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La Formula 1 tra la rivoluzione di Liberty Media e le nuove monoposto

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Formula 1: tra la rivoluzione di Liberty Media e le nuove monoposto

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Il 25 marzo, la data dello start del Mondiale 2018 di Formula 1, si avvicina sempre di più. La stagione, tuttavia, è già iniziata così come la rivoluzione messa in atto da Liberty Media. Il circus, infatti, sembra ormai pronto all’anno zero per una serie di novità che, grandi o piccole che siano, sicuramente cambieranno lo spettacolo. In positivo o in peggio lo si vedrà solo vivendolo.

Chi ha avuto modo di dare un’occhiata alle nuove F1 presentate dalla metà di febbraio avrà notato la prima sostanziale novità. A partire da quest’anno le macchine saranno dotate dell’Halo, dispositivo di protezione per i piloti. Situato sopra l’abitacolo, il sistema di sicurezza sin dall’annuncio della sua introduzione ha fatto parecchio discutere.

L’Halo, il dispositivo di sicurezza introdotto quest’anno

Secondo analisi computerizzate aumenta del 17% la sicurezza passiva dei piloti. Un dato positivo che sacrifica molto l’impatto estetico. Sotto questo punto di vista sono esemplari le parole del direttore della Mercedes Toto Wolff:

L’Halo non mi piace per niente e se potessi prenderei una motosega e lo farei sparire.

Il suo inserimento ha portato gli sviluppatori delle vetture a gestire un peso aggiuntivo di 7 kg, giudicato eccessivo da Wolff. Non solo questo perchè dalle impressioni post-test di alcuni piloti si sono potuti constatare altri problemi. Ricciardo, che non ha avuto difficoltà dal punto di vista visivo, ha fatto notare come sia più complicato saltare fuori dalla macchina in caso di emergenza. Gasly ha consigliato alla Toro Rosso di fare una scorta di tute perchè la sua si è già strappata. Sainz, invece, ha affermato che l’Halo non permette di capire se piove perchè le gocce di pioggia non finiscono più sulla visiera del casco. Insomma, in cambio di una maggiore protezione l’Halo costringe i piloti ad adattarsi a nuove situazioni e a correre su un’auto più brutta. La sensazione è che ci sia bisogno solo di adattamento, dei centauri e degli appassionati.

Chissà se i fans del campionato automobilistico più seguito al mondo si abitueranno a non vedere più le grid girls. Esse, le cosiddette “ombrelline“, non ci saranno più in griglia in partenza per volontà di Liberty Media. Una decisione che ha scatenato numerosi polemiche da parte di chi senza di loro veda meno show. Dietro la scelta del gruppo proprietario del circus sembra esserci, però, lo scandalo delle molestie sessuali.

I cambiamenti portati avanti dai proprietari americani non sono di certo finiti qui. Grande importanza è stata data all’aspetto tecnologico. Sulle monoposto verranno installate nuove telecamere, in posizione più bassa rispetto al 2017, e nuovi microfoni, che permetteranno di ascoltare meglio il suono del motore. Si potrà ammirare, inoltre, una nuova grafica video e durante i replay in gara verrà introdotto un sottofondo musicale. Nuovo sarà pure il sito, anch’esso rivoluzionato graficamente. Sono stati trovati accordi, altresì, in alcuni per Paesi per trasmettere le gare in diretta streaming su piattaforme come Netflix, Amazon, YouTube. Ciò non sarà possibile per gli italiani che potranno vedere la F1 solo su Sky.

L’idea della nuova grafica televisiva della Formula 1

Liberty Media è stata attenta a tutto slittando anche di un’ora l’inizio delle gare europee. A determinare ciò è stata un’analisi la quale ha rivelato un maggior numero numero di pubblico alle 15.

Sul piano regolamentare il principale mutamento è stata la riduzione delle power unit disponibili per l’intero campionato da 4 a 3. Una svolta che rappresenta una sfida per alcuni fornitori di motore, come la Renault o la Honda.

Se tutte queste novità si possono verificare dal 25 marzo, non è la stessa cosa per le monoposto. Infatti queste sono già state svelate dai team che le hanno portate in pista a Barcellona per i test. Prime prove che hanno dato qualche indicazione, anche se non del tutto credibile. Tutta colpa della neve e del freddo che hanno condizionato le verifiche di inizio stagione.

Neve e freddo su Barcellona, sede dei primi test della F1 2018

Fatto sta che nel quarto e ultimo giorno Hamilton ha piazzato un gran tempo, il migliore (1.19.333). Un crono che ha forse detto che la Mercedes è ancora un passo avanti tutte. Compresa la Ferrari che con Vettel è arrivato a 1.19.600, ma al 2° giorno, con pista meno umida. Il tedesco della Rossa si è detto dispiaciuto per le temperature basse che hanno compromesso le valutazioni. La settimana prossima si capirà qualcosa di più.

Intanto bisogna registrare alcune note liete, tra cui ci sono delle sorprese. La Red Bull nel primo giorno non è andata male con Ricciardo che ha ottenuto miglior tempo e completato più giri di tutti nella giornata. E’ soprattutto quest’ultimo dato il più confortante per la verifica dell’efficienza del motore Renault. Molto bene anche la Toro Rosso con il motore Honda che hanno fatto dannare Alonso negli scorsi anni. E’ stata, in effetti, la seconda scuderia a fare più giri nel primo giorno, e la migliore in assoluto nel quarto.

