In entrata: Torrey Craig (G), Tyler Lydon (F), Trey Lyles (F), Paul Millsap (F), Monte Morris (PG).
In uscita: Danilo Gallinari (F), Roy Hibbert (C), Mike Miller (G).
Voto 5,5
Fuori Gallinari, dentro Millsap. Ok, il tuo top player viene sostituito dal tuo nuovo top player, è sensato. A meno di miracoli, questa è una squadra destinata al tanking e così rimarrà per un po’, almeno finchè Mudiay non decide di elevare il suo gioco ad un livello superiore. Faried deve tornare il “Manimal” che abbiamo visto in passato, Wilson Chandler porta sempre tanti punti e magari potrebbe partite per una buona offerta, Jokic sarà sempre una delizia per gli occhi. Un trade up dalla 13 è sicuramente un’opzione da prendere in considerazione per cominciare a ricostruire una squadra competitiva nel medio termine. Per ora, quest’anno parte come una perdita di tempo, non ci sono giovani da far maturare (tranne Mudiay), né possibilità di fare i Playoffs. I tifosi di Denver aspetteranno stanchi, con tutta probabilità, la fine dell’anno e poi si vedrà.
MINNESOTA TIMBERWOLVES
In entrata: Anthony Brown (G), Jimmy Butler (F), Jamal Crawford (G), Marcus Georges-Hunt (G), Taj Gibson (F), Justin Patton (C), Jeff Teague (PG), Melo Trimble (PG).
In uscita: Omri Casspi (F), Kris Dunn (PG), Jordan Hill (F), Zach LaVine (G), Shabazz Muhammad (F), Adreian Payne (F), Nikola Pekovic (C), Ricky Rubio (PM), Brandon Rush (G).
Voto 8
Ottimo mercato per Minnesota. Al di là della trade per Butler (buona sotto ogni aspetto), le aggiunte di Gibson e Crawford danno uno sprint alla panchina non indifferente. Coach Thibodeau dovrà sistemare un paio di cose a livello di gioco, a partire dalle spaziature abbastanza orride che il quintetto titolare propone oggi. Comunque c’è molto materiale su cui lavorare, con potenziale inesplorato e quello che per molti è già il miglior centro della Lega. Si chiede a gran voce un salto di qualità a livello mentale a Wiggins ed una difesa più solida. Essersi liberati poi di LaVine (delle sue incognite causate dall’infortunio, principalmente), del mai esploso Muhammad e di un Kris Dunn che quest’anno non ha dimostrato niente di quanto visto al college, è un plus. Le carte sono buone, sta a Thibodeau farle fruttare.
OKLAHOMA CITY THUNDER
In entrata: Bryce Alford (G), Raymond Felton (PG), Terrance Ferguson (G), Paul George (F), Daniel Hamilton (G), Dakari Johnson (C), Patrick Patterson (F), Rashawn Thomas (F).
In uscita: Norris Cole (PG), Taj Gibson (F), Victor Oladipo (G), Domantas Sabonis (C).
Voto 8
Presti ha fatto un’altra magia delle sue. Da un contratto fuori scala ad Oladipo ha tirato fuori un anno di Paul George aggiungendo solo Sabonis. Non credo di avere mai visto una squadra che ci guadagna da un salary dump. Patterson è un upgrade di Gibson ed ha nelle mani quel tiro da tre che l’anno scorso è mancato per tanto tempo, una buona nidiata di rookie ed OKC è pronta a ripartire. George sembra essere un prossimo promesso sposo di LAL ma la Chesapeake Arena potrebbe fargli cambiare idea. Altrimenti, nella peggiore delle ipotesi, Presti ha scaricato un contratto ormai dannoso per avere spazio di manovra nella prossima offseason. Nel frattempo, ad Oklahoma possono continuare a divertirsi.
In uscita: Allen Crabbe (F), Festus Ezeli (C), Tim Quarterman (PG).
