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Nostalgia di vacanze

La nostra prima pagina

Nostalgia di vacanze

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Digressione su Paul Pogba. 

AL LAVORO!

“Ho il Manchester United nel mio cuore. Questa è casa mia, quando me ne sono andato sapevo che sarei tornato. È tutto normale per me. È come se fossi andato in vacanza e fossi appena tornato. Davvero. Non è cambiato niente, sono la stessa persona”.

Eppure, a giudicare il momento attuale del centrocampista, un pensiero piuttosto elementare emerge immediatamente: come nella vita di tutti i giorni, la ‘vacanza‘ è lo stato di grazia di ciascun individuo e chi, avendone la possibilità, non cercherebbe di approfittarne per incrementarne la durata? Le ferie di Paul Pogba alla Juventus sono durate decisamente a lungo, – quattro anni – ma, al contempo, sono state assai brevi se contestualizzate all’interno di un panorama prettamente calcistico. Si sono rivelate vacanze costruttive, di crescita, che hanno restituito al pagante Manchester United un calciatore di livello mondiale etichettabile come ‘top player‘ o presunto tale nonostante la giovine età. Qualche fan del Manchester United, al momento dell’acquisto, invece, scherzando, disse che la cifra di oltre 100 milioni per il suo acquisto corrispondeva alla retta universitaria da pagare al club bianconero per averlo fatto crescere: e ci ricolleghiamo, così, al discorso di prima; che il suo primo addio ai Red Devils sia stato una vacanza, una vacanza studio o un periodo di apprendistato, poco importa: nel mondo del lavoro, però – al ritorno delle vacanze – il francese sta deludendo le aspettative con innegabile continuità.

IL CASO MCTOMINAY

Scott McTominay in azione con la maglia del Manchester United, dove prenderà il posto di Paul Pogba.

In questo genere di situazioni, ossia quando un calciatore viene scartato dall’undici titolare, i protagonisti tendono ad essere tre: il giocatore che viene lasciato in panchina, l’allenatore che prende la decisione di farne a meno ed il sostituto.

Tendenzialmente, queste circostanze – che vedono l’allenatore protagonista nelle scelte – si avverano in due casi: o il giocatore che viene lasciato in panchina non attraversa un buon momento o il calciatore che lo sostituisce è in rampa di lancio.

In questo caso, la variabile avveratasi tende maggiormente nella prima direzione piuttosto che nella seconda; spieghiamoci: l’allenatore portoghese, non ritenendo il numero 6 all’altezza di entrare nell’undici titolare si affida a… McTominay. No, non si tratta di un panino del McDonald’s e nemmeno di un centrocampista centrale. Il ragazzo, classe 1996, è infatti un elemento del vivaio dei Red Devils e di ruolo sarebbe – il condizionale è d’obbligo – una punta centrale. Lo Special One, tuttavia, ha visto in lui un buon centrocampista e, sino a questo momento, le discrete prestazioni del ragazzo stanno mantenendo intatte le prospettive che l’ex allenatore del Chelsea ripone in lui. Il ragazzo, a detta di José Mourinho, esegue i suoi ordini meglio di quanto non faccia Pogba – tra le righe – ed esegue compiti semplici senza smarrirsi in leziosismi e giocate fini a se stesse.

#POGBACK

Non confondiamoci: nonostante questo sia stato l’hashtag utilizzato dal club di Manchester per annunciare il ritorno del proprio campioncino, attualmente, cercando quanto scritto sopra sui vari social network troverete altri risultati. Il #Pogback recente – reperibile in rete – è la keyword elaborata dai tifosi della Juventus per esprimere la loro opinione circa l’ex numero 10 bianconero. I supporters della Vecchia Signora non credono a questo calo mostruoso calo del loro ex fuoriclasse e sono convinti che, nel giusto contesto, il ragazzo potrebbe tornare ai suoi livelli: come biasimarli? Le stagioni del francese alla Juventus – checchè se ne dica – sono state sotto gli occhi di tutti ed appare davvero difficile pensare che il suo prezzo sia stato gonfiato dai media. Nel mercato di oggi, d’altronde, quanto si vuol spendere per un affermato centrocampista di 23 anni, titolare di una squadra pluri-scudettata e cardine della Nazionale francese?

