Nemmeno il Chelsea che in uno sfortunato pomeriggio dell’aprile 2014 aveva spezzato le speranze di titolo di Steven Gerrard e compagni è stato in grado, cinque anni dopo, di stoppare la corsa inarrestabile dei campioni d’Europa. Settimana dopo settimana, siamo ormai alla sesta di Premier da inizio agosto, le vittorie macinate dalla banda di Klopp si sono susseguite senza soluzione di continuità e con una voracità inesausta anche dopo esser diventati campioni d’Europa. La fame di Premier è fin troppo grande, così quanto grande la concorrenza: è la giornata del centoventicinquesimo anniversario del City che, senza Sterling, ne fa otto (otto!) allo sfortunato Watford, della sconfitta di Tottenham e United nella corsa al podio e della vittoria, ennesima in rimonta, di un Arsenal pirotecnico.
GRAN GALÁ
Se il Liverpool che schianta il Chelsea per due reti a uno è la certezza a cui aggrapparsi in fatto di Premier, subito a seguire, a cinque punti di distanza troviamo il Manchester City che di goal ne cala cinque nei primi venti minuti giustificando al mondo il terrore che qualsivoglia squadra prova nell’affrontare la banda di Guardiola. La tripletta di Bernardo Silva e uno scatenato De Bruyne mettono le ali a un City sempre più battagliero, ma che dovrà attendere un passo falso del Liverpool per avvicinarsi ai campioni d’Europa. Una considerazione emerge però da quanto visto in questo inizio di Premier League: i Reds hanno maggior consapevolezza di sé. Dopo la vittoria della Champions, questione fisiologica tra l’altro, sembra quasi che la sudditanza da titolo nei confronti del City sia progressivamente sparita. Non si teme una rimonta del City come invece aleggiava nell’aria nello scorso gennaio prima del match vinto dagli Sky blues con goal di Sané. Che sia il momento buono dopo quasi un ventennio?
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ELEVEN CLUB
Appena dietro al Manchester City si posizionano Leicester, Arsenal e West Ham. Tutte a undici punti ottenuti nella maniera più disparata ma che testimoniano tre realtà dal sicuro futuro: il West Ham vince contro lo United (scivolato in ottava posizione con soli 8 punti dall’avvio) e raggiunge il podio in compartecipazione, l’Arsenal affronta e batte in rimonta un’Aston Villa dominata dalla fisicità di Wesley mentre il Leicester tira fuori dal cilindro una qualità sopraffina e inaspettata. James Maddison, trequartista ex Norwich e attuale numero dieci del Leicester, scarica in porta alle spalle di Gazzaniga un destro micidiale al minuto ottantacinque che regala la vittoria alle Foxes contro un Tottenham superiore ma nel caos più totale. Il numero dieci, affiancato da giocatori di assoluta qualità come Tielemans e Ricardo Pereira, non si scompone per il goal del pareggio e a pochi minuti dalla fine sigla al trentaduesimo tentativo, il goal che gli mancava da troppo tempo. Sono undici punti anche per le Fosse dunque, scatenate grazie alla forza travolgente di Maddison.
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DELUSIONE
Per ogni Up della vita – in questo caso della giornata – vi sono anche molti down corrispondenti. Ecco che Manchester United, Tottenham ed Everton compongono questo speciale club di coloro che non hanno rispettato le aspettative. Se del Tottenham abbiamo già detto, sullo United di Rashford bisognerebbe aprire un capitolo a parte: la vittoria del West Ham è fisiologica quando ti trovi a dover fronteggiare così tante competizioni senza la forza necessaria per farlo. La vittoria in Europa League grazie al millennials Greenwood è solo una delle dimostrazioni di debolezza di uno United che ha fortemente bisogno di ritrovare se stesso. A seguire, la delusione di Liverpool sponda Goodison Park: l’Everton non riesce a battere lo Sheffield (8 punti e decimo posto in classifica) e affonda così nella parte destra di classifica a quota sette punti, davanti solo a coloro che lottano per non retrocedere. C’è bisogno di un cambio di rotta per gli uomini di Marco Silva, che finora hanno collezionato due vittorie, un pareggio e ben tre sconfitte in campionato.
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CLASSIFICA
La restante classifica è composta da coloro che lottano per non retrocedere come la mai doma Aston Villa di Wesley o il Wolves che strappa un pari pirotecnico a domicilio del Crystal Palace (Ora dodicesimo a quota otto punti), o New Castle e e Burnley che giocano a non farsi male in uno zero a zero poco inglese e molto italiano. Ultima menzione per il Norwich che, a quota sei punti, non ritrova il suo goleador Pukki per aver ragione di un Burnley più forte e concentrato. Medaglia d’oro al valore per il Bournemouth di Aké e Wilson, a quota dieci in classifica e ad un passo dal podio di Premier.
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