Connect with us
Da Schumann a Ozil: storia di due geni incompresi - #MusicaAPalla

I Nostri Approfondimenti

Da Schumann a Ozil: storia di due geni incompresi – #MusicaAPalla

Pubblicato

:

Ozil

Si sa, l’Arte ha molti aspetti legati ai gusti personali. Non è una scienza, legata ad assiomi o alle leggi della fisica, ma dipende dalle opinioni del singolo e dal suo essere soggetto ancor prima che oggetto. Nonostante ciò, qualsiasi campo artistico vede alcuni profili elevati universalmente su un livello superiore, come se essi appartenessero ad una cerchia di “eletti” lontani da ogni qualsivoglia critica o osservazione. Una Hall of Fame dei migliori del settore, da ammirare, studiare e talvolta emulare.

Il calcio non rientra nel mondo delle Arti nel suo vero senso della parola, anche se diverse sue sfaccettature richiamano inevitabilmente le sensazioni che un capolavoro può trasmettere ai suoi fruitori. E anche il calcio ha la propria schiera dei migliori di sempre, degli attori in campo che hanno inciso sulla pietra il proprio nome grazie alle loro gesta. E ogni epoca ha di certo i propri grandi protagonisti identificativi: basti pensare agli anni d’oro di Pelé o a quelli di Maradona, passando alla lotta eterna CR7-Messi che ha segnato gli ultimi 15 anni. Ai mostri sacri si sono nel tempo affiancati alcuni co-protagonisti, degni di lode e del dovuto riconoscimento. Un gradino sotto stanno invece tutti coloro che, per un motivo o per un altro, hanno dato sempre l’impressione di avere carenze piccole, ma determinanti. Storie di profili ottimi, ma evidentemente non abbastanza.

Non abbastanza. Ma chi può effettivamente decretare che qualcuno non sia abbastanza? Cosa avrebbe potuto fare quel qualcuno, cosa gli è mancato affinché potesse essere annoverato tra i migliori? Domanda irrisolta, che attraversa trasversalmente le Arti e, in questo caso, anche il calcio. Ed è così che due mondi completamente differenti si incontrano, due profili che apparentemente sembrano aver poco in comune hanno diversi dettagli convergenti. E questo è il caso di Robert SchumannMesut Ozil.

SCHUMANN E OZIL: DUE ARTISTI TORMENTATI

Siamo nella Germania dell’Ottocento, in una fase storica intrisa di nuovi valori e guidata da una nuova visione del mondo. Dopo le grandi Rivoluzioni politiche, sociali ed industriali, l’Uomo aveva iniziato a guardare la realtà con un occhio differente, lasciando carta bianca alle emozioni e al sentimento anziché alla mera e cruda razionalità illuministica. Nel mondo delle Arti questa forte passionalità era evidente: basti pensare al silenzio assordante del Viandante sul mare di nebbia di Caspar Friedrich o alla disperazione tangibile dei passeggeri de La zattera della Medusa di Théodore Géricault. Quadri, sculture, opere musicali e testi letterari sono intrisi di questa necessità di esternare l’Io dell’artista, il suo vissuto e i suoi fantasmi. Non fu da meno Robert Schumann, uno dei più rilevanti rappresentanti del Romanticismo germanico in musica.

Già dai momenti salienti della sua vita capiamo i tanti motivi dietro una figura tanto passionale quanto struggente. Se dovessimo riassumere l’esperienza terrena di Schumann, potremmo limitarci ad una singola parola: sofferenza. Sì, perché i traumi dettati dai lutti familiari hanno segnato inevitabilmente l’esistenza di un uomo già molto fragile di suo. La perdita totale del funzionamento del dito medio della mano destra fu poi un ulteriore colpo durissimo per il musicista, che dovette improvvisamente lasciare la carriera da virtuoso del pianoforte per dedicarsi alla sola attività di compositore. Un peso troppo forte da digerire, per un ragazzo che vedeva davanti a sé un futuro roseo come pianista in continua tournée per l’Europa.

