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Puggioni e i suoi fratelli: la TOP 11 dei giocatori laureati | Numero Diez

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Puggioni e i suoi fratelli: la TOP 11 dei giocatori laureati

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Nella giornata di ieri, Christian Puggioni, l’attuale portiere del Benevento, ha comunicato di aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Reggio Calabria, città in cui ha giocato dal 2007 al 2011. Puggioni ha dato l’annuncio su Twitter, dove, a Giugno 2017, aveva anche scritto di aver terminato gli esami. Ieri, dunque, il portiere ha completato il proprio percorso di studi con la discussione di una tesi sui diritti tv – tema, tra l’altro, attualissimo -, che gli ha permesso di raggiungere questo importante traguardo. Ma il portiere del Benevento non è il primo ad essersi laureato: molti altri, infatti, hanno trovato tempo da dedicare allo studio riuscendo ad ottenere una laurea. Ecco la TOP 11, schierata con un 3-5-2.

PORTIERE

Del portiere si è già parlato, ma se ne potrebbero aggiungere altri, come Edwin van der Sar, ex Juve e Manchester United, laureato in Sport Menagement, e Zeljko Brkic, ex portiere di Siena, Udinese, Cagliari e Carpi, che si è laureato addirittura in Storia, con specializzazione su Creta e Micene. Nella TOP 11 rimane comunque il nostro Puggioni.

DIFENSORI

A guidare la difesa a tre di questa dotta formazione c’è, ovviamente, Giorgio Chiellini, laureatosi nel 2017 in Economia Aziendale con una tesi su “Il modello di business della Juventus in un benchmark internazionale” con il punteggio di 110 e lode. Un campione in campo e tra i banchi. Al suo fianco troviamo Angelo Ogbonna e Gerard Piqué: il difensore azzurro ex Juve e Torino ora in forza al West Ham si è laureato in Giurisprudenza, mentre il giocatore spagnolo ha conseguito un Master in Business, Media, Sports and Entertainment all’Università di Harvard.

CENTROCAMPISTI

Sulla fascia destra sfreccia il dottor Lorenzo De Silvestri, difensore del Torino che si è laureato in Economia e Menagement dello Sport e dall’altra parte una vecchia conoscenza della Serie A, Yuto Nagatomo, ex terzino dell’Inter dallo scorso Gennaio al Galatasaray, che si è laureato in Economia Politica alla prestigiosa Università Meiji di Tokyo. Stessa laurea scelta da uno dei tre centrocampisti, Nigel de Jong, che tra il 2012 e il 2016 ha militato nel Milan, dopo le presenze con il suo Ajax e le esperienze con Manchester City e Amburgo. Le due mezzali sono giocatori di altissimo livello: Andres Iniesta e Juan Mata, entrambi laureati in Scienze Motorie. Don Andres in un’intervista ha anche dichiarato di non aver avuto difficoltà con gli studi di anatomia dati i numerosi infortuni che ha subìto nel corso della sua lunga carriera, che certamente gli hanno permesso di ampliare le conoscenze in merito.

ATTACCANTI

Attacco a due composto dal napoletano Dries Mertens, laureatosi anche lui in Scienze Motorie, e dal campione polacco Robert Lewandowski, che ha scelto invece la laurea in Educazione Fisica alla Scuola Superiore Sportiva di Varsavia, con una tesi dal titolo “RL 9, la via verso la fama”, una tesi su se stesso, sostanzialmente.
Ogni squadra che si rispetti ha bisogno di un allenatore, quindi agli undici laureati in campo si aggiunge mister Arsène Wenger in panchina, che è stato per oltre vent’anni all’Arsenal. Il tecnico francese ha conseguito una laurea in Ingegneria all’Università di Strasburgo, specializzandosi poi in Economia. La ciliegina sulla torta di una squadra di giocatori-dottori.

