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Montpellier, si riaccendono i sogni della Paillade

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Montpellier, si riaccendono i sogni della Paillade

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“Certains clubs font de petites épopées, d’autres écrivent l’histoire”

Recita così il telone esposto dagli ultras del Montpellier prima del trionfante derby contro gli odiati vicini del Nimes, riferendosi alla recente storia dei cugini del Gard, scevra di momenti di gloria, se comparata a quella del club arancio-blu, campione di Francia nella stagione 2011/2012.

Dopo anni deludenti e anonimi, é proprio il desiderio di riscrivere la storia a infiammare i cuori dei Montpellierains.

Infatti, il club della Paillade, dopo dodici giornate di campionato, veleggia in seconda posizione, alle spalle dell’irraggiungibile Paris Saint Germain distante unici punti. Con una media di oltre due punti a partita, gli uomini di Der Zakarian si candidano come autentica pretendente al ruolo di dauphin del PSG e come autorevole candidata per un posto in Champions League, in un campionato nel quali le storiche grandi, per ora, stentano a trovare la continuità nei risultati.

AMMAZZAGRANDI

Il ruolino di marcia è impressionante: tredici punti nelle ultime cinque partite, dodici gol segnati e solo uno subito. Andando oltre il mero aspetto statistico, è il nome degli avversari sconfitti che entusiasma i tifosi : infatti, sono caduti alla Mosson storici rivali come il Nizza (1-0), ma soprattutto gli acerrimi nemici del Nimes (3-0), in un derby tesissimo sugli spalti, e nell’ultimo turno il Marsiglia sempre con un sonoro 3-0. Anche la roboante vittoria a Tolosa, sempre con tre gol a zero, in un altro sentito derby del sud ovest ha riacceso l’entusiasmo in una piazza che sembrava ormai destinata a una perenne salvezza tranquilla.

In una città nella quale la supremazia del calcio come sport più amato é sempre stata messa in discussione dalle ottime prestazioni e dal blasone delle squadre di rugby e handball, é stato l’epopea degli uomini allora guidati da Girard nel 2011/12 a far palpitare anche chi non era così attaccato alle vicende del club orange et bleu.

Le gesta di Giroud e di Belhanda nel rettangolo verde e le singolari uscite del vulcanico presidente Nicollin rendono simpatico ai tifosi di tutta Europa questo piccolo club tanto audace da contendere lo scettro con i milioni del petrolio degli sceicchi di Parigi, allenati da Carlo Ancelotti.

Dopo il trionfo arriva però il buio: le cessioni mai rimpiazzate e gli scarsi investimenti portano il Montpellier in un limbo dal quale ora sembra essersi risollevato. Dice tanto sul nuovo trend il record appena battuto dalla squadra della Mosson, ovvero mai era capitato al club fondato nel 1974 di subire una sola sconfitta nelle prime 12 partite.

I MOTIVI DELLA SORPRESA

Banalmente si può spiegare questo exploit illustrando le statistiche, che mostrano come l’attacco segni e la difesa sia impermeabile. L’organizzazione tattica di Der Zakarian, tecnico armeno di grande esperienza, ma reduce da una cocente delusione a Reims, si basa su una ermetica difesa a tre guidata dalla tempra di Vitorino Hilton.Davanti al centrocampo a quattro é il trio Laborde-Mollet-Delort a finalizzare. Tre giocatori che incarnano perfettamente lo spirito di questo club:la voglia di rivincita.

Proprio l’idea di revanche é il filo rosso che lega tifosi, società, allenatore e giocatori. I tifosi, sempre al fianco della squadra, vogliono credere che il trionfo di sette stagioni fa non sia meramente episodico, ma che sia ripetibile. La società, anch’essa stimolata dalle medesime ambizioni, è ora guidata da Olivier Nicollin, figlio di Louis, scomparso nel giugno del 2017 ma non ancora dimenticato. Olivier, personaggio ben più sobrio, sta provando a “normalizzare” la società dal punto di vista dell’immagine, intraprendendo una gestione oculata ma con la passione del mecenate.

