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Davide Nicola, l'uomo giusto al momento giusto

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Davide Nicola, l’uomo giusto al momento giusto

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Esonerato. La dirigenza friulana ha deciso di non rinnovare la fiducia all’oramai ex tecnico della squadra, Julio Velázquez, a seguito dei soli 9 punti conquistati in 12 partite. Troppo pochi per una compagine non certamente costruita per rischiare una retrocessione. Piena, anzi, di interpreti che, almeno ad inizio anno, si pensava potessero garantire una salvezza alquanto tranquilla. Barak, Fofana, Lasagna, non sembrano più gli stessi calciatori intravisti lo scorso anno. Il loro rendimento altalenante ha condizionato non di poco l’inizio stagionale dell’Udinese. A seguito dell’esonero del mister castigliano, la presidenza friulana ha contattato Davide Nicola, precedentemente alla guida di Livorno, Bari e Crotone. Un allenatore in grado di ottenere punti immediati nel massimo campionato italiano, capace anche di spingere giocatori talentuosi oltre i propri limiti. Chissà che ad Udine non possano tornare a meravigliarsi per una squadra che diverte e si diverte, come non accade ormai da anni.

LE DIFFICOLTÀ DI VELÁZQUEZ

 

Velázquez è approdato ad Udine quest’estate nello scetticismo generale. Nel campionato italiano non sono mai stati molti gli allenatori stranieri ad essersi contraddistinti per le loro capacità. Già dalla prima partita ufficiale della sua esperienza arrivano segnali negativi: sconfitta al terzo turno di Coppa Italia contro il Benevento, squadra militante nella serie cadetta. Una sconfitta per 2-1 che, giustamente, viene mal digerita dai tifosi friulani. La prima di campionato pone l’Udinese di fronte alla neo-promossa Parma. Sarà una partita strana che vedrà dapprima un doppio vantaggio da parte della squadra romagnola grazie alle reti di Inglese e Barillà. Successivamente la squadra dell’allenatore iberico recupererà la partita in una manciata di minuti e la gara terminerà proprio sul risultato di 2-2. La seconda giornata l’Udinese trionfa in casa contro la Sampdoria. Sino alla quinta giornata il campionato sembra procedere su binari tranquilli, la squadra gioca bene e totalizza 8 punti. Dalla sesta iniziano i reali problemi: l’Udinese, anche per colpa di un calendario non agevole, inizia a perdere qualsiasi scontro, con solo un pareggio ottenuto contro il Genoa.

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La squadra fornisce delle ottime trame di gioco. I giocatori si trovano bene e l’azione corale diventa esteticamente molto bella. Purtroppo questo bel calcio è poco funzionale per le prestazioni della squadra. A fronte di un Rodrigo de Paul che ha effettuato un sensibile salto di qualità, ci sono giocatori che quest’anno sembrano essere scomparsi. Barak non ha più i numeri dello scorso anno, Fofana non riesce più ad essere quell’incontrista che tanto bene faceva alla squadra e la difesa vive sempre sotto una condizione di profonda precarietà. A Nicola spetta sicuramente il compito di rivitalizzare certi elementi della rosa e dare ai propri atleti più incisività.

NICOLA: UN RAPPORTO SPECIALE CON IL CROTONE

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L’allenatore piemontese si stabilisce in terra calabrese il primo luglio 2016, a seguito delle sue esperienze sulle panchine di Livorno e del Bari. Il compito di Nicola non è semplice sin dall’inizio: salvare una squadra con le qualità tecniche di quel Crotone era un’impresa alquanto ambiziosa. La squadra infatti ha un inizio di campionato difficoltoso e arriva al giro di boa con 9 punti, troppo pochi per una permanenza in Serie A. Il lavoro tattico e motivazionale del mister però non si conclude ed anzi continua più forte di prima. La definitiva svolta stagionale avviene alla trentesima giornata contro il Chievo, che i calabresi sconfiggono per 2-1. Da quel momento il Crotone ottiene 20 punti in 9 partite, numeri straordinari che, all’ultima giornata, fanno ottenere alla squadra la tanto agognata salvezza. Un miracolo quello avvenuto in Calabria, un autentico miracolo.

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La stagione successiva per Nicola non sarà positiva al pari della precedente. La squadra cambia interpreti di gioco e perde il suo terminale offensivo, Diego Falcinelli, fondamentale per il successo del Crotone. Nelle prime 15 di campionato la squadra ottiene solamente 12 punti, utili comunque per continuare a lottare, e per trovarsi temporaneamente fuori dalla zona retrocessione, due lunghezze sopra la Spal terzultima. Eppure dopo la sconfitta per 3-0 proprio contro l’Udinese, Nicola decide di dimettersi. Una scelta improvvisa e non preventivata che lascia tutti stupiti, dai giocatori alla dirigenza. Dopo un’insperata salvezza e la costruzione di un profondo rapporto empatico coi propri giocatori, l’allenatore di Luserna San Giovanni decide di tirarsi indietro.

