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Paulo Dybala: la maschera del Diez

Alla Ricerca del Diez

Paulo Dybala: la maschera del Diez

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Nel celebre romanzo Uno, nessuno e centomila, Luigi Pirandello cristallizza quella che sarà ricordata come la teoria della maschera, secondo cui ognuno indossa la maschera richiesta dal contesto sociale in cui si trova e dalle circostanze che lo caratterizzano, nascondendo di fatto il suo vero volto e arrivando fino all’estremo annullamento dell’io. Le maschere nella lunga storia dell’umanità hanno sempre svolto la duplice di funzione di nascondere qualcosa e di rappresentare qualcos’altro. Nel teatro greco la funzione della maschera era quella di caratterizzare il personaggio, affinché venisse immediatamente riconosciuto dallo spettatore e la lunga tradizione del teatro ha mantenuto questa sfaccettatura, creare dei tipi di maschera ben riconoscibili che avrebbero risposto a determinate aspettative del pubblico. La maschera quindi nasconde, ma al tempo stesso costringe chi la indossa ad essere ciò che da quella maschera ci si aspetta. Da un numero dieci in un campo da calcio ci si aspetta sempre la giocata risolutiva, il colpo di classe, quel numero è la maschera che viene affibbiata a un giocatore che ha il dovere morale di rispettare le attese che quel numero crea. È la maschera che ha dovuto vestire per tutta la sua carriera calcistica Paulo Dybala, prima di riuscire a trovare la propria cifra personale e consacrarsi nell’Olimpo dei Diez.

LA JOYA

La storia di Paulo Dybala comincia in Polonia, da dove nonno Boleslaw scappa dopo aver vissuto gli orrori della guerra ed essere stato in un campo di prigionia tedesco. Da Krasniow, piccolo villaggio nel Sud della Polonia, a Laguna Larga, città argentina nella provincia di Cordoba. Un viaggio della speranza, senza nessuno ad attenderlo dall’altra parte dell’Atlantico. Per due settimane vive in un campo di pannocchie, dove rischia l’assideramento, la fame lo incalza, ma alla fine viene salvato, dando il via alla nostra incredibile storia.

La discendenza Dybala continua in Argentina, nonno Boleslaw nemmeno parla più il polacco, ha qualche contatto scritto ma il vecchio Continente è ormai un ricordo. Papà Adolfo è argentino fino all’osso, proprio come lo sarà Paulo, gioca a calcio e custodisce il sogno di vedere uno dei suoi figli giocare in Primera Division. Lui, soprannominato El Chancho, il maiale, non può aspirare a tanto, come dimostra quel nomignolo guadagnato a suon di entrate non proprio composte. I suoi primi due figli, Gustavo e Mariano, non possono esaudire il suo sogno, ma Paulo si. Mamma Alicia racconta come il piccolo Paulo non si separi mai dalla palla, da quando ha 4 anni non fa altro che giocare a calcio. Papà Adolfo intuisce che le condizioni sono propizie, porta il figliolo di dieci anni a fare un provino col Newell’s Old Boys, ma poi ci ripensa, troppa distanza da casa. Allora Paulo finisce per giocare con l’Instituto di Cordoba, giunto al provino con la maglia del Boca, dopo dieci minuti il gialloblu è diventato biancorosso. Pretino, chiamato così perché la maglia troppo grande gli cadeva come una tunica, incanta con la palla tra i piedi. Il sogno di papà Adolfo si sta per realizzare, ma la tragedia è dietro l’angolo.

La mano provvidenziale che aveva salvato nonno Boleslaw da quel campo di pannocchie, stavolta non aiuta papà Adolfo, che viene strappato via da questo mondo da un tumore al pancreas. Per Paulo è un colpo terribile, nemmeno il calcio ha più senso senza la sua guida, vuole lasciare, ma per fortuna in famiglia lo convincono a ripensarci. Dybala continua a giocare a calcio, il 12 agosto 2011 esordisce nella Serie B argentina. Vive una stagione fuori dal comune, mette a segno 17 gol in 38 partite, diventa il giocatore più giovane a segnare un gol nella storia dell’Instituto, soffiando il record a un certo Mario Kempes, eroe del discusso successo mondiale dell’Argentina del 1978. Un giornalista ha un’intuizione geniale, dopo solo una partita chiama Dybala la Joya, marchiandolo a vita, costringendolo a indossare la prima delle tante maschere che Paulo dovrà portare per tutta la carriera.

