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Sì, ma oltre DeMarcus e LeBron?

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Sì, ma oltre DeMarcus e LeBron?

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Questa sarà ricordata come la free agency della Decision 3.0, di Golden State che firma un All Star con la Mid Level, anche giustamente. Nel frattempo, nel variegato sottobosco di ali, guardie e centri che non sono balzati agli onori della cronaca tanto quanto i primi due, è successo (e continuerà a succedere) un po’ di tutto.

– Carmelo Anthony opts in for 28MLN $

Carmelo non esercita la sua ETO e continuerà ad essere un Thunder anche per l’anno prossimo. Melo è sicuramente un headliner di questa NBA, sebbene il suo rendimento (come anche il suo ruolo) siano diversi dal passato. Al momento, 16.2 PPG dal campo possono essere migliorati, anche se quest’anno si è cominciato ad intravedere un giocatore meno fissato con gli ISO (anche perchè se c’è l’occasione se la prende Westbrook) e più un ottimo bersaglio per gli outlet pass dello 0. Una versione catch and shoot, con capacità di mettere palla terra e concludere di altissimo livello è ideale per questa OKC, anche se il prezzo pesa ed il cap è un disastro. Vedendo come si propone la situazione ad Ovest OKC sarebbe contenta di poterlo cedere a qualcuno, sperando di trovarlo.

– Aron Baynes staying with Celtics on 2-year agreement

Ottima notizia per Boston. Il “7 piedi” tanto cercato l’anno prossimo rimane altri 2 anni a cifre fattibilissime (11 MLN in due anni). L’australiano è stato un mattone fondamentale nella crescita di quetsi Celtics. Giocatore da intangibles se ce n’è uno, porta “garra”, rim protection e blocchi di livello. Ai Playoffs lo abbiamo visto anche “money” da dietro l’arco, cosa francamente impensabile già solo durante l’anno. Con Robert Williams (che potrebbe saltare il training camp per “manutenzione”) potrebbero diventare una coppia niente male.

– Marco Belinelli reunites with Spurs

Buona presa (“ripresa”) per San Antonio che riaccoglie Marco tra le sue fila, 2 anni a 12 MLN totali. Nell’ultimo anno Marco è stato una presenza costante nelle rotazioni degli Spurs, con alcuni picchi di valore assoluto, Miami ai PO su tutti. Il secondo turno con i Celtics è stato estremamente più complicato per lui, contro una difesa solidissima e “cosciente” di avere davanti un giocatore che prende “fuoco” con poco. Gli Spurs sembrano un po’ affolati lì dietro ma tutto sommato è un contratto non impegnativo e facile da sostenere.

https://youtu.be/s2HHMAhlUpI

– Bulls match 4-year contract offer for Zach LaVine

Nonostante l’assalto fallito di Sacramento (che comunque qualche mln di cap ai Bulls è costato), Zach LaVine rimane a Chicago per 80 MLN divisi su 4 anni di contratto. Una delle firme più imponenti a livello economico quest’anno, lontano comunque dai fasti di Bron o Chris Paul, ma comunque al paro con primo contratto “non da rookie” di Aaron Gordon. Le questioni sul suo ginocchio non sono ancora del tutto tranquille (sembra che ci sia qualche clausola di protezione suq uesto inconveniente) ma Zach rimane comunque uno dei più belli pull-up jumper della Lega, un ottimo scorer ed un buonissimo fit per Kris Dunn. I ragazzi venuti in cambio di Jimmy Butler sembrano essere sempre più la nuova linea di Chicago negli anni a venire.