Certo che, così come nel caso del musicista, la carriera di Ozil ha toccato le vette che ogni ragazzino in giro per il mondo sognerebbe di raggiungere. Dagli esordi con lo Schalke 04, passando per l’esplosione al Werder Brema e infine al traguardo di una vita che risponde al nome di Real Madrid. Un’ascesa da sogno, il raggiungimento di una tappa che lasciava pensare ad un punto di arrivo per questo giovane 22enne che aveva fatto tanto bene in Germania. Ma l’amore con l’ambiente madrileno non è mai probabilmente sbocciato del tutto, come se il ragazzo fosse carente di qualcosa per essere considerato al pari dei diamanti della squadra, Cristiano Ronaldo in primis. Forte, fortissimo, ma non un top mondiale. Certamente l’ombra dell’asso portoghese è una di quelle in grado di oscurare qualsiasi cosa, ma il vero problema non stava appunto in una così “ingombrante” presenza nello spogliatoio.

LA SOFFERENZA DI DUE UOMINI INAPPAGATI

Anche in patria un talento così cristallino non ha mai ricevuto i dovuti meriti, quando invece sarebbe potuto essere il fulcro su cui far leva per il futuro. Sempre visto come un buon calciatore, ma mai osannato ed esaltato quanto altri profili che alla fine della fiera hanno dimostrato meno di lui. E questo è un ulteriore punto in comune tra OzilSchumann, in quanto quest’ultimo si è detto scontento per tutta la sua vita per questa mancanza dei dovuti riconoscimenti.

Insoddisfazione, perché sapeva di essere un grande musicista e conosceva le proprie doti, ma ciò che lui stesso constatava non trovava uguale riscontro nell’opinione pubblica, che di certo lo apprezzava ma lo poneva su un piano inferiore rispetto a quanto in realtà meritasse. Per molti questo senso di inappagamento potrebbe contare poco, potrebbe dar fastidio ma il giusto, si può comunque guardare avanti. Ma quello che per una persona comune potrebbe apparire come una cosa da poco, per un animo instabile e scosso come quello di Schumann pesava come un macigno. Ed è così che l’insoddisfazione sfocia nella depressione patologica, che ha accompagnato il musicista fino al suo ultimo respiro.

IL DECLINO FINALE, FINO AL BUIO

Schumann raccontava che da ragazzo aveva fatto un sogno molto strano, aveva sognato di morire affogato nel Reno. Messaggio del destino che di fatto preannunciava un passaggio importante della vita di un animo così spento e fortemente turbato. Una ventina di anni dopo aver fatto quello strano sogno, Schumann tentò davvero di togliersi la vita gettandosi tra le acque gelide del fiume, per poi esser emesso in salvo da alcuni barcaioli. Ma questo fu l’ultimo atto da uomo libero, dopodiché per lui si aprirono le porte dell’ospedale psichiatrico in cui morirà due anni più tardi.

La luce si era spenta, i troppi episodi negativi e le delusioni avevano segnato la sua esistenza. I suoi occhi non brillavano più: si era spenta la luce. La stessa luce che si spense sulla carriera di Ozil che, lasciata Madrid e accasatosi all’Arsenal di Arsène Wenger, aveva toccato il cielo prima di precipitare definitivamente. Sì, perché gli ultimi anni a Londra lo videro sempre più lontano dal baricentro dell’ambiente. Lui, che per diversi anni aveva trainato il carro a suon di gol e – soprattutto – assist, adesso veniva sempre più relegato ai margini del progetto. Tant’è che Ozil lascerà la Premier League per trasferirsi in Turchia, al Fenerbahce.

Ma la sua luce era ormai troppo foca, troppo debole. Anche nel nuovo campionato non si vedrà più il vero Mesut, come se tutto ciò che aveva dimostrato appartenesse soltanto ad un epoca passata. E l’addio al calcio giocato, annunciato giusto qualche giorno fa, chiude il cerchio su una carriera sicuramente brillante, ma che lascia in sospeso molti “What If…”.

Talvolta il genio non è compreso abbastanza. Spesso ci si dimentica che prima ancora di essere un artista, esso è un essere umano che prova sentimenti. Servirebbe maggiore cura nei confronti di chi come SchumannOzil è capace di fare grandi cose, ma che a causa del contesto circostante o delle proprie esperienze personali vive la mancanza di valorizzazione come una sconfitta. Essi si sentono soli, in un mondo che non li ama e non li valorizza e che sembra davvero non meritarli appieno.