Il gioiello, letteralmente. Una perla da ammirare, che risplende della luce che dal cielo viene dallo sguardo vigile di papà Adolfo, che spinge suo figlio verso quel tanto agognato desiderio, che però s’infrange all’ultimo ostacolo, quando l’Instituto perde la finale promozione col San Lorenzo. Dybala non corona il sogno del padre di vederlo giocare in Primera, ma il destino si appresta a ultimare un disegno che stava intessendo da molto tempo. Laguna Larga si trova nella provincia di Cordoba, città che aveva dato i natali a Javier Pastore, che appena un’estate prima aveva salutato Palermo dopo averla inondata di talento puro. Sempre lì a Laguna Larga, la famiglia Dybala gestiva una tabaccheria, chiamata La Favorita, come lo stadio che a breve avrebbe ammirato la bellezza della Joya. C’era Palermo nel destino di Paulo, da subito, e nell’estate 2012 quel destino finalmente si compie.

U’ PICCIRIDDU

Paulo Dybala arriva in Sicilia nell’estate 2012, per la cifra sostanziosa di 12 milioni di euro. Operazione molto discussa, con alcuni intrighi economici tra società detentrici del cartellino e commissioni che per fortuna del calcio si sono risolti per il meglio. Palermo era in un periodo di flessione, dopo un ciclo strepitoso, culminato con la sconfitta in finale di Coppa Italia del 2011. Gli addii di alcuni calciatori simbolo, su tutti Pastore e Cavani, avevano lasciato un vuoto tecnico ed emotivo nel club, l’acquisto di Dybala era proprio in tal senso un tentativo di regalare alla piazza un giocatore che tornasse a farla sognare. Il primo anno in rosanero di Dybala è però complesso, la squadra va male, tanto da retrocedere a fine stagione, e Paulo non riesce ad affermarsi, chiudendo l’annata con appena 3 gol. Anche l’anno successivo in Serie B non parte nel migliore dei modi, nonostante una maglia da titolare fuori discussione e la stima di Gennaro Gattuso.

“Ti basta un secondo per capire che è di un altro pianeta”.

La svolta però arriva quando sul cammino di Dybala si piazza un altro italo-argentino, tenuto fuori da Ringhio, ma rilanciato da Iachini, subentrato in corso d’opera sulla panchina rosanero. Si tratta di Franco Vazquez, che va a formare una coppia formidabile con Dybala, capace di riportare prima il Palermo nella massima serie, e poi di far vivere ai rosanero un’ottima stagione in Serie A.  La stagione 2014-2015 è quella della consacrazione. La Joya veste la maschera di U’ Picciriddu, il figliol prodigo della tifoseria siciliana. Quel piccoletto però in campo è un gigante, faccia pulita e rendimento da campione. Nel 3-5-1-1 disegnato da Iachini sorregge tutto il peso dell’attacco, sfruttando le ripartenze orchestrate alla perfezione dal partner in crime Franco Vazquez, riuscendo ad aprire gli spazi coi suoi movimenti imprevedibili e mostrando un senso del gol letale in area di rigore. A fine stagione i gol sono 13, 10 invece gli assist. L’Italia scopre un talento purissimo, Palermo si conferma piazza ideale per quelle gemme in attesa di esplodere. Il sole della Sicilia è l’ideale per far maturare frutti deliziosi.

Fonte: profilo ufficiale Twitter @PauDybala_JR

U’ Picciriddu si è fatto uomo con la maglia rosanero. La maschera da giovane talento ormai non lo rispecchia più, il pubblico da lui si aspetta ben altro, è ora di cambiare costume per il nuovo atto.

