Sicuramente non è stato l’idolo dei tifosi rossoneri. Non è stato nemmeno uno dei giocatori più forti che il Milan abbia avuto in rosa, anche per via di una storia fatta di gloriosi campioni. Riccardo Montolivo, però, è stato un signore, un uomo da rispettare al di fuori dell’aspetto calcistico per quanto ha saputo dare a questo club. Due giorni fa, sempre con grande eleganza, l’ormai ex milanista ha pubblicato, sul proprio profilo Instagram, un messaggio d’addio per i tifosi del Diavolo. Le parole usate da Montolivo hanno evidenziato la sua sofferenza per l’immeritato modo in cui è stato congedato, ma al tempo stesso grande rispetto per la piazza. Ecco allora un modo per omaggiare un ragazzo che ha messo sempre il bene del Milan al primo posto, anche nel momento dei saluti.
L’ARRIVO DALLA FIORENTINA E LE PRIME STAGIONI
Nel 2012, dopo la breve parentesi all’Atalanta e l’importante esperienza con la Fiorentina, Montolivo si trasferisce a Milanello a parametro zero. Il suo arrivo in rossonero è accolto inizialmente in maniera molto positiva, anche per via delle ottime stagioni disputate a Firenze. Il mediano è inoltre nel giro della nazionale da diversi anni ed è reduce dall’Europeo perso solo in finale con l’inarrestabile Spagna. In quella stagione il ragazzo si impone con 39 presenze e 4 reti, indossando addirittura la fascia di capitano nel big match contro la Juventus. Montolivo diventa ufficialmente capitano dei rossoneri a partire dalla stagione seguente – ereditando la fascia da Ambrosini – a testimonianza della sua grande professionalità e del suo impegno per i colori del Milan. Per sua sfortuna, l’inizio della sua esperienza da capitano coincide con l’inizio di un periodo difficilissimo per la squadra. Per ben tre anni consecutivi, i rossoneri non si qualificano per le competizioni europee, qualcosa di impensabile fino a poche stagioni prima. Montolivo, forse anche per via del suo ruolo di capitano, finisce sul banco degli imputati e diventa così uno dei capri espiatori del malcontento rossonero. Nonostante le pesanti critiche e due brutti infortuni, il giocatore continua ad onorare la maglia con il massimo impegno, scendendo in campo altre 93 volte dal 2013/14 al 2016/2017 e conquistando anche una Supercoppa Italiana. L’arrivo di Gennaro Gattuso in panchina, nella stagione seguente, sancisce di fatto l’inizio della fine.

Immagine dall’account Instagram di Riccardo Montolivo.
DA CAPITANO A DIMENTICATO
Come anticipato, la stagione 2017/2018 rappresenta un momento di svolta nella storia di Montolivo al Milan. In estate, la campagna acquisti faraonica dei rossoneri porta a San Siro diversi giocatori, su tutti Leonardo Bonucci. La società decide di affidare la fascia di capitano al difensore, strappandola dal braccio di Montolivo. Come se non bastasse, il minutaggio del mediano comincia a scendere per via di idee tattiche probabilmente molto distanti da quelle di Ringhio. Le sue apparizioni sono solo 26, molte delle quali da subentrato. Il fondo poi si tocca nella stagione appena conclusa: 0 minuti giocati, neanche una presenza nei periodi più complicati della stagione, quando addirittura Calabria si adatta a fare la mezz’ala. Montolivo viene convocato in un’unica occasione da metà marzo alla fine del campionato, un’umiliazione che però viene affrontata nel silenzio e nel rispetto più totale per la squadra.
“7 stagioni con questa gloriosa maglia. 4 anni con la fascia di Capitano al braccio. Poi mi hanno tolto la fascia e non ho fiatato. Non ho potuto fare un solo minuto in campo e non ho fiatato. Non ho avuto la possibilità di salutarvi nel mio stadio e non ho fiatato.Tutto questo fiato risparmiato lo uso per urlare grazie tifosi rossoneri! Grazie da un Capitano e un uomo ferito, ma che continuerà ad andare a testa alta, consapevole di aver fatto sempre ed in ogni ambito il proprio dovere da professionista. Le ferite si cicatrizzano, l’amore per la maglia rimane per sempre. Forza Milan!”
Queste sono le parole usate da Montolivo nel suo post d’addio al Milan, al quale hanno voluto rispondere molti suoi compagni ed ex compagni. Un trattamento a dir poco imbarazzante nei confronti di un ragazzo che meritava ben altro.

Immagine dall’account Instagram di Riccardo Montolivo.
L’ENNESIMO FALLIMENTO DEL CALCIO ITALIANO
Quest’anno, la Serie A ha salutato alcuni dei suoi grandi protagonisti, ma il caso più chiacchierato è stato quello di Daniele De Rossi. I tifosi giallorossi (e non solo) sono andati su tutte le furie per il comportamento avuto dalla società nei confronti di un giocatore come DDR, una delle poche bandiere rimaste, uno che ha dato la sua carriera alla Roma. La questione De Rossi è stata paragonata da molti a quella di un altro eterno del calcio italiano: Alessandro Del Piero, anche lui congedato troppo frettolosamente dalla Juventus. Forse paragonare Montolivo a due mostri sacri come questi può risultare una forzatura, ma non completamente. Montolivo non ha trascorso l’intera carriera al Milan come De Rossi ha fatto con la Roma e non ha vinto quanto Del Piero con la Juve. Come loro però, Montolivo è stato cacciato e anzi, è stato trattato come nessuno meriterebbe. Nel calcio di oggi, dove scoppiano casi e spuntano “mal di pancia” in continuazione, è difficile trovare giocatori come Riccardo e bisognerebbe quanto meno rispettarli. Le parole migliori per concludere questo omaggio a Montolivo sono quelle usate da Luca Antonelli, altro ex rossonero, in un commento al suo post: Chapeau Cap, signori si nasce. Un grande in bocca al lupo ad un grande uomo.

Fonte immagine: profilo Instagram Montolivo
Fonte immagine copertina: account Instagram di Riccardo Montolivo