Voto 5,5
Lo spazio recuperato dal contratto di Crabbe lascia un po’ di respiro al front office di Portland che con i rinnovi degli anni passati ha rischiato di farla grossa. Per il resto, offseason abbastanza noiosa come prevedibile che fosse. Curiosità nel vedere l’impatto di Collins e Swanigan che piano piano troveranno posto nelle rotazioni, il core del roster è rimasto identico a quello dell’anno scorso ma con un Nurkic già “rodato” e Meyers Leonard parecchio in forma. Un’altra squadra troppo forte per tankare, troppo piccola per tirare fuori qualcosa di interessante ai Playoffs. Se avranno intenzione di cercare scelte alte (se non altissime) uno tra Lillard eMcCollum partirebbe quasi sicuramente, essendo praticamente gli unici due asset interessanti presenti a Portland.
UTAH JAZZ
In entrata: Tony Bradley (C), Eric Griffin (F), Jonas Jerebko (F), Donovan Mitchell (G), Royce O’Neale (F), Ricky Rubio (PG), Thabo Sefolosha (F), Ekpe Udoh (C).
In uscita: Boris Diaw (F), Gordon Hayward (F), George Hill (PG), Trey Lyles (F), Shelvin Mack (G), Jeff Withey (C).
Voto 5
Hayward è una perdita catastrofica per le ambizioni di Utah. Le cose si fanno difficili: hai perso il tuo miglior giocatore senza ottenere niente in cambio, hai una squadra onesta ma oltre a Gobert non c’è nessun topo del tuo ruolo, devi bilanciare le spaziature con in campo con Gobert appunto e Ricky Rubio. Potrebbe essere l’inabissarsi del progetto dei Jazz di questi ultimi anni, non c’è neanche più George Hill. Comunque, Jerebko dalla panca non è male così come Thabo, Ingles e Favors riserveranno sorprese e Joe Johnson sarà molto probabilmente la chiave di vola dell’attacco. C’è molto da fare e da decidere quest’anno comunque, ritrovare l’equilibrio di quest’anno sarà difficilissimo e programmare il futuro lo sarà ancora di più.
Nella notte LeBron James ha superato Kareem Abdul-Jabbar diventando così il miglior marcatore di tutti i tempi nella storia dell’NBA. Nella partita persa dai suoi Lakers in casa alla Crypto.com Arena contro gli Oklahoma City Thunder, il Re ha riscritto la storia: con un canestro in fade-away ha raggiunto quota 38.388 punti in carriera, aggiungendone due poco dopo, così da superare l’ex Bucks. Riviviamo insieme i cinque canestri più iconici della sua straordinaria carriera.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – TOMAHAWK DUNK CONTRO MILWAUKEE
Probabilmente la giocata più conosciuta del Re: il celebre passaggio dal suo compagno di mille avventure Dwayne Wade a inizio partita con i Milwaukee Bucks. Questa giocata ha dato vita ad una delle foto più iconiche della storia del basket e non è un caso che ci sia proprio LeBron a schiacciare in contropiede, mentre Wade esulta già a mani aperte.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – FADE-AWAY DEL PAREGGIO CONTRO GLI WASHINGTON WIZARDS
Come dimenticare uno dei canestri forse più complicati della sua carriera. Immaginiamo il momento: 117-120 per gli Wizards con 3.4 secondi sul cronometro. I Cleveland Cavaliers di LeBron James non hanno più timeout e devono rischiare la giocata. Sarà Kevin Love a lanciare la palla stile football americano per trovare LBJ che riceve spalle a canestro. Trova il tempo di guardare dove si trova, per poi mettere i piedi dietro la linea dei tre punti e sparare una tripla impossibile in fade-away. Risultato? Canestro con sponda sul tabellone e pareggia la partita (poi vinta 140-135) per forzare i tempi supplementari. Un canestro fuori dall’ordinario, un canestro da Re.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – SCHIACCIATA CONTRO HOUSTON IN MEMORIA DI KOBE BRYANT
LeBron James, come in generale tutti gli amanti del basket, è sempre stato molto legato alla figura di Kobe Bryant. Dopo la sua morte il 26 gennaio 2020, l’ex Miami Heat si è mostrato tra i più commossi durante le celebrazioni allo Staples Center (ora Crypto.com Arena). Qualche giorno dopo la sua morte, esattamente il 7 febbraio 2020, LeBron ha voluto ricreare una schiacciata che fece lo stesso Kobe ben diciannove anni prima. Il Re ruba palla, parte indisturbato in contropiede e piazza una schiacciata all’indietro sullo stesso parquet, nello stesso canestro di Kobe Bryant. Un tributo apprezzato da tutti i tifosi, una schiacciata che verrà ricordata da tutti con un significato particolare.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – POSTER SU JASON TERRY
Bisogna dire che LeBron James potrebbe riempire le pareti di casa sua con tutti i poster che ha collezionato in carriera, ma probabilmente il più iconico e “cattivo” è quello contro i Boston Celtics nel 2013. I suoi Miami Heat rubano palla e dopo aver ricevuto da Mario Chalmers, Norris Cole alza per LBJ che arriva a schiacciare sulla testa di Jason Terry. Il giocatore dei Celtics prova a saltare per contrastarlo, ma c’è poco da fare. Dopo aver aggiunto alla sua collezione uno dei poster più conosciuti della storia dell’NBA, James guarda per terra il povero Terry, spazzato via dal suo strapotere fisico. Dominante e fisicamente incontenibile sono due definizioni che probabilmente contraddistinguono il Re.
