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Senza frivolezze

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Senza frivolezze

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Giovane – 14 maggio 1994 – faccia pulita di quelle che ce ne si accorge subito, sinonimo di innocenza. Atipico, eccezionale, nel suo modo di essere non per forza modello universale: non beve alcolici, o almeno dichiarava in un’intervista qualche anno fa; “meglio il succo di mela”. Un dettaglio, misero punto che unisce il prima e il dopo di quello che sarà il futuro del centrocampo bianconero. Nel modo d’essere e sul campo sembra davvero che Dennis Praet abbia già maturo un DNA juventino.

DENNIS

Nasce a Loviano, in Belgio, come detto nel 1994. Tradizione familiare con molecole sportive nel DNA. Entrambi i genitori erano pallavolisti. Impossibile per natura trattenere Dennis lontano da qualunque sia la forma sferica prediletta. Inizia col tennis tanto da finire fra i 10 miglior Under 12 del suo paese. precocità di talento immediata. Ma piccole palline gialle non sono quello che fa per lui. Meglio se più grandi e da perdere a calci. Dennis sceglie il calcio. Trasferita precocità anche sui rettangoli verdi belga.

Inizia…anzi, rifacciamo. Viene scoperto nel 2001 da Paul Van Der Schueren – responsabile del Koninklijke Stade Leven, la squadra del paese (poi diventato OH Lovanio dopo la fusione con altre 2 squadre locali) e per loro inizia a giocare, a divertirsi, come un bambino di quell’età in realtà dovrebbe fare.

Evidenti segni di talento così precoce (Dennis ha solo 7 anni) che Van Der Schueren notò. Lungimiranza la sua, convinzione che il destino avesse appuntamento fissato con Dennis cosicché iniziò a conservarne scarpini e magliette bianverdi (colori della squadra prima delle fusioni). Preveggenza.

Ma le realtà di un paese con meno di 100.000 abitanti hanno ovvi e comprensibili mezzi e risorse limitate.
Il “salto” Dennis lo compie già a 9 anni (NOVE) quando viene selezionato dal Genk, società che ha tutt’altra tradizione belga e forse neanche il bisogno di specifiche.
La compagnia e il tasso di talento al geni era già alto allora. A far compagnia a Dennis e far assaggiare una precoce punta di quello che sarebbe stato il calcio europeo di tanti anni a venire ci sono altri bambini “prodigio”: Kevin De Bruyne (tre anni più grande) e Divock Origi.
Il Genk dunque il primo saltino per Praet uno dei club più importanti in Belgio. Con il 10 sempre sulle spalle. Inevitabile vetrina. E per certi discorsi non è mai troppo presto perchè la corsa ad accaparrarsi talenti non ha limiti ne barriere di età. I maggiori club europei lo notano e iniziano a premere con proposte e visite ai propri centri. Fra quei club c’è anche l’Arsenal.
Particolare ciò che accade a Dennis in visita al centro della squadra londinese. Nel disputare una partitella con le giovanili Dennis si fa male, nulla di grave, leggero infortunio. Viene portato nel centro medico dove incontra Robin Van Persie e scatena tutta l’emozione che un bambino – estraneo ancora a certe dinamiche e approcci da primo professionista – può contenere in sé. La normalità del bambino nell’inconscio del prodigio conteso e desiderato dai più.

Comunque Praet finisce per rimanere al Genk per motivi che testimoniano l’atipicità, l’eccezionalità (intesa nel verso senso della parola) di Dennis. Troppo complicato un trasferimento così impegnativo…come fare con la scuola e il proprio percorso di studi? Una scelta che però avrebbe potuto compromettere la carriera di Praet; l’ultimo caso Scuffet dimostra cosa un no a un grande club possa implicare…


Il salto definitivo, quello che lancia la carriera è solo rimandato perché nel 2010 – a 16 anni – firma per l’Anderlecht. A 16 anni viene pagato 650.000 euro. Non ci mette molto ad approdare in prima squadra, detta infatti nel settembre 2011, da titolare, in una partita di Coppa. Non proprio un debutto anonimo, 4-0 il tabellino al 90esimo e due assist per Dennis che inizia a crescere sui rettangoli verdi, inizia diventare Praet.
Un mese più tardi – o poco più – realizza la prima rete da professionista sempre in una gara di Coppa. Coppa tradizionalmente prima opportunità per rodare alchimie di prima squadra. Il debutto in campionato avviene 4 giorni dopo.

