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Napoli, a un passo dall'impresa

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Napoli, a un passo dall’impresa

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UN NUOVO PERCORSO

Maurizio Sarri continua a essere sulla bocca di tanti tifosi azzurri, che, abituati ad un gioco clamorosamente votato all’estetica, hanno spesso mal sopportato il nuovo Napoli targato Ancelotti. Due allenatori totalmente agli antipodi, ma non troppo. Il tecnico di Reggiolo ha mantenuto quelle che sono state le principali caratteristiche della precedente gestione, implementandole con accorgimenti non indifferenti. Ora il Napoli si adatta all’avversario, cercando, in primis, di limitarne le sortite offensive. Lo step successivo è rappresentato dalla fase di possesso, molto più rapida e imprevedibile, ma che non disdegna di prendere il pallino del gioco e rallentare i ritmi col giro-palla. Ieri abbiamo assistito all’ennesimo capolavoro tattico di Carlo Ancelotti, capace di mettere in campo una squadra attenta in fase difensiva e letale in quella offensiva. Contenere Mbappé, Neymar e Cavani non è cosa da poco. Eppure l’ex allenatore dei parigini ha saputo schierare perfettamente i suoi, scegliendo gli uomini giusti. Mai, ad esempio, avremmo visto Maksimovic titolare in Champions League, se non per sostituire un compagno infortunato. Invece, una delle zone del campo in cui il Napoli ha chiuso meglio gli avversari è stata proprio la fascia di competenza del difensore serbo.

Ma entriamo nel dettaglio. Analizziamo con la lente d’ingrandimento la straordinaria prestazione del Napoli contro il PSG.

APPUNTI DI TATTICA

Ripartire dall’idea di gioco di Sarri e renderla propria sembrava un’ardua impresa. Carletto ce l’ha fatta senza troppi problemi e in davvero poco tempo. Quello di ieri sera è stato un Napoli inedito. Negli ultimi anni mai avevamo assistito ad una partita in cui gli azzurri si fossero barricati nella propria metà campo per lunghi tratti del match. In corrispondenza dell’inizio e della fine delle due frazioni di gara, il Napoli è stato costretto a difendere, rincorrere, mordere le caviglie di veri e propri campioni. Dal centrocampo in su, la squadra di Tuchel non ha nulla da invidiare a tutte le altre pretendenti alla coppa dalle grandi orecchie, anzi. Ciononostante, salvo qualche inarrestabile discesa del centometrista Mbappè e del suo partner in crimes Neymar, il PSG ha creato pochi reali pericoli alla porta difesa da Ospina.

La bravura di Ancelotti è stata nel plasmare la sua tattica sulla base della proposta avversaria. Allora, Maksimovic nuovamente titolare in Champions per arginare il Fideo Di Maria, alla stregua della gara con il Liverpool. Sulla sinistra Mario Rui libero di avanzare e dialogare con Fabiàn Ruiz, il quale, puntando verso il centro del campo, ha lasciato ampi margini di manovra al terzino portoghese. Hamsik in cabina di regia, Allan, invece, con la frenesia di un mastino liberato dalle sue catene, ha pressato in ogni zona del campo, recuperando un ottimo numero di palloni (7 contrasti vinti).

Insigne e Mertens, l’uno più sul centro destra, l’altro sul centro sinistra, si sono scambiati ripetutamente le posizioni. Se Mertens si abbassava a ricevere per giocare il pallone, Insigne era già pronto a scattare in profondità. E la ricerca della verticalizzazione, una costante nel gioco di Ancelotti, è stata la chiave di volta in occasione della rete del vantaggio, quando Insigne, raccolto uno splendido servizio di Callejon, ha depositato la sfera in rete con un pallonetto di pregevole fattura.

Lo scavetto di Insigne.

Il 4-4-2 disegnato dall’allenatore Emiliano ben si sposa con ogni tipo di avversario. O almeno, è uno schieramento che facilmente si presta a cambiamenti occasionali, dettati dalle esigenze tattiche che la gara impone. Probabilmente, solo nell’ultima parte del match, in cui il PSG si è riversato nella metà campo, si è sentita la mancanza di un vero centrocampo a tre, con un mediano di rottura davanti alla difesa. Ma queste sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano, che non sarebbero mai nate se Di Maria non avesse insaccato il gol del definitivo 2-2.