Eight years ago today, @KingJames served up one of the FILTHIEST posters on Jason Terry 😤
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – BUZZER BEATER NELLA VITTORIA CONTRO I MAGIC NEL 2009
Si poteva mettere il fade-away di questa notte come ultimo canestro iconico, ma sarebbe troppo scontato. La scelta ricade su uno dei buzzer beater più decisivi della carriera di LBJ. Contro Orlando nel 2009, sul punteggio di 95-93 per i Magic con un 1.0 sul cronometro, la palla arriva al Re. La serie di playoff era partita male, sotto 1-0 dopo la prima sconfitta in casa e ci pensa proprio James a pareggiare momentaneamente la serie (poi persa 2-4). Rimessa per i Cavaliers, palla a LeBron che in “catch and shoot” spara da tre punti e sancisce la vittoria dei suoi Cavs per 96-95. Un buzzer beater da ricordare, il primo della sua carriera, per LBJ, nonostante poi la serie si sia conclusa con una sconfitta alle finali di conference.
On commence par le premier buzzer beater de la carrière de Lebron face a Orlando. Le premier d’une belle série pic.twitter.com/LxBscGKl8N
LeBron James entra nella storia dalla porta principale, frantumando uno di quelli che possono essere considerati: “record dei record“. 38.387 punti. Un numero straordinario che racchiude in sè un valore ancora più incredibile. Infatti, questa è la cifra di punti segnati da Kareem Abdul Jabbar nella sua carriera in NBA, lunga 20 anni, giocata a cavallo tra anni ’60, ’70 e ’80 con le maglie di Milwuakee Bucks e Los Angeles Lakers. Il momentaneo secondo in classifica, prima di LeBron James, era Karl Malone, fermo a 36.928. Quasi mille in meno!
L’occasione è stata la sfida giocata al Paycom Center contro gli Oklahoma City Thunder, che hanno comunque esultato al termine della sfida, vincendo col il risultato di 133-130. Ma la vittoria passa in secondo piano, in questo momento, dopo il canestro che ha fatto la storia. Un tiro da due punti liberandosi dalla marcatura di Kenrich Williams che permette al King di arrivare a quota 38.388 momentanei, prima dell’ulteriore canestro che vale il 38.390 finale. Il tutto, davanti agli occhi di mister “Gancio cielo“, Kareem!
Ovviamente l’obiettivo ora, è quello di frantumare un’altra barriera: quella dei 40.000!
Cambia lo sport ma non l’entusiasmo per Rodrigo Palacio, l’argentino comincia la sua nuova avventura nel mondo del basket. Ritiratosi dal calcio giocato dopo la parentesi al Brescia nello scorso anno in Serie B, il Trenza si è subito cimentato in una nuova avventura all’età di 40 anni.
Palacio è sceso in campo nella partita di basket del Garegnano Milano, in occasione di un torneo amichevole. La società cestistica milanese milita attualmente nel campionato di Serie D. L’argentino ex Inter e Genoa ha giocato contro il Basket Trezzano, mettendo a referto 4 punti.
Dopo aver segnato 101 gol in Serie A in carriera e aver fatto cantare i tifosi con la palla tra i piedi, per Palacio adesso è giunto il momento di rimettersi in gioco con la palla tra le mani.
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