Regna l’equilibrio, al Santiago Bernabeu. È il 2 Marzo 2019, la tensione è altissima. I blancos hanno perso per 0-3, in quello stesso stadio, l’ultimo incontro giocato col Barcellona solo pochi giorni prima, cedendo anche il passaggio del turno di Coppa del Re ai suoi acerrimi rivali. La paura è tanta, e i peggiori incubi dei tifosi della camiseta blanca paiono prendere forma quando Rakitic, ricevendo un pallone da Sergi Roberto, infila Thibaut Courtois con un delizioso scavetto che decide il Clasico numero 242, portando per la prima volta nella storia il Barcellona in vantaggio nel computo totale delle vittorie in una delle rivalità più affascinanti del continente.

Essere sconfitti in una delle partite più influenti e catalizzanti d’Europa è una ferita che resta aperta per molto tempo, e che può portare a conseguenze devastanti per la squadra. Chiedere a Julian Lopetegui, esonerato dopo la sonora sconfitta per 5-1 ricevuta nella partita di andata. Ma la cosa peggiore è sicuramente ricevere questa sconfitta in casa, davanti ai propi tifosi. I blaugrana, con l’ultima vittoria inflitta ai rivali al Santiago Bernabeu, mantengono viva una striscia positiva che li vede vincitori nelle ultime quattro uscite nel tempio madridista. Con 31 sconfitte ricevute in casa per il Real Madrid, andremo a rivivere i più brucianti e iconici trionfi dei blaugrana al Bernabeu.
RONALDINHO RHAPSODY
Torniamo indietro di 14 anni. Il Barcellona, allenato da Frank Rijkaard, stava facendo le prove per quella che sarebbe diventata una delle squadre più letali di tutti i tempi. Dall’altra parte, il Real Madrid dei galacticos: Beckham, Zidane, Raul, Robinho e Ronaldo sono in campo per accorciare le distanze dai rivali, che si trovano già a +9 in classifica.
Quel giorno però, l’unico extraterrestre in campo è brasiliano, e ha la maglia numero 10 dei blaugrana. Il Barcellona domina letteralmente il campo, distruggendo la mistica del miedo escenico del Bernabeu dopo appena 15 minuti, quando Samuel Eto’o gira in rete un pallone servitogli da un diciottene che di clasicos ne deciderà tanti: Lionel Messi. Da quel momento in poi Ronaldinho, che alla fine della stagione sarà nominato Pallone d’Oro, decide di dimostrare a tutti perchè è il miglior giocatore al mondo.

Realizza due gol molto simili, ma che rendono idea di che giocatore sia stato Ronaldinho. Un supereroe dal tasso tecnico superiore, capace di umiliare in due occasioni un futuro campione come Sergio Ramos, ancora coi capelli lunghi e schierato da terzino destro. Un essere proveniente da un altro pianeta, capace di far alzare in piedi il Bernabeu per una standing ovation che solo Diego Armando Maradona era riuscito a suscitare con quella casacca addosso nei tifosi merengue.
IL PRIMO ‘FALSO 9’
2 Maggio 2009. Pep Guardiola, alla prima stagione alla guida dei blaugrana, è in testa alla classifica della Liga con 4 lunghezze di vantaggio sui rivali. Mancano solo 5 giornate al termine, con il Barcellona ancora impegnato anche in Coppa del Re e in Champions League. Per i blancos, che hanno vinto 17 delle ultime 19 partite, è l’occasione per andare a -1 in classifica, per giunta davanti al proprio pubblico. Quello che si trovano davanti però, il Barcellona del Triplete, che schiera per la prima volta l’arma più micidiale dell’era Guardiola: Messi in posizione di ‘falso nueve’. Il match parte bene per il Real Madrid, che trova il vantaggio con Higuain al 14′. Il resto della prima frazione è però un monologo blaugrana, che termina con il punteggio di 1-3 grazie alle reti di Henry, Puyol e Messi.