Il pareggio di Angel Di Maria.

PEGGIORE E MIGLIORE IN CAMPO

Se Lorenzo Insigne avesse preso parte all’intera gara, continuando sulla stessa lunghezza d’onda di un frizzante primo tempo, il premio di migliore in campo gli sarebbe stato consegnato senza pensarci due volte. Tuttavia, il folletto di Frattamaggiore è uscito dolorante al 53′ per un colpo ricevuto. Allora è facile pensare che il più determinante nel corso dei 90 minuti sia stato Allan. Il centrocampista partenopeo ha giocato una gara incredibile. Come ha ben detto Fabio Caressa durante la telecronaca:”Lo sogneranno anche stanotte“. Sì, perché il brasiliano si è reso protagonista di un pressing asfissiante, dal primo all’ultimo minuto di gara. Quando Dio ha distribuito agli umani il dono dell’ubiquità, siamo certi che Allan fosse in prima fila, al fianco di N’Golo Kanté.

I due protagonisti della gara.

Se l’hombre del partido è stato un brasiliano, chi, se non un altro brasiliano, poteva essere il peggiore? La nostra è, ovviamente, una provocazione, ma Neymar ha fatto ben poco per regalare i tre punti ai suoi. Sia chiaro: ha creato numerosi problemi alla mediana partenopea, ma non è mai stato decisivo e concreto come richiesto da una partita in cui ci si trova a dover rincorrere l’avversario. Troppi giochetti fini a se stessi, tocchi che fanno restare a bocca aperta. Ma all’atto pratico, Neymar avrebbe dovuto e potuto fare molto di più. Madre Natura gli ha donato un talento immenso. Se lo mettesse al servizio della squadra, anziché dedicarsi a giocate per i fotografi, allora parleremmo, davvero, del calciatore più forte al mondo.

TIRARE LE SOMME

Il Napoli può rammaricarsi ben poco. Ha messo alle corde una delle squadre più forti e in forma d’Europa, andando ad un passo da una clamorosa vittoria. Ha mostrato quella grinta, quel carattere che sono state le maggiori pecche della gestione Sarri. Ricordiamo, dopotutto che il PSG ha trovato l’1-1 solo a causa di una sfortunata autorete di Mario Rui. Se quella deviazione non avesse permesso al pallone di entrare in porta, forse staremmo parlando di un’altra partita. Ma il calcio non è solo tattica e tecnica, a volte è il fato che decide per tutti. Allora è necessario non guardarsi alle spalle e puntare con decisione ad un futuro che – proseguendo su questa strada – sarà certamente roseo.

Il Napoli è vivo e la qualificazione è ancora in gioco, ora più che mai.

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Flash News

La madre di Radonjic critica Juric per la gestione del figlio: il post

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Radonjic

Dopo un buon avvio di stagione, Nemanja Radonjic nelle ultime uscite ha riacceso il derby di spogliatoio intrapreso con il suo allenatore, Ivan Juric.

L’allenatore granata, infatti, ha nuovamente rinunciato alla convocazione del classe ’96 per motivi disciplinari nella trasferta di Frosinone, dopo averlo già fatto nella delicata sfida contro l’Atalanta.

Motivo delle frizioni (come anticipato precedentemente) la poca convinzione negli allenamenti del trequartista serbo, che nonostante le strabilianti doti tecniche continua a non dimostrarsi prestaste dal punto di vista attidudinale.

La madre di Radonjic, Radmila, sembra non esser particolarmente d’accordo con la gestione da parte di Juric del figlio, e sul suo profilo Instagram in giornata ha pennellato una velata critica proprio verso l’allenatore ex Verona.

LA STORIA – “Il karma dice: sii abbastanza buono da perdonare le persone, ma non essere così stupido da fidarti di nuovo di loro”.

 

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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