Der Zakarian vuole scrollarsi di dosso l’etichetta di mediocre e dimostrare come non sia stato un caso il bel periodo a Nantes. Giocatori come Delort e Laborde, ai quali era pronosticato un futuro da star, ma che si sono persi in avventure sfortunate, scendono in campo con un surplus di rabbia agonistica evidente.

Basteranno questi ingredienti per vedere la Paillade infiammarsi nuovamente? La risposta arriverà probabilmente con il passare delle settimane, ma le premesse fanno sognare.

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Calciomercato

Il Barcellona punta Savinho del Girona: la situazione

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Xavi

BARCELLONA SAVINHO – Il Girona è una delle sorprese più significative di questa prima metà di stagione. Il club catalano ha sorpreso tutti, soprattutto per quel che riguarda la continuità dei risultati ottenuti, che ha permesso loro di restare nelle posizioni élitarie della classifica de LaLiga.

Ovviamente, le ottime prestazioni dei giocatori cruciali della rosa di Michel hanno attirato l’interesse dei top club del calcio mondiale, come nei casi di Tsygankov, DobvykHerrera e Savinho. In particolare, su quest’ultimo è forte l’attenzione dei rivali conterranei del club, ossia il Barcellona. Infatti, secondo quanto riportato da Diario Sport, i blaugrana hanno già avuto un confronto con gli agenti del giocatore, cercando di comprendere la disponibilità dell’approdo del giocatore presso il Camp Nou.

Al momento non si parla di cifre, né di trattativa avviata tra il Barcellona e Savinho, sottolineando la mancanza di punti di vista del giocatore stesso e del club proprietario del cartellino, focalizzato sul proseguimento di un sogno fiabesco.

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La Fiorentina punta la Roma: in dubbio Nico Gonzalez, ma non è l’unico a rischio

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Fiorentina

Dopo la vittoria ai calci di rigore con il Parma ed essere riuscita ad accedere ai quarti di finale della Coppa Italia, la Fiorentina deve tornare a concentrarsi sul campionato e sull’imminente impegno con la Roma.

Vincenzo Italiano affronta Josè Mourinho nel match di domenica sera dell’Olimpico ed entrambe le squadre cercano un posto in zona Champions. I Viola, sesti, vogliono tentare il sorpasso sui giallorossi, al momento al quarto posto, sperando in un passo falso del Napoli in casa della Juventus. Il tecnico dei toscani deve però fare i conti con gli infortunati e con dei giocatori che in questo momento sono in dubbio, tra cui Nico Gonzalez.

LA SITUAZIONE INFORTUNI IN CASA FIORENTINA

Secondo quanto riportato dall’Ansa, le condizioni di Nico Gonzalez devono essere valutate nei prossimi giorni. L’attaccante argentino ha saltato Salernitana e Parma perché alle prese con un risentimento muscolare e la sua presenza con la Roma non è certa. L’obiettivo dei Viola è quello di recuperarlo per il delicato match dell’Olimpico e vogliono attendere fino a sabato per capire la situazione.

Non solo il Bicho, anche Ikonè e Kouamè sono a rischio per la partita con i giallorossi. Il primo ha un po’ di febbre, mentre l’ivoriano ha accusato un fastidio al ginocchio. Si appresta invece a tornare in campo Lucas Martinez Quarta, squalificato per il turno di coppa.

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Angelozzi sul mercato al Frosinone: “Reinier è venuto grazie a Braida”

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In questo avvio di Serie A, una delle sorprese del campionato è sicuramente il Frosinone. I Ciociari sono una delle 3 neopromosse e sono al momento al dodicesimo posto con 18 punti. A trascinare i gialloblù ben distanti dalla zona retrocessione è Eusebio Di Francesco, un allenatore in cerca di riscatto e bravo nel lavorare con una rosa giovane.

