non raccogliere le eredità di belle incompiute e il Portogallo di Ronaldo alla sua ultima edizione molto probabilmente, la carta d’identità parla chiaro, per confermare il trionfo europeo di due anni fa.

E una grande, gravissima assente.
Noi non ci saremo.

Ridotti a assistere, raccontare, senza vivere, quello che – spettatori – potremo soltanto vedere dal 14 giugno.

Tutto a malinconico cuor leggero sapendo che in fondo quel Mondiale, la nostra mancanza, la sentirà davvero.

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Dove vedere Sampdoria-Catanzaro in tv e streaming

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Sampdoria

DOVE VEDERE SAMPDORIA-CATANZARO IN TV E STREAMING – Al Marassi domani pomeriggio per Andrea Pirlo e la sua Sampdoria sarà una partita molto importante quella con il Catanzaro. I blucerchiati sono penultimi in classifica e rischiano di sprofondare in un buco senza fondo. La squadra di Vivarini vuole tornare alla vittoria dopo tre giornate difficili.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

La Sampdoria – dopo la vittoria in apertura di campionato contro la Ternana – non è più riuscita a trovare la vittoria. Per la squadra di Andrea Pirlo sono sei i risultati consecutivi senza i tre punti e momentaneamente la classifica vede i blucerchiati al penultimo posto. Contro il Catanzaro è un banco di prova importante per la Sampdoria per cercare di invertire questo trend negativo. I tifosi pretendono una vittoria, visto il blasone e la storia della società.

Il Catanzaro ha iniziato molto bene questo campionato di Serie B, trovando tre vittorie e un pareggio nelle prime quattro giornate. Nelle ultime tre uscite però la squadra di Vivarini non è riuscita più a vincere e vuole tornare a farlo in un campo difficile come quello di Marassi. Vincere per rilanciarsi e per mandare in crisi totale la squadra avversaria.

DOVE VEDERE SAMPDORIA-CATANZARO IN TV E STREAMING

Il match di domani pomeriggio, ore 16.15, tra Sampdoria e Catanzaro sarà visibile su DAZN. Basterà scaricare l’app su una smart tv di ulti a generazione, oppure su altri dispositivi come Google Chromecast, Amazon Fire Stick Tv o TIMVISION BOX. In alternativa, la partita sarà mandata in onda anche su Sky, in particolare su Sky Sport Calcio (canale 202 del satellite) o Sky Sport (canale 25 del satellite). E’ possibile vedere la partita anche su dispositivi mobili come PC, smartphone e tablet, scaricando le app.

PROBABILI FORMAZIONI

SAMPDORIA (4-3-3): Stankovic; Stojanovic, Ghilardi, Murru, Giordano; Verre, Ricci, Depaoli; Pedrola, Esposito, Borini. Allenatore: Pirlo.

CATANZARO (4-4-2): Fulignati, Katseris, Scognamillo, Brighenti, Krajnc; Vandeputte, Verna, Ghion, Sounas; Donnarumma, Biasci. Allenatore: Vivarini.

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Sousa sul momento della Salernitana: “Meritiamo di più per quanto fatto finora, sono sereno e consapevole”

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Paulo Sousa

Al termine di Salernitana-Inter, partita vinta dai nerazzurri per 0-4, Paulo Sousa ha analizzato il match e quello che è il momento attuale della sua squadra. Le parole del tecnico granata in conferenza stampa:

MENTALITÀ – “Stiamo lavorando tantissimo sul mantenersi emozionalmente in partita. Soprattutto in qualsiasi momento che può portare difficoltà. Ho sentito diversi giocatori abbassare l’intensità dopo il gol che ci è stato annullato. Abbiamo cercato di tirare la corda al massimo a giocatori che poi hanno ceduto anche fisicamente. Lavoriamo sul mantenerci sempre in partita”.

LA PARTITA – “La squadra ha percepito quello che doveva fare ed è cresciuta durante la partita fino al primo tiro dell’Inter nel secondo tempo, in cui hanno fatto gol. Bisogna lavorare sulla crescita della squadra anche con i cambi.Oggi siamo riusciti ad essere organizzati. Abbiamo mantenuto più o meno le stesse idee. Abbiamo modificato la struttura rispetto alle ultime partite. I nostri avversari comportano dinamiche diverse”.

