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Nations League vs Italia: i (non)talenti a confronto

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Nations League vs Italia: i (non)talenti a confronto

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Il pareggio del Dall’Ara contro la Polonia in Nations League ha messo in risalto diverse problematiche degli azzurri, se confrontati con le migliori nazionali del continente. Possiamo già darci un’idea a che livello sia la squadra di mister Mancini rispetto al top europeo.

GERMANIA – FRANCIA

Oltre a ribadire che le due formazioni sono il massimo del calcio contemporaneo, la partita ha messo in risalto il livello delle due rose. Dei 13 giocatori schierati da Loew, ben 6 militano nel Bayern Monaco campione di Germania, 2 nel Manchester City campione di Inghilterra  e 1 nel Real Madrid campione d’Europa. Gli altri 4 giocano comunque in grandi squadre come Chelsea, Borussia Dortmund, Lipsia e Borussia M’gladbach. Deschamps utilizza tutti i cambi e schiera giocatori di PSG, Bayern Monaco, Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid, Juventus, Chelsea e Manchester United. Tutti top club, ad eccezione del modesto Stoccarda di Pavard e del Lione di Fekir.

Tra i teutonici è il solo Goretzka ad accomodarsi solitamente in panchina la domenica, mentre i restanti sono tutti titolarissimi dei rispettivi club. Per i transalpini vi sono Areola, semititolare con Buffon al PSG, Tolisso e Giroud, i quali vedono il campo con il contagocce, ad essere in discussione per la distinta fuori dalla nazionale.

La quantità di giocatori di livello assoluto, nonché titolari, delle due formazioni ribasce il perché la Germania è campione del mondo uscente, e semifinalista europeo, e la Francia sia vicecampione continentale e fresca vincitrice mondiale. Aspettando l’evergreen Spagna, il talentuoso Belgio, la rivelazione Inghilterra e i campioni d’Europa del Portogallo, possiamo già renderci conto di quanto sia di secondo, o anche terzo, piano la nostra misera nazionale in questa Nations League.

ITALIA – POLONIA

Diamo prima uno sguardo alla formazione di Brzeczek, avversari degli azzurri nella notte passata. La Polonia è classificata come squadra dal ranking più alto della terza fascia. Differenza minima rapportata all’Italia, dato che si posiziona ultima della seconda fascia. Nel ranking FIFA ci supera addirittura di una posizione, 19° contro il 20° degli azzurri. Comprensibile dato che hanno avuto un ottimo cammino negli ultimi anni, tolto il disastroso mondiale siberiano. Nelle qualificazioni hanno perso solo due partite ed hanno raggiunto agilmente la fase finale, e all’europeo in Francia sono usciti solo ai calci di rigore contro i futuri campioni del Portogallo.

Dal punto di vista tecnico non spiccano particolarmente, fatta eccezione per i vari Lewandowski, Milik, Zielinski, Szczesny e Glik, i quali militano in club di primo livello. Sono ben 4 i giocatori schIerati dal tecnico che non trovano spazio nelle rispettive squadre, come Reca, Kurzawa, Bednarek e Blaszczykowski, vecchia conoscenza della Serie A, dato che risalta la pochezza di varietà tecnica.

Dopo aver analizzato appieno gli avversari che, non solo negli ultimi anni hanno nettamente ottenuto risultati migliori dei nostri, ma che anche nello scontro di ieri sera hanno fatto sfiguRare e non poco gli azzurri. Come è possibile che una nazionale dal relativo inferiore tasso tecnico riesca surclassare una squadra che vanta  4 mondiali? Semplice, l’Italia, ad oggi, è più scarsa della Polonia, e lo dicono i risultati, lo dice il gioco espresso e soprattutto gli interpreti.

LA POCHEZZA DEGLI AZZURRI

I risultati della Nazionale, purtroppo, li conosciamo, sia nelle disgraziate amichevoli, sia nei deludenti mondiali. Il gioco degli azzurri è molto semplice da spiegare, non c’è: il dopo-Conte ha rappresentato una moria dal punto di vista della qualità espressa, sia grazie a Ventura che al neotecnico Mancini. L’inerzia della squadra è rappresentata dall’estro dei singoli, i quali purtroppo non riescono ad esprimerlo. Per il resto è solo totale assenza di dettami tattici e idee.

Analizziamo la rosa di Mancini per dare una visione del perché non funziona nulla, o quasi, in questa misera Italia. Il reparto portieri è sempre stato il fiore all’occhiello del nostro paese. Il titolare della nazionale ad oggi è un 19enne, presumibile futuro campione, il quale è reduce da una stagione abbastanza negativa e che milita nella sesta forza del campionato. Abbiamo sì il portiere della squadra Campione d’Italia, Perin, ma non trova spazi ne alla Juventus, dietro al panchinaro della Polonia, tra l’altro, ne in nazionale. Il trittico si completa con il titolare del Torino, che ha chiuso il campionato al 9° posto.

