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Più di una semplice partita

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Più di una semplice partita

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Manchester United-Juventus è qualcosa di più di una semplice partita. È lo scontro tra due icone del calcio europeo, le più vincenti nei loro rispettivi Paesi (20 Premier League contro 34, o 36, Serie A). Quella tra i Red Devils e la Vecchia Signora è anche la sfida che ha segnato un’epoca, quella della fine degli anni ’90 e inizi degli anni Duemila. Ora, stasera, a distanza di anni 15, il confronto si riaccende.

Si potrebbe dire, come due vecchi amici che dopo tanto tempo si ritrovano per raccontarsi le loro recenti avventure. E, in effetti, cari vecchi amici lo sono Cristiano Ronaldo, che torna nella sua ex casa, l’Old Trafford, di cui ora è inquilino Paul Pogba, che incrocia per la prima volta la società che l’ha reso una star. Non c’è grande amicizia, pur essendoci rispetto, tra Mourinho e Allegri, che si sono incrociati in Champions League solo nella fase a gironi del 2010-11, quando il primo era al Real Madrid e l’altro al Milan. Due modi diversi di interpretazione del ruolo, stesso unico obiettivo per entrambi: il risultato.

Chissà, poi, se tra un po’ di anni potranno essere Rashford, Martial, lo stesso Pogba e Dybala, Bernardeschi, Cancelo, Bentancur a rincontrarsi, dopo aver incantato con la loro classe i grandi palcoscenici europei. Cominciando magari da stasera, all’Old Trafford, in quella che è qualcosa di più di una semplice partita.

UN GRANDE CLASSICO

È la storia che lo dice. Il primo capitolo è datato 1976, in Coppa UEFA. Uno a zero a Manchester per i padroni di casa, 3 a 0 dei bianconeri entro le proprie mura. Andando un po’ più avanti con le pagine si arriva al 1984, anno in cui United e Juventus si scontrano nella semifinale di Coppa delle Coppe. Al di là del risultato (1-1 all’andata, 2-1 a favore del club italiano nella partita di Torino), è la gara di ritorno ad essere maggiormente ricordata. Quel 25 aprile, infatti, dominò la scena la sconfinata intelligenza calcistica e l’infinita classe di un certo signor Michel Platini.

La sfida si è poi presa dodici anni di digiuno prima di tornare prepotentemente in auge alla soglia della fine degli anni ’90, precisamente 1996. E’ la Juventus campione d’Europa in carica, quella di Montero, Conte, Deschamps, Zidane, Del Piero con in panchina Marcello Lippi. Dall’altra parte c’è lo United di Sir Alex Ferguson che manda in campo gente come Schmeichel, Neville, Beckham, Giggs, Cantona. Una generazione di futuri campioni e leggende che scelgono la Champions League per sfidarsi. L’occasione è la fase a gironi della Coppa dei Campioni 1996-97. La Juventus si impone per due volte per una rete a zero: il rigore di Del Piero al ritorno permette per la prima volta a una squadra italiana di espugnare l’Old Trafford.

Passa un anno e nella fase a gironi è ancora Juventus contro Manchester United. L’andata questa volta va in scena in casa United e i Red Devils si impongono in rimonta 3-2. La sfida era stata aperta dopo appena un minuto da un fantastico gol di Alessandro Del Piero.

Ancora un 1-0 per la Juventus, al ritorno, a Torino, che grazie a questo risultato accede così ai quarti di finale di Champions.

Ben più pesante era la posta in palio nel 1999, quando le due rivali si giocarono nientemeno che la finale di Champions League. A restare fuori dal duello per la Coppa furono i bianconeri, allenati all’epoca da Ancelotti, che rimediarono una bruciante delusione. Dopo che la gara di andata, a Manchester, era finita 1-1 con i padroni di casa ad agguantare il pari al 92º con Giggs, a Torino arrivò la rimonta dei Red Devils. Il risultato passò da 2-0 firmato Inzaghi a 2-3 a favore dei ragazzi di Ferguson.

Nel 2003, l’ultimo anno dello scontro, Juventus e Manchester United vennero riunite ancora una volta nello stesso girone di qualificazione. Il doppio confronto si concluse con una doppia vittoria degli inglesi, 2-1 in casa e 3-0 al ritorno. Furono, però, due sfide poco utili ai fini del risultato perché entrambe approdarono al turno successivo. E, questa volta, finale (poi persa) fu per la Juventus, proprio all’Old Trafford, contro il Milan.

A proposito di finali, ogni volta che Manchester United e Juventus si sono affrontate in Europa, una delle due ha poi raggiunto la finale.

