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Moreyball, su come rovinare il calcio

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Moreyball, su come rovinare il calcio

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In realtà nessuno vuole rovinare il calcio, ma Daryl Morey è un tipo piuttosto simpatico, quantomeno per come immaginiamo lo standard di un fanatico dei numeri. O dati, come preferisce chiamarli lui (e come è più corretto chiamarli, dopotutto). Comunque alla Sloan Sports Analytics Conference, la convention del quel è uno dei fondatori che si tiene al MIT di Boston, un paio di idee le ha espresse, tra le quali trasformare il cronometro da progressivo ad effettivo. Il nocciolo della questione lo ha riassunto in una frase molto semplice:

“Se la NBA è a dieci anni di distanza dal baseball, in quanto ad approccio analitico, il calcio è dieci anni dietro alla NBA”

Moneyball, il libro che narra la storia di Billy Beane e la costruzione “inconsueta” ma tremendamente efficace dei suoi Oakland Athletics (è stato trasposto in film da Bennett Miller con Brad Pitt nel ruolo di Beane e Jonah Hill nel suo “esperto di sabermetrica” Peter Brand) fondato tutto sulla OBP (On-Base Percentage, brutalmente il rapporto tra basi conquistate/turni di battuta. Il baseball è forse lo sport per eccellenza da poter descrivere dei numeri, essendo un gioco ben cadenzato da possessi e facile da descrivere con i numeri. Il basket richiede modelli statistici più complessi (già il concetto di possessi è molto più “liquido” rispetto al baseball o al football americano) e costantemente in via di definizione. Daryl Morey entra in questo discorso come la prima figura di basket “mainstream” ad affidare alle analisi statistiche la guida delle sue decisioni da GM.

Decisioni che seguono 4 punti cardinali: pace (più possessi, più tiri), abolizione del mid-range(statisticamente il tiro meno efficiente) a favore di conclusioni nel pitturato e triple, triple possibilmente dagli angoli (dove la distanza scende a 6,71 m dai 7,25 canonici), più tiri liberi possibili (il metodo più efficiente per segnare). Tutto nato da una semplice considerazione: tirare con il 33% da 3 equivale a tirare con il 50% dentro l’area (secondo il rapporto 3:2 per il potenziale di punti messo a segno). Perciò meglio convertire triple o tiri “facili” che dai giocatori giusti possono essere convertiti con percentuali estremamente alte. Non siamo ai livelli estremi di Dave Arsenault ma i pilastri sono gli stessi.

Il moveset di D’Antoni è nato e cucito per favorire la creazione e la conclusione di questi concetti:

  • Spain Pick ‘n’ Roll

I Rockets sono fan sfegatati dello “Spain“. L’idea è molto semplice: coinvolgere 3 uomini (2 in un pick ‘n’ roll, il terzo come bersaglio di riserva per un piazzato) per creare superiorità numerica fronte a canestro e fuori dall’arco. Il primo passo è un blocco orientato tra il difensore e la mano forte del portatore di palla (nella prima azione Nenè lo esegue alla perfezione) consentendo ad Harden di attaccare il ferro in superiorità numerica. Il vantaggio che ne prosegue si moltiplica a cascata: Gordon esce in punta dove è partito Harden, Thomas rimane interdetto tra il seguirlo e proteggere il ferro mentre Nenè rolla e lo “circumnaviga”. Mentre Harden stacca da terra per il layup vediamo 3 potenziali minacce dall’arco più il N°42 completamente solo diretto verso il ferro. In buona sostanza 5 giocatori in campo contemporaneamente in grado di portare punti a tabellone con triple o conclusioni vicino al ferro. Il midrange? Completamente disabitato, ridotto a semplice “espressione geografica”.

La quarta è interessante. Popovich prova a prevenire lo Spain portando due uomini in zona Harden. Brandon Paul però si affida troppo alla meccanicità e poco alla lettura dell’azione sbattendo sopra a Green mentre 13 parte sulla destra trovando un’autostrada verso il canestro.

In una delle successive i Lakers mettono in difficolta la guardia ex-OKC riuscendo a raddoppiare con Mozgov e Young con Nenè che si tiene il migliore dei suoi blocchi nel taschino. Lo stesso roll di Nenè, con Anderson che tende l’esca a Randle e Gordon sempre preciso nelle sue letture danno modo ad Harden di mettere nei guai Young (indeciso se uscire sul N°10 o rimanere sull’uomo) e Russell, piuttosto inutile ad altezza lunetta. il 13 premierà il brasiliano per 2 punti.