DIEZ

Arriva poi per Dybala la Juventus. La grande chiamata. Ciò che a Palermo era stato Pastore, a Torino era Tevez. La maschera che Paulo doveva indossare, il retaggio da accettare. L’apache è stato il primo a raccogliere la grave eredità della numero dieci di Alex Del Piero, una maglia pesantissima, anche una squadra come la Juventus che di campioni ne ha visti. Tevez saluta la Vecchia Signora proprio quando arriva Dybala, un passaggio di consegne molto chiaro, che però si concretizza effettivamente dopo due anni di permanenza a Torino. Due stagioni in cui Paulo è cresciuto, ha dato tanto alla Juve, ha realizzato quasi 50 gol, segnato quella strepitosa doppietta al Barcellona in Champions. Ma in cui ha anche vissuto l’esperienza catartica, ha cristallizzato la propria maschera, prendendo finalmente in mano il suo destino.

Fonte: profilo ufficiale Twitter @PauDybala_JR

23 dicembre 2016, a Doha va in scena la Supercoppa italiana tra Juventus e Milan. Dopo l’1-1 dei tempi regolamentari si va ai supplementari, in cui Paulo ha la palla della vittoria, ma la spreca. Ai rigori, poi, quell’errore si raddoppia, con l’argentino che fallisce il tiro dal dischetto, prima del rigore decisivo di Pasalic che regala la vittoria ai rossoneri. Una delle notti più complicate per Dybala, che accusa il peso del fallimento, ma che da quella caduta trarrà una conseguenza che lo cambierà per sempre.

11 gennaio 2017, Coppa Italia, Juventus-Atalanta. Asamoah controlla palla dalla trequarti sinistra, alza la testa, fa partire un cross abbastanza sconclusionato, su cui però si fionda con tutta la sua rabbia Mandzukic, che svetta, appoggiando la palla all’indietro. La sfera balla al limite dell’aria, come una furia arriva Dybala, che la colpisce di sinistro, un missile su cui nulla può il povero portiere bergamasco. L’argentino segna, va a esultare, ma lo fa con un gesto inconsueto, mai fatto prima. Porta la mano sul volto, pollice sotto l’occhio destro, indice sotto al sinistro, una maschera che gli copre la metà inferiore del volto. La Dybalamask diventa subito virale, anche se il suo significato rimane inizialmente nascosto, finché non è lo stesso Paulo a rivelarlo.

“Ho fallito più e più volte nella mia vita, e per questo ho avuto successo. La maschera è quella del Gladiatore, film che ho visto ormai trenta volte, nella vita bisogna rialzarsi e combattere. Ma anche capire che ci sono guerre inutili”.

Dopo averne vestite tante, dal Pretino alla Joya, tutte imposte dagli altri, Paulo finalmente sceglie la propria maschera. L’atto di affermazione di Dybala, la presa di coscienza della sua vera essenza. Dopo quell’esperienza catartica, Paulo mette su la maschera che lui vuole per se stesso, e con cui è pronto ad assumersi l’onere più grande in maglia bianconere.

“Quando i dirigenti me l’hanno proposta ci ho pensato un po’ su, ma un’offerta del genere non si rifiuta. Per me è un onore e una responsabilità: devo dimostrare di meritarla ogni giorno”.

