Inserita nel girone E, con Spagna, Germania e un Giappone da anni in netta crescita, sin da subito la Costa Rica è stata data per spacciata. I pronostici le riservavano l’ultima piazza del raggruppamento… e così è stato. Ma alle spalle di questi numeri, c’è molto di più. C’è una squadra che si è dimostrata combattiva oltremisura e che ha lottato energicamente.
L’esordio nella competizione è da dimenticare. Le Furie Rosse di Luis Enrique sono partite a tutto gas, chiudendo la pratica dopo 31 minuti, grazie al 3-0 di Ferran Torres. Al termine dei 90 minuti, il risultato recitava 7-0. Ma la Costa Rica è stata brava a fare tesoro dei suoi errori. La squadra si è rimessa in ordine e ha deciso di puntare su quello che ha di più forte: il cuore e i muscoli.
I troppi spazi verticali lasciati agli spagnoli sono stati letali ed il c.t. Suarez opta per uno schema più conservativo. La scelta si rivela quella giusta! Nella seconda partita la muraglia centroamericana si staglia davanti al gioco geometrico e razionale del Giappone. E la rete di Fuller regala i tre punti e un virtuale secondo posto.
La sfida decisiva è contro la Germania. La Costa Rica ci arriva consapevole della difficoltà, ma maturando anche sogni di qualificazione. Al 10′ Gnabry apre le danze, ma al 70′ accade ciò che nessuno si aspettava. L’autorete di Neuer porta in vantaggio los Ticos, che così sarebbero agli ottavi. in virtù del momentaneo vantaggio del Giappone sulla Spagna. Ma la gioia dura poco. Havertz dopo 3 minuti riporta la parità. E negli assalti finali arrivano le reti di Havertz e Fullkrug per il 4-2 finale.
MOTIVAZIONE DEL VOTO
Una squadra che parte come outsider, sfiora una storica qualificazione agli ottavi di finale e cede solo a 5′ dalla fine meriterebbe sicuramente un voto più alto. Senza dubbio la campagna mondiale della Costa Rica è da ricordare. Dopo il passaggio del turno come prima, nel mondiale 2014, ora los Ticos hanno potuto sognare un clamoroso bis. Ma dall’altro lato, la capacità di rialzarsi in tale modo dopo una goleada e lottare per la vittoria contro una nazionale come la Germania, dà un’indicazione chiara. La qualificazione agli ottavi era un obiettivo alla portata della Costa Rica!
Seppur, partendo comunque da sfavorita. I centroamericani lasciano la competizione dando un segnale inequivocabile: non esistono Cenerentole!
Se una squadra si è qualificata al mondiale, vuol dire che ha dei punti di forza da sfruttare, che l’hanno portata fin lì. Ma, dall’altro lato, la Costa Rica paga il fatto di aver ceduto proprio sul suo punto di forza. Il sapersi chiudere “a riccio“, trasferendo la gara sul duello fisico e atletico, resistendo strenuamente alle offensive e salvaguardando il risultato. Con il Giappone, questa missione è stata portata a termine. Con la Germania, invece, il vantaggio è sfumato in maniera abbastanza banale dopo soli 3 minuti.
Il c.t. Luis Suarez e i suoi ragazzi tornano a casa con una sufficienza più che meritata. L’ultimo posto in classifica va letto anche come -3 dal primo, contro cui hanno vinto, e -1 dal secondo, che avrebbe significato ottavi di finale. Si poteva fare sicuramente di più. Ma il progetto cacistico del Costa Rica non finisce qui. Non si tratta di una golden age che sta per sparire, guidata da Keylor Navas, Bryan Ruiz e Joel Campbell. Si tratta, invece, di un progetto che sta cercando di rinnovarsi.
Fuller e Tejeda, che hanno segnato, hanno ancora 28 e 30 anni. Ma alle loro spalle ci sono tanti millennials pronti a spiccare il volo. Contreras (2000) ha ben figurato. Bennette, classe 2004, ha già messo a referto due reti in nazionale ed è al Sunderland, in Championship. Hernandez, Zamora e Wilson, il primo 2001, gli altri due 2002, saranno il centrocampo del futuro. Con questo materiale umano, la nazionale della Costa Rica può continuare a sognare!