Un dicembre aspro, angusto, particolarmente freddo: un esonero arrivato il 27 novembre che dopo tante sconfitte sembrava oramai non dovesse più arrivare. Vincenzo Montella ha vissuto un periodo non proprio idilliaco in questo inverno particolarmente freddo per l’Italia e triste per il Milan che, all’infuori del recente derby vinto, ha collezionato solo 4 punti in 4 partite. Pochissimo. Eppure è quasi difficile pensare che per quanto sia milanista e quanto abbia dato ai rossoneri, Montella possa aver gioito di questo periodo no. In ogni caso, dopo tanto stress e ansia l’ex allenatore di Milan, Fiorentina, Sampdoria e Roma ha trovato uno spiraglio, una luce nuova e più caliente di quelle che gli si erano prospettate fino ad oggi. L’esonero del Toto Berizzo a Siviglia ha liberato una panchina importante e prestigiosa, con la possibilità di disputare un campionato spagnolo chiuso per il titolo ma non per il resto, e per di più, con la chance del doppio confronto con il Manchestser United in Champions League. Montella cerca una squadra, Siviglia un allenatore, il binomio è quello di due metà complementari che potrebbero unirsi e ci stanno provando, cercando di superare ostacoli burocratici e previe scelte contrattuali.

MONTELLA LO SPAGNOLO
Già dai tempi di Firenze si vedeva nell’impostazione tattica di Montella qualcosa di particolarmente spagnolo. Erano gli anni 2013 e 2014, periodi influenzati dal post-Guardiola al Barcellona e del conseguente tiki taka, con tutte le sue sfumature, un sistema che aveva spopolato in tutto il mondo del pallone con un epicentro particolare nella terra iberica. Così Montella era stato definito con la sua Fiorentina “Montella lo spagnolo”, una Viola che giocava un calcio palla a terra e palleggio continuato tanto da sembrare un vero e proprio club della Liga; i risultati dell’Aereoplanino al Franchi sono stati ottimi, con tre quarti posti consecutivi e una finale di Coppa Italia persa in favore del Napoli. Nella sua ultima stagione Toscana, la 2014-2015, Montella fu eliminato in Europa League proprio dal Siviglia, nell’annata in cui gli andalusi vinsero per la prima volta il trofeo e diedero inizio al singolare triennio di vittorie degli andalusi in Europa League.
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Poi, sia Montella che il Siviglia, ebbero periodi totalmente opposti: il tecnico venne chiamato da ex alla Sampdoria per risollevare la squadra dopo la gestione Zenga, ma la scelta di Ferrero non ripagò gli entusiasmi delle attese e Montella ottenne solo un quindicesimo posto; il Siviglia invece vinse ancora l’Europa League e si qualificò come finalista (poi perdente) in Copa del Rey. È evidente che in gli andalusi siano sempre stati, soprattutto nella storia più recente, una delle squadre spagnole di maggior blasone, uno dei club che insieme alla fascia più mainstream di questa categoria (Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid) ha contribuito a rendere il futbol spagnolo il sistema calcistico più divertente, moderno e spettacolare degli ultimi anni: i giocatori che ultimamente sono passati da Siviglia hanno sempre fatto parlare di sè, che siano stati Bacca o Alex Vidal o Gameiro o Krychowiak. Per quel che riguarda Montella invece, l’allenatore napoletano è anch’egli un piacevole frutto del calcio italiano contemporaneo, figlio di quella categoria di giocatori vincenti e apprezzati all’unanimità dal popolo degli sportivi azzurri e che, una volta in panchina, è stato bravo a esprimere il suo talento da calciatore sotto la veste di idee tattiche e impostazioni di gioco. Montella non è certo il miglior allenatore italiano e non è proprio uno dei più vincenti (unico trofeo conquistato la Supercoppa italiana a Doha lo scorso dicembre) ma da Firenze in poi l’Aereoplanino ha ricevuto l’investitura di allenatore promettente, e in parte, la prima parte di esperienza al Milan gli aveva dato ragione. Con il club milanese un primo anno sopra le righe – in rapporto alle precedenti stagioni rossonere – con vittoria di un trofeo, qualificazione in Europa League e la tanto ricercata identità di gioco che grazie a Montella, dopo molti anni, si è rivista a San Siro; l’esonero di questo novembre invece ha certificato la confusione e le difficoltà dell’ex Viola nel gestire un gruppo più eterogeneo e ampio di quello precedente, con un completo cambio di rosa che ha scardinato le idee ben salde del tecnico, fino a giungere a una disastrosa gestione tattica del gruppo.
BINOMIO
Montella a Siviglia potrebbe fare molto bene, e dopo tutte le rogne e le difficoltà dell’ultimo periodo milanese, l’allenatore napoletano può finalmente trovare un impiego che, in ogni caso, sarebbe più gustoso e meno stressante della panchina di San Siro. Infatti al di là della vita e dei ritmi della Spagna, Montella al Sanchez Pizjuan potrebbe contare soprattutto su una squadra dai tratti tecnico-tattici più simili al suo credo, nonchè un dirigenza esigente ma con le giuste pretese. Con un turno in Champions decisamente arduo da passare, gli andalusi sono quinti in Liga a due punti dal Real Madrid quarto e a meno cinque dal Valencia terzo. Il lavoro di Berizzo era un cantiere pienamente e tutt’ora ancora aperto, ma la difficile gestione del rapporto con un dipendente che ha subito il trauma di dover curare un tumore e le non poche difficoltà del Toto in panchina nel giocare un calcio brillante hanno portato la società a scegliere la via della separazione.

Così, il Siviglia ha proposto e Montella ha risposto, aspettando solo che il Milan dia il via libera all’operazione dato che Fassone è ancora il detentore del contratto sportivo dell’Aereoplanino. Al Sanchez Pizjuan l’ex Milan ritroverebbe Muriel e Joaquin Correa, allenati ai tempi della Samp; ma in Andalusia giocano tutt’ora diverse conoscenze della Serie A che Montella ha visionato e studiato per affrontare come avversari: el Mudo Vazquez (Palermo), Ever Banega (Inter), Simon Kjaer (Roma). In quanto a moduli, il Siviglia di Berizzo era impostato su un sacrosanto 4-2-3-1 che spesso si era tramutato in un 4-3-3, e quindi, l’ex Milan potrebbe ritrovare una squadra abituata tanto a giocare il pallone quanto pronta a gestire la partita secondo il modulo a lui più congeniale: il 4-3-3 di Montella aveva ben figurato nella scorsa stagione del Milan e pure a Firenze aveva riscosso piacevoli critiche, ovviamente quando non si parlava di 3-5-2, autentico capolavoro dell’ex Viola.
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Pertanto, Montella a Siviglia ha tantissime probabilità di essere nel posto giusto nel periodo storico giusto, un club affermato in cerca di rilancio e un allenatore importante con una gran voglia di dimostrare chi è in una terra straniera. Il matrimonio con un club del campionato spagnolo sarebbe importante per la carriera dell’Aereoplanino, che dal sodalizio con gli andalusi trarrebbe la possibilità di vivere una nuova avventura e misurarsi in un torneo che per ranking UEFA e statistiche è più competitivo di quello italiano. Per la prima volta nella sua giovane carriera. Alla fin fine sia Siviglia che Montella aspettano una risposta da Fassone, nella speranza che nello svincolo dell’allenatore non ci siano problemi, e dare dunque il via a questa nuova avventura fra un club che parla molto italiano e un allenatore che è sempre stato, in fin dei conti, un po’ spagnolo.