PRAET

Dennis sta iniziando il cammino per diventare definitivamente Praet. Diventa titolare inamovibile la stagione successiva (2012-13). Ha 19 anni. Ancora troppo presto per incollarsi il 10 definitivo sulle spalle. Da titolare agisce da trequartista puro nel 4-2-3-1 belga. Un trequartista efficace, 10 efficiente e pragmatico di quelli che badano alla sostanza piuttosto che a futili numeri, tacchi e “frivolezze”.

Esemplificativa di quello che Praet significa fuori e dentro il campo è la risposta che dà in un intervista alla RSCAtv all’eterna domanda: Messi o Ronaldo?

Messi mi piace di più. perché è il più forte e il più calmo. Non mi piacciono i “fronzoli” di Cristiano.

Agisce dietro le punte con la libertà – naturale – per un destro di decentrarsi sulla sinistra. Più per cross che per realizzazione singola. Nella stagione del 2012 viene poi elencato da “Don Balòn” fra i migliori prospetti nati dopo il 1991.


All’Anderlecht passa 6 stagioni da 10 pragmatico e puro. Dal 2013-14 quel 10 lo incolla sulla schiena. In 5 stagioni in prima squadra, dai 17 ai 22 anni vince 6 titoli nazionali con presenza anche in Champions League: tre campionati e tre Supercoppe. Meglio gli assi che i gol, oltre 150 presenze, 27 reti e 39 assist belga. 

Nell’estate 2016 arriva in Italia, alla Samp, la differenza fra i due campionati è risaputa, evidente, notevole e si riscontra nei numeri. La Samp motiva l’acquista con 32 presenze, ma gli score personali risentono del cambio di qualità. Solo 1 assist e 1 gol l’anno scorso.
Va ammesso però che sono più le partite che gioca a centrocampo di quelle che muove dietro la linea delle punte. Il primo sorriso, il primo gol italiano avviene da centrocampista, da mezz’ala contro la Roma.

La nuova stagione, con l’acquisto di Ramirez ha visto consolidarsi la sua imprescindibilità come mezz’ala. Doti tecniche in palleggio un plus nella manovra arretrata per sgarbugliare situazioni complesse, anche se il fisico, non statuario, ne limita il compito e le attitudini quando la palla la hanno “quegli altri”. Già 3 gli assist arrivati a gennaio, al giro di boa.

Paul Van Der Schueren aveva ragione al tempo e la scommessa ha pagato. La maglia sulle spalle adesso di Praet – da giugno – sarà molto probabilmente bianconera. 25 milioni la clausola che Marotta sarà pronto a pagare per averlo in rosa dalla prossima stagione.
23 anni con l’esperienza di un veterano non avrà certo facile compito di inserimento nella pianta juventina.
Difficile da trequartista – ruolo ormai abbandonato anche se Giampaolo non ne ha escluso la possibilità di ritorno – molto più probabilmente da mezz’ala.

L’investimento è comunque importante e più che giustificato. Starà a Dennis ripagarlo sul campo come ha fatto da quella maglia bianconere fino ad oggi.

Sempre con pragmatismo e poche frivolezze. Quelle, in fondo, non gli sono mai piaciute.

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Calcio Internazionale

Sfuriata Mou, niente PSG in caso di maxi-squalifica

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Mourinho

Il futuro di Josè Mourinho è ancora da definire. Le dichiarazioni criptiche dello Special One rilasciate al termine della finale di Budapest hanno infuso nell’ambiente giallorosso forti preoccupazioni. Decisioni che si dice siano state giá comunicate al gruppo, ricostruzioni di discorsi più o meno attendibili e un gelo totale tra allenatore e proprietà: la permanenza dell’uomo di Setubal a Roma é una questione più che mai aperta. A scombinare le carte in tavola, secondo una ricostruzione fatta dal The Sun, potrebbe essere la squalifica che la UEFA infliggerá con ogni probabilità ai danni di Mourinho. Vediamo perché.

NIENTE PSG IN CASO DI MAXI SQUALIFICA

Sebbene il contatto tra le due parti sia stato smentito in diverse occasioni dall’attuale tecnico della Roma, la destinazione parigina è sicuramente tra i pensieri dell’ex Inter e United (tra le altre). Il PSG sembra voler rompere con Galtier e tra i nomi scelti per sostituirlo spicca quello di Mourinho, già cercato anche dalla Federazione Portoghese. I francesi tuttavia non sarebbero disposti a metterlo sotto contratto nel caso in cui questo riceva una maxi squalifica da parte della UEFA.

