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NBA Opener: le prime due partite dell'anno

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NBA Opener: le prime due partite dell’anno

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Team Numero Diez

La nuova stagione Nba ha ufficialmente aperto i battenti.

Cleveland Cavaliers – Boston Celtics 102-99

Prima amarissima per i Celtics. Il gravissimo infortunio di Hayward (rottura di caviglia e tibia) è uno shock per tutto l’ambiente. Gordon, in attesa del responso dei medici sull’intervento e la sua successiva timetable, potrebbe saltare dai 5 mesi fino a tutta la stagione. Dopo 5 minuti del primi quarto, un alley-oop di Kyrie Irving viene intercettato verso il canestro da GH che ricade in maniera terribile sulla caviglia sinistra. L’entità dell’infortunio è palese a tutto il palazzetto che si ferma mentre il nuovo giocatore dei C’s viene trasportato via in barella. Molti i messaggi di conforto per lui, dai giocatori in campo fino a Isaiah Thomas e Kobe Bryant.

My thoughts and prayers go out to Gordon’s family. Hope for a speedy recovery, a healthy recovery, those are the injuries that you never see coming, you never want to happen, no matter who it is, no matter what the stature, no matter how much competitive nature that you have. It’s just very unfortunate. (“I miei pensieri e le mie preghiere vanno alla famiglia di Gordon. Spero per lui un veloce e pieno recupero, questi sono infortuni che non ti aspetti e non vuoi mai vedere, non importa a chi, non importa la tua competitività, è stato tremendamente sfortunato”).

Il resto della partita ha visto in campo un positivissimo Jayson Tatum che ha messo a segno una doppia doppia all’esordio, il primo dai tempi di Larry Bird. Sotto di 16 all’intervallo, Boston riesce a recuperare fino al sorpasso 98-97 fino a che LeBron James decide di chiudere la partita. Con la prima giocata chiude il layup del +1, con la seconda forza un turnover di Smart e successivamente apre il campo a Love per una comoda tripla. Le stats recitano una “near miss” per l’ennesima tripla doppia: 29 punti, 16 rimbalzi e 9 assist. A niente sono valsi i tentativi da 3 di Brown e Irving per chiudere il gap finale. Bron quasi inaspettatatamente è stato in campo più di tutti, 41 minuti, nonostante non sia al 100% per un infortunio alla caviglia rimediato in preseason. Bella la stretta di mano a fine partita tra LBJ e Irving, fischiato tutta la partita, che mette ufficiosamente fine ad una stentata rivalità fatta di battibecchi sui social. Buoni anche i debutti di Rose (14 punti), Wade (8 punti) è Kyrie, con Brad Stevens soddisfatto del suo approccio al sistema. Stasera c’è Boston-Milwaukee, partita da giocare a mente libera pensando solo al futuro e non a ciò che è successo stanotte. Dall’altra parte, i Cavaliers giocheranno contro i Bucks venerdì, per cementificare ancor di più la loro intesa in campo ed iniziare bene questa prima settimana.

https://youtu.be/dmNbHn_SvTY

Houston Rockets – Golden State Warriors 122-121

La cerimonia di consegna degli anelli rimarrà l’unica gioia della serata per Golden State, rimontata brutalmente dalla pioggia di triple dei Rockets. C’erano quasi riusciti gli Warriors a venirne a capo quando a 10 secondi dalla fine, Curry sbaglia il jumper e, dopo una serie di mani che sfiorano il pallone, Durant trova il ritmo dal post basso e la mette dentro. I due arbitri rimasti (il terzo è “uscito” per infortunio) hanno invalidato il canestro dopo l’instant replay che dimostrava chiaramente come KD avesse tirato dopo la sirena.

“I thought it had a chance but I knew it was a little late. I knew I was cutting it close” (“Ho pensato di avere una possibilità ma sapevo di essere un minimo in ritardo. Sapevo di non avere molto tempo”.)