Dalla stagione 2017-2018 Paulo Dybala veste la maglia numero dieci della Juventus. La maglia con cui qualche mese dopo segna il gol più bello della sua carriera, almeno secondo il parere del diretto interessato. 3 marzo 2018, Stadio Olimpico. La Juventus in piena lotta scudetto è ferma sul risultato di 0-0 con la Lazio, mancano ormai pochi secondi, ma sono quelli che fanno la differenza tra un successo e un fallimento. Dybala riceve palla dal vertice sinistro dell’area di rigore, si gira in un fazzoletto, entra in area. Resiste alla pressione dirompente di Parolo, piano piano si accartoccia al suolo, se cascasse forse l’arbitro fischierebbe rigore. Sarebbe facile, ma nella vita di Paulo e della sua famiglia nulla è stato mai facile. Se è arrivato lì è perché ha lottato, non perché ha preso la via più facile. Paulo è un gladiatore, deve combattere, e quindi resiste, va a terra, e quando tutto sembra ormai perduto, il genio si rivela. Da terra Dybala colpisce il pallone, con una forza innaturale, che lo spedisce sotto l’angolino alto della porta avversaria. È gol. Più di un gol. È la vittoria. Dybalamask sotto il settore ospiti, davanti alla propria gente, che riconosce il proprio condottiero, e lo acclama. Come in un’arena dei gladiatori. “Paulo, Paulo, Paulo”. E il nome si fa leggenda.

IL GLADIATORE

Dyabla è alla sua quinta stagione alla Juventus, dove tra alti e bassi si è ormai affermato come uno dei punti fermi della squadra. Tra stravolgimenti tattici e caratteriali, Paulo alla Juve è cresciuto tantissimo, mantenendo sempre quella consapevolezza di essere un giocatore sopra la media. A Torino ha svestito i panni del nove, portati con regale onore a Palermo, ha abbassato gradualmente il proprio raggio d’azione, a volte anche troppo, coprendo il ruolo del trequartista. Un po’ atipico a dire il vero, visto che il fiuto del gol finissimo lo porta sempre ad essere una minaccia costante dentro l’area avversaria, così come la sua classe innata lo spinge a dover cucire necessariamente l’azione, smarrendo alcune volte quel legame con la porta che ha rappresentato l’aspetto centrale dei suoi primi anni di carriera. A Torino Dybala si è consacrato come un numero dieci moderno, capace di illuminare la scena con la propria classe, ma anche di lottare col fisico quando ce n’è bisogno. La forza nelle gambe infatti è tanta quasi quanto la precisione nei piedi, una vigoria che gli permette di gestire il pallone in spazi stretti, resistendo anche a qualche colpo proibito di troppo. Un potere che da sostegno poi a quel talento spropositato che incastona nelle perle che regala ai tifosi.

Fonte: profilo ufficiale Twitter @PauDybala_JR

Dalla Polonia all’Argentina. Un viaggio intergenerazionale che ha portato Paulo Dybala alla piena affermazione di se. L’Argentina come patria scelta, su di lui c’erano anche le mire di Polonia e Italia, ma Paulo ha voluta aspettare la Selección, con cui ha esordito il 13 ottobre 2015 sostituendo, guarda caso, proprio Carlos Tevez. La maschera del gladiatore come atteggiamento esistenziale, scelta consapevole, ma anche frutto del destino, che ancora una volta aveva già preparato tutto. Il primo gol in Serie A con la maglia della Juventus per Dybala è arrivato a Roma, contro i giallorossi, nella sconfitta per 2-1. Ancora prima, la prima marcatura juventina è stata in Supercoppa contro la Lazio. Roma c’era già quindi, nel destino di Paulo, andava solo riscoperta.

Pirandello sostiene che tutti siamo costretti a indossare una maschera, finendo per perdere noi stessi. Ma se scegliamo volontariamente di indossare una maschera precisa, forse finiamo per rivelare il nostro vero essere. La vita è un gioco di maschere, di riflessi che cambiano da contesto a contesto, da situazione a situazione. Dybala lo sapeva, l’ha saputo fin da bambino. Ha quindi deciso di prendere in mano il proprio destino, di scegliere la propria maschera, per non doverla mai più cambiare. U’ Picciriddu si è fatto Diez, con la propria maschera addosso. Arriverà il giorno in cui, proprio come Massimo nel film di Ridley Scott, anche Paulo andrà incontro a suo padre nei campi elisi, getterà la maschera e avrà finalmente coronato il sogno di quell’uomo portatogli via troppo presto. Ma non ancora.