Continue Reading
Commenta

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I Nostri Approfondimenti

La marcia di avvicinamento alla super sfida Manchester City-Arsenal

Pubblicato

:

Manchester City-Arsenal

Dopo la sosta per le nazionali, tornano in campo i club per il prosieguo della stagione 2023/2024. Alcuni campionati vedono già alcuni verdetti quasi definiti, come ad esempio in Serie A con l’Inter che ha un grande vantaggio sulla seconda in classifica, il Bayer Leverkusen che dovrà gestire i punti di vantaggio sul Bayern Monaco come anche il Paris Saint-Germain in Ligue 1.

Il Real Madrid, in attesa del secondo capitolo del Clasico, cercherà di guadagnare ulteriormente terreno sul Barcellona mentre è tutto un altro discorso in Premier League. La corsa per il titolo è più che aperta, con tre squadre in corsa per conquistare il primo posto nel campionato più difficile al mondo: Arsenal (64 punti), Liverpool (64 punti) e Manchester City (63 punti) si giocheranno sino alla fine la Premier League 2023/2024.

Dopo il grande confronto tra Liverpool e City conclusosi 1-1 a Anfield, questa volta lo spettacolo andrà in scena all’Etihad Stadium: i Citizens se la vedranno contro l’Arsenal di Mikel Arteta. La sfida tra Guardiola e i Gunners potrebbe decidere, soprattutto anche a livello psicologico, una parte di Premier League per le due squadre. Ovviamente si avrà sempre un occhio su quello che succederà alla terza contendente guidata per l’ultima volta da Jurgen Klopp, che sogna di conquistare un grande ultimo trofeo prima dell’addio.

LA SITUAZIONE DEL MANCHESTER CITY

“Abbiamo una finale contro l’Arsenal. Ma per ora riposiamo. Non voglio pensare al futuro, è stato un periodo molto intenso. Con i giocatori un cambiamento di ambiente è positivo, ad alcuni di loro sarà permesso di vedere le loro famiglie. Quando torneremo, avremo tre giorni per prepararci alla partita contro l’Arsenal”.

(Pep Guardiola)

Così Pep Guardiola nella sua ultima conferenza stampa prima della sosta aveva parlato della grande sfida tra Manchester City e Arsenal. Una vera e propria finale considerando che ci stiamo avviando verso la fine della stagione e un match del genere risulta dunque decisivo per le sorti delle due squadre.

Il Manchester City arriva da un periodo super positivo: non perde una partita dallo scorso dicembre, quando al Villa Park l’Aston Villa di Emery riuscì a trovare la vittoria di misura per 1-0. Da quel momento in poi una serie incredibili di risultati utili consecutivi (22, di cui 19 vittorie e 3 pareggi) tra Premier League, Mondiale per Club, FA Cup e Champions League.

Una formazione sempre più autonoma quella di Guardiola che ha saputo rendere Phil Foden uno dei giocatori principali di questa squadra: per il talento inglese classe 2000 sono arrivati 11 gol (eguagliato il record personale siglato nella scorsa stagione) e 7 assist. Inoltre, considerando la presenza imprescindibile di Bernardo Silva, i gol nella gambe di Haaland, l’equilibrio portato da Rodri in mezzo al campo, il rientro di De Bruyne non ha fatto che aumentare il livello tecnico (già incredibile) del Manchester City. Il fuoriclasse belga ha fornito 5 assist in 9 partite di Premier League, in totale 12 in 13 partite in tutta la stagione (da segnalare l’incredibile prestazione in FA Cup, dove nella partita contro il Luton Town ha fornito 4 assist per Haaland).

LA SITUAZIONE DELL’ARSENAL

Dopo l’incredibile stagione dello scorso anno, l’Arsenal di Mikel Arteta ha saputo confermarsi come una delle squadre da battere in Premier League. Nonostante il brutto periodo di dicembre (3 sconfitte in Premier League) i Gunners hanno mantenuto una costanza tale da riuscire a tenere il ritmo delle due rivali, raggiungendo inoltre anche i quarti di finale della Champions League dopo il successo contro il Porto nel ritorno ai calci di rigore.

