CHI È PABLO BARRIOS – Malgrado tutto, c’è speranza, esiste qualcosa su cui possiamo contare. Si potrebbe riassumere così il libro “Immagini malgrado tutto” dello storico dell’arte Didi Huberman. Le immagini ritrovate dello sterminio di Auschwitz, malgrado abbiano alcuni difetti, ci consentono di immaginare ciò che prima era inimmaginabile.
Un discorso che può essere riportato anche all’Atletico Madrid di Simeone. L’eliminazione dalle Coppe europee e i 13 punti di distanza dal Barcellona capolista facevano presagire sventure per il Cholo. L’allenatore nato a Buenos Aires, però, sta poco alla volta risolvendo i problemi della sua squadra.
C’è un ragazzo che, in particolare, ha aiutato il suo allenatore a uscire da alcune situazioni intricate: il suo nome è Pablo Barrios. Gabriele Giustiniani, telecronista di DAZN che segue molto il calcio spagnolo, ha detto in esclusiva a Numero Diez:
“Mi dà l’idea di essere un ragazzo con le caratteristiche giuste”.
Non resta che scoprire quali sono queste caratteristiche.
LE DUE SPONDE DEL MANZANARRE
Il Manzanarre è il fiume che attraversa Madrid e divide la città in due parti. Alle sponde del corso d’acqua si erge il Vicente Calderón, casa dell’Atletico. In queste zone sorgono le case del popolo, la parte meno abbiente della capitale. Dall’altra parte, si trovano l’imperioso Bernabeu e i quartieri più nobiliari della ciudad iberica.
La carriera di Barrios inizia con la camiseta blanca, nella squadra che detiene il maggior numero di Champions League vinte. La sua “storia incredibile”, come la definisce Giustiniani, cambia nel luglio del 2017, quando si trasferisce agli acerrimi rivali cittadini dell’Atletico. Non fu una vera e propria scelta, perché proprio il Real decise di scartarlo, consegnando un gioiellino ai diretti avversari.
Solo un anno prima, i blancos avevano superato i colchoneros nella finale di Champions giocata a San Siro, terminata con la vittoria dei primi ai calci di rigore. Il ragazzo nato a Madrid il 15 giugno 2003, però, era intenzionato a farsi strada nella parte popolare della città. Inizia così il suo percorso tra le file dei rojiblancos, scelta che di sicuro oggi non avrà disdegnato.
CHOLO E CHAMPIONS LEAGUE
Dopo qualche anno nelle squadre giovanili, la stagione 2022/23 è quella decisiva per il salto in avanti del giovane Barrios. Di ruolo centrocampista centrale, molto bravo nella costruzione del gioco e negli inserimenti, è in grado anche di spingersi più avanti. In passato ha anche spostato il suo raggio d’azione sulla trequarti o sull’esterno, preferibilmente a sinistra.
In questa stagione ha ricoperto tutti e tre i ruoli, risultando decisivo anche in prima squadra in alcune occasioni. Il Cholo gli permette di esordire in campionato per 18′ nella sconfitta esterna contro l’Elche per 3-2, il 29 ottobre 2022. Il talento mostrato in quel caso, gli consente di ottenere anche il primo gettone in Champions League qualche giorno dopo.
Entra a poco dalla fine contro il Porto l’1 novembre, giornata decisiva per l’eliminazione dell’Atletico da tutte le competizioni europee. Altra dimostrazione di fiducia di Simeone, che vede in lui una pedina perfetta per la costruzione del suo gioco. Fiducia che poi verrà confermata dopo la pausa dovuta al Mondiale. Da lì, Barrios mette insieme sei presenze su sei partite disputate finora dalla sua squadra.
Questa grande continuità si trasforma in un periodo di buona forma e serenità mentale per il ragazzo della cantera. Il suo primo gol sotto la guida del Cholo arriva contro l’Arenteiro, nel secondo turno di Coppa del Re. Rete decisiva, perché i colchoneros stavano pareggiando 1-1 contro una squadra della quarta divisione spagnola. Si confermerà anche nella gara di Coppa successiva: altra realizzazione contro il Real Oviedo, che chiude la gara sul definitivo 0-2.
Gol, elettricità e sostanza. Il ragazzo dovrà ancora lavorare tanto, ma la strada tracciata è quella giusta. Lo dimostra anche la partenza dal 1′ contro il Barcellona primo in classifica.
L’EREDE DI KOKE
“In Spagna, molti lo reputano l’erede di Koke”.
Frase molto pesante di Giustiniani, che riporta quanto viene detto di lui nel suo paese. Sicuramente le caratteristiche sono simili e questo porta ad accomunare i due calciatori. Entrambi destri di piede, centrocampisti centrali in grado di far partire la manovra.
La differenza sostanziale tra Barrios e il capitano dell’Atletico sembra la propensione offensiva. Koke è stato a lungo in grado di contendere il posto come miglior assistman in Liga a Modric, Kroos e altri centrocampisti di livello assoluto. Il classe 2003 sembra invece più propenso a cercare la via della gloria personale con il gol.
Un’altra differenza sostanziale, che però può essere limata con il tempo, riguarda la fase difensiva. Da un lato, Koke ha sempre mostrato una buona attitudine nel recupero di palla, nonostante non fosse il suo compito principale. Barrios, invece, trova in questo il suo lato debole.
Il talento e la classe, però, sembrano essere gli stessi. L’ex Real prende Koke come punto di riferimento e potrebbe davvero ripercorrere la sua strada, collezionando grandi successi e trovando nella zona centrale del campo la sua collocazione. In questo momento, però, sembra destinato a ricoprire una zona più offensiva nello scacchiere molto conservativo del Cholo Simeone.