Marzo 2014. Ryan Giggs, Paul Scholes, Phil Neville, Gary Neville e Nicky Butt decidono di scommettere su un piccolissimo club della settima categoria inglese. Una modesta squadra di provincia, che mai aveva avuto mire di grandezza verso campionati più altolocati. La squadra in questione è il Salford City. A supporto del business della “classe del ’92” c’è anche la presenza di un grande magnate singaporiano, Peter Lim, attuale presidente anche del Valencia e già socio in affari dei cinque ex giocatori di Manchester. Ma cosa avrà spinto cinque personalità di illustro interesse ad acquistare una società dei bassifondi calcistici inglesi? Ambizione, voglia di mettersi in gioco o semplice pazzia?
IL PROGETTO

Il progetto è assai ambizioso e non si poteva di certo pensare altro guardando il parco di azionisti della squadra. Personalità abituate alla vittoria sportiva, che hanno fatto del calcio la propria vita e vogliono donare molto più di ciò che hanno ricevuto. Il progetto dei 5 ex calciatori sarebbe quello di arrivare nell’arco di massimo due stagioni all’interno del calcio professionistico inglese. Al momento la squadra gioca in National League, il campionato calcistico inglese di quinta serie, il più alto per squadre semiprofessionistiche. Una volta ottenuta l’ammissione al professionismo però il lavoro non è di certo concluso. Passo dopo passo l’obbiettivo del club è quello di solcare in pochi anni il terreno della Premier League, palcoscenico molto più consono alla classe dirigenziale del club.
Poco dopo essere arrivati alla guida del club, Giggs e compagni hanno intuito che per ottenere un successo sportivo, prima di tutto bisogna ottenere un successo di immagine. Tutto ciò si può rendere possibile solamente attraverso nuove infrastrutture ed offerte assai vantaggiose rivolte ai tifosi. Ecco perché sin da subito sono iniziati i lavori per costruire un nuovo impianto che potesse ospitare circa 5 mila posti. All’albore del loro corso lo stadio della squadra si presentava in questo modo.

Un impianto casalingo certamente troppo modesto per coprire le ambizioni della nuova proprietà. In quattro anni sono riusciti a costruire un nuovo stadio, il Peninsula Stadium, in grado di ospitare 5106 tifosi. Il costo totale è stato di 5 milioni di sterline, una cifra ragguardevole che si rivelerà comunque un investimento assai lungimirante.

Non mancano inoltre le iniziative per invogliare la gente a recarsi allo stadio. Per tutta la scorsa stagione il costo dei biglietti è stato di 10£ per gli adulti, 5 per gli under 16 e gli over 60 e completamente gratuito per bambini al di sotto dei 5 anni. Piccoli gesti che però sono di estrema importanza per la crescita di un club.
3 PROMOZIONI

Della “Class of ’92” manca solo David Beckham, che ha preferito creare una propria franchigia in MLS e, difatti, nel 2020 esordirà con i propri Inter Miami CF. Quando però l’ex Real Madrid assisterà per la prima volta ad un match della sua squadra, i suoi ex compagni di squadra potrebbero già militare in League One, l’equivalente alla nostra serie C. Da quando – nel 2014 – il quintetto magico si è messo alla guida del club, sono infatti arrivate tre promozioni in quattro stagioni. Solamente nella stagione 2016/2017 non gli è riuscito il grande salto, venendo eliminato in semifinale playoff. Nonostante ciò il morale della società non si è di certo abbassato e solamente la stagione successiva ha vinto il campionato ottenendo la promozione diretta. Questa stagione il club staziona al secondo posto in National League, con un solo punto di differenza dal Leyton Orient, che guida la classifica. Lo scontro è assai serrato e si prevede una battaglia a due, più defilato l’Harrogate Town, attualmente in terza posizione. La promozione è garantita solamente alla squadra che primeggia in campionato, la seconda sarà destinata a disputare i playoff, partendo però dalla semifinale. Non vi è alcun dubbio che la società raggiungerà le serie maggiori in un breve lasso di tempo.
COME IL BOURNEMOUTH

“Vogliamo andare il più lontano possibile e il modello del Bournemouth sembra possibile per me.”
Queste le parole di Paul Scholes, che elegge come modello sportivo il Bournemouth, oggi al massimo del professionismo. Una società che partendo dai bassifondi calcistici inglesi è riuscita a conquistarsi in pochi anni la permanenza in Premier League. A differenza del Bournemouth, il Salford può vantare una dirigenza di gran lunga più forte. Soprattutto, la presenza di Peter Lim garantisce un’intraprendenza economica da riscontrare in un club di tale portata. Non è quindi utopico pensare ad una veloce ascesa nel calcio che conta. Certo oltre alla presidenza bisognerà trovare un condottiero in panchina degno di portare la squadra ai risultati sperati. Tanto del merito delle promozioni del Bournemouth è stato del talento visionario di Eddie Howe, pupillo di Maurizio Sarri.
E IN ITALIA?
È veramente un peccato che in Italia non esista una realtà analoga. Nelle serie minori del calcio italiano probabilmente solo il Bari ha una proprietà solida alle spalle. Il parallelismo però non lo si può attuare sostanzialmente per una ragione. La società pugliese presenta una storia di rilevante importanza, con parecchie militanze in serie A oppure nel campionato cadetto (in questo senso basti pensare allo stadio San Nicola, uno dei più belli d’Italia e fra i più capienti del Mezzogiorno). Nessuna delle proprietà che sono entrate negli ultimi anni a rilanciare i club caduti tra i dilettanti hanno presentato piani di sviluppo come quello di Salford. Al massimo si può notare chi investe qualche milione a fondo perduto, per sperare di arrivare poi a incassare in termini di diritti tv una volta approdato in Serie B. Nel resto del mondo le squadre sono giustamente considerate delle aziende e quindi fatte crescere per sfruttare il loro aspetto economico, facendo crescere il marchio e l’immagine del club.