L’Arsenal arriva da 8 vittorie consecutive in Premier League che hanno proiettato i londinesi in testa alla classifica alla pari del Liverpool e con un punto di vantaggio proprio sul Manchester City. Il miglior giocatoRE in assoluto anche per le statistiche è Bukayo Saka, che con 13 gol e 8 assist guida entrambe le classifiche dei Gunners. Alle sue spalle, troviamo il capitano Odegaard e Kai Havertz, che dopo un inizio non incoraggiante ha trovato la giusta strada con 4 reti nelle ultime 4 partite.

Altri giocatori importanti dal punto di vista realizzativo sono sicuramente Martinelli e Trossard, che completano il reparto offensivo, ma è grazie alla presenza di Declan Rice che l’Arsenal può mantenere un certo tipo di gioco.

Forti dell’1-0 dell’andata l’Arsenal cercherà di trovare una grande vittoria in trasferta per l’allungo decisivo sui campioni in carica, che nella scorsa stagione hanno avuto la meglio proprio contro i Gunners nella corsa al titolo.

Continua a leggere

I Nostri Approfondimenti

Gli ultimi cinque Lazio-Juventus in Serie A

Pubblicato

:

Lazio-Juventus

GLI ULTIMI 5 LAZIO-JUVENTUS IN SERIE A – Il prossimo sabato, alle ore 18:00, andrà in scena il match tra Lazio e Juventus. Dopo la sosta nazionali, i biancocelesti riprenderanno il campionato con un nuovo allenatore in panchina, Tudor. I ragazzi di Max Allegri, invece, devono riprendersi da un momento negativo, con una sola vittoria nelle ultime 8 partite. In questo arco temporale si è visto sfumare il discorso Scudetto, di cui tanto si era parlato precedentemente.

Per quanto riguarda la Lazio, il nono posto attualmente occupato in campionato non è assolutamente concepito, e il neo allenatore biancoceleste farà di tutto per risalire la china. Certo, sarà difficile raggiungere la zona Champions League, ma ad oggi l’Europa League è invece un obiettivo concreto, da centrare ad ogni costo.

In questo pezzo, andremo a vedere gli ultimi cinque Lazio-Juventus giocati all’Olimpico. Il bilancio è equilibrato: 2 vittorie per parte e un pareggio.

GLI ULTIMI CINQUE LAZIO-JUVENTUS: SERIE A 2022/2023

L’ultimo Lazio-Juventus ha regalato grandi gioie al tifo biancoceleste. La vittoria tra le mura amiche contro i bianconeri mancava da dicembre 2019. I ragazzi di Sarri sono poi arrivati secondi nel campionato, sotto allo straripante Napoli di Spalletti. Nel primo tempo, in pochi minuti si è consumato un botta e risposta tra due dei migliori centrocampisti del campionato: ha aperto le marcature Milinkovic-Savic al minuto 38, poi ha pareggiato i conti Rabiot al minuto 42.

Non è passato molto tempo dall’inizio della ripresa per vedere il nuovo vantaggio della Lazio: ad andare in gol è stato Zaccagni su assist di Luis Alberto.

GLI ULTIMI CINQUE LAZIO-JUVENTUS: SERIE A 2021/2022

La Juventus di Max Allegri al 13° turno di Serie A ha affrontato la Lazio all’Olimpico. I bianconeri, che venivano da un quarto posto conquistato con Pirlo, speravano in un campionato migliore, anche se così non fu. Tuttavia, il match contro la squadra di Sarri ha dato delle certezze alla squadra: solidità difensiva e tanti tiri in porta. A permettere la vittoria ai bianconeri è stata un’insolita doppietta (su rigore) di Leonardo Bonucci.

GLI ULTIMI CINQUE LAZIO-JUVENTUS: SERIE A 2020/2021

Nella stagione 2020/2021, Simone Inzaghi sedeva ancora sulla panchina della Lazio. A scontrarlo un debuttante Pirlo, che aveva cominciato il campionato molto bene, con pochi intoppi. Non a caso, i bianconeri sono andati subito in vantaggio al 15′ con Cristiano Ronaldo. Il match è proseguito con la Juventus in gestione, senza che la Lazio si rendesse pericolosa. Poi è accaduto quello che con Inzaghi era quasi una costante: dopo il suo ingresso in campo Caicedo ha siglato l’1-1 al minuto numero 95.