https://youtu.be/vpRMnBf7__U

– Jusuf Nurkic re-signs with Blazers

Il centro ex-Nuggets rimane a Portland per 48 MLN in 4 anni. Si dice che pochi mesi fa abbia rifiutato qualcosa di più remunerativo nella speranza di trovare di meglio adesso ma le vie dei soldi sono tutte sbarrate. Buone notizie comunque per i tifosi del vecchio Rose Garden. Nurkic è un buon fit per questo team. Sebbene gli manchi continuità durante la stagione, Jusuf è uno spettacolare giocatore in post ed è capace di difendere forte. Non è un momento felicissimo per la franchigia dell’Oregon (se solo fosse possibile cancellare l’estate 2016) ma il trio McCollum-Lillard-Nurkic al momento sembra saldo.

https://youtu.be/QpydEincit8

– Parker heads to Charlotte

Una storia quasi infonta quella tra Tony Parker e gli Spurs. Ben 17 anni insieme con 4 titoli riportati a casa, un rapporto iniziato in maniera burrascosa con Popovich fino ada vere infine le chiavi della squadra in mano assieme a Tim Duncan e l’ormai unico superstite Manu Ginobili. Ultimamente limitato dagli infortuni e dall’ascesa Dejounte Murray, Tony è andato a giocarsi le sue ultime fiammate in una Charlotte intrappolata in una perenne dicotomia tra mediocrità e disastro. Sarà abbastanza strano vedere il francese con un’altra canotta.

– Lakers announces Rondo

Da incendiario a pompiere. Rajon, dopo aver rotto con i Celtics i sogni dei primi Cavs di James (e per poco anche quelli degli Heat) alla fine troverà a fianco, almeno per un anno, con LeBron. Il basket di Mr. Triple-Double, se rimanesse sui livelli visti ai Pelicans, potrebbe essere semplicemente eccezionale, un rapporto basato sul solo talento e su letture di gioco comprensibili per 3-4 esseri umani al mondo. Certo, assomiglia terribilmente ad un doppione di Lonzo Ball, almeno per macrocaratteristiche.  Vediamo come Walton risolverà queste possibili sovrapposizioni.

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Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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Curry contro LeBron: sfavoriti a chi? Stanotte ritorna in scena il duello

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LeBron James Curry

Non saranno le Finals del quadriennio 2015/2018, ma questa notte sarà di nuovo Steph Curry contro LeBron James. E la Lega già si infiamma, per la serie che questi due talenti potrebbero mettere in piedi.

Il primo guida ormai dal 2009 i Golden State Warriors, con cui ha vinto 4 anelli e segnato un’epoca. Il secondo si è legato con i Los Angeles Lakers nel 2018, laureandosi campione NBA per la quarta volta nella sua storia la stagione successiva.

I PRECEDENTI

Nel 2018 i Golden State Warriors di Curry, Thompson, Durant e Green hanno spazzato via i Cleveland Cavaliers di LeBron James nelle Finals con un nettissimo 4-0. Da un lato abbiamo, probabilmente, la squadra più forte della storia come quintetto titolare. Dall’altro lato un roaster in evidente fase calante che LeBron James, se non da solo quasi, ha trascinato alle Finals. Le sue ottave Finals NBA consecutive, tra Miami Heat e Cleveland Cavaliers.

Nonostante il risultato senza repliche, infatti, dalle parti di Cleveland, King James fu idolatrato come una divinità, quando a fine anno svestì la casacca della franchigia dell’Ohio. Il motivo di tale amore incondizionato del pubblico dei Cavs è dovuto al fatto che il primo addio, che a tutti è sembrato un vero e proprio tradimento, commercializzato all’inverosimile con “The Decision“, è stato ampiamente colmato. Nella sua seconda avventura ai Cavs, LeBron ha portato la squadra ad un livello superiore. E, soprattutto, ha portato a casa il primo anello della storia della squadra. Lo ha fatto con un’impresa degna di nota: prima e unica volta nella storia che una squadra in svantaggio di 3-1 in una serie di Finals è riuscito a ribaltare e vincere.