DA IERI A OGGI

Più della finale è l’obiettivo di quest’anno della Juventus. Non può essere altrimenti con Cristiano Ronaldo dalla propria parte. Proprio il portoghese è il grande ex di questa sera. 292 partite e 118 gol i numeri del portoghese con la maglia dei Diavoli Rossi. Stasera torna all’Old Trafford, non per la prima volta, da avversario. Gli era già capitato di tornare a respirare aria di casa negli ottavi di Champions League 2012-13: segnò, ma non esultò. Stessa cosa farà stasera in caso di gol.

È la prima volta, invece, per Paul Pogba per incontrare il suo passato. Il francese alla Juventus è diventato mister 100 milioni, uno dei centrocampisti più forti al mondo. Il margine di crescita è ancora alto, anche se il percorso con Mourinho non sta andando proprio bene, anzi.

A proposito di Mourinho… L’ultima volta che sfidò Allegri disse che non si poteva ammettere alcuna rivalità tra chi aveva vinto due Champions, lui, e chi in Champions aveva giocato appena due partite. Era il 2010, giorno della vigilia di Real Madrid-Milan. A distanza di otto anni sono su panchine diverse e il livornese di esperienza in Champions ne ha accumulata parecchia, con anche due finali comprese. Il momento di forma dei due, inoltre, sembra essersi invertito: il portoghese è in calo rispetto al nativo di Livorno, che è in grande ascesa.

Chissà cosa ci dirà la partita di stasera. Un altro ingrediente gustoso di una sfida già molto calda che da sempre è qualcosa di più di una semplice partita.

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Calciomercato

Nandez è pronto al ritorno da titolare: fuori dal campo c’è sempre l’incognita futuro

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Cagliari, torna Nandez: anche Mancosu è pienamente disponibile

Nahitan Nandez è pronto a ritornare al centro del Cagliari. L’uruguaiano è stato fuori per alcune partite a causa di un problema fisico, ma il pieno rientro è ormai vicino. Già nella sfida di sabato contro la Lazio, Nandez ha disputato 8 minuti nel finale di partita. Ma dalla prossima sfida contro il Sassuolo, l’uruguaiano è pronto a riprendersi una maglia da titolare.

Intanto il Corriere dello Sport analizza il futuro di Nandez, che a breve dovrà capire dove proseguire la sua carriera. A giugno scadrà il suo contratto con il Cagliari, e dunque il tuttocampista si troverà dinanzi ad un bivio: rinnovare con i sardi o cambiare casacca. Al momento l’uruguaiano è concentrato esclusivamente sul campo, con le questioni burocratiche lasciate in mano al suo agente. Nelle prossime settimane però Nandez dovrà sciogliere le riserve sul suo futuro, e dichiarare se voler proseguire la sua avventura in Sardegna, o optare per un club più blasonato a cui unirsi a parametro zero.

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Flash News

Nuovo botta e risposta tra Gravina e Mancini sulle dimissioni da CT: le dichiarazioni

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Mancini

A distanza di quasi quattro mesi dalle dimissioni da Commissario Tecnico dell’Italia, Roberto Mancini è tornato a parlare. Sulla vicenda è tornato anche il presidente della FIGC Gabriele Gravina. I due sono stati protagonisti di un’intervista doppia a Le Iene, in cui si sono raccontati quei giorni roventi di agosto, che poi hanno portato alle dimissioni di Mancini.

LE DICHIARAZIONI DI GRAVINA

DICHIARAZIONI GRAVINA – “In questo momento non riesco a rimuovere l’amarezza che ho provato. Con Roberto ho condiviso cinque anni e quando vivi cinque anni di sensibilità, emozioni fortissime, un risultato storico. Sarebbe una sconfitta incredibile per me pensare di avere investito in un rapporto umano che poi non lascia nulla. Tutti abbiamo delle fragilità, lui ne ha manifestata qualcuna con qualche dichiarazione non corretta, ma io non posso abboccare e vivere puntando solo su quelle dichiarazioni. Io e Roberto delle dimissioni non ne abbiamo parlato, né nei cinque anni né un minuto prima che lui volesse presentarle. Diciamo che ha avuto dei tentennamenti qualche ora prima di mandare la PEC. Non so se mi sento tradito, ma ancora non riesco a rimuovere quest’amarezza. Credo che abbia sbagliato nei metodi, nei tempi. Vi garantisco che non mi sarei mai opposto, perché di fronte a proposte che ho letto sulla stampa, questa andava sicuramente accettata. Non sarebbe rimasto con lo stesso entusiasmo di fronte a una proposta del genere”.