GLI ULTIMI CINQUE LAZIO-JUVENTUS: SERIE A 2019/2020

La Lazio di Inzaghi , al turno 15, contro la Juventus si stava mostrando come una pretendente allo scudetto. Era impensabile alla vigilia, ma i biancocelesti si sono resi protagonisti di una cavalcata fenomenale. Non a caso, la Juventus di Maurizio Sarri cadde sconfitta all’Olimpico.

Non ci fu storia: ad aprire i conti ci pensò Cristiano Ronaldo, ma poco prima della fine del primo tempo arrivò il pareggio di Luiz Felipe. Poi, dominio totale della Lazio, propiziato anche dall’espulsione di Cuadrado per fallo da ultimo uomo al 69′. Al minuto 74 è andato a segno Milinkovic-Savic e, solo 5 minuti dopo, Immobile ha sbagliato il colpo del K.O su rigore. Ma a rimediare l’errore del 17 biancoceleste ci ha pensato Caicedo, al minuto 95 (lo stesso dell’anno seguente): 3-1 con il tifo biancoceleste che cominciava a sognare in grande.

GLI ULTIMI CINQUE LAZIO-JUVENTUS: SERIE A 2018/2019

L’ultima Juve di Max Allegri appariva inarrestabile per tutti. Nel campionato 2018/2019 e i bianconeri avevano ampio distacco sulle concorrenti già al turno 21. La Lazio, che poi finì il campionato ottava, aveva poche pretese, ma sfiorò l’impresa. Infatti, al minuto 60 i biancocelesti erano andati in vantaggio grazie all’autogol di Emre Can. Sembrava che i ragazzi di Inzaghi avessero il completo controllo del match, ma il gol di Cancelo al 74′ ha diminuito le speranze di far risultato. Il solito Cristiano Ronaldo ha poi chiuso i giochi al minuto 88 su rigore.

Continua a leggere

Euro 2024

Il dubbio del centravanti per l’Italia: i precedenti nella storia recente

Pubblicato

:

In foto: Luciano Spalletti, CT dell'Italia e della Nazionale

Uno dei dubbi che più richiederà tempo al CT Luciano Spalletti in vista degli Europei di questa estate in Germania è quello sul prossimo centravanti che andrà a occupare la casella della formazione titolare. Nelle amichevoli, abbiamo visto un Mateo Retegui che ha risposto in maniera positiva: l’attaccante italo-argentino del Genoa ha siglato una doppietta contro il Venezuela. Nell’amichevole vinta per 2-0 contro l’Ecuador, al cnetro dell’attacco ha invece agito Raspadori. Chiaramente caratteristiche differenti, con uno che garantisce una presenza maggiore all’interno dell’area avversaria mentre l’attaccante del Napoli che preferisce svariare, agendo da falso nueve. Alcuni come Scamacca e Immobile non sono stati convocati, visti i recenti problemi. Nonostante ciò, entrambi cercheranno, attraverso le gare di campionato e non solo, di guadagnarsi una chiamata per EURO2024.

Ma nella storia recente della Nazionale, a partire dal post Mondiale del 2006, dove abbiamo visto una grande quantità di attaccanti come Toni, Totti, Del Piero, Inzaghi e Iaquinta, chi è stato il numero 9 titolare dell’Italia tra Mondiali e Europei?

EURO 2008

Ad EURO 2008 gli azzurri si presentano come campioni del Mondo in carica, forti di una rosa formata per larga parte dai giocatori che nel 2006 avevano conquistato il quarto mondiale della storia in Germania. Sotto la guida di Donadoni, l’Italia gioca con il classico 4-3-1-2 visto anche due anni prima. Ad agire in attacco saranno soprattutto Cassano, che proveniva da una buona stagione alla Sampdoria e Luca Toni, che con il Bayern Monaco aveva da poco conquistato la Bundesliga e il titolo di capocannoniere del campionato tedesco. Non solo per questi traguardi ma anche per il suo valore all’interno del gruppo, il numero 9 dell’Italia si riconferma quindi l’ex Fiorentina.

Toni non riuscirà a segnare ad EURO 2008, dove l’Italia verrà eliminata ai quarti di finale contro i futuri campioni d’Europa della Spagna ai calci di rigore. L’attaccante ex Fiorentina delude le aspettative visti i 31 gol realizzati nella stagione 2007/2008 con la maglia del Bayern Monaco.

