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Notte fonda Italia

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Notte fonda Italia

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Naufragio, la barca affonda. Non ci poteva essere momento migliore per far scendere una bomba d’acqua su Genova ieri sera, a immagine del momento storico della Nazionale e del calcio italiano. La squadra di Mancini non vince dal 28 maggio contro l’Arabia Saudita, match d’esordio per il tecnico a San Gallo. Il pareggio di Marassi contro l’Ucraina di Shevchenko fa registrare l’ennesimo record negativo degli azzurri: per la prima volta dal 1925, l’Italia non vince in casa per cinque gare consecutive.

LE SCELTE

Nel giorno del ricordo delle vittime del Ponte Morandi, Italia e Ucraina si affrontano con stati d’animo diametralmente opposti. L’Italia arriva dalle cocenti delusioni di Nations League dove con un solo punto in due partite rischia seriamente di retrocedere in Lega B. L’Ucraina, invece, ha iniziato col piede giusto e battendo Slovacchia e Repubblica Ceca nelle prime due giornate, ora, è a un passo dalla promozione in Lega A.

Roberto Mancini schiera il tridente leggero e affida a Insigne il compito di falso nueve. Un’Italia senza punte a causa dell’esclusione di Belotti e Balotelli dalla lista dei convocati, a cui si sono aggiunti gli infortunati dell’ultimo minuto,  Cutrone e Zaza. Torna Verratti che affianca Jorginho in regia, esordio per Barella con la maglia azzurra. Florenzi e Biraghi vanno a occupare le fasce per dare ampio respiro alla manovra e appoggiare le ali, Chiesa e Bernardeschi, in fase di ripartenza. Donnarumma tra i pali e i centrali della Juventus, Chiellini e Bonucci, completano il reparto difensivo.

L’Ucraina scende in campo col 4-1-4-1, modulo perfetto per chiudersi e ripartire. Sheva mette Zinchenko a fare la mezz’ala, in pressing continuo su Jorginho, a differenza di come viene utilizzato da Guardiola in Premier, adattato sulla corsia di sinistra. Konoplyanka e Marlos posizionati sugli esterni per tenere bassa la difesa degli azzurri mentre Sydorchuk fa da schermo alla difesa.

PARTENZA SPRINT

L’inizio del match è davvero arrembante. L’italia s’impossessa subito del pallone e lo fa scorrere a una discreta velocità, grave lacuna del gioco italiano negli ultimi tempi. Insigne lavora molto e svaria su tutto il fronte per dialogare con gli esterni e favorire gli inserimenti in area di Barella, incaricato di accompagnare la manovra in fase offensiva. Chiesa e Bernardeschi sono il vero motore di questa Nazionale e fin dai primi istanti regalano le occasioni più importanti alla squadra, creando almeno tre palle goal nel giro di venti minuti.

Il primo a provarci è l’esterno della Juve che dopo 4 minuti impegna Pyatov con un buon sinistro dalla distanza. Poi da una sequenza di angoli nascono le due chance più clamorose. La prima capita sui piedi di Bonucci che con una bellissima volée di destro costringe Pyatov agli straordinari. Dal corner successivo ci prova Chiesa di testa, ma il portiere dello Shaktar ci mette i guantoni e salva ancora. Gli ucraini sono molto compatti e resistono bene agli assalti azzurri ma mostrano di soffrire tremendamente le verticalizzazioni di Bonucci. E proprio così nasce la prima enorme opportunità per Insigne al minuto 22: Chiesa riceve dal centrale della Juventus e imbecca Insigne che di destro sfiora il palo di pochissimo.

Il primo tempo è davvero un monologo azzurro, ma la palla sembra non voler entrare. Di certo il merito è anche degli ucraini, bravissimi a non sciogliersi e a resistere agli attacchi avversari. Certo è che l’Italia sembra specchiarsi vanitosamente davanti a un discreto gioco e manca di cattiveria sotto porta. Si chiude così sullo 0-0 un buon primo tempo che lascia l’amaro in bocca, un retrogusto che sa di occasione sprecata.

LA MALEDIZIONE

Nel secondo tempo la squadra di Mancini cerca di riproporre quanto fatto nel primo. I tre attaccanti provano a cambiarsi in continuazione e questi continui movimenti sembrano creare scompiglio nella difesa ucraina. Ci prova subito Insigne con una punizione che infrange la barriera, poi è Bernardeschi a trovare finalmente la via della rete dopo 55 minuti: sinistro da fuori area che sembra innocuo ma che diventa letale a causa di una paperissima di Pyatov che lo scaraventa alle sue spalle.

Finalmente tutto sembra girare per il meglio e il match si mette sui binari giusti. L’Ucraina è costretta a scoprirsi per trovare il goal del pareggio e gli azzurri devono solo pazientare il momento giusto per colpire e chiudere i giochi. Gli azzurri però commettono l’errore di abbassare il pressing e calare di concentrazione, cosi gli ospiti ne approfittano subito e con un  rapido ribaltamento di fronte che porta al tiro Yaremchuk conquistano l’angolo che vale il pareggio. Malinowskiy raccoglie in area un pallone vagante e lo scarica alle spalle del numero 22.

Da questo momento si apre un’altra gara. L’Italia non riesce più a ripartire e gli ingressi di Immobile e Bonaventura non incidono. Dall’altra parte c’è un Ucraina che capisce il momento e prova a infilare il coltello nella piaga, sfiorando più e più volte il vantaggio. Malinowskiy manca di poco la doppietta su punizione, prendendo la traversa, poi la stellina del City Zinchenko va vicino alla rete con una conclusione chirurgica. La partita si conclude con il risultato di 1-1 e con un’ennesima prestazione deludente degli azzurri.

“MERITAVAMO DI PIÙ”

È un Roberto Mancini deluso quello che si presenta ai microfoni nel post gara. Non tanto per la prestazione dei suoi ragazzi quanto per la mancata vittoria che, seppur in amichevole, avrebbe potuto rialzare il morale a una squadra che da quel maledetto 13 novembre non sa più come rialzarsi.

Il rammarico è per il risultato che non arriva, non ci dice cosi bene, stasera avremmo meritato un paio di gol, dobbiamo migliorare sotto questo aspetto e continuare a lavorare cosi»

L’esperimento del tridente leggero sembra renderlo contento solo a metà mentre l’esordio di Barella lo ha colpito positivamente.

Il tridente inedito con Chiesa, Bernardeschi e Insigne? Può essere un’idea, ma bisogna essere più incisivi, stasera abbiamo creato tante palle gol. Con i cambi poi diventa una partita problematica, abbiamo concesso qualcosa in più nella ripresa, ma la partita è stata buona. Barella? Bravo al suo debutto, in casa, è stato più semplice di quelli che hanno esordito in Portogallo. 

Domenica si torna in campo per la terza giornata di Nations League, a casa di Lewandowski e compagni. Vincere sarà l’unico risultato da prendere in considerazione altrimenti la retrocessione in Lega B diverrebbe un altro carico insostenibile dopo l’umiliante esclusione dal Mondiale. Servirà una prestazione perfetta, una partita al livello del primo tempo di Marassi per gli interi 90 minuti. Si dice che spesso per ripartire serva toccare il fondo. Ora bisogna piegare le ginocchia, saltare ed uscire dal baratro.

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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