La presenza dell’uomo più veloce del mondo, Usain Bolt, che ha dato il via al giro di ricognizione, lasciava presagire qualcosa.
La pista americana, composta da rettilinei e curve rapide, anche. Era già chiaro prima della partenza quale sarebbe stata la chiave della gara: la velocità.
Quale sarebbe stato il vincitore per qualcuno era forse troppo scontato, anche se le corse, soprattutto quelle di quest’anno, vanno vissute. Ardeva fuoco Rosso, infatti, nelle Ferrari di Maranello, in particolar nella numero cinque. E’ la macchina che nell’ultimo periodo il traguardo lo ha visto quasi mai per quei capricci che ha fatto proprio nel momento topico del Mondiale.
Ecco, il campionato: alle 21 italiane, quando il Gran Premio ha avuto inizio, il pensiero era ad altro. D’altronde non bisogna essere dei geni a matematica per capirlo. Quel “altro” era l‘orgoglio che sia Lewis Hamilton sia Sebastian Vettel volevano dimostrare: uno con una prova di forza, l’altro con il riscatto. Questa era la sfida.
C’è stato spazio per entrambi, anche se poi la scena è stata solo per uno. Il fuoco ferrarista che è uscito fuori alla partenza, la forza dell’inglese mostrata nel duello al sesto giro e infine la velocità.
La chiave per aprire la porta della vittoria era questa e solo uno l’aveva: proprio il numero 44. Più che altro il pilota della Mercedes sentiva di averla. Il circuito che favoriva il suo stile di guida, l’invito accettato dall’amico giamaicano, che è diventato famoso per la velocità. Ad aggiungersi a tutto questo, la novità della presentazione dei piloti nel pre-gara, molto “rock“, come piace a Lewis. Tutti elementi che hanno fatto accrescere la motivazione del britannico.
E’ bastato, dunque, poco perchè Hamilton divenne il Bolt della Formula Uno. Sorpasso sul tedesco per riprendersi la leadership della corsa e fuga. Un po’ come faceva il campione di atletica, escludendo gli ultimi appuntamenti. Corse spaccate in due: lui che era in direzione vittoria e gli altri che si contendevano i restanti posti del podio. Stesso monologo di ieri: l’Argento a volare lì davanti e Vettel, Bottas, Raikkonen e Verstappen a giocarsi secondo e terzo posto.
Alla fine l’hanno spuntata le due Rosse con il finlandese che ha lasciato passare il compagno per gerarchie che in Ferrari considerano ancora. Sarebbe stato più spettacolare vederle lottare per il trionfo, ma era già chiaro prima dello start cosa avrebbe fatto la differenza. La velocità, quella che Hamilton aveva, o meglio, sentiva di avere.
HAMILTON 10
Semplicemente strepitoso. Si fa beffare in partenza da Vettel, ma non se lo fa scappare e qualche giro dopo lo sorpassa con una gran percussione. Riconquistata la testa della corsa, scappa via. Rivede la Rossa allo specchietto all’uscita dai box, ma gestisce bene. Poi con forza supera anche Verstappen, issatosi momentaneamente al primo posto. Il finale è di controllo. In piste veloci come quella di Austin si esalta: gara pressochè perfetta.
MERCEDES 9
La scuderia tedesca vince il mondiale costruttori con tre gare d’anticipo: trionfo meritato.
VETTEL 7.5
Grande spunto allo spegnimento dei semafori con il quale guadagna la prima posizione. Non riesce, però, a trovare un buon ritmo e dà così l’occasione al suo rivale mondiale di superarlo e fuggire. Sfrutta il pit stop e si riavvicina all’inglese, ma un errore gli impedisce di appaiarsi a lui. I progressi di Verstappen lo costringono a tornare ai box per un cambio di strategia. Trova ritmo e, dopo aver marcato l’olandese, passa Bottas e ritrova la seconda piazza su gentile concessione del compagno. Il Mondiale è ormai un discorso chiuso, ma dopo tanti problemi questo risultato gli ridà fiducia. Unica pecca: non essere riuscito a lottare per la vittoria.
Vettel si infila tra Bottas, che lo precede, e il doppiato Vandoorne. Che freddezza del tedesco!
RAIKKONEN 8
Perde il quinto posto allo start a favore di Ocon, ma poco dopo se lo riprende. In silenzio, da buon finlandese, compie una grandiosa parte centrale di gara. Arriva ai tubi di scarico di Bottas, rimane lì per parecchie tornate, ma non si perde d’animo e con forza trova il sorpasso. Da grande uomo squadra cede il secondo posto al compagno e si ritrova a lottare con Verstappen all’ultimo giro dal quale viene sopravanzato. Conquista il podio nel post-gara per una penalità all’olandese. Esito meritato: una grande gara di intelligenza e forza.
VERSTAPPEN 8.5
Gran Premio straordinario dell’olandese. Partito 17° rimonta fino alla quinta posizione, sfruttando anche il ritiro del compagno. Da qui inizia a martellare giri veloci recuperando tanto ai primi. Dopo essere stato marcato da Vettel, supera Bottas e nelle ultime curve anche Raikkonen, ma supera il limite della pista e subisce una penalità. Non centra il podio, ma con furore e velocità compie una super rimonta. Sta concludendo il campionato alla grande.
BOTTAS 5
Non si sente più a suo agio con la Mercedes da quando sono state apportate ad essa modifiche aerodinamiche e ciò si vede. Rischia di perdere la posizione a inizio gara, ma più di una volta resiste in modo estenuante a Ricciardo. Non trova, tuttavia, mai un gran ritmo nel prosieguo della corsa e naufraga nel finale: viene superato da tutti i top drivers. Nell’ultimo periodo è in grossa difficoltà. Sottotono.
OCON 7
I top drivers sono più veloci e nulla può contro di loro. Il suo vero obiettivo, tuttavia, è arrivare subito dietro di loro e anche questa volta ci riesce. Il sesto posto arriva anche per una grande difesa da Sainz nel finale. Gestione da veterano.
SAINZ 8
Che esordio in Renault! A inizio gara prova a innescare una lotta tra amici con Alonso che fa però valere l’esperienza. Si mantiene costante durante tutta la corsa e nel finale guadagna a sorpassi, straordinario quello su Perez, l’ottava posizione. In giallo potrà mettere in mostra il suo grande talento.
Il sorpasso dello spagnolo su Perez
PEREZ 5.5
Quando vede il compagno davanti a sè perde la calma. Chiede al team via radio la concessione della posizione da parte di Ocon, ritenendo di essere più veloce. Il muretto gli risponde picche invitandolo a gestire meglio. Subito dopo Sainz lo passa. Dovrebbe parlare meno e dimostrare con i fatti di essere migliore del francese. Nonostante corra una buona gara questo episodio pesa sul giudizio finale.
KVYAT 6
Lo stop in Malesia e Giappone gli ha fatto bene. Conquista un punto prezioso per la Toro Rosso in ottica campionato costruttori.
HARTLEY 6
Parte ultimo per la sostituzione del motore, ma alla bandiera a scacchi arriva davanti a Grosjean, Ericsson e Magnussen. Poteva andare peggio considerando che prima non aveva mai guidato una macchina di Formula 1.
RICCIARDO 6
Innesca un grande duello a inizio gara con Bottas, poi il motore lo tradisce. Sei di fiducia.