Quell’estate, LeBron ha lasciato la sua Cleveland e la Eastern Conference, per sbarcare ad Ovest, per la prima volta in carriera, a quasi 34 anni. Con la casacca gialloviola, LeBron ha subito scritto la storia, vincendo il titolo nel 2020 e, soprattutto, tenendo alto il nome di Kobe Bryant, leggenda e volto storico dei Lakers tragicamente scomparso nel gennaio dello stesso anno. Ma dal 2018, non ci sono più stati scontri in un play-off tra Steph Curry e LeBron James. Ci si è andati vicini, se si pensa che nella stagione 2020/21 le due squadre si sono affrontate in un play-in, in cui è stato il King ad avere la meglio.

Ma si tratta di una sfida facilmente oltrepassabile. In primis, perchè non è reputata parte della post-season. In secondo luogo, perchè è stata una sola gara disputata, non una serie.

COINCIDENZA DELLE STELLE

LeBron James è di Akron, Ohio. Per tutti ora è “Il King“, ma per anni è stato “Just a kid from Akron“. Un’etichetta nata per erssere dispregiuativa e limitante nei suoi confronti e che ora, invece, lui stesso sfoggia con orgoglio. Il ragazzo venuto dal niente, in possesso solo di un talento sconfinato, schiacciato dalle attese sin dal suo ingresso nella Lega a soli 18 anni. Ed ora diventato leggenda.

Ma se andassimo a leggere, invece, data e luogo di nascita di Steph Curry, ritroveremo un nome familiare. Anche in questo caso, Akron, Ohio.

Le due stelle più rappresentative del basket americano degli anni 2010, vincitori di 7 titoli complessivi su 1o disponibili tra il 2010 e il 2020 concittadini. Nati nello stesso ospedale di Akron, a poco più di 3 anni di distanza. Quando le stelle (in questo caso, in senso astronomico) decidono di dare alla luce altre stelle (ora parliamo di Curry e James), il risultato non può che essere esplosivo. Stanotte, dopo 5 anni dall’ultima volta, i due si guarderanno di nuovo negli occhi in una serie da dentro-o-fuori valida per i Play-off. Con la consapevolezza che solo uno dei due potrà andare avanti.

La cosa più ironica, però, è che i due fuoriclasse sono arrivati a questa sfida scollandosi l’etichetta di chi li dava come “sfavoriti“. Memphis Grizzlies (avversari dei Los Angeles Lakers) e Sacramento Kings (avversari dei GSW) avevano dalla loro un miglior piazzamento in regular season e sembravano favoriti, con una eventuale Gara 7 in casa. Per i Grizzlies questa Gara 7 non si è neanche giocata. Curry, invece, ha letteralmente vinto quella giocata contro i Kings, con la migliore prestazione della storia in termi di punti segnati (50) in una Gara 7.

Da stanotte saranno l’uno contro l’altro, in una sfida che si prospetta già elettrica e piena di colpi di scena.

TUTTO SU SKY

La diffusione dell’NBA in Italia, ormai da anni, è governata da SKY. Su SkySport NBA (ed in streaming su NOW) sarà possibile assistere alle prime quattro gare in diretta e in replica. Si inizia stanotte alle 4:00 ora italiana.

Gara 1

LIVE nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 maggio ore 04:00

Repliche mercoledì 3 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 2

LIVE nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 maggio ore 03:00

Repliche venerdì 5 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 3

LIVE nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio ore 02:30

Repliche domenica 7 maggio ore 14:00 e 19:30

Gara 4

LIVE nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 maggio ore 04:00

Repliche martedì 9 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Eventuali gara 5, gara 6 e gara 7 verranno comunicate in seguito.