MONDIALI 2010

Al Mondiale Sudafricano del 2010 ritorna Lippi in panchina per conquistare quello che poteva essere un secondo trionfo della sua esperienza in azzurro vista la vittoria del 2006. In attacco tra i convocati troviamo alcuni nomi importanti come Gilardino, Di Natale ma anche Pazzini (che da poco aveva trascinato la Sampdoria con Cassano alla qualificazione in Champions League), Quagliarella e Iaquinta.

Proprio a quest’ultimo verrà assegnata la numero 9 della Nazionale, nonostante le tre formazioni scelte da Lippi nella fase a gironi hanno visto Gilardino come unica punta con il Paraguay (1-1 all’esordio con rete di De Rossi), poi la coppia formata dall’attaccante della Fiorentina e Iaquinta contro la Nuova Zelanda (1-1 con il gol del numero 9 su rigore). Infine la partita conclusiva con la Slovacchia vedrà Iaquinta titolare nel 4-3-3, match che segnerà anche la clamorosa eliminazione alla fase a gironi dei campioni in carica. Non basteranno gli sforzi Di Natale e Quagliarella per agguantare il pareggio, con il risultato finale di 3-2 che significa ultimo posto e addio sogni mondiali.

EURO 2012

Agli Europei del 2012 Mario Balotelli ha toccato probabilmente il picco della sua carriera a soli 21 anni con le prestazioni mostrate a Euro 2012.

Schierato nel 4-3-1-2 dall’ex allenatore della Fiorentina, Super Mario condividerà il reparto offensivo con Antonio Cassano, tornato titolare dopo l’esperienza di quattro anni prima. Balotelli durante la competizione gioca tutte le sei partite disputate dall’Italia segnando nei momenti decisivi: contro l’Irlanda chiude il discorso qualificazione nell’ultima partita del girone (2-0) e sigla l’iconica doppietta contro la Germania in semifinale (2-1).

Con i tre gol realizzati risulta capocannoniere del torneo alla pari di Thomas Muller, Mario Mandzukic, Mario Gomez, Dzagoev, Fernando Torres e Cristiano Ronaldo. Non riuscirà a incidere nella finale persa a Kiev contro la Spagna per 4-0.

MONDIALI 2014

Nei Mondiali del 2014 in Brasile si riconferma Mario Balotelli come attaccante titolare dell’Italia e con la numero 9 sulle spalle. Per l’Italia di Prandelli non sarà un’avventura positiva come quella del 2012. Dopo la vittoria incoraggiante contro l’Inghilterra, dove Balotelli segna uno dei 2 gol degli azzurri (risultato finale 2-1, rete di Marchisio in apertura, pareggio di Sturridge e gol di Super Mario), arriveranno due sconfitte contro Costa Rica (1-0) e Uruguay (1-0).

Per l’Italia, eliminata nella fase a gironi, sarà l’ultimo Mondiale disputato così come saranno le ultime partite giocate da Balotelli in Nazionale in un torneo ufficiale.

EURO 2016

Euro 2016 si può definire un Europeo positivo per via delle aspettative che si avevano della Nazionale di Antonio Conte, che nonostante le difficoltà ha saputo costruire un forte gruppo in grado di battere poi, durante la competizione, squadre come il Belgio nei gironi e la Spagna agli ottavi di finale. Tra i protagonisti del 3-5-2 troviamo il terzetto difensivo Barzagli-Bonucci-Chiellini, un iconico De Rossi in mezzo al campo e in attacco il numero 9 Graziano Pellè. L’attaccante del Southampton ha avuto un ruolo importante nel biennio Conte, visto che ha rappresentato una delle poche garanzie del reparto offensivo azzurro (12 gol in Premier League nella stagione 2014/2015 e 11 nel 2015/2016). Pellè siglerà due reti importanti a EURO 2016 contro il Belgio nella vittoria per 2-0 e con la Spagna agli ottavi con un eroico 2-0.

Purtroppo la presenza dell’allora giocatore dei Saints verrà anche ricordata per l’errore dal dischetto nella serie dei calci di rigore persa contro la Germania ai quarti di finale.

EURO 2020

Nell’ultima edizione degli Europei da cui l’Italia è uscita vincitrice, nella formazione della Nazionale di Mancini ufficialmente il numero 9 rispondeva al nome di Andrea Belotti. Ma il titolare per tutta la competizione è stato Ciro Immobile, che ha segnato due reti in tutto l’Europeo. Entrambe sono arrivate nella fase a gironi, una contro la Turchia nella vittorie per 3-0 e sempre con lo stesso risultato una contro la Svizzera.