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Chi è Estevao Willian, il gioiellino brasiliano soprannominato “Messinho”

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Estevao Willian

CHI È ESTEVAO WILLIAN – Il Brasile, si sa, di talenti cristallini ne sforna in continuazione. L’esempio lampante è Neymar Jr., ma negli ultimi anni ce ne sono stati tanti. Basti pensare al Real Madrid, con la coppia tutta brasiliana formata da Vinicius Jr. e Rodrygo. Non bisogna poi dimenticare Endrick, classe 2006, pronto a vestire la camiseta blanca e già in gol con la maglia del Brasile. L’ultimo talento che sta attirando l’attenzione degli scout è quello di Estevao Willian, esterno offensivo del 2007, che sta brillando con il Palmeiras.

CHI È ESTEVAO WILLIAN – GLI INIZI E LA CARRIERA FINO A QUESTO MOMENTO

Se il tuo soprannome è “Messinho” vuol probabilmente dire che il potenziale è altissimo ed effettivamente il giovane talento brasiliano può diventare un grandissimo giocatore. Nasce come ala destra e si è già messo in mostra con la maglia della Nazionale Under 17 ai Mondiali, con la quale ha segnato tre gol e fornito tre assist. La sua avventura però si è interrotta contro l’Argentina di Echeverri, altro talentuosissimo giocatore sudamericano. Estevao Willian ha inoltre già firmato un contratto di sponsorizzazione con Nike, nonostante la giovanissima età. Aveva appena dieci anni quando ha accettato l’offerta, ma è destinato a diventare uno dei volti del marchio.

CHI È ESTEVAO WILLIAN – L’INTERESSE DELLE BIG EUROPEE

Come accaduto negli ultimi anni, le big europee non restano di certo a guardare. Il nome di Estevao Willian è già sui taccuini dei principali club in Europa e il PSG ci aveva provato concretamente in passato. La trattativa però non è andata in porto a causa della partenza di Endrick, vecchio pallino dei parigini, che volevano assicurarsi entrambi i talenti. “Messinho” ha un sogno: giocare nel Barcellona, club che tifa fin da bambino. C’è da dire però che Estevao Willian non potrà lasciare il Brasile fino al 2025 (quando compirà 18 anni), ma probabilmente sceglierà la sua squadra prima di quella data. Per lasciarlo partire si parla già di cifre vicine ai 50 milioni, ed è per questo che Chelsea, Barcellona, Manchester City e non solo osservano da vicino uno degli ultimi talenti sfornati dal calcio brasiliano.

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I 5 migliori marcatori U21 della Serie A nel 2023

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zirkzee

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – Il 2023 è stato un altro anno in cui la Serie A ha scoperto nuovi talenti, che si sono messi in mostra nel nostro campionato. I nomi sono tanti: dall’MVP Khvicha Kvaratskhelia, passando per tutta la leggiadria mostrata da Joshua Zirkzee, senza dimenticare Rasmus Højlund, ora al Manchester United. Se dovessimo tirare le somme dell’anno 2023 in Italia, chi sarebbero i migliori marcatori under 21 della Serie A nell’anno solare?

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – KHVICHA KVARATSKHELIA

L’MVP dell’ultima Serie A ha avuto un impatto straripante sul nostro campionato, contribuendo attivamente alla stagione strepitosa del Napoli di Spalletti. Bisogna considerare che nella seconda parte della scorsa annata ha fatto fatica, e i numeri sono calati notevolmente, ma nonostante questo il georgiano è l’U21 (nato a febbraio 2001) che ha segnato di più nel 2023 in Serie A. Sono ben 11 le reti messe a segno da gennaio fino a questo momento, cinque solo nella stagione attuale. Kvaratskhelia è stato un colpo di mercato incredibile da parte del Napoli, che in estate ha deciso di tenerlo per provare il back-to-back, traguardo che al momento appare abbastanza lontano.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – RASMUS HØJLUND