La nuova versione di Houston riesce a trovare un’ottima vittoria seppur con Chris Paul non in perfetta salute ed una giornata al tiro pessima. Harden, Gordon e Tucker mettono assieme 13 triple su 18 tentativi, oltrepassando agilmente i 70 punti in 3. Per Golden State da mettere in conto anche l’infortunio di Draymond Green durante il terzo quarto. Debutto eccellente per Nick Young, 23 punti all’attivo. I Rockets, ora andranno a Sacramento mentre gli Warriors giocheranno venerdì a New Orleans.

https://youtu.be/4Hj_k-dWAcM

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Basket

LeBron James, i principali record della sua carriera

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LeBron James

Il record dei 40.000 punti di Lebron James è soltanto la punta dell’iceberg di un giocatore che, a 39 anni (40 a dicembre) fa ancora scuola nell’intera NBA. I suoi Los Angeles Lakers perdono ma LeBron entra, con più forza, nella storia del basket. Quello che impressiona è la costanza in più di vent’anni di carriera. Andiamo a vedere i principali record del Chosen One.

Per capire subito l’entità e la caratura del giocatore, cominciamo proprio dal canestro che lo ha consegnato non alla storia, ma alla leggenda. Infatti, contro i Nuggets, LeBron è diventato l’unico giocatore della storia a segnare 40.000 punti. 

I RECORD DI LEBRON JAMES

Parlavamo di costanza e LeBron è anche l’unico giocatore della storia ad avere almeno 25 punti di media in 19 stagioni consecutive. Nel 2005-2006, poi, entra subito nella storia, a 22 anni, grazie alla vittoria dell’All-Star Game MVP Award. Con i Cleveland Cavaliers quella stagione, fa registrare una media di 31,4 punti a partita e vince il premio nella partita delle stelle diventando il più giovane di sempre a riuscirci. È anche il giocatore più giovane ad aver vinto quattro MVP. Un altro record è l’essere stato il più giovane a segnare 2.000 punti in una stagione, ed essere nominato MVP dell’All-Star Game.

Passando ai record di anzianità, bisogna mettere in conto che LeBron è il più vecchio di sempre ad aver completato una tripla doppia da 30 punti e avere una media di 30 punti in una stagione. Infine ultimo, per darvi solo alcuni highlights di quello che è ed è stato il percorso di LeBron in NBA, è il giocatore più vecchio ad aver messo a segno 25+ punti in 11 partite consecutive.

È l’unico giocatore ad aver vinto il premio MVP delle Finals con tre squadre diverse (Miami Heat, Cleveland Cavaliers e Los Angeles Lakers). Detiene la striscia attiva più lunga di partite consecutive con almeno 10 punti segnati: 1.205, nel 2018 ha superato Michael Jordan, attuale secondo in classifica, che è fermo a 866. Ancora attiva anche la striscia di 280 partite consecutive ai play-off con almeno un punto: 280, di cui 278 con almeno 10 punti segnati. Ai play-off è anche l’unico giocatore ad avere tre triple doppie da almeno 40 punti: nessun altro ne ha più di una.

Nelle Finals 2016 contro GSW è diventato l’unico giocatore a guidare entrambe le squadre per punti, rimbalzi, assist, stoppate e recuperi in una serie intera. E ci sono ancora tantissimi altri record, di minore importanza, che sottolineano l’incredibile carriera di LeBron James.

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Harden imita Beckham: vuole una stella per i suoi Houston Dynamo

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James Harden, cestista statunitense che ha vestito la maglia dei Philadelphia 76ers nell’ultima stagione, ha deciso di acquistare qualche tempo fa alcuni azioni degli Houston Dynamo. Harden ha trascorso ben nove anni in Texas e ha deciso quindi di investire sulla squadra di calcio di Houston che disputa la MLS. Ora, con l’arrivo di Lionel Messi all’Inter Miami di proprietà di David Beckham, il play americano sogna un colpo simile per la sua squadra. Ha infatti rilasciato recentemente alcune dichiarazioni a USA Today Sports: Cerchiamo un campione che venga a Houston. Sappiamo tutti quanto incredibile è Messi, che a Miami insieme alla sua famiglia si sta trovando bene. Anche noi cerchiamo qualcuno che venga nella nostra franchigia e siamo sicuri che lo troveremo. Non me ne occupo io direttamente, ma il club è al lavoro”.

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Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Lebron

Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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Basket

[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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