QUESTIONE DI SCELTE

Celebre scatto che ritrae Pogba ed il proprio agente in vacanza, in attesa dell’accordo tra Juventus e Man Utd che porterà il ragazzo in Inghilterra.

Circa due anni fa, inoltre, espressi le mie perplessità circa il suo trasferimento in Inghilterra, indicando come la scelta della squadra selezionata dalla premiata ditta Pogba & Raiola fosse errata. Perché abbandonare una squadra che ha le carte in regola per vincere tutto – la Juventus fece quasi l’en-plein, perdendo in finale, come ben sapete – per unirsi ad un club meno potente, sul campo, sia a livello nazionale che internazionale? Perché abbandonare un progetto vincente del quale si è il cardine per entrare a far parte di un team assai indietro nella programmazione e carente di titoli vinti nel passato recente?

La risposta, per quanto mi riguarda, è da ricercarsi nell’ingaggio monstre che il club inglese ha offerto: 290.000 sterline a settimana, ossia 17.576 milioni di euro annuali che, messi a confronto con il salario percepito alla Juventus (circa 4.5 milioni) appaiono indeclinabili.

Ma se porre il lato economico davanti al lato sportivo può portare a benefici nell’immediato futuro, lo stesso non si può dire a lungo termine. Basti pensare che nelle due ultime stagioni in Serie A, in questo momento storico, il ragazzo aveva già segnato il doppio delle reti messe attualmente a referto, contribuendo a far salire il suo valore di mercato; mentre, oggi, tra un’espulsione che gli è costata tre giornate di squalifica, un infortunio alla coscia che lo ha tenuto fuori per diverse settimane ed un rendimento in calo, il suo vdm appare in declino.

L’EVOLUZIONE DELLA VICENDA

Questo genere di vicissitudini può avere, principalmente, due sviluppi:

  • Il rendimento e la situazione non subiscono variazioni significative e, così, il giocatore è costretto a ridimensionarsi e a lanciarsi in una nuova sfida, con il club che lo metterebbe sul mercato nel tentativo di recuperare parte della cifra sborsata; il sogno di un ritorno all’ovile, tuttavia, per quanto il calciatore possa rivedere le proprie ambizioni economiche, sembra davvero un piano arduo da mettere in atto: il tetto salariale della Juventus non supera il valore massimo di 7.5 milioni di euro per giocatore. Per mettere in atto un’operazione del genere servirebbe solamente tanta fortuna ed una fortissima volontà del giocatore di rimettersi in gioco in bianconero. Da scartare, invece, soluzioni come Real Madrid e Barcelona, club che, notoriamente, assumono campioni affermati o sulla cresta dell’onda e raramente tentano di recuperare giocatori in calo – eccezion fatta per Paulinho; chi possiede tanta ricchezza, come le due spagnole, può permettersi un certo snobismo, no?

  • Le circostanze attuali mutano e viene fuori il campione che Pogba, potenzialmente, è in grado di essere: una buona prestazione o un goal decisivo, solitamente, propiziano questo genere di comeback e conoscendo il peso specifico del centrocampista francese, non mi stupirei se nelle prossime settimane avvenisse qualche evento simile; una reazione forte ed un’iniezione di fiducia, effettivamente, sarebbero il carburante perfetto per rimettere in sesto un giocatore demotivato e sfiduciato.

Intanto, però, nonostante la soluzione numero due appaia più plausibile, la vicenda rimane scottante; i media, in Inghilterra, ci informano come il Manchester United abbia assunto una posizione assolutamente condivisibile: il club è schierato dalla parte del proprio allenatore e ritiene che sia il giocatore stesso a dover cambiare rendimento ed atteggiamento, visto che né il bastone né la carota hanno sortito alcun effetto sulle sue prestazioni.

Una cosa, tuttavia, ci sembra ovvia: si stava meglio quando si stava ‘peggio’ – economicamente parlando – e, probabilmente, la vacanza italiana non lo ha rinvigorito abbastanza da restituirlo al suo ‘mondo del lavoro’: occorre, forse, un’altra meta, sia essa italiana, francese, spagnola o inglese. Quando lo stress si fa sentire, il piacevole pensiero di una vacanza è un’idea costante: si torna dove si è stati bene o si parte alla ricerca di nuovi lidi?

 

 

 

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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