Continua a leggere

Flash News

Le squadre con meno sconfitte nei top 5 campionati europei fino ad ora

Pubblicato

:

Nicolò Barella, Hakan Calhanoglu, Federico Dimarco, Henrikh Mkhitaryan e Marcus Thuram dell'Inter festeggiano dopo un gol segnato

LE SQUADRE CON MENO SCONFITTE – Alcuni sono già fortemente indirizzati, altri sono ancora molto combattuti. In alcuni in vetta ci sono le squadre storicamente più forti. Mentre in altri (uno su tutti), si profila un clamoroso cambio della guardia. Serie A, LaLiga, Bundesliga, Ligue 1 e Premier League sono popolarmente conosciuti come i migliori campionati in Europa. E, forse, nel mondo. A circa due mesi dalla fine delle ostilità, andiamo a scoprire quali sono le squadre con meno sconfitte nell’attuale stagione delle competizioni in questione.

LE SQUADRE CON MENO SCONFITTE IN SERIE A

Iniziamo da casa nostra. Dal campionato che conosciamo meglio. L’Inter di Simone Inzaghi è una corazzata finora insuperabile. I nerazzurri guidano la Serie A con 76 punti raccolti in 29 partite. +14 sul Milan secondo, migliore attacco e migliore difesa. Si tratta, ad una prima occhiata, di una corsa in solitaria. Ma è anche un cammino che l’Inter ha costruito battendo il ferro della continuità e mantenendo la concentrazione su ogni singola partita di campionato.

Il risultato è che i nerazzurri hanno portato a casa la vittoria in ben 24 occasioni su 29 disponibili: nelle altre cinque, quattro pareggi e una sola sconfitta. Bisogna tornare al 27 settembre, quando a San Siro si è giocata Inter-Sassuolo. I neroverdi dell’allora allenatore Dionisi hanno inflitto l’unica sconfitta in campionato al Biscione. Risultato di 1-2 firmato Bajrami e Berardi in rimonta, per un Sassuolo che nel giro di 4 giorni (23 settembre e 27 settembre) ha battuto Juventus e Inter.

A completare il podio delle squadre meno battute in stagione ci sono Juventus (4 sconfitte), Milan e Bologna (entrambe a 5 sconfitte).

LE SQUADRE CON MENO SCONFITTE IN LALIGA

Il Real Madrid di Carlo Ancelotti domina l’attuale edizione de LaLiga. Un campionato spagnolo che inizialmente aveva regalato il sogno Girona in vetta alla classifica. Ma la potenza detonante della Casa Blanca ha avuto la meglio sul lungo periodo. Ed anche il Barcellona, attualmente secondo, ha superato i catalani allenati da Michel, che ora sono comunque saldi al terzo posto.

I madrileni hanno meno punti dell’Inter (72 contro i 76 nerazzurri) e un distacco minore sul Barcellona (+8, contro i +14 dell’Inter: il Barcellon ha anche 64 punti, 2 in più del Milan). Ma il numero di match disputati è lo stesso. E anche il numero di sconfitte subìte dal Real Madrid.

I Blancos hanno ceduto solo all’Atletico Madrid per 3-1, nel derby del 24 settembre. Curiosamente, nello stesso periodo di Inter-Sassuolo. In quell’occasione la doppietta di Morata e la rete di Griezmann hanno condannato il gol di Kroos, che era valso il momentaneo 2-1.

Seguono, tra le meno battute de LaLiga, il Barcellona (3), il Girona (5) e l’Athletic Bilbao (5).

LE SQUADRE CON MENO SCONFITTE IN LIGUE 1

La terza squadra che ha creato il vuoto dietro di sè è il PSG. I parigini sono primi a 59 punti in 26 partite, a +12 sul Brest secondo e procedono spediti verso il dodicesimo scudetto della loro storia.

