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Comunque i soliti

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Comunque i soliti

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Prima e sopra tutti fu Verdi, i mediatici Deulofeu e Klaassen, Younes, la fretta per Politano e Farias dell’ultimo secondo. Nomi su nomi. Ma sono rimasti ancora una volta e rimarranno – almeno fino a giugno  – sempre, comunque e solo Insigne, Mertens e Callejón.
Sostituirli impossibile, quantomeno complesso cercarne alternative.
Ad oggi disponibile è solo il nome di Ounas per già di loro improbabili idee di turnover. Ora anche effettivamente quasi irrealizzabili.
La fantomatica alternativa non è arrivata; Sarri non avrà (forse finalmente) neanche da scegliere e districarsi fra le accuse di riluttanza al turnover.
Volenti o nolenti toccherà sempre e solo ai soliti.

CRONOLOGIA DEGLI EVENTI

Nel marasma di confusione e frenesia dell’ultimo giorno di mercato, di nomi per il bisogno del Napoli di un esterno ne sono girarti parecchi. Notizie fondate o semplici mediatiche allusioni.
Sta di fatto che alla somma del mese di gennaio 3 i nomi che avrebbero potuto vestire i panni di rincalzi di qualità per far tirare un po’ il fiato ai 3 “stakanovisti” e gioielli partenopei.
Verdi il nome preferito e cercato sin dall’inizio. Anche per questioni di proficua duttilità trilaterale. Un passaggio certo, imminente, tanto da scatenare al dibattito il placido Donadoni e un gruppo di tifosi ribollenti di rabbia e sfiducia nell’essere di un allenamento.

L’amore verso Bologna, i bolognesi e il Bologna urlato dal giocatore e mascherato non più di tanto dietro a un clamoroso e prepotente no. Poi il destino, ridondante protagonista nelle vicende, ci ha messo ancora una volta la mano; Napoli-Bologna, 5 minuti, il muscolo che tira, il “pizzico” e la fatalità padrona. Concezione fatale o deterministica a fare il gioco del Napoli. Prima di tutto perché un Bologna senza Verdi, che se ne dicano, è decisamente meno ostico. Nella seconda visione, invece, il “pizzico” con la maglia azzurra addosso sarebbe stata coincidenza di ridicola derisione.

No inaspettato che non cambia priorità ma corrompe le preferenze.

Mirino che vira verso l’Olanda. Verso il centro di talento di Amsterdam dove un altro brevilineo avrebbe fatto al caso di Sarri, almeno secondo le cronache di mercato. Younes, 1,68m – per non discostarsi troppo dalle misure dell’attacco partenopeo. In stagione numeri poco rilevanti. Appena 9 presenze effetto di un susseguirsi di problemi al ginocchio. Un esterno da 7 gol e 13 assist totali nella scorsa stagione. Più disposto a far segnare gli altri.
Qui la vicenda è più complessa. Il tedesco era al San Paolo a vedere il 3-1 sul Bologna. Poi qualcosa che non torna c’è perché il trasferimento salta; molto probabilmente per le condizioni sul passaggio a Napoli che cambiano rispetto agli accordi iniziali. Una scadenza a giugno che in tal senso può e sicuramente ha giocato la sua parte.
Secondo no su due. Napoli alle strette.
Opzione frenetica del “tic-taccare” dell’orologio del mercato sempre l’Italia. Politano l’altro, sperando l’ultimo, identikit di proficua affidabilità all’uopo.


“Lasciatemi andare”. Una chiamata in dirigenza per mettere subito in chiaro le cose e distanziarsi dai due iellati predecessori. 25 milioni che non fanno contenta la causa neroverde e altra spunta mancata. 3/3. Inquietante score.
La relativa , in termini di apporto concreto in stagione, “perdita” di Giaccherini – anche solo numericamente – necessita di rimpiazzo.
Circola nelle ultime ore il quasi assurdo nome di Farias, non primissima scelta sarda, che ricongiunge sgomenti pareri alla scoperta di ultimo disperato tentativo di convincere il Sassuolo.
Nulla da fare. Saccoccia vuota.