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Altri Sport

LeBron James supera Kareem: i 5 canestri più iconici della carriera del Re

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Nella notte LeBron James ha superato Kareem Abdul-Jabbar diventando così il miglior marcatore di tutti i tempi nella storia dell’NBA. Nella partita persa dai suoi Lakers in casa alla Crypto.com Arena contro gli Oklahoma City Thunder, il Re ha riscritto la storia: con un canestro in fade-away ha raggiunto quota 38.388 punti in carriera, aggiungendone due poco dopo, così da superare l’ex Bucks. Riviviamo insieme i cinque canestri più iconici della sua straordinaria carriera.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – TOMAHAWK DUNK CONTRO MILWAUKEE

Probabilmente la giocata più conosciuta del Re: il celebre passaggio dal suo compagno di mille avventure Dwayne Wade a inizio partita con i Milwaukee Bucks. Questa giocata ha dato vita ad una delle foto più iconiche della storia del basket e non è un caso che ci sia proprio LeBron a schiacciare in contropiede, mentre Wade esulta già a mani aperte.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – FADE-AWAY DEL PAREGGIO CONTRO GLI WASHINGTON WIZARDS

Come dimenticare uno dei canestri forse più complicati della sua carriera. Immaginiamo il momento: 117-120 per gli Wizards con 3.4 secondi sul cronometro. I Cleveland Cavaliers di LeBron James non hanno più timeout e devono rischiare la giocata. Sarà Kevin Love a lanciare la palla stile football americano per trovare LBJ che riceve spalle a canestro. Trova il tempo di guardare dove si trova, per poi mettere i piedi dietro la linea dei tre punti e sparare una tripla impossibile in fade-away. Risultato? Canestro con sponda sul tabellone e pareggia la partita (poi vinta 140-135) per forzare i tempi supplementari. Un canestro fuori dall’ordinario, un canestro da Re.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – SCHIACCIATA CONTRO HOUSTON IN MEMORIA DI KOBE BRYANT

LeBron James, come in generale tutti gli amanti del basket, è sempre stato molto legato alla figura di Kobe Bryant. Dopo la sua morte il 26 gennaio 2020, l’ex Miami Heat si è mostrato tra i più commossi durante le celebrazioni allo Staples Center (ora Crypto.com Arena). Qualche giorno dopo la sua morte, esattamente il 7 febbraio 2020, LeBron ha voluto ricreare una schiacciata che fece lo stesso Kobe ben diciannove anni prima. Il Re ruba palla, parte indisturbato in contropiede e piazza una schiacciata all’indietro sullo stesso parquet, nello stesso canestro di Kobe Bryant. Un tributo apprezzato da tutti i tifosi, una schiacciata che verrà ricordata da tutti con un significato particolare.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – POSTER SU JASON TERRY

Bisogna dire che LeBron James potrebbe riempire le pareti di casa sua con tutti i poster che ha collezionato in carriera, ma probabilmente il più iconico e “cattivo” è quello contro i Boston Celtics nel 2013. I suoi Miami Heat rubano palla e dopo aver ricevuto da Mario Chalmers, Norris Cole alza per LBJ che arriva a schiacciare sulla testa di Jason Terry. Il giocatore dei Celtics prova a saltare per contrastarlo, ma c’è poco da fare. Dopo aver aggiunto alla sua collezione uno dei poster più conosciuti della storia dell’NBA, James guarda per terra il povero Terry, spazzato via dal suo strapotere fisico. Dominante e fisicamente incontenibile sono due definizioni che probabilmente contraddistinguono il Re.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – BUZZER BEATER NELLA VITTORIA CONTRO I MAGIC NEL 2009

Si poteva mettere il fade-away di questa notte come ultimo canestro iconico, ma sarebbe troppo scontato. La scelta ricade su uno dei buzzer beater più decisivi della carriera di LBJ. Contro Orlando nel 2009, sul punteggio di 95-93 per i Magic con un 1.0 sul cronometro, la palla arriva al Re. La serie di playoff era partita male, sotto 1-0 dopo la prima sconfitta in casa e ci pensa proprio James a pareggiare momentaneamente la serie (poi persa 2-4). Rimessa per i Cavaliers, palla a LeBron che in “catch and shoot” spara da tre punti e sancisce la vittoria dei suoi Cavs per 96-95. Un buzzer beater da ricordare, il primo della sua carriera, per LBJ, nonostante poi la serie si sia conclusa con una sconfitta alle finali di conference.

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