Per fortuna abbiamo una coppia di centrali di primissimo livello come Chiellini-Bonucci, altrimenti chissà come saremmo messi. Le seconde linee sono invece rappresentate da Romagnoli, titolare dell’oscillante Milan, e Caldara che, sempre nei rossoneri, fa panchina a un tal Musacchio, che non viene convocato dalla sua nazionale argentina nemmeno per sbaglio. I nostri laterali sono Zappacosta, zero minuti con il Chelsea, Biraghi, titolare della Fiorentina, ottava in classifica la passata stagione, e Criscito titolare del Genoa, posizionatosi addirittura 12esimo. Con un reparto difensivo così, soprattutto sulle fasce, è normale che manchi la tranquillità arretrata, infatti nelle ultime 8 partite abbiamo subito ben 10 gol, e solo la sciagurata Italia-Svezia di San Siro a porta inviolata.

Tolto il solo Jorginho, titolarissimo in un top club come il Chelsea, il resto del centrocampo si addice più alla Polonia che all’Italia. Ad affiancare l’itali-brasiliano Mancini ha schierato Gagliardini, panchinaro dell’Inter tanto da essere stato escluso dalla lista Champions, e Pellegrini, che con la Roma, in tre partite, ha toccato il campo solo 45 minuti. In panchina le opzioni erano Barella del Cagliari 16esimo in classifica, Benassi della sopracitata Fiorentina e Bonaventura del Milan. Nessun giocatore milita in un top club internazionale, ne gioca titolare in uno nazionale. Non si può pretendere di esprimere un gioco convincente con un centrocampo di così modesto livello.

Chiudiamo la filippica di questa Nations League con il reparto avanzato. Insigne e Bernardeschi quantomeno militano in una squadra di primo livello, anche se il napoletano non hai mai convinto fuori dal club. Se salviamo il giovane Chiesa che, seppur non giochi in un top club, ha spaccato la partita con la Polonia, il resto è alquanto discutibile. In panchina avevamo giocatori del calibro di Immobile,  sì capocannoniere dello scorso campionato, ma con lui in attacco non abbiamo raggiunto la Russia, e dovunque è andato fuori dalla Serie A è sempre stato rispedito indietro. Gli altri nomi sono Belotti del Torino e Berardi di un Sassuolo 11esimo la passata stagione. Dulcis in fundo l’equivoco per antonomasia, Mario Balotelli. Ovunque è andato ha lasciato dispiaceri ed è stato quasi sempre regalato a chi provava a rilanciarlo. Questa stagione ha toccato il campo solo 76 minuti, in 4 partite, al modesto Nizza, che ricordiamo si è piazzato 17esimo in Ligue 1.

 

 

 

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Calciomercato

Angelozzi del Frosinone incorona Borrelli: “Uno dei più forti attaccanti della B”

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In questa stagione, tra le rivelazioni del campionato c’è sicuramente il Frosinone. La squadra guidata da Eusebio Di Francesco sta compiendo un percorso inaspettato, soprattutto vista l’età media dei giocatori in rosa. Ma oltre ai giocatori attualmente presenti nell’organico, sta facendo bene anche qualche giocatore attualmente in prestito. È il caso di Gennaro Borrelli, su cui si è espresso il Direttore dell’area tecnica del Frosinone Guido Angelozzi a BresciaInGol.it.

LE DICHIARAZIONI DI ANGELOZZI SU GENNARO BORRELLI

RENDIMENTO DI BORRELLI – “Non siamo meravigliati di quello che sta facendo perché conosciamo bene il suo valore, tant’è che quest’estate non lo volevamo cedere. Borrelli però ha chiesto di andare via e ha fortemente voluto andare a Brescia perché in questo momento della sua carriera vuole giocare e avere più spazio possibile. Sono convinto che andrà in doppia cifra”. 

FUTURO IPOTETICO IN NAZIONALE – “E’ un attaccante completo in grado di fare tutto. Lo reputo uno dei centravanti più forti della Serie B e può ambire anche alla Serie A. Per quanto riguardo una sua futura convocazione in maglia Azzurra credo sia prematuro parlarne”. 

FUTURO DI BORRELLI – “Il trasferimento è stato fatto in prestito con diritto di riscatto per il Brescia per una cifra che oscilla intorno ai 4 milioni di euro, noi non abbiamo fissato alcun controriscatto. Vedremo come andrà la sua annata e cosa deciderà di fare Cellino, se riscattarlo o farlo tornare da noi”.

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Novità in Inter-Udinese: cambia lo sponsor sulla maglia nerazzurra

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Barella Inter-Frosinone

Novità in vista della prossima sfida dell’Inter: le divise dei nerazzurri non presenteranno il classico logo Paramount+. Il main sponsor, ‘affisso’ sulla facciata anteriore della divisa, verrà sostituito nella gara interna di San Siro contro l’Udinese.