L’IDEA DI GIOCO DI NICOLA

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Il modulo prediletto da parte del mister torinese è il 4-4-2, che in fase di possesso può diventare anche un 3-4-3. La costruzione di gioco delle proprie squadre raramente vede un’impostazione dal basso. Preferisce evitare inutili rischi e fa spazzare la palla dal portiere verso la metà del campo, dove centrocampisti assai fisici possono garantire il recupero della palla. Il fulcro del suo gioco rimane sempre il centravanti che sostanzialmente svolge due compiti. In contropiede deve essere abile ad inserirsi perfettamente tra le linee di modo da essere servito tramite filtranti che vanno a saltare la linea difensiva avversaria. In fase di impostazione invece deve svolgere il ruolo di regista avanzato, per innescare l’ala oppure semplicemente giocarla al compagno vicino. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare in area solamente attraverso passaggi raso terra o mediante la ricerca del centravanti, che però in caso di difficoltà può anche essere servito con palle alte. Spesso è proprio il centravanti che deve tagliare ingaggiando uno scontro in velocità col difensore. Nel primo gol del Crotone contro la Lazio, match valevole per la salvezza dei calabresi, si può notare tutto ciò. Falcinelli, tagliando a rete, lascia libera l’area per un inserimento di un suo compagno, in questo caso Nalini.

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Le palle inattive, inoltre, sono una delle peculiarità del mister ex Lumezzane e Bari. Sia in zona offensiva che difensiva, gli uomini in stato avanzato sono sempre parecchi, almeno sette. Si effettuano movimenti studiati per disorientare le marcature dei difensori avversari ed arrivare ad attaccare più facilmente il centro area. Due uomini si mettono sul punto di battuta effettuando le solite finte del caso. Altri due non tanto dotati fisicamente ma assai tecnici rimangono al limite dell’area, pronti a ribadire in gol un pallone che arriva fuori area. Ecco un esempio di un gol arrivato da palla inattiva proprio contro la Lazio, nel match citato precedentemente.

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L’UOMO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

Nicola appare come l’uomo giusto al momento giusto. Tramite un’idea di calcio semplice, riesce a garantire alla propria compagine trame di gioco davvero intriganti, che non sempre si vedono nei bassifondi del nostro campionato. Tecnicamente, quest’anno, gli interpreti sono nettamente migliori rispetto a quelli di Crotone. Sta a Davide, adesso, rivitalizzare una piazza che da troppi anni sta diventando satura, stabilizzata su binari che di certo non gli competono.

Calcio Internazionale

ULTIM’ORA – Il comunicato UEFA sulle SuperLega: i dettagli

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UEFA

Novità molto importanti per ciò che riguarda la questione SuperLega. Attraverso un comunicato ufficiale l’UEFA ha smentito nettamente le ultime indiscrezioni che erano circolate negli ultimi giorni su un possibile progetto in corso. Di seguito riportato il comunicato:

«La UEFA non sta lavorando a nessun nuovo progetto del genere. L’opposizione della UEFA verso qualsiasi tipo di cosiddetta Superlega è ben documentata e le voci che suggeriscono qualcosa di diverso sono del tutto infondate. Attendiamo con impazienza l’introduzione del nuovo formato delle competizioni per club a partire dal 2024, che mantiene il principio secondo cui il rendimento nazionale è la chiave per la qualificazione e consentirà ai tifosi di vedere ancora più partite europee importanti. Un migliore equilibrio competitivo e una competizione aperte, dove ogni partita conta. 

 

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Il comunicato del Liverpool per il gol annullato: “Esploreremo le possibili opzioni”

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Klopp

In Inghilterra si parla ancora del gravissimo errore arbitrale avvenuto durante la partita tra Tottenham e Liverpool, persa dai Reds con il punteggio di 2-1. Nel match infatti è stato annullato ingiustamente per fuorigioco un gol a Luis Diaz, con i vertici arbitrali che si sono scusati a poche ore dalla fine. Poco fa è arrivata anche la riposta del Liverpool, che attraverso un comunicato ufficiale ha annunciato l’intenzione di prendere i dovuti provvedimenti. Di seguito vi proponiamo il comunicato dei Reds.

IL COMUNICATO DEL LIVERPOOL

Accettiamo pienamente le pressioni sotto cui lavorano gli arbitri, ma queste pressioni dovrebbero essere alleviate, e non esacerbate, dall’esistenza e dall’implementazione del VAR. È quindi insoddisfacente che non sia stato concesso tempo sufficiente per prendere la decisione corretta e che non vi sia stato un successivo intervento. Anche il fatto che tali carenze siano già state classificate come “errore umano significativo” è inaccettabile. Tutti i risultati dovrebbero essere stabiliti solo attraverso la revisione tecnologica e in piena trasparenza. Questo è vitale per l’affidabilità del processo decisionale che arriverà in futuro, in quanto si applica a tutti i club i cui insegnamenti vengono usati per apportare miglioramenti, al fine di garantire che questo tipo di situazione non possa ripetersi. Nel frattempo, esploreremo la gamma di opzioni disponibili, data la chiara necessità di escalation e risoluzione“.