OPZIONI – “Normalmente sulla trequarti giocano candreva o kastanos quindi numericamente ci siamo. Abbiamo preso la decisione di portare avanti i nostri quinti per creare spazi sull’esterno. La squadra deve continuare a crederci. Una delle cose migliori che abbiamo è la pressione alta. Abbiamo un numero di giocatori che ci credono e che sanno cosa fare, questo ci permette di creare opportunità. Martegani è sicuramente più incontrista ma ha dato qualità al nostro gioco”.

CLASSIFICA – “La squadra sta crescendo, stanno per rientrare giocatori fondamentali. Credo che in tutte le partite l’efficacia abbia fatto la differenza. Sicuramente quando arriverà i risultati saranno diversi. Credo che per tutto quello che abbiamo fatto meritavamo più punti, ma dobbiamo guardare avanti”.

PANCHINA – “Se mi sento in discussione? Tutti gli allenatori in questo gioco si sentono in discussione. I risultati possono darti più conforto, ma si è sempre in discussione. Sono sempre super sereno e consapevole di quello che faccio.

 

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Miretti si racconta: “Che emozione giocare per la Juventus, mi ispiro a Marchisio”

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In un intervista rilasciata sui canali ufficiali della Lega Serie A, il giovane centrocampista della Juventus Fabio Miretti si è espresso su alcuni temi.

Dopo circa un anno e mezzo di Prima Squadra i tifosi della Vecchia Signora si aspettano quel salto di qualità che permetterebbe al ragazzo di essere un titolare inamovibile. Massimiliano Allegri ha dimostrato di puntare tanto su di lui, schierandolo soprattutto a supporto degli attaccanti.

Nell’intervista il classe 2003 si è detto molto emozionato di vestire la maglia bianconera e ha parlato delle sue caratteristiche tecniche e preferenze in campo.

Ecco le sue parole.

LE PAROLE DI MIRETTI

GIOCARE NELLA JUVENTUS – E’ un’emozione perché uno quando entra qua dentro non si aspetta di arrivare in fondo. In tutto il percorso che fai incontrarai sempre qualcuno che ti dirà che solo uno su tanti ce la fa. Quando sei tu quell’uno su tanti che ce la fa ti guardi indietro. E’ motivo d’orgoglio“.

SU MARCHISIO – Il modello per tutti noi ragazzini che crescevamo era lui. Era stato uno di quelli che aveva fatto tutto il percorso alla Juve. Tutto il mondo Juve te lo prendeva come punto di riferimento. Per me, che facevo il centrocampista, è stato ancora di più un modello da seguire“.

SULLE CARATTERISTICHE – Ho buona tecnica e una buona visione di gioco. Mi piace molto quando in campo teniamo la palla e costruiamo azioni da gol. E’ il momento in cui mi diverto di più”.

PREFERISCI L’ASSIST O IL GOL? – Fare assist è sempre bello. Per me forse è più bello che fare gol. L’emozione che provi nel fare assist con un bel gol li mette allo stesso livello. Su un tabellino rimane il gol, ma chi guarda la partita si accorge dell’assist. Di conseguenza, anche tu ti senti gratificato come con il gol”.

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Inzaghi dopo Salernitana-Inter: “Lautaro in crescita continua. Infortuni? Spero di recuperare qualcuno”

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Inter

È un Simone Inzaghi decisamente soddisfatto quello al termine di Salernitana-Inter, match vinto 0-4 dai nerazzurri. Il tecnico in conferenza stampa ha poi toccato diversi temi, a partire da uno scatenato Lautaro, autore di tutti e quattro i gol della serata, alla situazione infortunati. Le sue parole:

LAUTARO – “È stato bravissimo, deve continuare così insieme ai suoi compagni. È in crescita continua. Deve continuare così, poi capiterà che partirà fuori come stasera ma deve entrare con questo spirito”.

SITUAZIONE INFORTUNI – “Non penso di recuperare qualcuno per il Benfica ma c’è speranza. Abbiamo fuori giocatori che potrebbero farci comodo. Giocando con il calendario ravvicinato non è semplice. Quando non le sblocchi queste partite possono diventare insidiose. A fine primo tempo abbiamo parlato e abbiamo sistemato qualcosina”.

ENERGIE – “È la prima tornata di partite così ravvicinate. A guardare i dati fisici, la partita in cui abbiamo corso di più è stata col Sassuolo. Ogni partita richiede il suo dispendio energetico. Ho bisogno di tutti i giocatori. Stasera bene quelli che hanno giocato, Asllani ha giocato molto bene”.

SALERNITANA – “Non è semplice giocare all’arechi. I tanti tifosi che avevamo al seguito con il loro sostegno ci hanno aiutato a sbloccarla”.

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