LE CONSEGUENZE

Beh, facili, intuitive ed immediate.
La stagione in essere per certi versi sembra però aiutare il Napoli.
Fuori dalla Coppa Italia e comunque con l’incognita ma decisamente meno impegnativa – rispetto a quella programmata a inizio stagione – dell’Europa League, gli azzurri possono concedersi, almeno nel lungo periodo, qualche rincalzo in meno di numero e qualità.

Ma di certo non nell’immediato.

Da domenica – contro il Benevento –  al prossimo 18 Marzo il calendario sottopone al Napoli il “rischio” di 11 partite in 42 giorni. L’intermezzo temporale tra la trasferta di Cagliari e il ritorno interno con la Roma l’unica settimana senza impegni infrasettimanali.
Un calcolo che tiene conto – ovviamente – anche dell’eventuale passaggio del turno in Europa League. Di fronte il Lipsia.
Da questo mese e mezzo passerà molto della stagione partenopea.
Al 18 Marzo, archiviate già Lazio, Napoli e Roma, il sapore del traguardo si farà sempre più definito, gradevole o meno a seconda di quanto raccolto. Un periodo in cui le forze – fisiche e mentali – degli stakanovisti azzurri là davanti saranno oggetto di ripercussioni potenzialmente devastanti. Un rincalzo che andasse al di là del solo e sottoutilizzato Ounas avrebbe certo appianato un cammino in queste condizioni numeriche assai impervio.

La grande parentesi sull’evidente ritenuta inadeguatezza di Ounas e sulla logica conseguente prima necessità di forze alternative a Insigne, Mertens e Callejòn è aggravata dal fatto che Sarri abbia addirittura preferito adattare Zielinski per mancanza di adeguata scelta.
Il mister toscano a maggior ragione di ipotizzabile passaggio del turno – onestà intellettuale alla mano – si troverà con una coperta cortissima. Al suo ingegno la capacità di sopperire a tal difetto.

Fondamentale e risolutivo potrà sicuramente essere il pronto e saldo recupero fisico e mentale di Milik. Potenziale acquisto in più di grave peso a risollevare ed alleggerire il pesante e cupo immediato futuro azzurro.

Iella che paradossalmente potrebbe essere doppiamente risolutiva.
In prima istanza l’utilizzo di Ounas, per citare il caso più eclatante, sarà obbligatorio per Sarri – a meno di estremo masochismo. Le polemiche dei tifosi sull’inutilizzo del talento classe 1996 saranno costrette – volenti o nolenti – a placarsi. In ragione dei protestanti o della vittima.
O quantomeno saranno obbligate a cambiare bersaglio.

In secondo luogo il tanto denunciato mal di turnover di Sarri – per poca scelta qualitativa o sua non personale inclinazione – verrà per forza di cose assecondato. Almeno nel reparto avanzato.
La cortissima coperta metterà il mister toscano nelle “agiate” condizioni di non dover scegliere, non dovendo così sottostare e subire malumori e pressioni esterne.

Goliardiche interpretazioni a parte tutt’altro che azzurra è la situazione dell’immediato futuro napoletano. In ottica di raggiungimento del primario obbiettivo tricolore, la gravità del prossimo avvenire potrebbe essere affievolita dal sacrificale non passaggio del turno di Europa League. O – in caso contrario – esserne appesantita.

Programmata o meno, positiva o negativa, la soluzione prossima sarà sempre quella.

Almeno nell’immediato toccherà sempre e comunque ai soliti.

Poco male…

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Calcio Internazionale

Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

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Italia Retegui

L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.

L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.

LE PAGELLE DELL’ITALIA

Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.

Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.

Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.

Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.

Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.

Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).

Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).

Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)

Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).

Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.

Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).

All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.

 

LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA

Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.

Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.

Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.

Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.

Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.

Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.

Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.

Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)

Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)

Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.

Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)

All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.

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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku

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Lecce

Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.

DIECI ASSENTI“Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.

 

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La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”

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Italia

In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.

FORMAZIONE “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.

L’INGHILTERRA“Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.

RETEGUI“Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.

IL NAPOLI E IL MARADONA“La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.

IL RICORDO DI VIALLI“È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”. 

PROBLEMI TRA I TIFOSI“Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“. 

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Flash News

Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

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Italia

Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.

Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.

LA LETTERA DELLA FAMIGLIA“Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.

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