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[VIDEO] Insigne, nervi tesi oltreoceano: litigio con un tifoso

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Insigne

La parentesi di Lorenzo Insigne in terra canadese non sta procedendo nel migliore dei modi. Il club dell’ex Napoli è ultimo in classifica, nella Estern Conference di MLS, con 22 punti raccolti in 31 partite. Solo 4 i match vinti, mentre le sconfitte sono addirittura 17. L’ultima di queste è arrivata proprio nella notte di oggi, contro il Cincinnati, primo in classifica.

Un vero e proprio testacoda, con il Toronto che è stato sovrastato, ma è riuscito a recuperare il doppio svantaggio grazie alla doppietta di Osorio. Doppietta, che, per, si è rivelata nel complesso inutile: la marcatura di Boupendza ha riportato il Cincinnati avanti. E ha costretto il TFC alla disfatta.

In tutto ciò, Insigne non era nè in campo, come invece Bernardeschi, nè in panchina. Bensì, sugli spalti dell’impianto di casa, il BMO Field. Proprio dagli spalti del BMO Field arriva un video che mostra Insigne in un rapporto non particolare con un tifoso, o una tifosa, non identificata.

Dall’audio e da un labiale non così difficile da cogliere e tradurre, si vede Insigne fare il dito medio e urlare “F*** you“. Poi girarsi e lasciare l’inquadratura. Presumibilmente, il litigio era già iniziato e nel video in questione si tratta della parte finale.

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Tacchinardi: “Juve favorita senza coppe, Inter Lautaro-dipendente”

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Tacchinardi

Alessio Tacchinardi vivrà Atalanta-Juventus di quest’oggi con un sentimento particolare: il centrocampista italiano è stato un doppio ex. Ora si gode il campionato di Serie A, vedendo le sue due ex squadre duellare per un posto in Europa. Con la Champions League che per entrambe è un obbiettivo. Per la Dea più un sogno, per la Juventus, quasi un obbligo.

Intervistato alla Gazzetta dello Sport, queste le sue parole sul match in scena oggi pomeriggio al Gewiss Stadium.

LE PAROLE DI TACCHINARDI

IL PRIMO RICORDO – “Il primo Atalanta-Juventus che mi torna in mente è quello del 1994. Io avevo solo18 anni e giocavo nell’Atalanta. Disputammo una buona partita, poi tra l’81’ e l’84’ Baggio fece una doppietta. Quel giorno ho capito che esisteva il calcio di tutti e quello di Baggio“.

ASSENZA DI VLAHOVIC – “Il Vlahovic che ho visto in queste prime partite sposta gli equilibri: penso che la Juventus ci perda con la sua assenza. Ma la Juventus ha anche Chiesa, che è pronto per caricarsi la squadra sulle spalle. Non mi sembra che patisca le pressioni“.

CHIESA – “Chiesa ha bisogno di un riferimento per esaltarsi: senza Vlahovic e Milik, Kean deve dargli una mano. Lui può fare la differenza, come sempre. Però è tutta la Juve che dovrà dimostrare di quale pasta è fatta“.

APPROCCIO – “Se i bianconeri si sporcano le mani, un po’ come faceva quando c’ero io, e superano i prossimi due ostacoli, Atalanta e Torino, lanciano un bel segnale al campionato. Io sono convinto che il Sassuolo sia stato un incidente di percorso, la vera Juve è quella con il sangue agli occhi del primo tempo di Udine. Dovrà giocare così anche contro l’Atalanta, ancora imbattuta in casa“.

LE PAROLE DI PIOLI – “Pioli mi è sembrato sincero, io la penso come lui. Senza coppe europee, soprattutto se le italiane dovessero superare i gironi, la Juventus potrebbe avere un netto vantaggio per lo sprint finale. L’Inter è molto forte in difesa e a centrocampo, ma in attacco si è indebolita rispetto allo scorso anno. È Lautaro-dipendente. Il Milan è un’ottima squadra, però non la vedo superiore alla Juventus. Il Napoli ha un top player della difesa come Kim e dipende molto da Osimhen: i campioni possono rinforzano o indeboliscono una squadra“.

DE KETELAERE – “Sono stato undici anni alla Juve e ho visto tanti ottimi giocatori altrove, che non si sono confermati con la maglia bianconera. Giocare nella Juventus, con il massimo rispetto per le altre, è un’altra cosa. Non credo che Pioli sia pazzo, forse De Ketelaere aveva bisogno di un ambiente diverso. Nell’Atalanta sei sicuramente più protetto che al Milan. Mi auguro che con Gasperini, diventi un fenomeno, ma per me non lo è ancora“.

KOOPMEINERS – “Io ho un debole per Koopmeiners: è solido, duttile e segna in tanti modi. È perfetto per Gasperini, ma lo sarebbe anche per Allegri. Adesso sento parlare di Hojbjerg per la Juve: il danese per la mediana o Berardi per l’attacco sarebbero rinforzi da scudetto

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