È stato il mondiale della Francia, della squadra più giovane di tutto il torneo che alla fine ha anche alzato la coppa. È stato il mondiale che ha consacrato Kylian Mbappé come prossimo fenomeno del calcio mondiale, pronto ad acquisire l’eredità futura di Messi e Cristiano Ronaldo, creando un probabile dualismo con Neymar. È stato anche il mondiale di Didier Deschamps, troppo spesso criticato ingiustamente dato che la Francia sotto la sua gestione ha raggiunto due finali negli ultimi due anni di competizioni internazionali. In maniera particolare però è stato il mondiale di Paul Pogba. Il centrocampista del Manchester United ha dimostrato di aver raggiunto un livello di maturità a cui mai si era avvicinato prima d’ora. Tre partite, tra giocate, chiusure, scelte, ne sono state la dimostrazione.
INEDITA CONCENTRAZIONE
A very good performance by Pogba. Pogba was mature, he played the game with great maturity when he had to hold position and to keep control of the game he did
Con queste parole Jose Mourinho ha descritto la partita di Pogba contro il Belgio in semifinale. Quella contro i diavoli rossi infatti è stata una delle migliori partite del centrocampista francese. L’ex centrocampista della Juventus infatti aveva un compito preciso: contrastare Fellaini e limitarne gli inserimenti. Per tutti i 90 minuti Pogba ha mantenuto un livello di concentrazione altissimo impedendo, quando possibile, e contrastando sul gioco aereo il suo compagno di squadra in Premier League. La sfida contro il Belgio è la cartolina che certifica e rappresenta nella forma migliore il percorso di crescita e maturazione di Pogba.

In questa situazione con Mertens sull’out di destra al cross, Pogba si posiziona al centro dell’area in marcatura su Fellaini. Nonostante Pavard si trovi nella posizione giusta nelle condizioni di poter marcare il centrocampista belga, è Pogba che decide di rimanere nelle vicinanze del compagno di squadra del Manchester United per impedire di saltare con maggiore libertà.
Per l’intera partita il francese ha stazionato in quella posizione di campo, a metà tra Pavard e Varane, ovvero nella zona attaccata da Fellaini. In questo dettame tattico emerge chiaramente il miglioramento a livello di attenzione e concentrazione di Pogba, pronto a sacrificarsi per la propria squadra soprattutto in fase difensiva.
COGLIERE IL MOMENTO GIUSTO
In questa situazione Pogba (al 95′ passato) ha la lucidità di superare due avversari in velocità per poi scaricare il pallone nel momento giusto e nell’attimo più adeguato per fare in modo che Tolisso si possa trovare uno contro uno con Courtois. Una scelta efficace e corretta che poteva portare la Francia sul 2-0 chiudendo definitivamente la partita.
Anche in questo caso il Pogba maturo ha interpretato nella maniera corretta la specifica situazione di gioco, non facendosi surclassare dalla sua superbia e superiorità tecnica che di solito si traduce in fumosità e inconsistenza. In generale il mondiale di Paul è stato caratterizzato da tante giocate simili, percussioni palla al piede dove emerge lo strapotere fisico del ragazzo di Lagny-sur-Marne e che si concludono con una giocata concreta, decisiva. Non per forza una giocata che corrisponde ad un suo gol o un assist, ma un gesto tecnico al servizio della squadra e dei suoi compagni.
IL PUNTO FINALE
Il cerchio, che ripercorre la crescita mentale, tattica e tecnica di Pogba in Russia, si chiude ovviamente e necessariamente nella finale contro la Croazia. La vittoria francese non è stata importante per Paul solo perché lo ha definitivamente laureato campione del mondo, ma soprattutto perché la prestazione stessa del francese è stata convincente e decisiva. In un momento topico per la propria nazionale e per la propria carriera, dopo aver disputato un ottimo mondiale, Pogba ha confermato questa crescita giocando una partita “seria”, cattiva e determinata. L’azione del gol è solamente un esempio della prestazione dell’ex Juve.
Pogba pulisce una palla sporca a centrocampo lanciando in profondità Mbappé con un grande colpo d’esterno. Dopo il lancio il centrocampista francese non si ferma e continua a seguire l’azione, tant’è che è lui stesso poi in un secondo momento a chiudere il tutto segnando di sinistro dopo un destro rimbalzato dalla difesa.
Il lancio perfetto per tempo, spazio e precisione, la mentalità nel seguire l’azione ipotizzando che poi il pallone potrebbe tornare nelle sue possibilità e quindi non fermarsi sul gesto tecnico fatto a centrocampo: Pogba anche in finale ha dimostrato di essere cresciuto sotto tutti i punti di vista trasformandosi in un giocatore che sa cosa significa giocare per la squadra e mettere le proprie doti e le proprie capacità a totale disposizione dei propri compagni per la vittoria di una competizione. In Russia Paul Pogba è diventato maturo.