Infatti, nella sessione di mercato estiva Guido Angelozzi ha costruito una squadra di giocatori di talento e che vogliono crescere senza troppe pressioni per lanciarsi nella propria carriera. Fino ad ora l’operato del Direttore Sportivo ha portato i frutti sperati e il dirigente del Frosinone si è raccontato ai microfoni di Sky Sport. Di seguito le sue parole riportate da gianlucadimarzio.com.

LE DICHIARAZIONI DI ANGELOZZI

LA SUA SQUADRA – “Per me il Frosinone è il Real Madrid”

LA CARRIERA – “Sono stato sempre in società povere e mi sono sempre inventato diversi tipi di operazione. Qundo devi scegliere un giocatore guardo sempre come si allena, come si comporta e se ci posso parlare provo a capire le sue ambizioni. È importante il contatto diretto con la persona per capire tanti aspetti”

MATIAS SOULE’ – “Lo abbiamo corteggiato come si fa con una bella donna, con telefonate e inviti a cena del procuratore. Quest’anno abbiamo fatto un altro tipo di filosofia: prendiamo dei ragazzi in prestito, così se va bene ci salviamo ma se va male non ci inguaiamo economicamente”.

ARIEDO BRAIDA – “Un procuratore mi manda il profilo di Reinier e pensavo fosse impossibile prenderlo al Frosinone. Un giorno in un pranzo c’era anche Ariedo Braida e gli chiedo, visto il suo rapporto con Ancelotti di contattarlo lui. Allora viene fuori che lo potevano mandare a giocare ma dovevano decidere dove. Quindi due giorni dopo Ancelotti ha chiamato Ariedo dicendogli che aveva parlato bene di noi. Reinier aveva parlato con Kaio Jorge perché non sapeva cosa fosse il Frosinone, gli ha spiegato che è una società piccola ma bella, una famiglia, quindi è venuto e ci sta dando delle soddisfazioni”.

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Jankto si racconta: “Coming out? Volevo mandare un messaggio, è andata molto bene”

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sampdoria, Jankto è in partenza

JANKTO – Dopo le esperienze al Getafe e allo Sparta Praga, Jakub Jankto ha scelto di tornare a giocare in Italia, dove aveva vestito le maglie di Udinese e Sampdoria, e iniziare un’avventura con il Cagliari. Il centrocampista ceco è stato intervistato da ESPN e ha parlato della sua nuova squadra, dei tifosi e del suo coming out annunciato qualche mese fa. Di seguito le sue parole riportate da TuttoCagliari.

LE DICHIARAZIONI DI JANKTO

IL COMING OUT – “La gente vuole che io sia il capitano di una certa comunità. Io dico sempre: guardate, io rispetto tutti, tutta la comunità, tutte le persone. Ma io voglio solo concentrarmi su me stesso, sulla mia squadra, sul Cagliari, forse anche sulla Nazionale. Non posso decidere per gli altri. Se vogliono parlare, bene, parlino. Volevo solo dare un messaggio a tutti. Penso che sia andata molto, molto bene. È finita lì. Volevo solo dare un messaggio e, sì, ora andiamo avanti”.

LO SPOGLIATOIO – “Di calcio. C’è differenza tra lo spogliatoio e il campo di allenamento. Dipende anche dalle persone: con i ragazzi di 18, 19, 20 anni forse non si può parlare di politica. Quando si è giovani, c’è un po’ di paura, troppo rispetto. Ora sono più rilassato, ho più esperienza. Ho una responsabilità maggiore. Ma non mi sento un capitano. Leonardo Pavoletti, Viola, Gianluca Lapadula: questi sono i leader. Un’ora prima della partita siamo qui a pensare a quello che può succedere”.

I TIFOSI –“I tifosi sono vicini: intensi, rumorosi, un 12° giocatore. Quando ci siamo trovati in una brutta situazione, non hanno fischiato, non hanno detto nulla. Invece ci sostengono. Qualche settimana fa, eravamo sotto per 3-0 e abbiamo sentito questa energia. Abbiamo vinto 4-3”.

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