In sostituzione al marchio della piattaforma di streaming statunitense, rimasto sulle maglie della formazione di Inzaghi – già dal 2022-23 – per la trasferta di Torino, all’ultima giornata di Serie A, e per la finale di Champions League, ci sarà quello di un nuovo prodotto in uscita sul canale in streaming. Si tratta dell’ultimo capitolo della saga Transformers.

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Calciomercato

Nandez è pronto al ritorno da titolare: fuori dal campo c’è sempre l’incognita futuro

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Cagliari, torna Nandez: anche Mancosu è pienamente disponibile

Nahitan Nandez è pronto a ritornare al centro del Cagliari. L’uruguaiano è stato fuori per alcune partite a causa di un problema fisico, ma il pieno rientro è ormai vicino. Già nella sfida di sabato contro la Lazio, Nandez ha disputato 8 minuti nel finale di partita. Ma dalla prossima sfida contro il Sassuolo, l’uruguaiano è pronto a riprendersi una maglia da titolare.

Intanto il Corriere dello Sport analizza il futuro di Nandez, che a breve dovrà capire dove proseguire la sua carriera. A giugno scadrà il suo contratto con il Cagliari, e dunque il tuttocampista si troverà dinanzi ad un bivio: rinnovare con i sardi o cambiare casacca. Al momento l’uruguaiano è concentrato esclusivamente sul campo, con le questioni burocratiche lasciate in mano al suo agente. Nelle prossime settimane però Nandez dovrà sciogliere le riserve sul suo futuro, e dichiarare se voler proseguire la sua avventura in Sardegna, o optare per un club più blasonato a cui unirsi a parametro zero.

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Nuovo botta e risposta tra Gravina e Mancini sulle dimissioni da CT: le dichiarazioni

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Mancini

A distanza di quasi quattro mesi dalle dimissioni da Commissario Tecnico dell’Italia, Roberto Mancini è tornato a parlare. Sulla vicenda è tornato anche il presidente della FIGC Gabriele Gravina. I due sono stati protagonisti di un’intervista doppia a Le Iene, in cui si sono raccontati quei giorni roventi di agosto, che poi hanno portato alle dimissioni di Mancini.

LE DICHIARAZIONI DI GRAVINA

DICHIARAZIONI GRAVINA – “In questo momento non riesco a rimuovere l’amarezza che ho provato. Con Roberto ho condiviso cinque anni e quando vivi cinque anni di sensibilità, emozioni fortissime, un risultato storico. Sarebbe una sconfitta incredibile per me pensare di avere investito in un rapporto umano che poi non lascia nulla. Tutti abbiamo delle fragilità, lui ne ha manifestata qualcuna con qualche dichiarazione non corretta, ma io non posso abboccare e vivere puntando solo su quelle dichiarazioni. Io e Roberto delle dimissioni non ne abbiamo parlato, né nei cinque anni né un minuto prima che lui volesse presentarle. Diciamo che ha avuto dei tentennamenti qualche ora prima di mandare la PEC. Non so se mi sento tradito, ma ancora non riesco a rimuovere quest’amarezza. Credo che abbia sbagliato nei metodi, nei tempi. Vi garantisco che non mi sarei mai opposto, perché di fronte a proposte che ho letto sulla stampa, questa andava sicuramente accettata. Non sarebbe rimasto con lo stesso entusiasmo di fronte a una proposta del genere”.

LE DICHIARAZIONI DI MANCINI

LA REPLICA DI MANCINI – “Anche io ci sono rimasto male. Diciamo che dopo tanti anni, forse, a volte, bisognava prendere una decisione. Forse è una decisione che andava presa un po’ prima, però, allo stesso tempo, posso anche capire che ci si possa rimanere male. Anche io sono rimasto male di tante cose, e con grande dispiacere perché io sarei rimasto altri dieci anni, se fosse stato possibile. Qualcosa era cambiato rispetto a prima. Sulla vicenda però si è detto anche troppo. Quando c’erano giornali, giornalisti, direttori e proprietari seri di giornali, si scrivevano cose vere, adesso si scrivono un sacco di stupidaggini. Le cose scritte sono per la maggior parte stupidaggini: sono andato via per tante motivazioni. Una delle motivazioni è anche quella economica sicuramente”.

A distanza di mesi dalle dimissioni di Mancini, Gravina è ancora scottato da questa scelta improvvisa. D’altro canto anche l’ex C.T. è amareggiato per come abbia concluso la sua avventura con la Nazionale. Mancini ha però attaccato anche gli organi di stampa, che secondo lui hanno aggiunto alla vicenda questioni non vere, creando così uno scontro tra le parti. Nonostante tutto però, il rapporto si interruppe clamorosamente lo scorso agosto, con Mancini che decide di lasciare la Nazionale in un momento delicato per sposare il progetto dell’Arabia Saudita.

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