BINOMIO VINCENTE

Una nota sicuramente positiva in un mondo, quello del calcio, che troppo spesso vede i giocatori protagonisti di gaffe esilaranti e scivoloni grammaticali, i quali poi, come al solito, rendono attuale lo stereotipo del giocatore ignorante, che ha lasciato gli studi per dedicarsi al pallone. Il problema sta nel fatto che quando sbagliano i calciatori, che sono sempre al centro dell’attenzione, la risonanza è doppia, e quindi tutto viene amplificato. Bisognerebbe giudicare solo le loro giocate in campo e lasciare stare la loro vita extra calcistica. Comunque questi undici sono solo alcuni degli esempi che dimostrano che il calcio non preclude lo studio e che quindi le due cose non sono sempre antitetiche. Tuttavia, proprio Christian Puggioni qualche tempo fa ha dichiarato di aver avuto dei problemi con questo doppio impegno:

“Ho avuto difficoltà con un allenatore, quando giocavo nella Reggina. Mi ero preparato mesi per un esame e poi non mi è stato dato il permesso di presentarmi all’appello. E non perché avrei saltato una partita, ma un allenamento del martedì. Mi offrii di lavorare da solo la mattina alle 9, un’ora prima dei compagni, ma niente. E c’è anche chi mi disse che i miei libri in ritiro non erano graditi: non dovevo studiare ma solo concentrarmi sulla partita.”

I calciatori che decidono di portare avanti una carriera di studi non hanno solo la difficoltà dell’accumulo degli impegni, quindi, ma a volte anche quella di un gruppo che rema contro. Comunque, come ha dimostrato lo stesso Puggioni, l’importante è continuare a lavorare su quello in cui si crede, senza farsi condizionare da influenze esterne.

Ecco dunque la TOP 11 dei calciatori che si sono laureati:

3-5-2
Puggioni, Chiellini, Piqué, Ogbonna, De Silvestri, Mata, De Jong, Iniesta, Nagatomo, Mertens, Lewandowski           All. Wenger

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Calcio Internazionale

ULTIM’ORA – Il comunicato UEFA sulle SuperLega: i dettagli

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Novità molto importanti per ciò che riguarda la questione SuperLega. Attraverso un comunicato ufficiale l’UEFA ha smentito nettamente le ultime indiscrezioni che erano circolate negli ultimi giorni su un possibile progetto in corso. Di seguito riportato il comunicato:

«La UEFA non sta lavorando a nessun nuovo progetto del genere. L’opposizione della UEFA verso qualsiasi tipo di cosiddetta Superlega è ben documentata e le voci che suggeriscono qualcosa di diverso sono del tutto infondate. Attendiamo con impazienza l’introduzione del nuovo formato delle competizioni per club a partire dal 2024, che mantiene il principio secondo cui il rendimento nazionale è la chiave per la qualificazione e consentirà ai tifosi di vedere ancora più partite europee importanti. Un migliore equilibrio competitivo e una competizione aperte, dove ogni partita conta. 

 

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Il comunicato del Liverpool per il gol annullato: “Esploreremo le possibili opzioni”

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In Inghilterra si parla ancora del gravissimo errore arbitrale avvenuto durante la partita tra Tottenham e Liverpool, persa dai Reds con il punteggio di 2-1. Nel match infatti è stato annullato ingiustamente per fuorigioco un gol a Luis Diaz, con i vertici arbitrali che si sono scusati a poche ore dalla fine. Poco fa è arrivata anche la riposta del Liverpool, che attraverso un comunicato ufficiale ha annunciato l’intenzione di prendere i dovuti provvedimenti. Di seguito vi proponiamo il comunicato dei Reds.

IL COMUNICATO DEL LIVERPOOL

Accettiamo pienamente le pressioni sotto cui lavorano gli arbitri, ma queste pressioni dovrebbero essere alleviate, e non esacerbate, dall’esistenza e dall’implementazione del VAR. È quindi insoddisfacente che non sia stato concesso tempo sufficiente per prendere la decisione corretta e che non vi sia stato un successivo intervento. Anche il fatto che tali carenze siano già state classificate come “errore umano significativo” è inaccettabile. Tutti i risultati dovrebbero essere stabiliti solo attraverso la revisione tecnologica e in piena trasparenza. Questo è vitale per l’affidabilità del processo decisionale che arriverà in futuro, in quanto si applica a tutti i club i cui insegnamenti vengono usati per apportare miglioramenti, al fine di garantire che questo tipo di situazione non possa ripetersi. Nel frattempo, esploreremo la gamma di opzioni disponibili, data la chiara necessità di escalation e risoluzione“.

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[VIDEO] Insigne, nervi tesi oltreoceano: litigio con un tifoso

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La parentesi di Lorenzo Insigne in terra canadese non sta procedendo nel migliore dei modi. Il club dell’ex Napoli è ultimo in classifica, nella Estern Conference di MLS, con 22 punti raccolti in 31 partite. Solo 4 i match vinti, mentre le sconfitte sono addirittura 17. L’ultima di queste è arrivata proprio nella notte di oggi, contro il Cincinnati, primo in classifica.