Parliamo adesso di chi ha lasciato la Serie A, ovvero Rasmus Højlund. Il centravanti danese si è trasferito a Manchester, sponda United, per una cifra che supera i 70 milioni di euro. I Red Devils hanno deciso di puntare su di lui dopo una seconda parte di stagione stellare con la maglia dell’Atalanta. Nel 2023 con la Dea, Højlund ha segnato 8 reti in A, un ottimo dato se si considera i sei mesi giocati in maglia nerazzurra. In questa stagione ha segnato appena una rete in Premier League, nel Boxing Day, ma è attualmente il capocannoniere della Champions League, nonostante lo United sia già fuori dalla competizione. L’Atalanta è comunque riuscita a sostituirlo con diversi acquisti, ma il giocatore ammirato nella prima parte di 2023 è senza dubbio un calciatore già di livello mondiale, ma con ampi margini di miglioramento.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – JOSHUA ZIRKZEE

Zirkzee è un giocatore che ha sorpreso un po’ tutti. Nella passata stagione aveva mostrato diversi lampi del suo talento, ma il dato sui gol messi a segno nel 2023 mostrava una sola rete. Nella seconda parte del 2023, ovvero nella stagione attuale, sono già 7 i gol del gigante olandese. Nell’anno solare sono dunque 8 in tutto, ma per capire l’impatto di Zirkzee è necessario andare anche oltre i gol. Parliamo di un centravanti di oltre 1,90 m, che gioca il pallone come un trequartista e che delizia il Dall’Ara con giocate fuori dal comune per un calciatore di questa stazza. I gol messi a referto in questo anno solare sono senza dubbio destinati ad aumentare già in vista della fine di questo campionato, che vede il Bologna nei primi quattro posti della classifica.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – MATIAS SOULÉ

Classe 2003, argentino, mancino, non ha ormai più bisogno di presentazioni. Dopo aver trovato la sua prima rete in Serie A il 12 marzo contro la Sampdoria, Matias Soulé è stato mandato in prestito dalla Juventus al Frosinone. L’esplosione del ragazzo di Mar del Plata è sotto gli occhi di tutti, dato che in questa stagione sono già 7 le reti messe a segno. Un talento cristallino che con tutta probabilità la Juventus riporterà a casa già nella prossima stagione, sperando magari che possa continuare a offrire prestazioni di questo livello anche all’inizio del 2024.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – LORENZO COLOMBO

Meno considerato magari rispetto agli altri citati in questa lista, Lorenzo Colombo si è ritagliato uno spazio importante in questa classifica. L’attaccante di proprietà del Milan ha giocato con due squadre diverse (Lecce e Monza), ma con entrambe è riuscito a incidere. Sono 5 i gol di Colombo nell’anno solare 2023 (3 con il Lecce e 2 con i brianzoli), ma i tifosi salentini se ne ricorderanno bene uno in particolare. Il 28 maggio Colombo ha segnato il gol decisivo per la salvezza del Lecce, proprio sul campo del Monza, trasformando un rigore al 101′. Una rete che è rimasta ancora oggi nel cuore dei tifosi giallorossi, che ha permesso all’attaccante classe 2002 di scrivere una piccola pagina di storia del club.

 

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10 giovani da tenere d’occhio in Bundesliga nel 2024

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Chi è Bynoe-Gittens

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA NEL 2024 – La Bundesliga è da sempre un campionato che sforna talenti cristallini per il calcio europeo e anche in questa stagione sono diversi i calciatori che si sono messi in mostra. Oggi andremo a vedere quali sono i 10 giovani principali su cui porre la propria attenzione in vista del 2024, con alcune sorprese.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – JAMIE BYNOE-GITTENS

L’esterno inglese del Borussia Dortmund è probabilmente tra i talenti più puri del calcio tedesco e sta progressivamente trovando continuità con la maglia giallonera. Bynoe-Gittens è il sostituto naturale di Sancho, ora in enorme difficoltà al Manchester United, e sta provando a seguire le sue orme in Germania. Esterno d’attacco classe 2004 dotato di ottimo dribbling e grande velocità. Un gol e un assist in questo inizio di Bundesliga, ma anche una rete, la prima della sua carriera, in Champions League.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – FARÈS CHAÏBI