Nel secondo tempo Sergio Ramos accorcia le distanze sul 2-3, ma Henry, Messi e infine Piquè chiusero i conti, firmando il gol numero 100 in campionato (chiusero a 106). Il Barcellona vincerà tutto quello che era possibile vincere mentre il Real, scosso dalla pesante sconfitta per 2-6, perderà le successive quattro partite in campionato, terminando la stagione a -9 dai rivali e senza sollevare un titolo.
NOTTE DI CHAMPIONS
La stagione 2010-2011 è quella che potremmo definire la stagione dei clasicos. Sono ben 5 i match disputati tra Real Madrid e Barcellona, complice la finale di Coppa del Re e l’urna della Champions, che regala agli spettatori di tutti il mondo una semifinale coi fiocchi. L’andata si gioca al Santiago Bernabeu. Gli interpreti della storia sono cambiati, il Real Madrid ha nel frattempo acquistato Cristiano Ronaldo, ed è allenato dal tecnico che l’anno prima ha replicato l’impresa del suo avversario, vincendo tutto quello che era possibile vincere: Josè Mourinho. Il suo dualismo con Guardiola, basato su ragioni caratteriali, tattiche e ideologiche, contribuirà ad alimentare l’atmosfera magica che circonda la sfida anche negli anni a seguire. Il Barcellona, dall’altra parte, è invece la solita macchina schiacciasassi: il campionato è già praticamente archiviato, mentre è ancora aperto il discorso in Coppa del Re. I blaugrana inoltre hanno acquistato in seguito al mondiale David Villa, più adatto alle idee di Guardiola rispetto ad un mostro sacro come Zlatan Ibrahimovic.

La partita è molto fisica, e preceduta da un acceso diverbio verbale tra Mourinho e Guardiola, con il portoghese che non perde occasione per attaccare il collega nel tentativo di destabilizzare l’ambiente blaugrana. Le dichiarazioni dello ‘Special One’ si riflettono anche sulla gara, che terminerà con 6 ammoniti e 2 espulsi, Pepe e Pinto dalla panchina. Sarà ancora una volta Leo Messi a salire in cattedra, trafiggendo Casillas per due volte al 76′ e all’87’ con uno slalom che una conclusione col destro che la difesa del Real Madrid sta ancora sognando, strappando di fatto il pass per la finale maturato poi in seguito al pareggio per 1-1 ottenuto al Camp Nou. I blaugrana vinceranno poi il doble conquistando Champions League e campionato, mentre ai rivali rimarrà la magra soddisfazione di sollevare la Coppa del Re.
MESSI, MESSI, MESSI
L’ultimo clasico che vogliamo ricordare è probabilmente il più pazzo che si sia mai giocato tra le due squadre. È il 23 Marzo 2014, al Santiago Bernabeu vanno di scena un Real Madrid primo in classifica a +4 sui rivali, ma accoppiato in testa con l’Atletico Madrid. È il Real di Carlo Ancelotti e Zinedine Zidane, suo assistente, che durante il mercato estivo ha battuto il record per l’acquisto più costoso di sempre, assicurandosi Gareth Bale. Il Barcellona invece è guidato da Gerardo Martino, che ha raccolto l’eredità di Tito Vilanova.

La partita inizia però con uno shock per i blancos, che dopo appena 6 minuti si ritrovano sotto grazie al primo gol segnato al Bernabeu da Andres Iniesta. Messi spreca poco dopo il raddoppio, ma il Real non si perde d’animo e ribalta la situazione in appena 5 minuti, quando Benzema trafigge due volte Valdes ristabilendo le gerarchie con dure reti di pregevole fattura e andando vicino al terzo gol poco dopo, sventato da un gran salvataggio di Piquè sulla linea. È nel momento più duro che entra in scena Leo Messi, che decide di prendere in mano la situazione pareggiando il match prima della fine della prima frazione, agganciando Alfredo di Stefano nella classifica dei marcatori del clasico.

L’altro protagonista del match, Cristiano Ronaldo, riporta i suoi in vantaggio al 55′ con un rigore perfetto che batte il portiere. Tuttavia, l’episodio cruciale avviene al 64′, quando Ramos stende Neymar in area lanciato a rete: rigore ed espulsione per il capitano del Real Madrid, che guarda dalla tribuna Leo Messi trafiggere Diego Lopez per la seconda volta, portando il punteggio sul 3-3. Il Barcellona va vicino al vantaggio con Dani Alves poco dopo, bloccato solo dal palo, ma l’occasione perfetta si presenta a Martino e i suoi all’83esimo, quando Iniesta viene steso in area da Carvajal. L’arbitro non ha dubbi sull’assegnare il rigore, che Messi insacca all’incrocio. I blaugrana escono vincitori dalla battaglia del Bernabeu, anche se sarà il Real a vincere Coppa del Re e Champions League, l’undicesimo titolo europeo, prima dell’avvento di Zinedine Zidane che monopolizzerà la massima competizione continentale.