Un vero e proprio testacoda, con il Toronto che è stato sovrastato, ma è riuscito a recuperare il doppio svantaggio grazie alla doppietta di Osorio. Doppietta, che, per, si è rivelata nel complesso inutile: la marcatura di Boupendza ha riportato il Cincinnati avanti. E ha costretto il TFC alla disfatta.

In tutto ciò, Insigne non era nè in campo, come invece Bernardeschi, nè in panchina. Bensì, sugli spalti dell’impianto di casa, il BMO Field. Proprio dagli spalti del BMO Field arriva un video che mostra Insigne in un rapporto non particolare con un tifoso, o una tifosa, non identificata.

Dall’audio e da un labiale non così difficile da cogliere e tradurre, si vede Insigne fare il dito medio e urlare “F*** you“. Poi girarsi e lasciare l’inquadratura. Presumibilmente, il litigio era già iniziato e nel video in questione si tratta della parte finale.

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Tacchinardi: “Juve favorita senza coppe, Inter Lautaro-dipendente”

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Tacchinardi

Alessio Tacchinardi vivrà Atalanta-Juventus di quest’oggi con un sentimento particolare: il centrocampista italiano è stato un doppio ex. Ora si gode il campionato di Serie A, vedendo le sue due ex squadre duellare per un posto in Europa. Con la Champions League che per entrambe è un obbiettivo. Per la Dea più un sogno, per la Juventus, quasi un obbligo.

Intervistato alla Gazzetta dello Sport, queste le sue parole sul match in scena oggi pomeriggio al Gewiss Stadium.

LE PAROLE DI TACCHINARDI

IL PRIMO RICORDO – “Il primo Atalanta-Juventus che mi torna in mente è quello del 1994. Io avevo solo18 anni e giocavo nell’Atalanta. Disputammo una buona partita, poi tra l’81’ e l’84’ Baggio fece una doppietta. Quel giorno ho capito che esisteva il calcio di tutti e quello di Baggio“.

ASSENZA DI VLAHOVIC – “Il Vlahovic che ho visto in queste prime partite sposta gli equilibri: penso che la Juventus ci perda con la sua assenza. Ma la Juventus ha anche Chiesa, che è pronto per caricarsi la squadra sulle spalle. Non mi sembra che patisca le pressioni“.

CHIESA – “Chiesa ha bisogno di un riferimento per esaltarsi: senza Vlahovic e Milik, Kean deve dargli una mano. Lui può fare la differenza, come sempre. Però è tutta la Juve che dovrà dimostrare di quale pasta è fatta“.

APPROCCIO – “Se i bianconeri si sporcano le mani, un po’ come faceva quando c’ero io, e superano i prossimi due ostacoli, Atalanta e Torino, lanciano un bel segnale al campionato. Io sono convinto che il Sassuolo sia stato un incidente di percorso, la vera Juve è quella con il sangue agli occhi del primo tempo di Udine. Dovrà giocare così anche contro l’Atalanta, ancora imbattuta in casa“.

LE PAROLE DI PIOLI – “Pioli mi è sembrato sincero, io la penso come lui. Senza coppe europee, soprattutto se le italiane dovessero superare i gironi, la Juventus potrebbe avere un netto vantaggio per lo sprint finale. L’Inter è molto forte in difesa e a centrocampo, ma in attacco si è indebolita rispetto allo scorso anno. È Lautaro-dipendente. Il Milan è un’ottima squadra, però non la vedo superiore alla Juventus. Il Napoli ha un top player della difesa come Kim e dipende molto da Osimhen: i campioni possono rinforzano o indeboliscono una squadra“.

DE KETELAERE – “Sono stato undici anni alla Juve e ho visto tanti ottimi giocatori altrove, che non si sono confermati con la maglia bianconera. Giocare nella Juventus, con il massimo rispetto per le altre, è un’altra cosa. Non credo che Pioli sia pazzo, forse De Ketelaere aveva bisogno di un ambiente diverso. Nell’Atalanta sei sicuramente più protetto che al Milan. Mi auguro che con Gasperini, diventi un fenomeno, ma per me non lo è ancora“.

KOOPMEINERS – “Io ho un debole per Koopmeiners: è solido, duttile e segna in tanti modi. È perfetto per Gasperini, ma lo sarebbe anche per Allegri. Adesso sento parlare di Hojbjerg per la Juve: il danese per la mediana o Berardi per l’attacco sarebbero rinforzi da scudetto

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