Parliamo di un trequartista classe 2002 nato in Francia ma di nazionalità algerina, cresciuto nel settore giovanile del Tolosa. Ora Chaïbi gioca all’Eintracht Francoforte ed è diventato un punto fermo della squadra. Un gol in campionato, contro il Borussia Dortmund, e uno anche in Conference League, decisivo contro l’HJK Helsinki. Quello che stupisce però è la capacità di servire i compagni: parliamo di un giocatore che ha già raggiunto quota 8 assist tra Bundesliga e Conference League, un dato che dimostra tutto il suo potenziale.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – GRANT-LEON RANOS

Il Borussia Mönchengladbach l’ha prelevato dalle giovanili del Bayern Monaco in estate e Ranos sta piano piano guadagnando minuti in Bundesliga. Punta centrale di 1,80 m dall’ottimo potenziale, destinato ad una seconda parte di stagione importante. Il 2003 armeno ha segnato due reti con la seconda squadra del Borussia Mönchengladbach e con la prima squadra ha trovato il suo primo gol in DFB Pokal contro il TuS Bersenbrück.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – FABIO CHIARODIA

Un altro giocatore del Borussia Mönchengladbach, ma questa volta parliamo di un difensore centrale italiano. Chiarodia è ancora giovanissimo (2005) ma sta macinando minuti con la maglia della prima squadra e il 2024 potrebbe veramente essere il suo anno. Centrale di 1,86 m che può giocare anche da terzino o da mediano, che è diventato già un punto fermo della Nazionale Under 19. Chiarodia va tenuto d’occhio, e potrebbe diventare titolare anche nel Borussia Mönchengladbach entro la fine della stagione.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – TOM BISCHOF

Tom Bischof è un trequartista tedesco del 2005 che si sta mettendo in mostra con la maglia dell’Hoffenheim. 8 presenze in Bundesliga da inizio stagione e un assist messo a referto. Per dimostrare la sua leadership, Bischof è già il capitano della Germania Under 19, con la quale ha segnato 5 gol in 7 presenze. Un potenziale altissimo per il centrocampista offensivo tedesco, che si prepara a prendere in mano l’Hoffenheim e provare a portarlo in Europa, dato che si trova al settimo posto in classifica in questo momento.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – NOAH MBAMBA

In questo caso parliamo di una scommessa, perché Noah Mbamba gioca nella squadra che sta sorprendendo un po’ tutti. Il Bayer Leverkusen è probabilmente una delle squadre che gioca meglio in Europa e per questo motivo farà fatica a trovare minutaggio nella seconda parte di stagione, quando si entrerà nel vivo. Mbamba ha giocato appena due spezzoni in Bundesliga, ma ha segnato anche la sua prima rete con la prima squadra in Europa League, contro il Molde. Il mediano classe 2005 proverà a convincere Xabi Alonso in allenamento, e magari mettendosi in mostra nelle giovanili, dato che ha tutte le carte in regola per giocare nel Leverkusen.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – CASTELLO LUKEBA

Castello Lukeba è già una certezza di una delle squadre più forti di Germania, il Lipsia. Il club Red Bull l’ha acquistato dal Lione in estate e da quel momento è sempre stato titolare. Un gol contro il Bayern Monaco e prestazioni di livello altissimo per il roccioso centrale francese. Il 2024 dovrà essere l’anno della conferma, e poi magari potrebbe arrivare l’occasione in un club ancora più grande. Il percorso potrebbe ricordare quello di un altro grande difensore francese come Upamecano e magari se le sue prestazioni dovessero mantenersi su questo livello, una big europea potrebbe bussare alla porta del Lipsia.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – UMUT TOHUMCU