Bisogna tornare addirittura al 15 settembre, quarta giornata di campionato, per trovare un PSG che cede in casa 3-2 contro il Nizza di Francesco Farioli. In quel caso, si assistette a due “one man show“: Mbappé segna due reti, Moffi ne fa addirittura tre e si prende la scena. Oltre a consegnare la vittoria ai suoi. Da quel momento, però, il PSG si è vestito da carro armato e non ha più perso. Oggi, con un bilancio di 17 vittorie, 8 pareggi e 1 sconfitta, i parigini dominano la classifica.

A completare il podio tra le formazioni meno sconfitte in Ligue 1, un ex aequo al secondo posto: Brest e Lille (rispettivamente seconda e quarta) hanno perso entrambe 5 volte in 26 partite.

LE SQUADRE CON MENO SCONFITTE IN PREMIER LEAGUE

Corsa a tre sotto tutti gli aspetti, in Premier League. Al termine della 28ª giornata di campionato, la vetta della classifica fa venire i brividi e recita Arsenal primo, Liverpool secondo e Manchester City terzo; tutte in un solo punto: dai 64 di Arsenal e Liverpool, ai 63 del Manchester City.

Il Liverpool è la squadra meno battuta in stagione. I Reds di Jurgen Klopp hanno perso solo in due occasioni. Contro il Tottenham, il 30 settembre, la beffa è stata firmata al 96′ dall’autogol di Matip che è valso il 2-1 Spurs. Nello scontro diretto contro l’Arsenal, giocato all’Emirates Stadium il 4 febbraio, è stato il pubblico di casa a trascinare i Gunners alla vittoria: nel 3-1, le reti sono state di Saka, Martinelli e Trossard per l’Arsenal; per i Reds, autogol di Gabriel Magalhaes.

A seguire, il Manchester City di Guardiola con 3 sconfitte sul groppone. I campioni d’Europa in carica hanno ceduto ai Wolves il 30 settembre (2-1, autogol di Dias, pareggio di Julian Alvarez e match point di Hwang); all’Arsenal l’8 ottobre (1-0 firmato Martinelli); e all’Aston Villa il 6 dicembre (1-0, rete di Leon Bailey).

Infine, un po’ paradossalmente la squadra più sconfitta delle tre è proprio la capolista e imbattuta contro le dirette concorrenti. I Gunners hanno ceduto il passo in ben 4 occasioni. La prima è stata il 4 novembre contro il Newcastle, decisivo Gordon nell’1-0 finale. Poi è arrivata la sconfitta per 1-0 contro l’Aston Villa il 9 dicembre, rete di McGinn. A fine anno solare, sono arrivate le altre due sconfitte in pochi giorni: il 28 dicembre il West Ham ha punito i Gunners con un 2-0 firmato Soucek e Mavropanos; il 31 dicembre è arrivata anche la disfatta per 2-1 contro il Fulham, che ha ribaltato la rete di Saka con le marcature di Raul Jimenez e Reid.

LE SQUADRE CON MENO SCONFITTE IN BUNDESLIGA

Ma c’è una squadra che sta facendo, almeno finora, meglio di tutte le altre sopracitate. Inserita non a caso in coda a questo “elenco“, il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso ha disputato 26 partite e raccolto 70 punti senza mai perdere. Un filotto che recita 22 vittorie, 4 pareggi e 0 sconfitte. Ed un distacco di punti in classifica, dal Bayern Monaco secondo, che recita +10.

Con 8 partite ancora da giocare, il Bayer Leverkusen sa che deve premere sull’acceleratore quanto prima e blindare il titolo. Specialmente se vuole scrollarsi di dosso la fastidiosissima e pesante etichetta di “Neverkusen“. A livello di punti, basta mantenere una media di 1,875 a partita: in breve, raccogliere almeno 15 punti su 24 disponibili, sempre ammesso che il Bayern Monaco faccia bottino pieno. Ma col percorso che le Aspirine stanno facendo, parlare di rallentamento sembra quasi una follia.

Tra le altre 17 squadre in gara, quelle che hanno subito meno sconfitte sono le due big: Bayern Monaco e Borussia Dortmund, entrambe sconfitte in 4 occasioni.

Continua a leggere

I nostri approfondimenti

Giovani per il futuro

Esclusive

Fantacalcio

Serie A

Trending

Scarica L'App

Copyright © 2022 | Testata giornalistica n.63 registrata presso il Tribunale di Milano il 7 Febbraio 2017 | numero-diez.com | Applicazione e testata gestita da Número Diez SRL 12106070969