  • 21’s

Le 21 dei Rockets sonon un raro caso nel quale la squadra del Texas non parte da un P’n’R centrale. La offense parte con un 5-out con le due guardie che scambiano su uno dei lati del campo. Nella prima clip un blocco stag HardenCapela libera l’uscita di Gordon con Arza ed Anderson a garantire spacing e potenziale minaccia dal alto debole. Gordon trasforma la minaccia di Ariza in possibilità, Ariza la chiude con 3 punti. Dalla punta il giocatore palla in mano ha le solite 3 opzioni: tiro, scarico, assist per l’attacco al ferro di un compagno. Tutte situazioni che si susseguono regolarmente nel video.

Qui sopra l’esemplificazione dei due giocatori più rappresentativi del Moreyball: James Harden e Clint Capela. Due esempi quantomai diversi ma estremamente in tema Moreyball: conclusioni efficienti e volume altissimo. Midrange quasi inesistente (meno del 13% dei tiri totali del totale Rockets in stagione viene da quest’area) e percentuale di conversione estremamente elevata. Mike D’Antoni è il floor general di questa idea. Già empiricamente anticipata dai suoi Phoenix Suns, la squadra della ex PG di Milano si serve immancabilmente di un playbook fatto apposta per giocare ad alto pace e sfruttando tutti quei “quick hitters” per chiudere le azioni velocemente. Houston gioca una quantità di pick’n’roll e flare screens davvero alta, con Nenè prima e Capela oggi a duettare con Harden spesso già da metà campo, soprattutto contro marcature molto spinte. Il “Barba” poi è semplicemente eccezionale nel creare 5v4 e trovare la via più facile per chiudere l’azione positivamente.

Il risultato è eccezionale e controverso allo stesso tempo: un basket dettato dai numeri, forse non amato dai puristi del gioco ma estremamente efficiente. Forse troppo efficiente. La Lega da ormai circa 15 anni sta spostando vertiginosamente il focus sul bersaglio grosso, cambiando radicalmente volto ad uno sport dominato fino a praticamente una decade fa da giocatori più tecnici e potenti sotto le plance piuttoso che dall’arco. Un’eventualità ancora lontana ma sempre più concretamente possibile. Al di là dell’anello, la rivoluzione portata dal pensiero di Morey e dalle stats potrebbe essere molto più ingombrante di quel che vediamo oggi.

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Harden imita Beckham: vuole una stella per i suoi Houston Dynamo

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Vela

James Harden, cestista statunitense che ha vestito la maglia dei Philadelphia 76ers nell’ultima stagione, ha deciso di acquistare qualche tempo fa alcuni azioni degli Houston Dynamo. Harden ha trascorso ben nove anni in Texas e ha deciso quindi di investire sulla squadra di calcio di Houston che disputa la MLS. Ora, con l’arrivo di Lionel Messi all’Inter Miami di proprietà di David Beckham, il play americano sogna un colpo simile per la sua squadra. Ha infatti rilasciato recentemente alcune dichiarazioni a USA Today Sports: Cerchiamo un campione che venga a Houston. Sappiamo tutti quanto incredibile è Messi, che a Miami insieme alla sua famiglia si sta trovando bene. Anche noi cerchiamo qualcuno che venga nella nostra franchigia e siamo sicuri che lo troveremo. Non me ne occupo io direttamente, ma il club è al lavoro”.

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Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Lebron

Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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juventus

Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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Basket

Curry contro LeBron: sfavoriti a chi? Stanotte ritorna in scena il duello

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LeBron James Curry

Non saranno le Finals del quadriennio 2015/2018, ma questa notte sarà di nuovo Steph Curry contro LeBron James. E la Lega già si infiamma, per la serie che questi due talenti potrebbero mettere in piedi.

Il primo guida ormai dal 2009 i Golden State Warriors, con cui ha vinto 4 anelli e segnato un’epoca. Il secondo si è legato con i Los Angeles Lakers nel 2018, laureandosi campione NBA per la quarta volta nella sua storia la stagione successiva.

I PRECEDENTI

Nel 2018 i Golden State Warriors di Curry, Thompson, Durant e Green hanno spazzato via i Cleveland Cavaliers di LeBron James nelle Finals con un nettissimo 4-0. Da un lato abbiamo, probabilmente, la squadra più forte della storia come quintetto titolare. Dall’altro lato un roaster in evidente fase calante che LeBron James, se non da solo quasi, ha trascinato alle Finals. Le sue ottave Finals NBA consecutive, tra Miami Heat e Cleveland Cavaliers.