Aspettando ulteriori informazioni che arriveranno dai test del 6-9 marzo, è arrivato il momento di dare una valutazione alle nuove monoposto.

MERCEDES W09 9

Macchina che vince non si cambia, anzi si migliora. La lacuna più grande l’anno scorso è stato il consumo dei pneumatici. L’azienda tedesca ha lavorato su questo particolare apportando degli affinamenti alla vettura. Sostanzialmente è rimasta la Freccia d’Argento che vuole confermarsi campione.

FERRARI SF71H 9

La nuova monoposto di Maranello è tutta Rossa rappresentando la vera essenza della Ferrari. Esteticamente è l’unica scuderia che è riuscita a integrare al meglio l’Halo sulla macchina. La principale novità, annunciata dal dt del Cavallino Binotto, è un passo più lungo rispetto allo scorso anno. Sembra una Rossa d’assalto ed è anche molto bella da vedere.

RED BULL RB14 8.5

Se c’è una monoposto che potrebbe fare da terzo incomodo nella lotta Mercedes-Ferrari questa è la Red Bull. Presentata con una livrea magnifica è poi tornata a quella classica. Tecnicamente è molto forte, seppur con qualche dettaglio copiato alle due scuderie leader. Se il motore Renault acconsente può essere la sorpresa lì davanti.

WILLIAMS FW41 6.5

Livrea molto simile a quella dello scorso Mondiale, tecnicamente diversa con alcuni dettagli firmati Mercedes-Ferrari. La concorrenza per il quarto posto della classifica costruttori è folta, ma sarà in corsa fino alla fine.

McLAREN MCL33 6.5

Livrea color  “papaya orange”, motore Renault. I grossi cambiamenti finiscono qui perchè tecnicamente non è stata rivoluzionata. Desta scalpore il fondo piatto: staremo a vedere a cosa porterà. Esteticamente non è bellissima, ma neanche brutta. Insomma, una via di mezzo. Tocca ad Alonso renderla più bella in pista.

ALFA ROMEO-SAUBER C37 7

Sul piano estetico la Sauber, ora targata Alfa Romeo, è molto meglio rispetto all’anno passato. Inoltre può contare sulla Power Unit Ferrari aggiornata. Con dei dettagli ripresi dalla Force India dell’anno scorso non è messa male anche sul piano tecnico. Attenzione alla Sauber C37!

RENAULT RS18 7

Wolff ha dichiarato che la Renault è la monoposto che potrebbe migliorare di più. Se lo dice lui c’è da credergli. La macchina francese è andata in crescendo nel finale di stagione l’anno scorso. Perciò niente grandi cambiamenti, ma proseguimento del lavoro avviato 12 mesi fa. Esteticamente poi è sempre bella da vedere con il giallo che si combina al nero.

HAAS VF18 4.5

Non è cambiata granchè, come livrea e anche tecnicamente. Se i miglioramenti apportati dalle altre scuderie minori funzioneranno dovrà prepararsi a un anno difficile.

TORO ROSSO STR13 5.5

Il motore Honda è la principale novità. La livrea non ha subìto mutamenti. Nei primi test è andata bene. Forse è meglio non sottovalutarla troppo.

FORCE INDIA 5

Ultima a scoprirsi, esteticamente è peggiorata rispetto a un anno fa. La livrea rosa con piccoli dettagli in nero era più bella. I tocchi bianchi della nuova Force India lasciano a desiderare. Brutta, ma forte in pista? I test finora non sono stati confortanti…

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Arrivano le parole di Gravina su Acerbi: “La sentenza va rispettata”

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FIGC

Dopa la decisione del giudice sportivo di assolvere Acerbi sono arrivate le dichiarazioni del presidente della Figc Gabriele Gravina circa l’accaduto. Nelle ultime ore la sentenza aveva scatenato le reazioni più disparate, a partire dall’indignazione del Napoli resa nota tramite un suo comunicato ufficiale. A cercare di placare le acque ci ha provato proprio Gravina, a conclusione dell’Assemblea di Lega odierna. Gravina ha invocato il rispetto verso la sentenza del giudice sportivo. Inoltre si è pure detto disposto a credere alla difesa di Acerbi che aveva saltato per via del caso gli ultimi impegni con la Nazionale italiana. Di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni.

GRAVINA – “L’assoluzione di Acerbi? Si tratta di una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi non si sente soddisfatto. Esistono  principi che devono essere rispettati altrimenti corriamo il rischio di  far saltare tutto il sistema. Io accetto il verdetto e sul piano umano  abbraccerò il ragazzo quando lo incontrerò. Abbiamo saputo di una verifica da parte del giudice sportivo e allora, per evitare forme di distrazione, lo abbiamo lasciato a casa. È stata una decisione a scopo precauzionale, non perché già condannato. Acerbi ha fornito le proprie motivazioni e noi crediamo alle parole del ragazzo”.

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Flash News

Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione

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Khvicha Kvaratskhelia, giocatore del Napoli - Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League

Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.

LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA

Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.

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Calcio Internazionale

Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico

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Barcellona Lewandowski

Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.

Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.

Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina

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Andrea Compagno

Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.

All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.

La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO

In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?

Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.

Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.

Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.

Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?  

Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA

Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?

Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.

C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?

Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.

E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento. 

Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR

I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A. 

Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.

È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese. 

Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE

Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto? 

Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.

Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?

Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.

La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?

Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.

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