Il secondo centrocampista dell’Hoffenheim in questo approfondimento, ma questa volta parliamo di un 2004 di origini turche. Tohumcu ha saltato la preparazione estiva a causa di un problema alla caviglia, ma sta tornando in condizione e nelle ultime settimane sta ritrovando la continuità che sperava. Nell’anno nuovo ci si aspetta che diventi un punto fermo del centrocampo dell’Hoffenheim, che in questa stagione ha anche ambizioni europee.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – EREN DINKÇI

Una delle sorprese di questa prima parte di stagione è senza dubbio Eren Dinkçi, ala offensiva dell’Heidenheim. Un impatto sorprendente sul campionato tedesco, con 6 gol in 15 presenze con la maglia rossoblù. Parliamo di un 2001, arrivato in prestito dal Werder Brema, che sta dimostrando tutto il suo talento in un club che ha senza dubbio meno pressioni. Il prossimo anno tornerà alla base e bisognerà capire se resterà o se una squadra più importante farà un tentativo. Intanto però l’Heidenheim se lo gode, come dimostra la posizione di classifica (nono posto).

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – MENZIONE D’ONORE – XAVI SIMONS

Per chiudere, una certezza, ma che ne ha dovuta fare di strada per arrivare fino a qui. Xavi Simons è sotto i riflettori di tutto il mondo fin da quando è bambino, e dopo l’arrivo al PSG il suo nome sembrava destinato a scomparire progressivamente dal mondo del calcio. L’anno in prestito al PSV ha però cambiato le carte in tavola: una stagione straripante, in cui è esploso definitivamente. In estate era tornato a Parigi, ma il desiderio di giocare l’ha portato in Germania, al Lipsia. C’erano molti dubbi sul suo rendimento in un campionato molto più complesso, ma il fantasista olandese ha risposto ancora una volta presente. 4 gol e 7 assist in Bundesliga, con anche due reti in Champions League. Questo è il bottino di Xavi Simons dopo la prima parte di stagione, e nella seconda parte è lecito aspettarsi un ulteriore miglioramento, perché stiamo parlando di un giocatore di appena 20 anni.

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Chi è Lewis Miley, il 2006 che ha segnato con il Newcastle

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newcastle

CHI È LEWIS MILEY, IL 2006 CHE HA SEGNATO CON IL NEWCASTLE – La settimana scorsa, Jack Hinshelwood è diventato il marcatore più giovane nella stagione attuale di Premier League. Dopo appena dieci giorni, il record è stato battuto: ci ha pensato Lewis Miley del Newcastle. Il centrocampista classe 2006 ha trovato la sua prima rete in carriera in Premier League nella partita contro il Fulham, diventando il più giovane marcatore nella storia del campionato inglese da Federico Macheda.

CHI È LEWIS MILEY – LE CARATTERISTICHE TECNICHE E LA CARRIERA

Lewis Miley è un centrocampista classe 2006, alto 1,88, che si prepara a diventare un pilastro del Newcastle già in questa stagione. Miley ha esordito in Premier League nell’ultima giornata dello scorso campionato contro il Chelsea, e da quel momento è entrato nel giro della prima squadra. Quella contro il Fulham è stata la prima rete in Premier League e sicuramente non sarà l’ultima. La squalifica di Tonali ha permesso a Howe di promuoverlo sempre di più in prima squadra, e non la lascerà più. Cinque partite da titolare nelle ultime sei di Premier League, con un gol e un assist a referto per lui dovrebbero farci capire tutte le sue potenzialità. Al Newcastle da quando ha appena sette anni, Miley ha anche già esordito in Champions League nella sfida del 7 novembre contro il Borussia Dortmund.

CHI È LEWIS MILEY – LA PARTITA CONTRO IL MILAN

Lewis Miley è stato tra i protagonisti della partita contro il Milan. Il giovane centrocampista ha infatti messo a referto un assist, per la rete di Joelinton. Con il passaggio vincente, Miley è diventato il più giovane assistman inglese nella storia della Champions League. Una vera e propria rivelazione quella del 2006, di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro ma anche nel presente.

 

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