Le pesanti parole dello Special One nei confronti dell’arbitro Taylor avranno sicuramente ripercussioni e se il massimo organo calcistico europeo dovesse squalificare il mister per più di 5 partite il club di proprietà qatariota girerebbe altrove lo sguardo. Il PSG vuole la Champions e, anche se apparentemente “piccolo” come fattore, un’eventuale assenza del tecnico per tutta la fase a gironi peserebbe molto, forse troppo. 

 

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Bundesliga

Lo Stoccarda batte 3-0 l’Amburgo nell’andata dello spareggio: salvezza ad un passo

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Augsburg-Bayer Leverkusen

La gara di andata dello spareggio per conquistare l’ultimo posto nella prossima Bundesliga tra Stoccarda e Amburgo termina con un netto 3-0, che in vista del ritorno mette in chiaro le cose: lo Stoccarda è ad un passo dalla permanenza nel massimo campionato tedesco. Infatti in Germania, visto che la prima serie è a 18 squadre invece che a 20 come in Italia, le ultime due della classe (18esima e 17esima) retrocedono direttamente, mentre la 16esima, in questo caso proprio lo Stoccarda, deve giocarsi la permanenza contro la terza classificata della 2. Bundesliga, la “Serie B” tedesca, l’Amburgo.

Nella gara di andata non c’è storia: Mavropanos mette subito la gara in discesa per i padroni di casa segnando dopo appena 42 secondi, mentre Vagnoman e Guirassy siglano il secondo e il terzo gol rispettivamente al 51′ e al 54′. Al 69′ l’espulsione di Suhonen per l’Amburgo complica ancora di più le cose in vista della gara di ritorno (in programma lunedì 5 giugno alle ore 20:45) per la storica squadra tedesca che, salvo miracoli, sarà costretta a restare in seconda serie anche l’anno prossimo.

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Calcio Internazionale

Alvarez, parole che sanno di addio: “Conserverò dei bei ricordi dell’Ajax”

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Schreuder

Edson Alvarez, mediano (ma all’occorrenza anche difensore centrale) dell’Ajax accostato nelle ultime settimane a Borussia Dortmund, che sembra vicinissimo a prelevarlo, e Bayern Monaco, non smentisce l’interesse di grandi squadre nei suoi confronti in un’intervista a Vi.nl. Delle parole che sanno di addio per il calciatore messicano che dal 2019 veste maglia biancorossa. Di seguito, le sue dichiarazioni:

SUL POSSIBILE TRASFERIMENTO –C’è una possibilità che parta, ma tutto può succedere nel corso dell’estate anche se finché non ci sono le firme non possiamo sbilanciarci. Quando c’è un interesse concreto i miei procuratori me lo comunicano e poi io inizio a pensarci, ho letto e sentito delle voci che mi riguardano e non mentirò, fa piacere essere accostati a grandi club, ma anche l’Ajax lo è“.

SULL’AJAX –Sono arrivato qui che ero sconosciuto quattro anni fa e ho dovuto convincere molte persone delle mie qualità, penso di esserci riuscito come calciatore e come persona. Qui sono cresciuto tanto, sono felice di aver dato tanto alla società e ai tifosi e di aver contribuito a vincere dei titoli. Ovunque giocherò la prossima stagione conserverò dei bei ricordi dell’Ajax”.

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Calciomercato

Rinnovo Leao, fumata bianca! Clausola monstre nel contratto

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Leao

Leao ha rinnovato il contratto che lo lega al Milan. A riportare la notizia é su Twitter Fabrizio Romano, il quale si dice certo che l’accordo totale sia stato raggiunto giá tre settimane fa. La lunga telenovela inerente alla permanenza in rossonero del fenomeno portoghese, quindi, sembra prossima al termine.

DURATA E CLAUSOLA

Il Milan si sarebbe assicurato le prestazioni dell’attaccante fino a Giugno 2028. Un lasso di tempo molto lungo che, oltre a riportare serenitá nella situazione contrattuale del giocatore, consentirá alla società milanese di monetizzare a pieno un’eventuale cessione. All’interno del contratto una clausola mostruosa: 175 milioni di euro. La fumata bianca tanto attesa dai tifosi dei Diavoli é arrivata, nei prossimi giorni (probabilmente già domani) seguirá l’ufficialità. 

 

 

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