Nonostante il risultato senza repliche, infatti, dalle parti di Cleveland, King James fu idolatrato come una divinità, quando a fine anno svestì la casacca della franchigia dell’Ohio. Il motivo di tale amore incondizionato del pubblico dei Cavs è dovuto al fatto che il primo addio, che a tutti è sembrato un vero e proprio tradimento, commercializzato all’inverosimile con “The Decision“, è stato ampiamente colmato. Nella sua seconda avventura ai Cavs, LeBron ha portato la squadra ad un livello superiore. E, soprattutto, ha portato a casa il primo anello della storia della squadra. Lo ha fatto con un’impresa degna di nota: prima e unica volta nella storia che una squadra in svantaggio di 3-1 in una serie di Finals è riuscito a ribaltare e vincere.

Quell’estate, LeBron ha lasciato la sua Cleveland e la Eastern Conference, per sbarcare ad Ovest, per la prima volta in carriera, a quasi 34 anni. Con la casacca gialloviola, LeBron ha subito scritto la storia, vincendo il titolo nel 2020 e, soprattutto, tenendo alto il nome di Kobe Bryant, leggenda e volto storico dei Lakers tragicamente scomparso nel gennaio dello stesso anno. Ma dal 2018, non ci sono più stati scontri in un play-off tra Steph Curry e LeBron James. Ci si è andati vicini, se si pensa che nella stagione 2020/21 le due squadre si sono affrontate in un play-in, in cui è stato il King ad avere la meglio.

Ma si tratta di una sfida facilmente oltrepassabile. In primis, perchè non è reputata parte della post-season. In secondo luogo, perchè è stata una sola gara disputata, non una serie.

COINCIDENZA DELLE STELLE

LeBron James è di Akron, Ohio. Per tutti ora è “Il King“, ma per anni è stato “Just a kid from Akron“. Un’etichetta nata per erssere dispregiuativa e limitante nei suoi confronti e che ora, invece, lui stesso sfoggia con orgoglio. Il ragazzo venuto dal niente, in possesso solo di un talento sconfinato, schiacciato dalle attese sin dal suo ingresso nella Lega a soli 18 anni. Ed ora diventato leggenda.

Ma se andassimo a leggere, invece, data e luogo di nascita di Steph Curry, ritroveremo un nome familiare. Anche in questo caso, Akron, Ohio.

Le due stelle più rappresentative del basket americano degli anni 2010, vincitori di 7 titoli complessivi su 1o disponibili tra il 2010 e il 2020 concittadini. Nati nello stesso ospedale di Akron, a poco più di 3 anni di distanza. Quando le stelle (in questo caso, in senso astronomico) decidono di dare alla luce altre stelle (ora parliamo di Curry e James), il risultato non può che essere esplosivo. Stanotte, dopo 5 anni dall’ultima volta, i due si guarderanno di nuovo negli occhi in una serie da dentro-o-fuori valida per i Play-off. Con la consapevolezza che solo uno dei due potrà andare avanti.

La cosa più ironica, però, è che i due fuoriclasse sono arrivati a questa sfida scollandosi l’etichetta di chi li dava come “sfavoriti“. Memphis Grizzlies (avversari dei Los Angeles Lakers) e Sacramento Kings (avversari dei GSW) avevano dalla loro un miglior piazzamento in regular season e sembravano favoriti, con una eventuale Gara 7 in casa. Per i Grizzlies questa Gara 7 non si è neanche giocata. Curry, invece, ha letteralmente vinto quella giocata contro i Kings, con la migliore prestazione della storia in termi di punti segnati (50) in una Gara 7.

Da stanotte saranno l’uno contro l’altro, in una sfida che si prospetta già elettrica e piena di colpi di scena.

TUTTO SU SKY

La diffusione dell’NBA in Italia, ormai da anni, è governata da SKY. Su SkySport NBA (ed in streaming su NOW) sarà possibile assistere alle prime quattro gare in diretta e in replica. Si inizia stanotte alle 4:00 ora italiana.

Gara 1

LIVE nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 maggio ore 04:00

Repliche mercoledì 3 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 2

LIVE nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 maggio ore 03:00

Repliche venerdì 5 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 3

LIVE nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio ore 02:30

Repliche domenica 7 maggio ore 14:00 e 19:30

Gara 4

LIVE nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 maggio ore 04:00

Repliche martedì 9 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Eventuali gara 5, gara 6 e gara 7 verranno comunicate in seguito.

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