LE DICHIARAZIONI DI MANCINI

LA REPLICA DI MANCINI – “Anche io ci sono rimasto male. Diciamo che dopo tanti anni, forse, a volte, bisognava prendere una decisione. Forse è una decisione che andava presa un po’ prima, però, allo stesso tempo, posso anche capire che ci si possa rimanere male. Anche io sono rimasto male di tante cose, e con grande dispiacere perché io sarei rimasto altri dieci anni, se fosse stato possibile. Qualcosa era cambiato rispetto a prima. Sulla vicenda però si è detto anche troppo. Quando c’erano giornali, giornalisti, direttori e proprietari seri di giornali, si scrivevano cose vere, adesso si scrivono un sacco di stupidaggini. Le cose scritte sono per la maggior parte stupidaggini: sono andato via per tante motivazioni. Una delle motivazioni è anche quella economica sicuramente”.

A distanza di mesi dalle dimissioni di Mancini, Gravina è ancora scottato da questa scelta improvvisa. D’altro canto anche l’ex C.T. è amareggiato per come abbia concluso la sua avventura con la Nazionale. Mancini ha però attaccato anche gli organi di stampa, che secondo lui hanno aggiunto alla vicenda questioni non vere, creando così uno scontro tra le parti. Nonostante tutto però, il rapporto si interruppe clamorosamente lo scorso agosto, con Mancini che decide di lasciare la Nazionale in un momento delicato per sposare il progetto dell’Arabia Saudita.

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Editoriale

Lotta scudetto a due, ma che divertimento per l’Europa: cosa ci lascia la 14esima giornata di A

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rocchi var

Comincia a delinearsi sempre più chiaramente, giornata dopo giornata, la classifica di Serie A: lassù, in vetta, il duo Inter e Juventus sta facendo il vuoto, subito dietro il Milan, che arranca ma non molla, mentre tutte le altre inseguitrici con Napoli e Roma in testa a prendersi per mano cercando, ma inutilmente, di non farsi distanziare troppo. Ah, se non ci fossero nerazzurri e bianconeri a dettar legge, come sarebbe assai più bello e interessante la battaglia! E’ un campionato, il nostro, che sa come tener desta l’attenzione di popolo e addetti ai lavori con le “sette sorelle” a punzecchiarsi sui picchi alpini, mentre in coda vige la legge, ormai scritta dal tempo, che osare è d’uopo e chi non lo fa rimane inevitabilmente… a piedi.
Così l’Inter fa carne da macello di un Napoli che neppure il cambio di allenatore in corsa (da Garcia a Mazzarri) pare aver rivitalizzato; la Vecchia Signora che a Monza, nei minuti di recupero, prima si fa raggiungere poi si specchia in se stessa, si imbelletta, si toglie qualche anno dal volto e, come una giovane ventenne, riparte riappropriandosi di risultato e partita. Infine il Milan incerottato dai tanti, troppi infortuni, risolve la “grana” Frosinone, la lieta novella fin qui, quasi fosse una cosa del tutto normale. E le due romane? I giallorossi capitolini dello Special One tornano a sentir profumo d’alta classifica agguantando gli azzurri partenopei mentre sulla sponda opposta, quella biancazzurra, Sarri non crede ai propri occhi e, sul campo, conta morti e feriti. E poi, per chiudere, l’Atalanta che crolla al cospetto del Toro ed è costretta, necessariamente, a rivedere le proprie ambizioni.
Insomma, la classifica è un bel caos e sfido chiunque a capirci qualcosa. L’unica certezza – almeno per il momento – è che la lotta scudetto è ristretta ad una coppia senza null’altre intromissioni, mentre per le zone europee tutto è assolutamente aperto. Sarà guerra di nervi e sarà anche sfida all’arma bianca, col coltello fra i denti, alla conquista dell’ultimo punto utile. Bello e avvincente, questo nostro campionato sa regalare emozioni a profusione a giusta guisa per noi poveri mortali. E il divertimento è assicurato…

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Flash News

ULTIM’ORA – Svelate le condizioni di de Vrij e Dumfries: il comunicato dell’Inter

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Stefan de Vrij e Denzel Dumfries si sono sottoposti questa mattina a degli esami strumentali per valutare l’entità degli infortuni patiti durante la trasferta col Napoli. Per entrambi gli olandesi l’esito è di un risentimento muscolare, nel caso di de Vrij agli adduttori della coscia sinistra e nel caso di Dumfries ai flessori della coscia sinistra. Le loro condizioni saranno rivalutate settimana prossima: appare certa, quindi, la loro assenza per la sfida contro l’Udinese di questo fine settimana. Si prospettano circa 20 giorni di stop.

Questo il comunicato dell’Inter:

Stefan De Vrij e Denzel Dumfries si sono sottoposti questa mattina a valutazione clinica ed esami strumentali, presso l’Istituto Humanitas di Rozzano, dopo gli infortuni di domenica sera nella gara contro il Napoli. Risentimento muscolare agli adduttori della coscia sinistra per il difensore olandese. Risentimento muscolare ai flessori della coscia sinistra per l’esterno olandese. I due calciatori nerazzurri saranno rivalutati nella prossima settimana“.

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